144 RIVISTA POPOLARE Congo; di più si sarebbe commossa se si fosse saputo che là - e là è proprio come doYunque gli Europei si trovano a contatto di popoli inferiori - al Congo gli Europei non rispéttano nè le mogli, nè le figlie, nè la proprietà dei nativi. La rivolta degli Herero con conseguente stupro di fanciulle, violazione di donne e massacro di funzionari e soldati Tedeschi, ha sollevato un fremito d'orrore in ;Eurtlpa; eppure, ora che le notizie di missionari e commercianti disinteressati e più avveduti cominciano ad ·arrivare, si è obbligati a, convenire che gli Herero non hanno torto, che essi hanno fatto bene a ribellarsi e che la violen.za e brutalità della loro rivolta è giustificata dalla brutalità e dalla violenza esercitata dagli Europei - dai colonizatori tedeschi - contro di loro. Sarebbe utile raccogliere insieme gli orribili fasti degli Europei alle co~onie. Si saprebbe allora che la rivolta degli Zulù fu provocata dallo stupro commesso da un Europeo su la figlia d'un capo tribù, si saprebbero gli orrori esercitati degli Europei nel paese dei Matabele, fra i Niam-Niam, neìlo Zambese, nell'Uganda, nelle isole della Malacca, alle isole Sanwich dovunque i bianchi si sono trovati a spadroneggiare fra uomini di colore. Eppure in Europa, glì Europei possono essere considerati come le popolazioni meno feroci e meno brutali del mondo, esclusi i Cinesi ; anzi si pu6 dire c.;he l' Europeo è, in generale, uomo in cui predominano sentimenti cli gentilezza e di benignità che fac.;ilmente possono essere spinti all' eccesso. Perchè dunque tosto che l'Europeo si trova a contatto con popoli cosi detti inferiori, perde le sue qualità civili e diventa un essere bestiale i cui atti destono. ripngnanza e spingono alla rivolta i popoli e le tribù che gli sono soggetti 1 . Varie cagioni concorrono a questo pervertimento dell'animo europeo, ma principalissima una, dalla quale tutte le altre, più o meno direttamente, dipendono. La nostra educazione militare. E' naturale che gli atti di violtmza e di barbarie commessi dai bianchi su le popolazioni di colore sono quasi sempre opera di· militari. Il commerciante civile, il missionario, l'agente consolare o governativo, quando non sono militari , possono essere invisi ai nativi Africani per le loro idee e la lor-o intransigenza religiosa, per il loro amore del lucro, o per le loro velleità autoritarie, ma raramente si è uuito che essi si fossero resi colpevoli di urutalità e di violenze su i medesimi nativi. Più raramente ancora si è udito che essi si sieno resi colpevoli di violenze carnal e d' altre nefandezze. Per i militari, la cosa è di versa, e non può esse!"e altrimenti. La scuola della caserma non è una buona scuola per la gentilezza dell' animo. La donna è per il" militare un oggetto da preda e da piacere; si capisce che _quando questi militari si trovano in paesi che considerano soggetti, e di fronte a donne che essi pensano in- 'feriori, si capisce, diciamo, che essi non cerchino neppure di mettere in opera quella vernice di civiltà di cui fanno bella mostra nei loro rispettivi paesi e dieno libero sfogo alle loro passioni brutali. Di qui i loro at.ti infami, le rivolte delle tribù selvagge, i tragici massacri, e le vendette sanguinose. Noi abbiamo combattuto sempre, combattiamo e continueremo a combattere il militarismo · non solo per-chè per far fronte alle sue neces~ità i governi affamano e dissanguano i popoli, nia anche perchè consideriamo che la caserma è una istituzione immorale , una scuola di vizio e di violenza dove le passioni brutali covano , e sono coltivate in attesa di poter esplodere liberamente, e di dare i loro mortiferi frutti. Il caso del tenente Badolo, non è isolato. Questo crudele carnefice é l'esponente genuino delr animo e dei metodi dei colonizzatori militari. Nel N.0 scorso della Rivista accennammo già alla scorretta indennità percepita dal Sal vago Raggi e dicemmo anche qualche parola del tenente Bado}(, ; oggi - constatato il brutto effetto dei metodi conqùistatori nella colonizazione, ci rimane soltanto da dire che di questa nostra tanto vantata civiltà, noi dobbiamo vergognarci e non abbiamo nessun diritto di strillare èòme oche spennate vive quando gli uomini di colore violentano o stuprano le donne bianche, quando i negri, i barbari razziano i nostri possedimenti; essi non fanno altro che renderci ·pan per focaccia ; non fanno altro che ripigliarsi una piccola parte di quella che i nostri rappresentanti - complici i governi europeì - rubano a loro in grande. Ed é tutto. Che se vole~simo avere il diritto di riprovare gli atti feroci delle popolazioni negre dovremmo . prima di tutto, non avere a nostri rappresentanti dei Badolo e èei Salvago Raggi. X Le parricide di Lucera. - For~e il meglio da fare su questo caso, ora che i giurati hanno fatto giustizia, sarebbe tacere e lasciare che su le tre misere il tempo stenda un velo d' oblio. E difatti faremo così, riguardo a loro, nè ci occuperemo di discutere se ebbero o no il diritto di uccidere. Non vogliamo però passare sotto silenzio l'osservazione a proposito della requisitoria del pubblico ministero, anche perchè quella requisitoria è simile a tante altre che strappano condanne e popolano le galere del bello Italo .. regno. Che noi siamo un popolo dedito alle. belle ed ampollose frasi è un fatto storico, e non possiamo ne respingerlo, nè disconoscerlo; ma se c'è un luogo ove le frasi non dovrebbero avere impero è proprio nel tempio della giustizia; invece, vedi ironia delle cose, dopo il parlamento, il tribunale è il luogo in Italia dove più che altrove si spacciano le vane ciancie. Vedete un pò quel Pubblico Ministero del processo di Lucera. Costui non ha solidi argomenti giuridici per sostenere la sua accusa. Le fanciulle si accusano esse medesime e la loro accusa è al tempo stesso la loro difesa. Egli voleva il mio corpo - dice Caterina, e però io uccisì -,Egli, era suo padre! Tutte ìe sevizie che egli aveva loro fatte provare precedentemente scompaiono , la madre uccisa a furia di cattivi trattamenti, la ganza installata in casa e spadroneggiante su le fanciulle, il pane dato in piccola misura , le busse, gli spregi tutto passa in seconda linea,_ egli voleva il corpo della figlia. e la figlia lo ha ucciso. Ora il Pubblico Mini~tero per dimandare che questa ragazza che ha difeso ciò che l' esser-e umano ha di più caro , ciò ·di cui la donna è più gelosa, sia dannata all' ergast0lo, il Pubblico Ministero s'è messo a fare della imbecille retorica delle frasi a grand-e effetto. « Guardatela - egli ha detto ai giurati - negli occhi essa ha dei lampi a· odio, condannatela; Guardatela, essa non si mostra pentita, condannatela; Guardatela in faccia essa ha dei fuggevoli atteggiamenti <li tigre; condannatela». - M~ i giurati hanno conside!"a.to che il caso era, in verità, troppo grave perchè delle frasi retoriche bastassero a risolverlo, e hanno assolto. Noi vorremmo che questa assoluzione servisse di le7ione ai Pubblici Ministeri , ai Procuratori del Re. Nei nostri tribunali si fa troppo abuso di retorica, si usano troppo le frasi fatte e i pistolotti a _e~- fetto , _perchè la maestà e la serenità della gius.~iz13: non ne scapitino. I Giudici diventano personali , s1 lasciano impressionare dalla apparenza fisica dell 'accusato, dalla natura del reato, dalle loro cònsidera-- zioni personali ; son troppo come tutti gli altri uo-
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