RIVISTA POPOLARE E gli altri tre saggi tendono appunto alla. formazione di questo gusto, allit' determinaiione di questa volontà: con l'insegnamento, sempre più esteso e semp1·e più caldo e sennto, della st_oria dell'arte, si può esercitar sulle masse un'azione profonçlamente benefica; mentre con quello, più elevato e difficile, dell'estetica negl' istituti universitarii e nelle accademie di belle arti , dovrebbe ormai provvedersi all'educazione positiva dei critici, degli storici, dei maestri. dei produttori del bello, dei loro estimatori, dei dilettanti e dei mecenati. E non occorre dire , che ciò che l'insigne scrittore va predicando in Belgio ed in Francia, torna fin troppo oppor• tuno, ed è meglio ancora applicabile a noi, che vantiamo una nobiltà estetica ancora più ·antica e più alta, e che ne trascuriamo assai più i_gnobilmente i doveri. * . Un ottimo libro, intanto, per questa serena e benefica propaganda del gusto, è venuto ad aggiungerlo ai varii buoni che già noi avevamo, Gu <lo l\'J-,n:-o,w1 : s'intitola semplicemente L'k·te Italiana (Palermo, 3andron); e in più di quattrocento grandi pagine nitidamente stampate, ne svolge la storia dai più oscuri secoli medievali alle più vibranti irrequieteu;e contemporanee; e ogni pagina, quasi, aggiunge all'eloquenza di quella limpida e s,~hietta prosa toscana, quella immediata evidenza che viene dal documento grafico, e quella certezza d'autenticità assoluta che dà molto meglio d'ogni opera di bulino o di matita, la fo totipia perfezionatissima che noi vantiamo oggidl: cosl, mentre i nomi più grandi e più cari ci suonano in mente con squilli di gloria nella lettura del testo, i monumenti più insigni, le più p1·odigiose sculture, i quadri e gli affreschi più meravigliosi ci sfilano sotto gli occhi, ed all'ultima pagina, se sapevamo , rammemoriamo ancora una volta le cose vedute e le commozioni pr·ovate; e se ignoravamo, proviamo la brama, 11 nostalgia, il bisogno, di visitare, di vedere, d'ammirare , di studiare; e nell'uno e nell' altro caso , ci sentiamo felici e superbi- d'essere della .stessa terr3,, di vantare il medesimo sangue, dei Pisani e di Giotto, di Donatello e del Verrocchio, del Carpaccio e del Francia, di Michelangelo e di Leonardo, di Raffaello e del Tintoretto, del Bernini e del RPni, del Canova e del Hayez, del Morelli e del Barabino, del Michettl e del Canonica. . · E ciò, nelle scuole e nel popolo, è alto e gentile fattore del sentimento di patria, nel migliore e più puro snnso della.. parola, nella più nobile ed ideai~ espressione dell'anima collettiva. * D'altra natura è il volume Le 01·tgini e il cammino dell'Arte (Bari, Laterza) in cui V1U,• rto S1,J11,.:,,zola ha raccolto, e corredato di numerose e caratteristiche incisioni, un suo corso sintetico di lezioni all'Istituto di Belle Arti di Napoli, destinato a servire d'introduzione ad uno svolgimento più ampio della materia: l'autore vi stabilisce quelli eh' egli ritiené i principii generali dell'a:-te, e vi discute ed accenna i problemi più gravi e più controver~i ai quali il suo studio dà luogo; meglio che all'evoluzione pu - ramente formale e tecnica, alla quale finora gli storici d'arte han concssso un posto sòverchio, lo Spinaizola consacra la sua più devota attenzione ali' intimo senso dei successivi atteggiamenti dell'arte , cercando _di farlo volta •a volta_ scaturire immediato e spontaneo dall'opera stessa assunta a modello tipico del momento: e l'opera è cercata sopratutto, e giustamente, nei periodi originarii, nell'autichità viù remota, nell'esostoria più barbara, nella produiione spontanea, senza tradizioni, senza regole, senza maestri , dei primitivi , degli incolti , dei bambini , dalle cui menti e dalle cui 1ì1ani escono spesso dei veri, appunto perché umili e ingenui, capolavo1·i, Ecco, dunque, un lavor·o del più grande interesse, e ehe µur dove non persuada tutti e del tutto, rivela sempre una sel'Ìa competenza nella materia trattata, ed un culto entusiastico d'ogni più nobile ~ bella cosa. * I testi e i manuali di storia letteraria non portano, di ordinario, ehe fino a mezzo il secolo scorso, od, al più, fin verso il '70 : s'arrestano, cioè, p1·ecisamente là dove la storia comincerebbe ad essere interessante anche pei non eruditi, anche per quelli che a Ciullo d'Alcamo e a Jacopone da Todi preferiscono Arturo G1·af e Giovanni Pascoli. Benissimo fece dunque Vtttorto Fe-rra,r1 a tirar corag :iosamente avanti con la sua Letteratura moderna e contemporanea (manuale Hoeplì, Milano), di cui esce ora, rifatta e aumentata, la seconda edizione: prova evidente, da sé so_la, che il libro rispondeva e risponde ad un -..ero bisogno degli studiosi, ed anche , e più , dei curiosi e dei dilettanti. Partendo dal rinnovamento daterminatosi nella seconda metà del secolo decimottavo, cioè dal Goldoni , dal Parini, dall'Alfieri, esso arriva infatti, attraverso il classicismo e il romanticismo del primo semisecolo decimonono, alla letteratura patriottica e rivoluzionaria del grande periodo dal '48 al '70, e poi a quella naturalista, stilista, psicologica, sociologica che segul l'unificazione d' Italia, e che esprime la delusione dei figli rispetto ai sogni ~ei padri, e che traduce le aspirazieni nuove, le nuove speranze, i nuovi voleri; opportunamente, poi, un ultimo capitolo è consacrato ad un rapidissimo cenno i'ntorno alle altre arti belle co_ntemporanee, dall'Apµiani, dal Canova, dal Vanvitelli, dal Rossini, al Segantini, al Bistolfi, al D'Aronco, al Puccini:- Deciso ed irreeonciliabile avversario dd Ferrari nei criterii che informano i suoi giudiiii, non posso però non lo• darlo vivamente per il coraggio dimostrato nel!' affrontare una materia così vasta ed irta di difficoltà, per la diligenza scrupolosa adoperata per raccoglierne e metterne insième gli elementi, e per l'opera utilissima, che, anche attraverso molte deficienze e difetti, inevitabili quando si tratti dei vivi e dei morti recenti, ne è risultata. * Tra 'i· romanzi e le novelle, noto p•imo, oggi, San Fra1~- cesco d'Assisi di Ciro Alvr, autore già di« Verso la Pu rificazioue », « La Vita Nuova», ~< L' invincibile Ideale ». Questo « San Franeesco » (Palermo, Sandron) reca in fronte il motto del Sabatier: « Per scriver la storia bisogna pensarla, e pensarla è già trasformarla »; tan-o va.le, dunque, farne francamente un romanzo, ha pensato Ciro Ald: e ne ha fatto un romanzo dolce e fantastico, mistico e sensuale, ricco di .colorito e di poesia, pieno di paesaggi umbri e di passioni medievali, francescano spesso, ma boccaccesco pure qua e là, dentro cui spirano aure fredde di penitenza, vcn tate ardenti di lussuria, soffii oscuri di follia, breize carezzose di. amore, bufere travolgenti di paura; la lingua e la frase sono sovente troppo moderne; ma il pensiero ed il. sentimento son sempre di quello schietto secolo decimoterw, che l'Alvi ha certo a lungo e amorosamente studiato nelle sue ansie e nei suoi smarrimenti, nelle sue ingenuità e nelle sue malizie, nelle sue contraddizioni e nelle sue estasi. * L'Ombra, di Em111o Dotfi (Palermo. Sandron) è imece un romanzo modernissimo, autobiografico, intimo, pieno di indagini psicologiche entro l'anima propria dello scrivente è quasi un continuo e sottile monologo, un diario analitico del dualismo perenne fra la vita esterna e l'interna, fra. la ,~ondotta e la volontà, fra la parola e il pensiero ; ed il romanzo è infinitamente triste, perché questa manìa della analisi recide la salute dello· spirito, scompiglia il senso ed il sentimento del!' esistenza, amareggia una vita, anz, due vite di SJJOSiche potrebbero, che dovrebbero esser felici, e conduce alla morte tragica di colei che aveva troppo amato questo runnnatore, e ali' eterno rimorso, alla dannazione morate irrevocabile di lui stesso. La vita va vissuta, va goduta, va lavorata, combattuta ed amata semplicemente, serenamente, coraggiosaménte, senza tante fisime e senza tante ricerche: questa è la vera saggezza. * Un volume· di novelle, ora: è di Enr1co Corrad1nt, e dalla prima fra le quattordici s'intitola Le sette Lampade d'Oro, (Torino, Streglio): ce n'è qualcuna che lascia indiffere ,ti, o quasi, anche perché si discosta dal tipo_per cui il giovane autore ha maggior vocazione, tipo tutto suo, e del quale lo s ile rappresenta la maggiore e migliore ca• ratteristica; ma le altre, piccoli- ma fortissimi quadri, disegnati ,:on singolare ene1•gia, genialmente chiaroscurati e smaltati, ricchi di tinte fastose e di ,·ivi riflessi, sonanti e squillanti di ritmo e di musica, han del poemetto e della tragedia addensata in un atto, e conquidono non solo esteticamente, ma pure per commo1,ione comunicativi-\, e con quistatrice,
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==