R I V 1 S T A ,P O P O L A R E di 470 m_iliardi, cioè di 6.159.lire per abitante; quella dell'Inghilterra di oltre 290 miliardi, cioè di 6.993 lire per _a~itante. In Italia nella ipotesi più favorevole la ricchezza privata è di 2.003 lire pP-rab1ta11tP.·. « Il prof. Nitti calcola separatamente la ricchezza probabile delle 69- provincie e delle regioni d'Italia qu~nto è ricca ogni provincia, quanto ogni regione. E 11calcolo è fatto in due modi: sulla valutazione reale complessiva di '48 miliardi e sulla valutazione approssimativa di 65 miliardi. . ' «_ In base a quest'ultima la ricchezza sarebbe divisa così: Italia settentrionale . . milioni 30.361 >> centrale . » 14.904 » · meridionale, » 13.396 Sicilia . » 5.661 Sardegna. . » 676 Quinùi la ricchezza di ogni abitante sarebbe: Italia settentrion,ale lire 2.569 » centrale . . » · 1.883 » meridionale . , . » 1.595 Sicilia . » L604 Sardegna . . » 806 « 11 minimo della ricchezza fr-a le regioni è dato dalla Sardegna; il massimo dalla Liguria e dal' Pie:.. monte. · « Sulla base delle successioni e. delle donazioni il N~t~i rit~ene che non vi siano in Italia più di 1.500 m1l10nar1: ve ne sono invece quasi 12.000 in Germania; oltre l?-~00 in Francia; oltre 32.000 in Inghilter~a. ?robab1I1;11enten_e~su~a f~rtuna raggiunge in Italia in realta 100 m1ho111c: osi vere grandi fortune non esistono. · · « Contrariamente a ciò che si è creduto finora non s9lo i~·maggior numero di persone ricche è nel Nord d Italia, ma nel Me~~ogio:no prevalgono le piccole fortune. Su 1.500 m1honar1 olfre 1.000 sono nell'Italia setten~r~o_nale;··180 appena ne~l' ~ntico Regno delle ~ue. S1c11I.e. La Sardegna, a g1udicare dalle sliccess10ni, non ha forso un solo milionario. «_Nell'Italia Il:ler_idionale vi è più che non si creda frazi?namento di ricchezza, o se piace meglio di poverta. Con una serie di calcoli il prof. Nitti dimostra che ~e imposte dirette principalmente e tutte le imposte m generale sono assai più gravi nel Mezzogiorno. Così la grande riforma che prima o dopo si imp_or~à è quell_a delle ir:nposte dirette e non già come si dice delle mdirette. « Ma _pertut~e le i_m~ostei meridionali danno troppo. ~u ogrn 190 hre di ricchezza l'Italia del Nord dà per imposte <lirette, tasse sugli affari , dazi di consumo, privative (cioè per le imposte che si possouo suddi- <. vìdere) 1,22 e l'Italia meridionale del continente 1 54 Sècondo il Nitti la stessa ricchezza ,è spesso, d~to il regime tributario italiano, non di rado nell'Italia ~eridionale soggetta a doppia e anche tripla tassaz10ne. Per chi non si contenti di queste approssimazioni il p_rof. Nftti ha riunito sinteticamente e per lungo per~od? d1 t_em~~,r~g:gr_u~pandoli per provincie e per reg10m tutti gl md1ci di ricchezza. Cosi vi è una vera geografia economira: distribuzione della rendita ru~blica, del risparmio sotto tutte le forme, ripart1z10~e degli .sconti e delle anticipazioni bancarie, m?v1me~1tointerno degli scambi, indici della pressione tributaria~ Non mancano dati sulla demoO'rafia. Ora questi indici confermano tutte le 0 valutazioni precedenti. , « Il risparmio dell'Italia sotto tutte le forme è sca rs,o. I depositi in tutte le istituzioni di credito sono nell' Italia intera poco meno· di 3.300 milioni: oltre 2.000 milioni sono nella Italia settentrionale- e ' meno di 300 neìl' Italia meridionale del con tinen té ; poco .m81o di 100 in Sicilia. La Lombardia sola ha 9.utasi 1,000 milioni di depositi nelle banche e nelle 1s ituzioni òi credito. · · d « ?li sconti delle banche di emissioni (indice sicu;o e~l, affari) vanno da un massimt> di 500 lire per abitante in Liguria a un minimo dj 10 lire in Basilicata. Secondo i più recenti dati la rendita pubblica è rer 211 milioni nell' Italia settentrionale, per 109 ne_ll_a~e~tra~e; _Per 50 nell'Italia meridionale, per 18 m1hom m. Sic1ha, per 2 milioni appP-na in Sardegna. « Il capitale delle società commerciali e industriali· è per 1.880 milioni nell'Italia settentrionale e cen-: trale e per 244 nell' .talia meridionale e insulare. Il movimenoo postale complessivo dell'Italia meridionale e delJa Sicilia essendo, rappresentato con 1 quello dell'Italia centrale si sappresenta con 2 e mezzo e quello dell'Italia séttentrìonale con. 3 e mezzo. Tutti questi indici della ricchezza· trovano il loro complemento in alcuni saggi democratici e rilievi sulla pressione tributaria. X Ha imp?rtanza politica grande il rapporto tra ricchezza e imposte pafrate neHe singole regioni ed è b,~~e_ricordare c~e circa 15 anni or, sono, su per grn, 11Pantaleorn pervenne alle stesse conclusioni cui perviene oggi il Nitti e di cui mi ·valsi in un di~ scorso da me pronunziato in Febbraio 1892 alla Camera dei Deputati. Risultati identici ottenuti da due diversi temperamenti, quali il Pantaleoni e il Nitti. e_in mo!11enti.differenti illustrano la -vera sperequazwne tr1butar1a tra le varie re()'ioni d'Italia e documei:itano ìrrefragabilmente l'ertore e la inj,·,ua finalità che si propose la legçe sul nuovo Calas'to del l 0 marzo. 1886. E~si insegnano del. pari elle la proposta Sonnino sugli sgravi nella imposta fondiaria in favore de~ mez_7:ogiornocorrispondeva e corrisponde sen:ipr~, alla pm elementare e rigo:·osa giustizia distributiva; e che ·sì cleve, quindi , stigmatizzare la c~:md?tta della ,deputazione meridionale·che o per antipatia verso 1 uomo che la proponeva o per ignoranza o per servilismo ministeriale cronico la lasciava cadere. Un ultima parola. I lettori antichi della Rivista forse non avranno dimenticalo i divergi miei articoli nei quali illustrai le differ~nze enormi nella 1·icchezza e nella ricchezza e nella pressione tributaria tra il ~o~d. ~ il_ Su~ e il confronto particolareggiato degli mdiz1 mdiretti fatto tra la Sicilia e la Lombardia. Le mie _i~dagini veng-ono confermate con sorprendente prec1s10ne da quelle del Nitti. Il quale ha voluto usarmi la cortesia di stralciare dalla sua Comunicazion~ gli_ elementi di un altro confronto, quello tra la Liguria e la Sardegna e che ho il piacere di presentare integralmente in tutta la sua dolorosa elo- , quenza e semplicità. · Un ultima· parola su questa interessantissima co- ,., \municazidne_. Da tuttì i dati diretti e indiretti risulta phe. l_a regione più povera dopo la Sardegna , la f3as1hcata e la Cakbria è quella delle· Marche. ,,· \ Ma i segni del malessere e del malcontento non i sono sensibili e frequenti. L':1ppare_nte contra~1dizi<ine va spiegata facilmente, a m10 avviso, con questi dati di ·atto: nelle Marche -i.. non c' è malaria , la popolazione è distribuita bene nelle c~,mpag!1e ben coltiyate, i contratti .agrari vi ~ono pm eqm che altrove. Queste circostanze insegnano che la ricchezza assoluta non è indice sufficiente per giudicare del benessere delle masse; ma che si deve tener conto della sua distribuzione e della esistenza o mancauza di altri fattori demografici e sociali. Dott.NapoleoneColajanni
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