RIVISTA POPOLARE 123 mente cosi .spesso al concetto roma~o della proprietà non diviene effettivo che con la Chiesa cristiana. Quando Pammachius, convertito al cristianesimo, distribuisce tutti i suoi beni ai poveri, egli non può giustificare l' atto· suo se non invocando il suo diritto al pieno ed assoluto possesso <lei propri beni, e quindi all'uso che. meglio pu6 convenirgli. Il motivoeconomicofondamentale dell'individualismo cristiano è dunque, nella distruzione del concetto civico romano della proprietà (1); nel tentativo di rendere sempre più libero il possesso <lei beni economici e di assicurare all'individuo l'uso arbitrario dei beni suoi. Ora ogni grande rivoluzione umana involge sempre una quistione di proprietà. L'organamento e la disciplina di questa sono la molla segreta determinante quei vasti .e pittorici m ,ti d'uomini, che ci appaiono essere le rivoluzioni. Tale sembra il destino delle più fervide ed elette opere umane, che pur sempre il piccolo motivo dei materiali interessi venga a turbarne la superiore armonia. Il diavolo non sapeva far nulla di buono senza lasciarsi dietro un po' di odore di zoifo. E come noi abbiamo già detto che le dottrine jndividualistiche app:iiono si~tematicamente sugli albori di tutte le grandi rivoluzioni, ci è lecir-o avventare guesta i potesi, che il bisogno inconsapevole fondamentale al quale corrispondono è appunto un·a maggior libertà da accordare alla proprieià privata, una ulteriore individuazione di essa libertà. Ma tutto ciò è ancora più esplicito sugli inizi della rivoluzione francese, quando una scuola di filosofi, che fu nel contempo di economisti, nel difendere i diritti degli individui, patrocinando il coside~to diritto di nalura, contro gli abusi, le violenze e le sopraffazioni del potére regio e feudale ; attacco violenmente. tutti gli ostacoli che si contrapponevano al libero p0ssesso della proprietà e venne dimostrando con una ricchezza insuperabile di argomentazioni astratte, come il benessere pubblico dipendesse appunto dalla maggiore o mino:e libertà che si era disposti ad accordare all'attività ec0nomica degli uomini, e n_ell'uso della libertà fece consistere l'economia generale umana. Non mi è lecito nella breve ora corcessa ad una conferenza rivolta ad un pubblico composto prevalentemenre <li operai apportare lunghe documentazione delle mie tesi. Sono costretto ad apparire piò dogmatico di quanto per solito io non abbia l'abitudine di essere. Ora a me sembra che di tutte le teorie formulate sulla costituzione sociale, quelle che meno rivestono carattere di arbitrio teorico del pensatore siano appunto le dottrine individualistiche. Cioè a dire, esse obbediscono ad una rigorosa legge di autogenesi ed appariscono proprio quando il momento loro è venuto, ovvero sia allorchè un bisogno di reazione contro una determinata guisa di oppressione sociale si è venuta manifestando (2). Il diritto di natura, nel q!Jale si riassume la dottrina individualistica del XVII e XVIII secolo, è la forma spedfica d'insurrezione contro il vincolrsmo (1) Parla_ndo di C?nc~tto_ civico della proprietà io non int~n~o, beninteso, !'1fe1·1rm1a quello dei dottori e dei giur1st1, ma a q~ello che ne aveva l'opini·one pubblica, che in questa materia é_ cd è stata sempre regina. <2) Noto che v1 è una dottrrna che chiamerei di individualismo di specie e 1·iveste spesso il carattere di nazionalismo. Questa _dottrina fiorisec nelle nazioni oppresse o che debbono compiere delle rivendicazioni territoriali. e la troppo pesante oppressione feudale. Esso tendeva a colpire i privilegi di classe e - ma solo più tardi e assai parzialmente - i privilegi di razza. Dimostrando la fondamentale eguaglianza degli uomini, il suo era un modo di prote~tare contro le disuguaglianze giuridiche dipendenti dalla nascita. Quello a cui in realtà mirava e quello a cui in fondo riusd con la rivoluzione francese e col Codice di Napoleone, che divenLÒ poi 11 Codice <li tutta la società borghese, era di togliere non già le differenze economichenaturali esistenti fra gli uomini, ma gli ostacoli posti dalla legge alla libera attività degli uomini. Il risultato pratico di ogni suo insegnamento era racchiuso nel famoso princip10 del Legeodre, riprodotto assai più tardi ed universal- .mente poi attribuito al Gournay: laisser f aire, laisser pa_sser. Indiscutibilmente queito prindpio era .la legittima conseguenza di tutte le esperienze intervenzionistiche che lo Stato aveva svolto nel corso di secoli. Un Governo capriccioso o sparagnino aveva s~ilita la moneta e ne era risultato che non. ostante tutte le proibizioni governative i prèzzi ~alivano dell'istesso ammontare o più del deprezzamento infiltro alla monet.:i. Govaroantt saggi per tenere elevati i salari degli operai inglesi avevano rovinata l'industria laniera irlandese e ne era venuto un enorme ribasso dei salari inglesi per la concorrenza dei disoccupati d'Irlanda. I re cristiani a\levano per semplici motivi religiosi co~,tretti i migliori artigiani del loro regno a lasciare il paese ed avevano rovinato, così, l'industria del paese. J nvano si prescriveva la lunghezza e la qualità del panno da :essere. Le industrie io-· terne andavano in rovina e traevano vantaggio dalle balorde prescrizioni soltanto i produttori esteri. Per il corso di secoli era stato fiorente un vistoso sistema di sodalismo statale, cioè di costante intervento dell' autorità pubblica nelle faccende eco- , nomiche dei privati produttori. Ne venne fuori che• intere popolazioni imploravano a gran voce che lo Stato rinunciasse a proteggerle, se QO a furia di tanta. protezion~ sarebbero andate in malora. Dove lo Stato aveva voluto proteggere s'era fatto il deserto. La Scieoza allora formulò il principio che lo Stato se ne stesse a casa sua e lasciasse fare ai cittadini il comodo loro su tutt' i campi della loro attivita: religioso, economico, morale e politico. La rivoluzione borghese, attuatasi per scoppio frenetico e risolutivo in Francia, lentamente e a gradi iri Inghilterra, solo parzialmente nelle monarchie tedesche (talchè anche adesso vi aduggiano avanzi di regimeoto feudale, come il fidecommesso, l'ufficiale distinzione delle classi e l' impedimento opposto alla trasmissione del possesso fondiario) e per improvviso sfacelo delle preesistenti istituzioni in Italia, attenuò notevolmente l'azione dello Stato in molti rapporti privati, specie di natura morale e religiosa, limitò la sua azione nel campo economico; ma se ne volle riservare una nel campo politico, talche anche oggi - mostruosa sopravviv( nza medievale -- resta il delitto politico di .pensiero , cioè il mero e pubblico atto adesiYo ad altre forme di governo che non siano le esistenti. Il successo politico <lella borghesia, m:sto a varie . altre cause, come per esempio le guerre nazionali, che suscitano, per loro natura: quelli che chiamerei i sentimenti collettivistici d'un plesso etnie:> parlante , . -· ~
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