124 RIVISTA POPOLARE una stessa lingua - questa stigmata quasi divina della patria comune degli uorr,ini-scartarono ogni influenza delle dottrine individualistiche. Nè son privi di significato vari fatti che io accennerò. Il primo individualista conseguente : Guglielmo Humboldt, scrive il suo mirabile libro sui limiti e sui doveri dell'azione ·governativa in pieno tumulto di guerra nazionale, ma egli se lo tien per sé ed è pubblicato come opera postuma. Allo Stirr1er, l' individualista estremo e frenetico, accade di peggio. « L'individuo e la sua proprietà )) cade in mezzo alla indifferenza generale ed il genia'lissimo auto:-c muore di miseri.1, nella più perfetta oscurità, lasciandoci il quesito in5olubile della sua biografia. G. C. Say- - per citare fra. loro cose disparate - deve smettere l' insegna- . ' . . . ' mento, un po per persecuz10ne governativa, ma p1u per l'indifferenza del pubblico. Io vi ho già detto che le dottrine individualiste non han no successo, che alla vigilia d'un grande rivolgimento soc:iale. Le guerre nazionali, non implicando una questione sulla forma giuridica ciella proprietà, non partecipano di questo carattere. Sola dopo quietata la tormenta nazionale scoppia in quasi tutta Europa sincronamente un moto di idee che in varia guisa e misura celebrano gli sforzi dell'individuo, contrapponendo i risultati dell'opera sua a quelli dell'atth·ità sociale. Lo Stato è messo in mora di_limitare l'opera propria. Quali fossero gli elementidi fatto che giustificavano prima la predicazione, pvi il relativo successo delle dottrine individualiste vedremo or ora. Ci ·preme adesso subilire che queste dottrine individualiste ,non avevano tutte lo stesso timbrò, nè s'indirizzavano tutte allo .stesso fine; che, anzi, tranne certi loro comuni caratteri , avevano o si ?roponevano scopi opposti , talune, solo apparentemente conseguenti, proponendosi la liberazione dell'individuo, per sola virtù del- . l'azione sir:igola sua, altre, solo nelle apparenze contraddìttorie, proponendosi la ricerca d'un meccanismo artificiale con cui giungere all'attuazione del fine proposto e perciò fidenti nella virtù dell'associazione. Le varie correnti della dottrina individualista ponevano capo in tre diversi indirizzi. Uno dei quali io chiamerò letterario e decadente, per indicare che si tratta d'una capricciosa formulazione che menti rotte al meccanismo dei pensieri e per spirito di novità inclinanti alle più curiose aberrazioni dello spirito. Sono di questo indirizzo il Nietzsche ed i seguaci suoi di tutte le letterature. Non intendo negare, con ciò (sarebbe pu~rile lo facessi) l'impor.,.. tanza morale delle dottrine di colui che fu definito ìl (< grande negatore )), di colui, cioè, che dis:usse tutti i valori del nostro mondo morale e non ne trovò alcuno di buona lega. Ma come la· è ~ttrina sua culmina per r,ecessid d'intima struttura logica nel negare ogni efficacia alla pedagogica dei sentimenti e dell'associazione, essa non può interessare le masse, che· come dottrina negativa. Diverso è il caso degli altri due indirizzi. 11 primo è quello dell'anarchismo individualista, che si propone l'abolizione dello Stato e non è contrario alla proprietà privata (Tucker, Auberon, Spencer etc.). E' una dottrina che si può discutere e negare. Sovratt~1tto ~- me sembra priva di ·1·igore logico , poichè ammettendo la proprietà privata e dissociata non si sa come vorrebbe risolvere i conflitti nascenti da essa, senza riconoscere un potere giudicante, capace di sanzionare con le opere e con le azioni i suoi deliberati , e perciò lo Stato. Ma· qui non è mio scopo pigliare in esame e far la crit:ca delle dottrine e mi debbo limitare ad indicarvi come rivoluzionaria sia e debba ritenersi, perchè an · ticapitalistica, una delle dottrine individualistiche. Resta la seconda. . · Quest'ultima può considerarsi come l' anticritica della prima, oppure la prima come l'anticritica sua, poichè, in effetti, l' individualismo anarchico 5orge storicamente dopo che il flutto dell'individualismo conservatore o borghese è dilagato per tutta Europa. Essa rappresenta la dottrina degli economisti ortodossi, la cui degenerazione mercantile è detta manchesteriana. Nega l'intervento dello Stato, ma. precisamente in quello per cui dovrebbe ammetterlo, cioè a proposito dell'azione svolta dallo Stato per eliminare tutti gli ostacoli che si frappongono al libero giuoco della lotta delle classi , cioè nel limitare il lavoro delle dono!'! e dei fanciulli , incapaci a difendersi da sè stessi, nel prescrivere regolamenti igienici , che i lavoratori , assorbiti dalla lotta di classe, forse non saprebbero ·da sè stessi imp()rre, e , ' . ... . ' COSI via. Questo· indirizzo più che dirsi altamente individualisu , dovrebbe definirsi anti - internazioniita, perchè è contrario all'azione dello Stato, mentre giustifica pienamente le private coalizioni. Ma il suo scopo reale è tradito da ciò che esso predilige per i propri attacchi quell'azione statale, che è rivolta a vantaggio dei lavoratori, o per lo t11erio sembra avere questa intenzione. La sua indole è retriva, i suoi scopi. sono- conservatori. Infatti tGtta la sua antipatia contro lo Stato cessa, quando questo manda gli agenti dell' ordine a risolvere con le fucilate i conflitti · fra gli operai e i capitalisti. (continua) ARTURO LABRIOLA,. Statistipcohleiticehdeconomiche Le pubblicazioni statistiche in Italia sono una ben misera cosa e cor1"ono per le marii solo di pochi specialisti. Da noi non sono affatto popolari le Tavole di Sundbarg e di Iurascheck; l'Almanacco di Gota o il The .Statesmans' .YearBook non si trovano nemmeno in tutte le biblioteche. Intanto· il bisogno di notizie esatte, di cifre, relative ai fatti politici ed economici più importanti si fa sempre più vivo; e ne vanno in cerca deputati, giòrnalisti e studiosi di ogni categoria. Crediamo, perciò, di f~re cosa gradita ai nostri lettori riproducendo dall' EconomisteEuropèen di .,.Edmond ·Thery, e aggruppandoli in guisa che ne riesca facile ·la comparazione, al:uni documenti statistici sugli• Stati di Europa più importanti o per civiltà o per popolazione, che sono stati pnbblicati nei numeri del 12, del 19 febbraio e del 4 marzo. Avvertiamo i lettori che per la superficie e la popolazione i dati si riferiscono all' anno I 900 per la Germania, per l'Austria Ungheria, per la Spagna e per il Belgio; all' anno 1901 per l' I□ghilterra , per b Francia, per l'Italia e per la Danimarca; all'anno 1899 per l'Olanda; all'anno 1897 per la Russia. Per le forze militari non è indicato l' anuo per la Gerrr:ania, per l'Olanda, per l' Italia, per la Russia e per la Danimarca; ri_guardano l'anr~o 1903 per
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