Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 5 - 15 marzo 1904

RIVISTA POPOLARE toni lodevolmente confessò la fondatezza delle accuse formulate dall'on. Chiesi. X 11 confl 1tto Russo Giapponese. - Noi faremo grazia ai nostri lettori dei nostri piani strategici, piani meravigliosi che in quattro e quattr'otto annienterebbero i Russi se adottati dai Giapponesi e viceversa ; tanto più che dei piani ben combinati, infallibili e mirabolant.i ne servono tutti i giorni ai loro lettori tutti i giornali d'Italia e d'Europa. C'è dunque da scegliere, e i nostri lettori sceglieranno meglio senza il nostro aiuto. Piuttosto faremo qualche considerazione d'indole generale e morale che_ non ei pare inopportuna. Tanto la Russia che il Giappone parlano in nome del loro buon diritto; il Giappone fa da paladino alla Cina e la Russia da pacificatore e difensore della Manchiuria e tutti e due i governi dei due paesi invocano il buvn Dio a mettersi dal lato della giustizia vera. Pensiero lodevole in verità e pieno di santo timore di Dio. Ma se, avanti di disturbare il Padre Eterno interrogassero un pò i popoli <lei quali è questione c'è il caso che si sentissero mandare al diavolo entr,ambi? C'è da crederlo. - I Manchuriani non hanno certamente dimenticato le migliaia di loro spinti dai Cosacchi, nel Sungeri e ndl' Amur; e i Cinesi ricordano certamente le carezze dei loro frate lii gialli nella guerra del 1895; gli uni e gli altri sono dunque al caso di rispondere con la vera ragione e per la giustizia ai due contendenti. Ma c'è anche un altro fatto che non deve nè può essere trascurato, ed è la condotta subdola degli Stati d'Europa c degli Stati Uniti. La dichiarazione di neutralità è un largo e comodo mantello. L'Inghilterra, per esempio, è felicissima che il Giappone si pigli i grattacapi contro la sua secolare rivale in Asia; la Germania è felice che il piccolo amico dell'Inghilterra si sia ficcato in un ginepraio dal quale non ~everà le gambe con troppa facilità, e così•· di seguito. · Ora questa è la politica più immorale che possa essere m:1i stata seguita. E' vero che, su per giù, la diplomazia ha agito sempre con_ i medesimi metodi; ma il passato avrebbe dovuto almeno insegnarle che non è la menzogna, nè il metodo subdolo che, in fine, trionfa. Noi speriamo sinceramente che questa guerra non porti seco altre complicazioni, ma l'avvenire ci sembra molto minaccioso e ci piacerebb~ che _i popoli, invece di partecipare per i Giapp0nesi o per i Russi, si tenesser,o pronti a· trarre partito pe1· il loro benessere e la loro libertà da quelle complicazioni che la guerra Russa-Giapponese potrebbe far sorgere. X Per l'unità <lei part.ito so~fa lf~t~ - A proposito del Congresso di Brescia Enrico Ferri nelI'.Avanti ! del 3 Marzo ha pubblicato un articolo notevole per . serenità e logica , di cui sentiamo il dovere di riprodurre i seguenti brani: « L'uso della violenza non si cancella dalla storia passata né da quella avvenire. La superiorità del metodo soclalista sta però in questo: che, dove c'è il regime liberale borghese, i socialisti si servono di mezzi legali (voto, stampa, riunione, associazione, sciopero) e non ricorrono alla violenza se no~ quando la classe dominante tenti di sopprimere l'uso dei mez.z-i lerali. « Quindi è inutile parlare della violenza - per spaventare i pacifici ruminanti - come è inu•ile, uscendo di casa, gridare che i·ri caso di lerittima d~fesa noi siamo disposti anche ad usare i pugni o il revolver! « Il Congresso di Brescia ha messo in luce delle incompatibilità personali, ma non ha svelà.to una scissione di pa"- titn. Onde la dichiarazione decisamente separatista di Bissolati fece, per questo, allora, l'impressione dell'imprevisto. « L'esempio francese e l'esperienza italiana sono eloquenti per questo. « La soluzione catastrofica sarà o non sarà violenta - secondo il contegno della classe dominante. « Onde io dico e ripeto: ·quando si riaffermano, sinceramente, nella propria coscienza la meta della prnpri,.tà collettiva (che si viene preparando e maturando per· evoluzione -economica e per evoluzione intellettuale e morale) e il metodo della lotta di clasre, si può e si deve restare nel partito socialista. « E !estando vi si ha pieno diritto di cittadinanza, qualunque sia la tattica deliberata transitoriamente dalla maggiot·anza. E ciascuno dà al partito l'opera sua, nelle forme che meglio rispondono alle sue personali attitudini ed alle sue condizioni di ambiente. « Poiché nulla vi è di assoluto e di infallibile e di immut~bi!e nel mondo umano, non c'è altra regola possibile fuori d1 qnesta : la mOf!f!i,1ranza del pa,.tito decide .e tutti i c~mpnn_enti del part ,.tn_"bbediscono, co,i lerile disciplina, alla delthern71nne della maf!.f!lO,.anz.a « Ma le opinioni restano libere, per cercare di modificare (<1:pprofittando della lezione delle cose) l'opinione della maggioranza. « Perchè il Congresso n~zion~le non dovrebbe riaffermare qu~sto_ che è il pens\ero socialista., schietto e genuino umtario nella dl\·ers1tà delle tendenze e rigoroso nella disciplina degli atti? , « Perché taluni ultra-riformisti vanno dicendo : « se il Congresso non d_eciderà com e noi proponiamo , noi ce ne andremo e non c1 sottometteremo a.Ila disciplina ? » « Perché taluni ultra rivoluzionari vanno dicendo che bisogna cacciare ~al partito i « borghesi » che lo inquinano? « Cosl la questione è spostata e mal posta dagli uni e dagli altri. . « _D_agli_ultra-riform!~ti perché se hanno il proposito presta?1hto d1 1:on fare pm quello che.finom si è senipre fattoe c10è obbedire alla volontà. d~lla maggioranza-ciò significa che_ a l~ro non basta andarsene per conto proprio e per debito d1 lealtà - come fece De Marinis- ma non rifuggon? ~alle con se n~enze. dannose per il proletariato , di , una sc1ss10ne del partito: malgrado l'esempio doloroso dato dal partito socialista francese,' che tuttavia può rnvocare l'attenuante_ di non essere mai stato in precedenza unitariamente organizzato, come ·10 furono e sono i partiti socialisti. di 1utti gli altri paesi. « Ma se il proleta,·iato è unitario , giacchè è unico come classe sfruttata, perché il partito socialista, che lo rappresenta; non dovrebbe essere unitario? Per far piacere e comodo agli sfruttatori? Ma questi già stanno spiando il momento della. divisione , perché ..... avversarii divisi vuol dire avversari più deboli. · « E la quistione è mal posta anche dai rivoluzionariultra, perché proporre l'espulsione dei «. borghesi -,, significa giudic~re che essi non siano dei « socialisti sinceri -... E allora sarà una questio·ie di lealtà e, magari di revisione e di _giu?izio degli at_ti di pochi o molti inscritti, come già la D1rez10ne del Partito fece in altre occasioni· ma non è questione di scissione del partito. ' « Il partito è uno ed è rappresentato dal proletariato che, sul terr no della lotta di classe, lavora, cQlla propria organizzazione µolitica ed economica, alla realizzazione del!' ideale socialista. « Un partito in cui tutti i componenti abbiano le stesse i4entiche opinioni parziali e secondarie e lo stesso identico modo quotidiano di agire è impossibile. » · A questo articolo ha risposto il Bissolati invocando la fede,·azione e non la scissione. Se r.on è zuppa è pan bagnato! I g uppi organizzati separatamente finirebbero col sentire più acre la voluttà della battaglia. Data l'unità <lei fine - il collettivismo - ; data l'unità del metodo - la lotta di classe - non c'è ragione nè per la scissione, nè per la fed~razi~ne. Ci sarebbe per l'una e per l'altra-e le due cose s1 equivalgono se nei rifm·mi'sti è venuta meno senza che osino confessarlo, la fede o nel fine o nel metodo. Intanto richiamiamo l'attenzione dei nostri lettori su di un articolo del Deputato Socialista tedesco David, che tratta di questo argomeqto e che troveranno nella Rivista delle 1·iviste. X L'università 1ta11aoa a RoverPto. - Venne annunziata ufficialmente la creazione dell'Università per gli italiani dell'Austria a Rovereto. Unive,·sità? La parola è impropria; si tratta della sola facoltà di giurisprudenza. che da Innsbruck verrà trasportata nella patria di Rosmini. Non ci sarà. nemmeno la fa-. coltà di lettere e filosofia, a cui gl' italiani dell'Istria, della Carintia, del Trentino , di Trieste ecc. tenevano e tengono molto. Ed hanno ragione nell'accordare preponderante importanza a quella facoltà, perchè essa è quella che rispecchia il sentimento più ardente e può soddisfare in parte il bisogno generalmente sentito dagli irredenti italici dell'Austria, di mantenere vivo il sacro fuoco della coltura nostra insidiata e stretta da tutte le parti dallo slavismo e dal pangermanismo. . . Il governo austriaco.ha creduto con provve questodimento monco e timido di dare soddisfazione riehiest alle e insi-

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