Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 5 - 15 marzo 1904

RIVISTA POPOLARE 133 uno dei fenomeni più desolanti del presente sociale. O noi ci arresteremo a tempo s·u questa china allettatrice ed infiàa, o noi ritorneremo a cadere in tutte le limitazioni della libertà umana, in tutte le calamità . - ' m tutte le ingiustizie enormi che han fatto maledire il medio evo Così parla il iVecchio e grande liberale. X E dice il giovane avversario della libertà: le corporazioni del medio evo furono calunniate· i loro benefizi eran molto più grandi del male che' si dice che esse abbian fatto; basta perciò studiare il loro funzionamento, i loro effetti. I loro regolamenti interni ave-vano una grande utilità sociale, regolavano equame~te la di~tribuzione del lavoro, regolavan la prod~z10ne re?ando _grandi benefici all'industria. Sopraggmnse la r1voluz10ne francese, che ci diede la « viziata organizzazione di classe formatasi al principio dell'età moderna e la disorganizzazione che si produsse nel secolo XIX». Poichè la libertà sconfinata anzichè favorire, ostacola il progresso; ed « è legg~ indeclinabile della società il c0ordinamento di tutte le classi in c~i e'3sa si distjngue ». Con ciò non si vuole pareggiare la condizione di tutte le classi ma solo impedire che le une soverchino le altre; il 'solo mezzo è l'~rganizzazione di classe, alla qual meta si deve però arrrrare per mèzzo della libertà e non O'ià della . . o coerc1z10ne. · Del resto già la società si coordina e riordina per classi; nei paesi più progrediti l' organizzazbne di c~~sse de~ proletariato è un fatto quasi compiuto, e CIO ha g10vato enormemente agli interessi operai, ed all~ socie_tà tutt'intera, ed ha favorito la pacificazione sociale. E sulla via di tale ordinamento di clas:::;eche deve mettersi la riforma sociale. Nella società nostra c'è un'opposizione costante di cla'>si, « d'oude la lotta inevitabile d'una classe contro l'altra» (p. XXVI). Ma! n:ientre i pa?roni s~mo_~n generale bene organizzati, 1 lavoratori sono 11 pm de1le volte in uno stato di organizzazione embrionale. Ora bisogna che anche le loro organizzazioni si perfezionino, si consolidino, abbian dei rappresentanti ufficiali, possan difendersi. Finora la classe Ghe si impadronì del potere si occupò molto più bel suo bene che di quello del paese. Ma ciò può essere eliminato pu_rchè « la classe che è chiar~ata alla direzione della società abbia una organizzaz10n_efondata sopra principii onesti e sicuri» (p.XXIV)· Bisogna inoltre che tutte le classi sociali abbiano uguali diritti, siano ugualmente libere e solidali, come nel medio evo. Orbene, quanto noi veJiamò attorno a noi ci mostra che noi stiamo tornanr 10 appunto a questa organizzazione. Ed è naturale; perchè, se la rivol~zi?n~ francese ebbe ragio~·e di abolire le corporaz10m divenute strumento ·d1 monopolio, essa ha avuto il torto di distruggere senza nulla ricostruire, senza. cr~are un equivalente che servisse sempre alla mutua difesa, al mutuo soccorso, alla mutua intecrraz~one. Di fronte al movimento attuale di organi~zaz10ne lo Stato non deve prendere un'attitudine ostile chè le classi popolari hanno anch·esse diritto di ra,; pesare il ioro volere nella cosa pubblica, nella vHa sociale.~e organizzazioni_di classe devon imitare quelle del me·J10 evo, ma tralasciarne « l'obblio·atorietà che contraddistingue le corporazioni antiche >> 0 (p.XXXVI). Esse, una volta ben formate, saranno un coefficiente di pace e di solidarietà, perchè le forze sociali tutte cooperanti al bene di tutti. Allora vi saran le « categ_orie in cui si distribuirà il popolo, in cui tutte le classi potran trovare il loro po:;to naturale, trovar·e una funzione da compiere, una miss1one da esercitare». Questo ordinamento « ricomponendo tutte le classi nei rispettivi•loro quadri, (esse) resteranno contenute nei giusti limiti che la legge della convivenza avrà imposta (e) la libertà di ciascuna troverà effettivamente nella libertà delle altre il giusto suo contemperamento» (p XXXVlll). E certo a ciò si arriverà perchè mai come oggidì, in tutto il mondo, in tutti i partiti, in tutte le classi, fu maggiormente propagato il sentimento della solidarietà. Le organiziazioni professionali devono avere più funzioni; cominciamo da quelle economiche. Devono avere il compito di « regolare i rapporti tra i propri membri e gli imprenditori, di stabilire le condizioni del lavoro » (fissare un salario equo, ek.) (p. 199). « Certo si richiederan delle guarentigie di ordine e serietà nella direzione delle unioni professionali, ma esse, ben facilmente si potrebbero avere quando nelle costituzioni da darsi per legge alle unioni medesime si inchiudessero disposizioni dirette a prevenire ed impedire qualsiasi abuso » (p. 200). Esse dovrebbero poi facilitare l'istruzione generale e tecnica degli operai, fornire ai loro memuri tutte le notizie sulla industria, la domanda di lavoro, etc. nel paese ed all'estero, facilitare il collocamento loro e la stipulazione di equi contratti di lavoro, dovrebbero sorvegliare la esatta esecuzione di questi, occuparsi del mutuo soccorso e della mutua tutela, render quanto e più possibile gli scioperi di[fJcili, e1 quando fossero scoppiati, regolarne il corso; ottenere saggi regolamenti di fabbrica, aiutare l'operaio in lotta col padrone, etc. In cambio di questi vantaggi riconosciuti alle organizzazioni operaie, esse sarebbero responsabili coi loro averi degli impegni assunti a favore ed in nome dei loro membri. Quanto alla vita amministrativa i comuni, cui lo Stato dovrebbe concedere la massima autonomia dovrebbero affidare la direzione e l'esecuzione di quanti più servizi pubblici è possibile alle unioni professionali. Esse saprebbero dare a tali servizi una direzione migliore, un più perfetto funzionamento, una mag- · giore economia, minore possibilità di corruzione, etc.; il comune dovrebbe conservare il controllo supremo su queste aziende. Quanto alla vita politica si dovrebbe sostituire il regime parlamentare colla rap- - p~esentanza degli interessi; gli elettori di ogni organizzazione di classe avrebbero dil~itto di scegliere nel loro seno un numero di membri proporzionale al loro numero ; solamente i membri delle unioni di classe sarebbero elettori ed eleggibili; giuriclicamente · la condizione delle unioni professionali sarebbe la seguente: il riconoscimento giuridic\1 è lol'o indispen-. sabile per poter a vere il diritto di possedere, di disporre liberamente dei loro beni, avere la più ampia. libertà di amministrazione, purchè non intralcino ·r azione dello Stato o delle altre unioni ; lo Stato avrà il diritto di regolare l'elezione dei capi, revocarli, ritenerli responsabili civilmente e penalmente per gli atti delle u11ioni che stima punibili, sciogliere . l'unione. Così noi ci avvieremo di nuovo verso quel1' epoca di pace tra le classi sociali che fu il medio. evo! X Noi non diremo nulla delle i lee espresse dallo Spencer; esse son eh iare, logiche , organiche, basate sui fatti Noi non vi troviamo assolutaménte nulla nè da aggiui1gere nè eia togliere, e le faccìam nostre perchè concordano appieno con tutto quanto la nostra investigazioue dei fatti sociali ci ha insegnato ; a chi non le accetta, la critica; ma sia seria e degna dell'avversario. Inv_ece noi dissentiamo completamente da quanto il Boggiano scrive, e troppi pen~ano, ed è perciò che crediamo utile di spiegare qui le cause del nostro dissen~imento, benchè siamo perfettamente convinti che in tali materie i più giudicano per sentimento molto più che colla fredda ragione. 1/A. nel titolo e qua e là nel libro dice di volersi occupare di una f

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