RIVISTA POPOLARE I2I stagione, tiene µarecchie migliaia di vagoni a nolo, per i quali paga parecchie centinaia di mille lire all'anno! E qui voglio sperare che nessuno, compre~i , pi~ì arrabbiati -difensori dello statu quo, oserà negare che se i detti noli in luogo di essere pagati dal Governo, coi denari dei contribuenti, li dovessé:ro pagare le Società esercenti, coi denari degli azionisti, non solo si sarebbero già da tempo r.estituiti i vagoni alle Società noleggiatrici ; ma data l' attuale dotazione, proporzionatamente super'iore ;:i tutte le fer- - rovie del mondo, come lo ebbe a constatare la stessa Regia Commissione d'inchiesta (1), non si sarebbero mai fatti dei noli. _Questo fatto grave mette a nudo una carnorra che dura almeno da un quarto di secolo, con tutte le caratteristiche del furto continuato; notissima nel mondo ferroviario italiano, dal tempo d'un famoso Capo Servizio del traffico, che era contemporanea• mente Consigliered'Amrninistrazione d'una Società noleggiatrice di vagoni, il quale, trovava cert•> più utile lasci.tre Genova senza vagoni, perch~ coi suoi Grandi Corniz._i, obbligasse il Governo ad autorizzare a pagare i noli alla sua Societa ... Ed ora al Personale. Ch~ il nostro personale ferroviari0 sia esuberante . di una buona metà, oltre alle indicazioni matematiche dello specchietto, ce lo dicono anche le proporzioni di confronto dell'esercizio di Stato francese ( chilom~tri 268 5). Que5t'ultimo con 418 agenti produce 344,505, (corrispondenti a 83,110 per agenti) unità di trasporto ; e quindi il. doppio preciso di quanto. produce il nostro. Ce lo dice pure la nostra tanto vicina Società della P L M, la quale, con un traffico corrispondente :1 poco meno di tre volte il nostro, non ha che 799 agenti per chilometro, con un prodotto di· 107,540 unità di trasporto per agente. Ma la Paris Lyon Mediterranèe e l'Esercizio di Stato francese, oltre a questo importante insegnamento sull'utilizzazione del personale, ben altro insegnamento arrecano, al quale mando e raccorr.ando i nostri illustri privatisti e che è il seguente: Mediterranea Amministrazione Generale Agenti 19ro Adriatica >> >) » 2042 Paris Lyon Mediterranèe J) >) 668 Chemin de fer exploités par l'Etat » » 166 Spesa annuale di personale. .Amrninistraz..ionegenerale. Mediterranea . . L. Adriatica . . . . . . . » Parìs Lyon Mediterranèe . . . » Chemins de fer explç>itès par l'Etat >) 5,558,33 2 4,59 1,8_53 2,II 9,499 644,906 Ora, riunendo le due reti francesi avremo: 892 t 2685 = II667 km. corrispondente ad una rete superiore di 221 chilometri di più che le due reti italiane unite insieme, le quali per l' esercizio in esame; non avevano che: 5885 t 5641 = 11446 chilometri mentre la loro spesa riunita ammonta alla bellezza di 7,390,780 di lire in più delle due reti francesi, per il solo titolo - .Personale delle Amministrazioni Generali - Non pare ai nostri illustrissimi privatisti che solo nella spesa di questo (I) Relazione I volume, pag. 3 53. titolo si potrebbe risparmiare almeno la cifra tonda di sette, milioni ? Ma andian~o avanti ; chè per i salvatori del povero contribuenttitaliano, con la conservazione dell'attuale monopolio senza controllo, c,è di meglio. La mecìia delle unita di trasporto delle nostre due Società Mediterranea ed Adriatica corrisponde a 360,992; quella delle ferrovie esercitate dallo Stato francese, come già è detto sopra, è di 347,505 Come si vede Ja differenza del rispettivo traffico per chilometro è di poca cosa. · Ma come è pic.:ola la differenza del traffico altrettanto grande, molto più grande, è la spesa di personale. · Infatti, la spesa per chilometro, in media per le nostre due Societa è di lire 93 r 9,50; mentre quella dell'esercizio di Stato francese è di sole L. 5046; senza contare che _il nostro manuale si paga con un minimo di lire 1,75 al oiorno; mentre è notorio 'che la paga miRima in Francia è di lire 3. Ci vuol bene una coscienza elastica come quella dei nostri privatisti, che questi fatti non potevano ignorare, per saper fingere di spaventarsi d,un probabile esercizio di Stato in Italia battendo la gran cassa della stampa industriale per salvare il nostro povero contribuente. Gesuiti ! altro che carità pelosa. . Ma d?ve. la nostra riverita starnp::,,industriale raggmnge 11 diapason della mala fede è ora sulla di- _scussione del riposo settimanale · dal quale vuole escluso il personale ferroviario perchè importerebbe una maggior spesa di 15 milioni circa, dovendo essere aumentato d'un settimo. Chi è che non sa che il personale della linea fa già la festa e che quindi per il 1,ersonale della manutenzione la maggior spesa sarebbe insignificante? Chi non sa che il personale del traffico al1a Piccola fa già la mezza festa e che per il disb.nao del lavoro della domenica e del lunedì alle gestioni ed ai magazzeni basta la meta del personale e che quindi si potrebbe lasciare l'altr.a meta a far festa senza la spesa di un millesimo 1 Resta il personale di modmento il quale già gode generalmente un giorno di riposo ogni due settimane; i>~r la sua sovrabbondanza si potrebbe benissimo venire al riposo settimanale senza l'aumento di un solo agente, tolto per qualche Capo Stazione o CafJO fermata. - Cosa resta dei famosi 15 milioni 1 - La sola malafede privatistaI No, signori egregi della dottrina privatista, il pericolo dello sperpero del pubblico denaro nell'eserciziu delle ferrovie, non sta nell,esercizio di Stato; ma bensì in quello priv.ato, come il nostro, per contodello Stato. E questo per la ragione semplicissima che il primo è soggetto al pubblico controllo ed il secondo no. · Nel primo, una volta stabilita la spesa, secondo la scienza pratica, sopra l'esempio di altri esercizi ccnsimili, come potreb_be essere appunto quello di Stato francese; la spesa preventiva non si potrà oltrepassare che in casi eccezianali; giustificati da fatti notori e specifici; nel second9 invece si potrà sem- 1 pre preventivare larghissima, per poter dare sfogo alle imposizioni politiche, bancarie, e per conseguenza anche nipotistiche; salvo poi a rivalersi con contratti onerosi per lo Stato o con conti di spese
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