r RIVISTA POPOLARE 137 del secolo loro, e causa di un nuovo assetto scientifico e filosofico. L'unità del1e forze fisiche, enunciata da Roberto Meyer si perfezionava nel principio della conservazione dell'energia e della trasformazione equi-• valente dei suoi aspetti. Le energie , siano cinetiche · siano poten~iali, siano fisiche, chimiche o vitali, non sono altro che attributi del movimento. Le energie ben possono tramutarsi l'una nell'altra ma conservano immutata la loro quantità: la somma de1l'energia dell'universo è costante; non si pu6 creare nè distrug-. gere un'onda, essa non ha principio e non ha fine. Questa legge è cosi generale che si estende dagli elettroni all'uomo, e riassume da sola tutta la filosofia monista: vediamo come. X Il moto si doveva attribuire a una causa: e questa si chiamo forza: o che la si credesse comunicata alla materia da una volontà superiore, da un primo movente immobile, come dicono i teologi, o che la si ritenesse esistita sempre, indipendentemente da ogni potere supremo, come soste-' gono i materialisti. Ma in un modo o nell'altro la forza era un residuo metafisico, era la personificazione di un 'autori I à mfstica e arcana e stabiliva il dualismo inconciliabile della forza stessa colla materia. Jl Tait in una memorabile conferenza bandì dalla -scienza il concetto di forza ; quello, che era prima la causa del movimento, spari e rimase il movimento stesso , ossia l'energia. E se oggi perdura in meccanica il nome di forza. esso è un mero nome spoglio di ogni significato trascendente: è null'altro che una definizione compendiosa di alcuni caratteri matematici del movimento; una quantità misurata , e la sua orientazione , ossia la direzione e il senso in cui la quantità si manifesta e agisce; quantità e orientazione, che fanno della forza un vettore. X L'elettricità; intesa come un fluirlo, non va confusa coll'energia elettrica , questa si può trasformare in altre energie, quella no. I fisici ammettono che la quantità di elettrico esistente nell' universo· sia costante, ed enunciano cosi un princip.o di conservazione dell' elettricità analogo al principio di conservazione de.ll'energia. Questo misterioso fluido elettrico appare a prima vista come un quid intermedio fra la matéria e l' energia. Ma è lecito sospettare ehe l'elettrico altro non sia se non la materia primitiva, die Urmaterie, come la chiama lo Schm,idt. e da essa per successive concentrazioni procederebbero gli elementi della chimica. Tale Urrnaterie sarebbe 2000 ·volte più leggiera del più leggiero elemento, che è l' idrogeno , e i suoi atomi sarebbero gli elettroni E poichè i pesi atomici calcolati con maggiore esattezza non si spingono, nella loro parte decimale, oltre la quarta cifra, e questa è zero o cinqu~. (Es. il peso atomico dell'idrogeno è H=l.0075, dell'azoto è N= 14.0450) si vede che il peso relativo dell'elettrone non pu6 superare 0.0005, ossia 1/?onn del peso atomico dell'idrogeno e questo coincide coll'ipotesi dello Schmidt. Non è che una ipotesi, ma concorda colla filosofia monistica, e la ricordiamo con piacere. X La materia si sa, da Lavoisier in poi, che non si crea nè si distrugge Il principio della conservazione della materia ha però due aspetti. Uno è il noto teo - rema che il peso del composto é uguale alla somma dei pesi ctei componenti; ed è ritenuto incrollabile sebbene recenti esperienze, che accenneremo in seguito, gli muovano contro qualche dubbio. L'altro è che la ·materia è persistente nella qualità: un atomo di ferro dice Du Bois Reyrnond resta sempre immutato, o che traversi il mondo in un meteorite, o che giri nelle ruote di una macchina a vapore , o che turbini in un glubulo di sangue pulsante entro le tempie d'un poeta. Ma la materia è davvero persistente? Gli elementi, che noi conosciamo, son proprio ,l'ultima espressione qualitativa di essa? Qui il dubbio , ingigantisce• s~ ricordiamo le rlecomposizioni · di elementi prima asseriti semplici e omogenei. Lo spettroscopio, che rivelava, l'unità costitutiviva dell'universo, diventa nelle abili mani del Lockyer sostegno <ìi una genialissima tesi: l'identità della sostanza cosmica. Alla temperatura altissima degli astri egli · suppone che i corpi semplici si scindano e si dissocino, e che tutti gli eleJllenti della nostra chimica siano condensazioni e specificazioni 8uccessive di. una medesima. sostanza primitiva. La sostansa primitiva per il Mills sarebbe l' idrogeno, che per unioni polimeriche avrebbe dato gli atomi delle altre sostanze. Per il Crookes invece aeche l'idrogeno è composto e la materia fondameutale sarebbe il prfmigenio pratile, tenue e incandescente diffuso in nebulosa per tutto lo spazio del sistema solare. Infine per il Thomson anche il pratile si semplifica in centri ìnfinitesimi di energia : e vediamo cosi che l'ipotesi dello Schmidt prima accennata, si riattacca a queste altre ipotesi, e ne discende logicamente. ' X Ma la materia è un'entità reale o non piuttosto una fhnione del nostro spirito? Koi sappiamo dalLocke al Kant che la conoscenza è limitata e relativa; che le rappresentazioni del mondo oggettivo diptmdono dai tessuti nervosi del soggetto senziente. Lo smagliante paesaggio , che ci seduce e ci allieta coi suoi mille coloti, sarebbe visto diversamente da un occhio sussidiato da altri nervi: variate il riumero, la rapidità, la direzione di un'onda d'energia e il rag:.. gio rosso diventerà violetto, e la radiazione luminosa diventerà· calorifica. Il mondo· è un complesso di ritmi, di onde, di vibrazioni più o mono ampie, più o meno frequenti, di1·ette ìn un senso o nell'altro, e son queste diversità. che comunicandosi al nostro ,cervello, ci ddnno un'infinita serie di sensazioni. Così ancho la materia, come noi l'intendiamo, diversa dal moto, può essere una nostra creazione .. La materia ci è noto solo p~rchè esercita su poi ·qualche attività dice il J.ì1orselli: essa non è attiva: in sè e per sè: ossia· è la stessa Energia unitaria 'o Realtà cosmica, che ci si manifesta nei fenomeni percettibili. L' Ostwald ha ripreso l'ecentemente questo indirizzo antimaterialislico nella fisica chimica, ove egli è insigne. Se noi facciamo rientrc1re anche il concetto di materia come quéllo di forza nel concetto di energia, la filosofia monista è giunta alla più grande unificazione scientifica, che si potesse ideare. Noi non siamo ancora in grado di definire l'Energia unitaria: ma possi;:im dire col Morselli che la resi-:;tenza dei solidi, . la mobilità dei liquidi, la fiuidità dei gas, r attività termica elettrica e luminosa non sono altro che Energia, e i concetti di materia , di forza, di tempo , di spazio e cti moto restano tutti assorbitt in quello maggiore di energia. X Anche la vita - sorta in un particolare momento della storia geologica da Cenomen i di altissima chirriica.-è una parte e un aspetto della perenne cir- _ colazione dell'energia. Guardando la nutrizione degli esseri viventi, che ce ne fornisce un esempio tipico, noi vediamo che le piante trasformano il calore e la luce del sole in composti di carbonio e che gli animali mediante i propri muscoli traggono dal .sangue 1 materiali chimici, che il nutrimento vegetale v~infuse, e li trasformano in lavoro meccanico e in calore. Anche il pensiero è energia. Noi non conosciamo
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