Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 6 - 30 marzo 1904

... RIVISTA POPOLARE duplicato del voto dei fratelli e dei mariti. Non pare. La questione operaia, e quella fiscale sono le due grandi que-, stioni del momento e si è fatto il pensiero che l'opposizione ed il Governo si met,ano d' accordo e formino una coalizione abbastanzà forte per impedire al partito operaio di mettere in pratica. la legislazione estrema dei suoi ideali. (Review of Reviews (or Australasia, gennaio 1904). X PROF. CHRISTIAN vo~ EHRENFELS: La -r1form~ sessn}l le· - Tn la ricerca dei mezzi per favorire una pro.- gressiva selezione sessuale e i principii della morale corrente vi é .inconciliabile dissidio. Fra quei mezzi va. scartato un ritorno alla poligamia come pure non è accettabile il sistema dei matrimoni temporanei che va ora diffondendosi specie nelle sfere della bohème letteraria: in ciò è un segno del bisogno di una riforma sessuale ; ma lo scopo di questa deve essere il miglioramento della razza e i matrimoni temporanei non ne danno sufficienti garanzie. Una soluzione è impossibile sino a quando la vita in comune fra uomo e donna venga considerata come conseguenza, condizione, fenomeno accampa gnatorio inevitabile dell'atto sessuale. · Tutti gli svantaggi per la donna, per l'educazione dei figli , per la razza derivanti cosl dalla monogamia come dalle unioni temporanee scomparirebbero se la donna costruisse la propria casa per sè e per i figli indipendentemente dall'uomo. Ma c me ? Ciò non è conseguibile finchè la donna tenda isolatamente a una tale posizione indipendente. Diventa invece conseguibile se le donne ricorrono al mezzo praticato con successo nei campi più vari per eliminare la debolezza dei singoli , l'incertezza dei destini individuali : l'associazione. Sul principio dell'associazione deve basarsi la riforma sessuale: le donne associate per l'..isercizio delle special i funzioni femminili nell'or~anismo sociale. Tali fumioni sono la generazione, l'atto sessuale, il nutrimento, la cura e l'educazione dei bambini, la cura dei malati e delle partorienti, la nasa, la cucina, il conversare piacevolmente con gli uomini, oltre alle carriere e occupazioni d'ordine industriale. La pa1·te essenziale di queste funzioni potrebbe venir compiuta infinitamente meglio in istato associativo. (L'autore immagina grandi edifici come dimora di ogni gruppo femminile associato ; in essi le donne alleverebbero i bambini e dar3bbero ospitalità agli aspiranti, ai padri dei bambini per breve o per luogo tempo, o anche per tutta la vita. E i mezzi materiali ? Naturalmente, per la massimà parte dovrebbero essere .gli uomini a fornirli, e ciò in proporzione dei doni d'amore ricevuti e del tempo in cui dimorano ne.Ila comunita. Bisognerebbe dunque, inevitabilmente, stabilire una specie di tas!'.a da pagare alla congregazione come compenso pèr i servigi d'amore della donna. Non è aneo~ giunto il tempo per una simile riforma che introdotta ora non favorirebbe che i ricchi,- i quali non sono oggidl, o sono solo in misura minima, più atti alla generazione dal pun1o di Yista dell'elevamento della razza. Questa riforma potrà compirsi con l'avYid.mento a una specie di socialisio.o aristocratico nel quale ,i sa1·à maggior garanzia che i più forti economicamente siano anche meglio notati per l'mcr mento della razza. 11 generare rimarrebbe un p1·ivilegio aristocratico. Ma come trattenere tutti gli altri dal partecipare all'upera generativa? Dando loro le etòre. Anche le etère vinebbero convittualmente in tutto simili a quelle altre, salvo che qui mancherebbero i bambini applica.ndovisi òbbligatoriamente il più rigido maltusianismo. Si oppone il pericolo che le comun:tà con figli rimangano deserte e uomini e donne sdegnino il privilegio generativo accorrendo in massa ai convitti sterili, si che la soeietà si ridurrebbe in bre,·e a un immenso postribolo e cadrebbe 10 rovina ...Ma l'autore conta sulla forza dell'ideale generativo. La società non è ancor giunta al livello morale di una tale riforma che deve andar congiunta a una diversa organiz-. zazione sociale, a un diverso e superiore stato della donna, ecc. Per ora non è consiglia.bile altro che la proibizione dei matrimoni ai degenerati e un'azione intesa a provocare nel!' opinione pubblica un mutamento del giudizio morale sui matrimoni e sulle unioni libere nel senso che il grado di moralità sia fatto solo dipendere dall'a.tt:v1tà generativa della coppi~. ( Politisch-Antropologische Revue, marzo). X ERNST RoLFFS: f.J'nmo-rfsmo dt Lutero - L'« humor » ha larga parte nella vita e nella propag-anda di LuteL'o; Ya anzi considerato come un necessario efflusso della sua con• cezione del mondo, avendo esso· ruderi nel potente ottimismo della fede che ad ogni cosa prevede buon rine. Questo « humor » è riscontrabile quasi in ogni momento dell vita- d1 Lutero se se ne toglie il periodo clell' intim lotta -che precedette la Riforma e dei primi atti ribelli. fa una lettera di quegli anni egli scrive: « Non rimane di mn altro che un debole corpicciuolo disfatto dalle continue penee se_ me Io vogliono prendere per astuzie o per violenza non; 011 ruber~ono gran cosa ». Non è periodo da umorismo. Ma dopo il 1519 la vena dell'antico « vivace e allegro camerata dell'Università di Erfurt non alieno dalle scappate della gioventù umanistica » toma, e può infine liberamente espandersi quando il riformatore dagli scritti di dottrina per i teologi e in latino passa agli scritti di- i,ropaganda popolare in tedesco. Qui il suo umorismo polemico si manifesta in fo:rma drastica. · Concetti e immagini sono presi dalla vita del popolo, e dalla vita animale, e acquistano. comicità applicate alle cose dei grandi. Il suo scritto « Dei concili i e delle chiese~> comincia con questa rappresentazione della diplomazia papale. « Ho riso molte volte al giuoco che si fa offrendo un pezzo di pane al cane sulla punta del coltello, e dandogli invece, quand'esso fa per prenderlo, il manico sul muso cosl che il povero cane non ha solo il danno, ma anche il dolore , ed è un bel ridere ». Cosl fa il papa col concilio: « egli ha sempre tirato io lungo offrendo all'imperatore, come a un cane, un to1.zo di pane, finché venuta l' occa; sione lo ha picchiato sul muso deridendolo e trattandolo di sciocco ». Al cancelliere Brtick scrive di voler « raschiare il naso all'arcivescovo di Magonza perché l'ha cosl ingombro da non poter sentire il proprio puzzo ». Intorno al trasporto di una reliquia a Magonza dice ,ihe vi si trasporteranno an0he « trenta suoni del timballo di Miriam, sorella di Mosè, uditi sulle r ,e del Mar Rosso» e « un buon pezzo delle grida con cui i figli d'Israele butta rono giù le mura di Gerico » e « cinque belle corde dell'arpa di Da.vide » e infine « tre dei riccioli con cui Absa · !onne rimase appeso alla quercia »... (Ma i lettori italiani sanno che ciò si trova già à un dipresso io Boccaccio. N. d. R.). ( Preussische lah1·buche1·, marzo) RECENSIONI RICCARDO DALLA VOLTA - I p1·oblemi dell'organizzaz,ione del lavoro, Firenze, F. Lumacchi Editore (Succ. F.lli Bocca) 1903. E un pbro di circa 200 pagine che si legge d'un fiato perchè l'autore :-;i serve di una forma suggestiva, e tutte le sue osservazioni espone e collega senza pr-etensione cattedratica; ciò conferisce al libro carattere di popolarità che noi del resto auguriamo a questa come a tutte le pubblicazioni d'indole politico sociale. L'A. ha voluto avvertire che ragioni personali lo consigliarono a contenere questo studio ai soli problemi economici che l'odierna organizzazione del lavoro Ya suscitando; ed a lasciare la trattazione delle quistioni giuridiche a chi abbia più di lui competenza nelle disc;pline legali. Nello stesso campo economico l'A. ha dovuto trascurare il movimento italiano verso l'organi.izazione del lç1,voro, per quasi assoluta mancanza di dati e notizie; ed egli ha pure riconosciuto che, lungi dal pretendere di presentarci un quad1·0 completo dello -vilnppo dell'organizzazione professionale del lavoro, in tutto il mondo, si è limitato a richiamare l'attenzione del lettore sopra i paesi che· offrono indubbiamente il maggiore interesse, quali l'Inghilterra, la Francia, il Belgio, gli Stati Uniti d'America. L'A. pare ci tenga a non mostrarsi prig-iooiero di alcuna scuola economica; e pereiò non paventa l'avanzarsi del pro letariato organizzantesi ogni di più, che impone tutta una legislazione fondata su diritti trascurati dalle vecchie leggi civili che ancora vivono a disagio fra il progredire delle industrie e l'affermarsi quasi contemporaneo delle associazioni professionali; tuttavia, nelle co::!clusioni l'A. , senza

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