Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 6 - 30 marzo 1904

\ . RIVISTA POPOLARE fa, ora conie ora , essa raggiungerà lo scopo di incoraggiare i repubbl cani del1a Svizzera e i monarchici dell' Au::-;tria-Ungheria e della Germania a persistere nella loro intransigenza protezionista e nello stesso tempo ad esauto1·are e a privare delle armi fragilissime, che hanno in mano i nostri negoziatori. Proprio, ripetiamolo, bene scelto il momento per inaugurare il 11 ovimento antiprotezionista in Itr1lia, quando le altre nazioni, monarchiche e repubblicane -·- queqto per l'amico Chies.l - accentuano il loro movimento protezionista.... · Noi su questa quistione non riposiamo tranquilli sulla tradizionale indifferenza italiana, poichè comprendiamo che la prospettiva del pane a buon mercato può sedurre e trascinare le masse; e tanto più temiamo in quanto che nella stampa prevale la tendenza liberista e gli orato':"i più popolari sono accaparrati alla Lega. Conosciamo i promotori del movimento e sappiamo che sono tutti dei galantuomini; nessuna insinuazione, quindi, ci sembra lecita sulle loro intenzioni. , A loro ci opporremo con tutta la nostra energia, preparandoci a sentirci chiamare affamatori del popolo; attendendoci anche che qualche canaglietta specifichi la somma che ci è stata pagata da qualche grande industriale lombarf1o per _oprJorsia questa Lega antiprotezionista. Ma noi affronteremo l' impopolarità e la calunnia e continueremo ·a fare il nostro dovere. X La liquidazione di Millerand. - I nostri lettori sanno che più• d'una volta ci siamo occupati della politica e dei metodi di Combes; che nella questione insorta fra Millerand e il partito Socialista francese, abbiamo francamente espressa la nostra simpatia 'per il ministro ,ed ex ministro socialista, come pure abbiamo francamente detta la nostra opinione quando ci è semb1·ato che Coml-ies,nella sua lotta contro le Cong-regazio:,i ed i nemici della repubblica, esorbitasse dalla retta difesa della repubblica e conculcasse la libertà di una parte dei cittadini francesi Non possiamo però esimerci di stigmatizare lo inqualificabile attacco del Millerand al ministero Combes; attacco che ha liquidato il Millerand stesso, ne ha fatto quasi, il portavoce della reazione, ed ha messo in pe··icolo - sia pure per un solo istante- l'opera_di difesa contro i nemici mascherati o palesi della repubblica. li governo francese è, oggi, impegnato in una fierissima lotta,, contro i clericali che , spalleggiati da tutte le gradazioni dei partiti reazionari, tentano abbattere l'organismo cli progresso che è rappresentato, immedesimato dalla repubblica. Ora ogni atto contro il ministe1~0 Comb<:·sè un tradimento verso quegli ideali di progresso o di libertà che il pai-tito socialista s'è imposto cli raggiungere. L'ambizione di potere del Milleranfl lo ha perduto. Egli credeva che fosse arrivato il momento per raccogliere la successione del ministero che ha con tanta energia combattute le Congregazioni e si levò a parlare. C' è da credere che il tema del discorso glielo offrirono i ili ensol'i de~ gesuitì ~ esperti in materia di cavilli ed abilissimi a trarre partito, nel loro interesse, da tutte le situazioni e da tutte le occorrenze. Egli attacco il ministero Combes su la questione delle pensioni operaie. Egli che passo due anni al ministero , senza t;Oncludere nulla in favore di quel progetto di legge , doveva sapere che se, come ben gli rispose Combes, è logico doversi preoccupare anche di quella riforma e anche più logico, perchè più immedfato, il difendere tutto l'organismo che lo può rendere possiblle. Quindi bisogna spazzare il terreno degli ultimi avversarii prima per applicare poi le riforme che devono rendere ad un migliore as$et.to economico della repubblica Francese. Quando la parte mag[tiore del partito socialista francese si levò contro Millerand e lo espulse, noi, avemmo l' idea che un· atto inconsulto ed ingiusto, provocato da antipatie e da ragioni personali , era stato compiuto; ma ora dobbiamo riconoscere che la massa socialista, giudicando e condannando l'operato di Millerand, era stata ispirata dal semplic;e e retto buon senso che guida le masse. Dal giqrno del suo avvento al potere Millerand aveva cessato di essere un socialista. Egli aveva raggiunto il suo scopo; era diveritato un uomo di govel'no. Piccolo carattere e gretto animo a.veva scelta una via qualunque per salire e vi era riuscito. Ora egli pensava d' essere ancora una forza. La vittoria di Combes , e il voto dato alla sua mozione da tutti i reazionarii devono avergli dimostrato che nella vita e nella lotta politica più che ogni altra virtù, vale la coerenza e chi batte una via, per mero opportunismo di arrivista, come ha fatto Millerand in breve ora si liquida; com' egli è finito. X Esercizio ferroviario in mano ali' Astero? - Sotto questo titolo - grave per il suo significato , e più ancora per i fatti che ne sono svolgimento - la Ri vista Moderna reca, nel suo ultimo numero ,li febbraio, un articolo dell'ing. Leonardo Carpi, che, per la estrema importanza ed attualità dell'argomento, non dovreb'Je in alçun modo sfuggire alla più seria attenzione dei pubblici poteri e del paese. Esso involge la duplice questione internazionale della ferrovia del Sempione~ e della Cuneo-Nizza, con la s,ua complementare per Ventìmiglia; la prima già concessa alt' estero per l'esercizio, la seconda in via di concederglisi, anche per la costruzione. Per la prima, l' autore dimostra con dati di fatto finora assolutamente ignorati in Italia: che noi avremmo potuto ottenere il valico del Sempione, senza nessun onere di nessuna specie, cioè senza concedere alla Svizzera nessuna henché minima sovvenzione, e nessuno dei consi 1lerevoli privilegi ad essa largiti - anzi (iu·endoci pagare da ess;1. la concessione, con equivalenti economici di çlanaro; che l'errore iniziale gravissimo da noi commesso coli' accordare ad una Compagnia estera l'esercizio della linea di frontiera Sempione-Iselle-Domodossola, tutta situata sul territorio italiano, e costituente una vera ferro1Jia di .penetrazione : l'u anche maggiormente aggravato dalla Convenzione rlel 16 maggio 1903, che ne trasferì la concessione al governo svizzero, e che peggiorò i patti e le condizioni del precedente trattai o, con incalcolabiJe iattura dei nostri interessi economici e militari; e che urge avvisare ai mezzi con cui ancora si poss0no, in qualche parte, attenuare le conseguenze inevitabili dell'incauto trasferimento. Questi mezzi il Carpi li precisa e li pone in chiara evidenza ; ma non ha fiducia che il governo saprà e vorrà valersene. Ed invero tutta la supina ignoranza, di cui le nostre convenzioni alpine con la Svizzera e'i i nostri attuali progetti di ordinamento ferroviario sono monumento, autorizza nella più ampia misura tale sfiducia. Per la Cuneo-Nizza e per la Cuneo-Ventimiglia, l'autore dimostra che i trac~fati in base ai quali il governo sta attualmente stipulando C'.)nla Francia 1~ concessioni di queste due linee sono due colossali errori tecnici, economici e strategici; e che è imperioso dovere 'del Parlamento e del paese impedire che, per tali nuove due linee di frontiera, si ripeta

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