Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 6 - 30 marzo 1904

RIVISTA POPOLARE 149 Venere di :Mila o il Gladiatoremorente, il Don Iuan o Lohengrin; non ha dato Faust, nè Amleto, nè i Miserabili. 5° Nella scienza Volta, Galvani, Ampère e Faraday non ebbero bisogno di ricorrere éli gialli. Il calcolo integrale, la geometria analitica, il principio della conservazione dell'energia, la teoria dei microbi, nulla devono ai mandarini · del Celeste Impero; le ferrovie, i telegrafi, la fotografia, tutte le. nostre industrie, senza alcuna eccezione, vengono dalla razza bianca. 6° Nulla prova il caso di Confucio, che nessun~ legge e che molti citano per averlo sentito dire. Confucio sarebbe una eccezione, una anorr..alia, un paradosso. Comunque se lo si mettesse dà un lato e dall'altro si ponessero Socrate, Platone, Seneca , Cristo, Marco Aurelio , Sznt' Agostino, Tolstoi, Comte ... la . compar~zione fa.· rebbe ridere. X Lo scopo di questa difesa della razza bianca è quello di renderci simpatizzanti coi russi contro i giapponesi. Si riesce nello stesso intento da altri più direttamente analizzando lo spirito vero della Russia e togliendo la vernice che si è dato al Giappone cia trentasei anni in quà. Senza volerlo, forse, riesce al primo intento Marius-Ary Leblond, che nell'Europèen (19 marzo) esamina se i 'R__ussiono europei. Alla domanda risponde colla parola e col pensiero di Dostoie,\.'\.ski. Il grande romanziere russo dice: « L'Europa non ha mai amato la Russia e ne ha sempre diffidato. I russi dal suo punto di vista son1..1dei nuovi venuti allarma11ti. I russi intanto sono abituati ad amare tutti i popoH, i francesi, i tedeschi, come se fossero loro fratelli. Perciò i russi di fronte all'Europa non sono che dei dupes >>. Malgrado questa costante opposizione, la Russia non ha pensato perpetuamente che ad europeizzarsi. L'idea dominante di Pietro il Grande fu di avere una finestra aperta sull'Europa: tutti i Russi sono passati o vogliono passare per tale finestra. Essi si sparpagliano pa l'Europa e divengono europei , cittadini del mondo. « Noi Russi , continua Dostoiewsky, abbiamo almeno due patrie~ la Russia ... e l'Europa ». I Russi non pensano che ad integrare le idee di Goethe, i sentimenti di Giorgio Sand, le passioni èi Shakspeare, conoscono meglio di tutti gJi altri popoli la letteratura di ogni nazione. Sono i figli della rivoluzione francese del 1793 e del. 1848, i let:ori coraggiosi di Cabet e di Leroux. I gentiluomini Russi vendevano i loro servi per andare a pubb1icare dalle riviste anarchiche a Londra, a Parigi; Dimitri Rondine di Tourguenieff muore sullç barri::ate nel 1848. Herzen è il tipu di tali Russi ed egli è un tipo umano, che non poteva apparire che in Russia. Egli. è così che col mistico Versilow in: « Un adolescente» si arriva a dire: il R·usso sarà tanto meglio Russo quanto più sarà Enropeo; egli è Francese in Francia, Tedesco in Germani:l , Greco nelle rovine del Partenone ; l'Europa gli è più cara che la terra materna; sente il bisogno di soffrire per tutta l'Eoropa >>. Ma tutto questo, secondo Dostoiew ..ky, non é che del Donchisciottismo. E lo stesso Dostoiewsky che all_'Europa rimprovaa torti e difetti gravi nei suoi romanzi con una ammirabile psicologia patnlogica •stabilisce che i geutiluomini russi sono esseri nevrastenici, spes~o figli di debosciati - ricordarsi i costumi dell'aristocrazia russa di altri tempi in Guerra e pace dl Tolstoi - e non possono essere buoni Europei perchè maneanti di una sana mentalita in una costituzione robusta. Sin qui Marius-Ary Leblond. x Mentre m questo modo si presentano i Russi sotto il loro migliore. aspetto non si tralascia in Fr~ncia èi rilevare i lati brutti dei Giapponesi e di ✓ distrurre certe illusioni che in Europa sono sorte sul conto loro. Ed è precisamente conrro i giudizi che si sono dati sulla democratizzazione seguita alla rivoluzione del 1868 che vale questo brano che tolgo da un articolo di _E. Thery (EconomisteEuropéen).· « I clans che avevano preparata la rivoluzione furon0 naturalmente i primi ed essere beneficati dal nuovo regime; qualche resistenza ·si produsse pero da parte di clans rivali, ma l'ultima insurrezione, conosciuta col nome di ribellione di Salosuma, fu repressa nel 1877 e, da quell'epoca gli antichi clans feudali, riconciliati, si sono distribuite tutte le funzioni del governo restaurato. Anche meglio: il Mikado che .aveva soppresso, il 12 ottobre 1871 tutti i titoli dell'antica nobilta feudale, ristabilì nel 1884 una nuova nobiltà ereditaria per la quale Enrico Dumolard · che ha passato testè tre anni nel Giappone e che ha scritte le sue im pressioni in un notevolissimo libro (Il Giapponepolitico, economicoe sociale, 1903) dà le notizie seguenti: « Durante un corto periodo soltanto il Giappo- (< ne sembro presentarsi come una nazione essen- « zialmente democratica non comportante nessuna « distinzione tr~ cittadini: nel tempo cioè che va « dalla caduta del feudalismo alla creazione dei nuovi « ~itoli di nobiltà. In quell'epoca iò effetti non vi « erano parole differenti per designare un daimio cc e un uomo- del popolo. Ciò urtava talmente che « tutti accolsero con gioia l'ide:i proposta dal mar- « chese Ito al sovrano, di ricostituire l'aristocrazia. « Il 7 lu~lio 1884 l'imperatore. creò cinque ordini t< di nobilta di cui i nomi presi dal cinese, ko, ko, C< kakou, shi e dan, corrispondono ai nostri titoli di - « duca, marchese, conte, visconte e baron~ : i due « primi si pronunziano nello stesso modo ma s1 « scrivono con caratteri cinesi. differenti ». « Tali titoli furono attribuiti da principio ai no- « bili dello antico regime, i Kougé o nobili della « corte di Kyoto, e i Dairnios. Dopo furono distri- « buiti a coloro che si distinsero per il loro ingegno (< e pei servizi res:. I membri della nobiltà ricevono t< una piccola pensione dalla casa imperiale ma per t< compenso, sono soggetti a certe regole e non « possono per esempio maritarsi senza autorizza- « zione ufficiale. Devo aggiungere che la società « giapponese odierna è divisa in tre classi: i no- « bili, Kwagokou, la piccola nobilta, Shigonl{ou - « costituita àagli antichi Saumorais o cavalieri che C< attorniavano i signori feudali o Daùnios-e il po- << pol1 1 ordinario, 1-Ieimin. Ogni cittadino deve te- << ner scritta su una targhetta inchiodata alla porta << d~ casa la designazione esatta della sua condi- << zinne >). « La statistica ufficiale giapponese tien conto di questa divisione e al 1° gennaio 1899 su una popolazione totale di 43.763.85"5 cittadini Cènsiti vi era#

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