Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 7 - 15 aprile 1904

186 RIVIS-TA POPOLARE damente, come una_ visione, passò uno squadrone di cavalier ia rlagli elmi ·) le lance luccicanti. Poi, più nulla; ane-he il tuonar dei cannoni era ta . ciuto; tutto divenne silenzioso nella vasta pianura sparsa di morti, di feriti, di moribondi.' Si vedevano cavalli sanguinosi e carri rovesciati, zaini e armi, lance e fucili. Lì vicino un cadavere aveva il petto lacero; un ferito· con la gamba eù un bracdo spezzati cercava di volgersi sul fianco sano, · aveva gli occhi stravolti ed il sudore gli colava dalla fronte, GOn urlava più, ma muoveva disperato ìnutilmente le labbra. In un punto doveva essere scoppiata la mitraglia, perchè v'erano molti cadaveri irriconoscibili, e sangue e sangue in ogni luogo. Di tanto in tanto rompeva il silenzio un lamento, un gr-idç>disperato, cui spesso rispondevano più vicino o lontano degli altri gemiti; poi succedeva di , nuovo un po' di calma. Ma, ~ pofger bene }'orecchio, pareva di udire un mormorio continuo e lamento~o come se la terra rah toJasse soffocata. / « Posami , disse il ferito, ho tanto male, tanto male ... » .Tobia lo adagiò sotto la pianta, e cercò di me,dicargli una piaga che avèva ~ul collo. « Oh quella non è nulla, mormorò il soldato, quì, quì mi brucia, ed indicò il petto ». Tobia gli sbottonò l'abito: il petto era solcato da una larga ferita sanguinosa. Il sen:--o di fresco prodotto dall'aria, calmò alquanto il dolore . al morente. · Tobia volse uno sguardo per quella pianura seminata di morti e.I ebbe un desiderio folle di soccorrere tutti quei feriti, di curarli e confortarli, di racCOO'liere tutti quei pov~ri morti e seppellirli. Ma chinò il capo scoraggiato. Non poteva far nulla, era solo, non aveva mezzi, era malconcio e spossato, con la compagnia di quel povero moribondo, cui guardare. . Il ·soldato continuava a gemere dolorosamente, mormorava parole tronche e sconnesse, aveva il volto pallido e smorto e~ un tremit~ per tutte le _me~IJr~l. Siccome cercava d1 puntellarst con le mam, 'l ob1a lo collocò up. poco più in alto poggiato con la schiena all' albero. U morente aveva gli occhi grandi e dolci. Mormorava sempre. · A Tobia gli parve che pronunciasse la parola mamma. « La mamma, gli chiese, pensi alla mamma? ì> .11 ferito assentì col capo e dis.se piano: « è tanto l1ella ». - Il volto gli s'era illuminato e animato; poi, com~ avesse ripreso forza, ripetè: ~< e bella, bella, ... ha 1 capelli bianchi ». . Tacque un momento. « Povera mamma mia, non · la vedrò più ... e sco~se il capo t::-ìstement~ ». . Tobia piangeva. « E sola, sola ... lonta110; e mormoeo di nuovo: povera mamma mia! » . Il sole intanto calato di più, quasi sulla <;1made~ colle, irraggiò a un tratto la pianura. Un mar_e di luce dor-ata si sparse in ogni dove. Il sole salutava il campo della morte. . Alcuni feriti presero a gr~dare più _fo,rte.. Il morente teutò ancora d1 sollevarst, fobia lo sorresse con entrambe le mani Aveva gli occhi stranamente splendenti volti a_lsole che lo ipum~:-1ava. Forse quel caldo ragg,io gh rammeuta_va LbacLdella · madre. , . . , Rantolando agitò convulsamente le braccia e grido disperatamente: « mamma, mamma! » Tobia lo posò p_ian piano per terra. 11 povero morto teneva gli occhi aperti , e pareva guardare fissamente qualche cosa.· . . . . Che guardava? Forse tuttL 1 su?t compagm distesi su quella pianura? . . . La notte da dietro i monti salLva rapida. Era il O'ran manto nero-che veniva a soffocare gli ultimi o sprazzi di vita dei feriti. Oh la triste notte ! Allora, di nuovo, un ferito gemè; un altro urlo rocamente: aiuto! Alcuni chiesero dell'acqua:, Era ragonia che angosciava, l'abbandono che atterriva, le ferite che dilaniavano e bruciavano, la notte che saliva, saliva, nera e crudele come la vendetta, a coprire ed avvolgere ogni cosa. E quei corpi ancor vivi si agitavano: alcuni, -c_on la fo1·za della disperazione, s'erano sollevati a metà, con i visi sparuti e ~nsanguinati, con gli occhi stravolti. Era tutta la campagna che gemeva, urlava, con un sing-hiozzo feroce, cupo, doloroso. Il morto guardava sempre, con gli occhi fissi, fissi lontano. · Che c'era laggiù, lontano, dove guardava? Fol'se il povero soldato vedeva la mamma, la sua vecd1ia mamma, curva e triste, ù,tl viso pallido e dolce, che lo atte:;deva. X Tobia era caduto in ginocchi'o, con le mani tese al cielo e col e-01·poagitato da un pianto disperato . MASSIMO ÙRANO Un saggio sull' Idealis1no di Giuseppe M<1zzini ci) 'Spenta .appena reco delle recenti polem:che attorno al pensiero lilosolico di Mazzini, suscitate dalle stolte ed ino·iuste accuse lanciate contro il gigante del Pensi~1~0 e dell'Azione da un pugno di pigmei del partito socialista italiano e stritolate dalla inesorabile loo·ica e dalla vasta dottrina di Napoleone Colajanni i~ un libro, che ogni buon repubblicano ed ogni onesto di qualunque parte politìc~t dovrebbe leggere e meditare attentamente (2), ecco il giovanissimo dottore Carfo Cantimori, che offre al pubblico italiano, troppo ignaro delle sue più fulgide B'lorie, un suo sao·O'io•c, ritico, politico, filosofico e sociale, sull'Ideati":!:io di 1.v.tazzini, allo scopo dì lumeggia.re ed illustr8-re il comples::;o e vasto _pen~iero ~i quel fondat~re di ci viltà - come lo descr·1va 11Bov10- che fu_ Gm- ~eppe Mazzini. · Movendo da un quadro sintetico dello stato politico sociale e mentale.dell'Europa alla caduta del1' I rr'ipero mondiale del primo Nal?oleone, il Cantir_nori, esaminato il pensiero tilosofico rn ~uropa, do~mato 11ei primi decenni del ~ecolo XI~ - al pari dell~ co11dizioni politiche - dai contra~t1 della l_otta -f~a il passato ed il presente, fra la reazwne e la _rn-ol~z10ne~ si studia di ritrarre nella parte del suo ltbro 1 tempi in cui nacque e studiò il Mazzini. Nella II. parte del suo Sagç;io · il_ C_antimori ci 1dà brevi cenni sulla vita e suglL scr1tt1 del Maest~o, dalla sua adolescenza alla sua morte. Ed a propos1.to delle ultimé lotte combattute da Mazzini contro l'Internazionale il nostro Autore conclude: . « Quegli che tutto sacrificò, dalle pure gioie de~~ 1· intelletto a quelle più sante del -cuore, eh~ soflr.1 oo·ni dolore, che « amò tanto e molto co_mpat1 e n~n odiò mai», ha il diritto di esser post? m tale ,qui-: stio11e al lii sopra d'ogni parte, d'ogrn classe, ~ ogm picciolo contrasto di teol'ie: è il_·devoto_ dell'. 1.Jeale che può levarsi a condall nare g~1 eccessi dell u~a e dell'altra fazione, cercar fra la rivolta e la reazione (i) Dr. Cado Cantimori·: "rJ,ggiosull' lle 11-lisri:w d-i Giusepp_e /\IJ,1,zzini, un volume in s0 , Faenza, Casa Ed1tnce Montanari, 1904, lire 3,50. . . . ~ . l • .. · •~ (2) Dl". Napoleone ColaJannL: P~ell- e -"~c,.11,,u;ti_, antro .v,azzini. Presso la li,wistu, :-'opolc1,re, Napoli 1903, lire ·0,40.

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