RIVISTA POPOLARE 151 po~ta q:1asi interari1ente da contadini meridionali, che mai, prima di emigrare, si sono mossi dai loro borghi, che mai hanno avuta pratica esperienza del meccanismo abbastanza complicato della vita cittadina e degli istituti moderni. Ma se la rappresentanza in New York del Banco di Na poli non ha quasi per nulla ancora risposto allo scopo per il quale fu stàbilita, uno degli uffici di Patronato è riuscito ad estendere in qualche modo la sua benefica influenza sugli immigranti italiani. Il fatto si spiega considerando che mentre la prima protezione - quella sulle rimesse dei risparmi e sui depositi - è. offerta diciamo cos\, passivamente, la seconda - quella della Società di Protezione per gli immigranti italiani è quasi coercitivamente imposta. L'ufficio del Banco di Napoli - indipendentemente dal fatto che è situato fuori e lontano dal centro italiano e che è gestito da un non meridionale - non può andare in cerca degli emigrati, non può andare, mi si passi l' espeess one, a caccia di essi pet· invitarli ad affidargli i p1·opri peculi, ma attende che l'emigrato vada da sè stesso, di sua spontanea iniziativa a p0rtargli i suoi risparmi. La Società di Protezione, invece, come sarà esposto fra breve, essa stessa cerca gli immigranti, non aspetta che questi vadano, ma essa va a loro. L' ufficio di proteiione può far ciò che l'ufficio bancario difficilmente potrebbe fare, e, servendosi di mezzi diversi, riesce a compiel'e con più efficacia di quell9 che· non lo faccia la succursale del Banco di Napoli, le mansioni affidategli. Giorn ripeterlo : La psicologia del nostro emigrante è tale che non gli consente alcuna iniziativa, e, fatia tara delle eccezioni, la massa, oltt·e le fumioni prime della vita animale, non sa compier-ne spontaneamente nessun'altra. Se la si vuole aiutare bisogna forzar-la ad accettare l'aiuto: la protezione per essa in tanto vale in quanto è diretta• mente o indirettamente coercitiva, obbligatoria. Sebbene sia ben doloroso fare questa confessione, pure essa non è che la sincer·a rappresentazione della verità. . Tale conclusione parrebbe in contraddizione con la osservazione più volte ripetuta che l'emigrante, per il fatto stesso che emigra dimostra di avere iniziativa. Ciò può essere esa1to per l'emigrniionc che abbia per moventi cause politiche, come la tedesca nel suo periodo intenso , oppure il desiderio di migliorare le p1·oprie coodiziooi, come la tedesca J'oggigioroo e l'inglese, non per quella, che, come la nostra, non ha pel' stimolo che unicamente e sernplice1nente la fame. L' italiano s'allontana dal pL'oprio paese spinto dai crampi dello stomaco, non dall'ambi7.ione di arricchirsi. La prova del fatto si ha oltre che dal misero stato generale delle pr·ovincie dalle quali parte l' emigrazione italiana, anche dalle seguenti cifre che rlimostrano quale bassa media di denaro porti sbarcando negli Stati Oniti il nostro ea,igrante. Secondo l'ultima statistica pubblicata dal Commissario d'immigrazione della Repubblica gl'italiani qui arrivél,ti durante l'ultimo anno fiscale (comprendendo nella cifra anche i passeggieri di classe) hanno portata complessivamente 3,018,641 dollat·i in 1·agione cioè di 12,92 ciascuno; e per voler essere più esatti, dalla statistiea surriferita si ricava che i 37,429 italiani del Nord qui arrivati portarnno 858,624 dollari in ragione di 22,15 a peesona, ed i 196,117 mer·idionali por· tarono 2,159,741 <lolla1·i in ragione di 11,00 cias,~uno. Anche volendo tener calcolo della influenza della reticenza mot·ale del nostro contadino ad informare gli stranieri dei fatti pt·opri e del denaro da lui posseduto, non si può non re stare scossi confrontando le cifre ripot·tatc con la media di capitale posseduto <lagl' inglesi, dai tedeschi qui giunti nello ste.;;so periodo di tempo; i primi mostrarono di avere 49,39 (28,451 irnmigt·ati 1705365 dollari J 1 secondi 34,55 (71782 iminigrnnti , 2480634 dollari) a persona. L'italiano, quindi, emigra per fame e nonostante il fatto che emigrn l'esta quello che secoli di schiaYitù politica ed economica 1 · hanno fatto : un essere priv,, di iniiiativa personale in balia delle forze cieche del destino, e pi-onta preda dei furbi e dei disonesti che riescano ad avvicinarlo e ad esercitare soprn di lni la loro influen1,a. Egli non è capace di cercare la protezione e l'accetta sol.o quando gli è imposta, o quando per la lontananza degl' imbroglioni suoi compaesani non può fare a meno di accettarla. _Questa constatazione di fatto dovrebbe esser presa quale 110.000 sapevano léggere ma non sct·ivere, e 08,00;') erano analfafaheti ass::llutì. Si osservi (;he la proporzione degli analfabeti rispetto l intera massa degli immigranti italiani è del 13 010 fra quelli del Nord e del 48 Oro fra i nostl'i compaesani del Mez:rngiorno. · 6 uida d~lle_ autorità preposte alla protezione legale dell'emi· g.1·a:ntc.1tahan? < 1 !. Lad?OYe _èposs i.bile organizzare il serv1zt? d1 pro1eztone a gutsa eh monopolio; escludendo, vale a d11_'ed, al 'luogo dove la protezione si esercita e per il l'amo per il quale si svolge, tutti i' privati, lo si faceia senza esitare: laddove ciò non sia attuabile si miri a rao-giungere lo stesso scopo sia a mezzo di una costante e 0 laro-a pubblicità scritta ed ornle (nella quale non soltanto si i~. formi l'ernig\ante. del_le guarentigie poste a sua disposizione ma an~he ?e1 pe1?coh che co1:re affidandosi o rivolgendosi ad altri) sta con 11 cercare d1 a,·ere sempre il mao-o-iore possibile· contatto con l'emio-rnnte stesso. 00 Ci0 p_repos~o ~e~iamo ad O esaminare come e con quali ~ez~t ~1 esplichi rn New York la p1·otezio11edegli emigranti 1taham. X Il pa.tronato degli emigranti italiani non ha potut~ essere organizz~to di.t·ettamente dal Commissariato d'Emig1·azione, Le autol'ttà già pi-ecedentemehte all'entrata in vigore della nuova legge, avevano stabilito un ufficio governativo di protezione pet· il nostro emigrante ; ma il governo federale geloso. della p!'opria autorità e preoccupato cl.i dover essere. obbligato con il tempo a concedere alle alt1·e nazioni europee, che forniscon,o emigr:anti, il trattamento. di favore usato ali' Italia, ordinò la chiusura del detto ufficio dopo circa 5 anni dalla sua inaugurazione (23 luglio 1894 a gennaio 1899). L'ambasciatore italiano a Washington cercò di evitare il provvedimento del goYet'no americano, ma non riuscl · che a convrncersi della impossibilità di istituire negli Stati Uniti un ufficio statale di proteiio11e pet· gli irnmigt·anti. Lo spi rito pubblico americano in tanto resta ancot·a favol'evole all'emigrante in generale, in quanto questo perda i carat.• teri nazionali ed abbia facile e rapida dinanzi a sé la via dell'assimilazione al nUO\'Opopolo in meizo al quale arri~·a. La presenza di un uffieio i aliano di Stato, al di fuot·i del Consolato, che avesse a\'uto la mansione dl proteggere l'emigrante italiano, sembrò, ed appare tuttavia, al o-overno federale ed ai .:!ittaclini della Repubbli0a come u~ forte ostacolo alla americanizzazione degli emigrati italiani, che, fio troppo, per natura stessa sono tardi e restii ad adat- , tarsi alle abitudini, ai cost:..irni ed ai diversi ideali della vita ?i questo popolo. L'ambasciatore dovette, perciò, 1·inunz1are definitivamBnte a fare nuovi tentativi al riguardo e dal 1899 al 'llarzo del 1901 nessuna protezione speciale potette essere esel'citata a fayore deg·li immigranti italiani. Nel marzo del 1901 fu fondata The Society for the protection of italt"an immigrants la quale si propose lo scopo di sovvenii·e con l'opera ed il consiglio i nostri emigt·anti in arrivo. Attualmente il Commissariato d' Emigrazione ha affidato il Patronato degli italiani a tre associazioni prirnte: L The Society for the protection of ltahan Immigrants; già citata; · . 2. TJ1e ltalian Benevolent lnstitute; 3. Lii- Società di S. Raffaele. The Society fot· the Pt·otection of ltalian lrnmigrants è p1•esieduta clall' avv. Nor-ton, ric:co americano , ed è gestita da un consiglio direttivo di 55 membt·i i qua.li debbono - per statuto - essere cittadini americani e da una commis• sione consultiva composta· di 30 membri. Al presente l'associazione conta 288 soci dei quali 42 donatari e 246 semplici: i prir11i pagano una tassa annuale di .25 dollari, i secondi una di 5 dollari. La maggio1·anza degli associati è ame1·icana non essendovi che soli 84 membri italiani, 11 . f1'a i donatori e 73 fra i soci semplici. Il Commissariato d'Emigra'l.ione ha fissato a questa Società un sussidio annuo di ·1ire 30.000. Scopi principali della Società sono: 1. pt·esenziare allo sbarco dP-gli immigranti italiani dando loro assistenza ed aiuto, - 2. accompagnare a destinazione gli immigranti diretti a New-Yo1·k, 3. curaee il collocarhento al lavoro degli. cmig1·ati in _rew York, , . 4. rimettere agli immigranti in arrirn le somme di denaro loro eventualmente inviate dai parenti stabiliti nell'interno della Repubblica, · . 5: p\omu~Yere altre opet·e a Yantaggio degli emigrati 1taharn eJ rnviaee le liste dei rifiutati dalle autorità ame- · ricane, al Commissariato Generale di Roma. (l) Quando pado dell' ernirrrante i~aliauo mi riferisco in special modo all'emigrante m~i·idionale.
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