Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 5 - 15 marzo 1904

RIVISTA POPOLARE identici, e perciò il potere politico si può conqui st are solo per vie pacifiche. 11 solo mezzo efficace è sempre quello di rivoluzionare i cervelli e guadagnare la maggiorama del popolo per la causa. Oggi i socialisti hanno dietro <li se tre milioni di uomini pl)liticamente. educati. Ma gli avversari i ne hanno sei e· altri tre milioni in letargo. Non il governo ci imped;sce ora la conquista del potere, ma questa maggioranza del popolo che ci è ancora contraria. Se la maggioranza non si· lasciasse conquistare alla nostra causa, allora quali d 'mocratici dovremmo rinunziare alla piena conquista del potere politico. Il regime socialista non può venir imposto da una minoranza alla maggioranza. Ma noi siamo convinti che una maggioranza socialista si formerà. Il partito socialista dovrà diventare un grande partito di popolo abbracciando non s·olo le masse industriali , ma i lavoratori della terra e i piccoli proprietarii che ora formano il maggior appoggio della reazione feu · dale clericale , e il mondo delle carriere liberali e dell' intelligenza. Per la nonquista di queste categorie intellettuali bisogna che il partito eviti ogni tendenza dog-mat ca e diventi davvero, secondo un'antica definizione di Bebel, un partito che impara di continuo e che è in continua evoluzione intellettuale. Se, messicil in questo cammino, ci si provoca con misure repressive alla lotta decisiva, che fare? Non c'è che rispondere con la legalità alla illegalità, coll'attitudine legale e pacifica alla violenza - essendo questo il solo mezzo sicuro di vincere la violenza. Perciò, contro coloro che credono inevitabile una rivoluzione politica come conseguenza dei conflitti sociali , ripe tiamo: La democrazia sociale, non tende a una rivoluzione nel senso dell'uso politico della violenza. Il concetto di rivoluzione è per essa equivalente a quello di evoluzione, di trasformazione del presente sistema economico, in un altro, socialistico. In accordo con le dichia• razioni dei eapi del partito, siamo convinti che tale trasformazione può ottenersi in via pacifica per mez;1,o di ampie profonde metodiche riforme. E perciò indichiamo questa via ai dirigenti nell'onesta aspirazione di levar di mezzo dalla storia futura quel fattore reazionario che è da millenni la violenza. ( Socialistische Monatshefte, marzo'. 4-.... RoBERTO MIRABELLI: [I senato e ,~ democr~7,la mo<leru~ .. - La resistenza misoneista della nostra Ca• mera vitalizia risponde alle tradizioni sue. D'onde la necessità di abolirla o almeno di riformarla. Ma come procedere alla riform9.. non potendosi arrivare 1-Jerle vie legali alla soppressir ne ? Mancano nella nostra costituzione gli articoli relativi alla sua revisione, che si trovano non solo nelle costi tu - zioni repubblicane svizzere, francesi e americane ma anche in alcune monarchiche e non liberali come quella del Belgio. Perciò in Italia non si può abolire o trasformare il senato senza un piccolo colpo di Stato o sen;1,a la Costituente a giudizio di alcuni politici. Invece seguendo l' avviso di Balbo e di Minghetti ritengo ·che si possa procedere alla Riforma, benché questa non sia prevista dallo Statuto. Del resto lo Statuto non è plebiscitario, mentre l'impegno per la Costituente fu assunto formalmente da Carlo Alberto nel 1848 e da Vittorio Emmanuele li nel 1859. La c'emocrazia non dovrebbe disinteressarsi da queste quistioni, dalle quali dipende il sano svolgimento della vita politica del paese. (La libertà economica, Z7 febbraio). 4D.R R. A. PHILIPPI- L:-1 razza rlf'l1 su<lamed<'~n1Sono veramente spagnuoli i sudamericani di razza bianca? Nell'America dd nord emigrarono intere famiglie: i celibi erano piccola minoranza e non ebbero bisogno di pt·endersi le donne fra gli ·indigeni irocchesi, apachi comanchi, chippeway ecc. I discendenti di quegli emigrati rimase1·0 cosl di puro sangue germanico o anglo-sassone. Tutt'altro av• venne nell'America spa~nuola. La massa degli emigrati era composta di soldati, cercatori d'oro, avventurieri d'ogni sorta con qualche artigiano. D"onne, certo pochissime. Gli spagnuoli ebbero dunque mogli indigene e i loro discendenti furono di sangue misto. Esaminando particolarmente le condi;1,ionidel Chill quanto a razza, si ha prima una parziale e temporanea conquista degli Inci.1.peruviani, occupazione soldatesca senza donne che mescolò sangue inca. con sangue a1·aucano. Poi ,ennero gli spagnuoli anch' essi senza donne; la sola donna. sbarcata con lc.Lspedizione di Pedro Valdivia nel 1540 era Ines Suarez l' amante di Valdivia; gh uomini che costituirono il primo nunleo dell'occupazione spagnuola erano ottocento; queste ebbel'O donne araucane delle alte classi; la massa rimase intatta; sl che si può dire che una parte della odierna popola;1,ione cilena è di sangue misto, ma la massa del popolo è ancorn composta di puri araucani che però hanno interamente adottato lingu>t. e costumi dei loro dominatori spaguoli. Il numero degli Araucani che hanno conservato l'antica lingua e senso di nazionalità distinta va sempre diminuendo. Essi cemp1·endono 4uas: tutti lo spagnuolo e sono pacifici larnratori. . Una Araucani•a com'era ancora segnata da Rio Biobio a Chiloc nell'atlante di Stieler del 1852, non esiste più. Le ferrovie e i lavori di fortificazione nelle Cordillere hanno aperto quel territorio allo stato cileno. Indiani indipendente puro sangue (Ind;os bravos), ce n'è• og;, i solo nell'interno del continente sudamericano, e i loro giorrii sono contati. (Globus 25_ febbraio). RECENSIONI G. WEuLERSSE - Chine ancienn/3 et nouvelle (imp1·essions et 1·efi 0.xions) - 1902 Paris A. Colin. (5 ~ Rue de )1ezicrs) L. 5. Idem - Le Japon d' aujourd' hui. - Idem 1903. Nel numero p1·eccrlcnte della Rivista abbiamo presentato delle notizie sulla educazione nazionale nel Giappone to• gliendole dal libr·o che il Weulersse ha consacrato al Giap pone odierno. Oggi vogliamo b,·evemente pal'lare di questo libro e di un altro che lo stesso autore ha dedicato alla Cina. li mondo giallo è desc1·itto dal Weulersse con tutta quella precisione che vi. può mettere un acuto osservatore. I due libri sulla Cina e sul Giappone non sono il prodotto della erudizione di seconda e di terza mano ; ma quello della osservazione diretta fatta da chi è ad un tempo artista e sociologo. Vi sono le impressioni sul paesaggio, sui costu mi, sulla vita sociale della Cina e del Giappone come può darcele un brillante scr·ittore di viaggi. Vi sono, poi, le osservazioni sulle condizioni politiche ed economiche, che sembrauo fatte da un cultore speciale di scienza economica. Si potrebbe forse rimpro,·crargli .un certo disprezzo per la evoluzione del Giappone, che egli non ammira quanto la mo<la in questo momento mole che si ammiri; si può da lui dissentil'e sull'.,ttimismo che tra.spira da tutte le sue pagine sul pericolo giallo. Ma si deve riconoscere che il suo pensiero è sempre 01·iginale e porta l'impronta della sincerità. Il vVeulersse chiude il suo libro sulla Cina con un giudizio del pa1·i ottimista di Roberto Hart, che tanto bene cono~ce l'Impero Celeste. Noi poniamo termine a questo cenno, che ci duole di dover mantenere entro i confini impostici <la.Ila tirannia dello spazio, con queste parole del < hiaro set' ttore franeese che in parte 1·apµresentano una profezia già realizzata ed._in pal'te sono una profezia che avrnnirnenti non lontani potranno non ismentire. Scrisse i I Weulersse nel 1901 : « Cer·te ,persona! ità· russe della Siberia estrema orientale in luglio e Agosto 1900 si compiacevano di far correre il rumore che i Giapponesi nel conflitto fecevano un doppio giuoco e che essi si sarebbero voltati contro l'Europa per prendere il partito dei Cinesi. Il Giappone non ha mai sognato, per quanto noi ne sap pii:..mo, a commettere questa follia. Ma ciò che è follia oggi pot1·ebbe essere buona politicr,, domani. N()i ci domandiamo quale pericolo non farebbe correre alla civiltà occidentale la Cina divenuta un Giappone semi civilizzato, « controcivilizzt:tto ».- un Giappone di 400 milioni di a~itanti: il pe· ricolo sarebbe ben più grande ancora di una Cina ciTiliz zata dal Giappone. » Pare che la follia di ieri sia già divenuta la buona po litica di oggi: il Giappone si é voltato contro la maggiore potenza di Europa; e c'è del fermento nel!' immenso formi· caio umano, che si chiam I la Cina ! Dott.NapoleoneColajanni,propriet.,direttore-respons. Napoli - Tip. Pansini.

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