RIVISTA POPOLARE DI Politica , Lettere e Scienze Sociali Direttore: Prof. NAPOLEONE COLA.JANNI (Deputato_al·Parlamento) Esce in Ro:µia il 15 e il 30 d'ogni mese Italia: anno lire 6; semestre lire 3,50 - Estero: anno lire 8; semestre lire 4,50 Un numero separato Cent. 30 Amministrazione: Corso Vittorio Emanuele n.0 115 NAPOLI Anuo X. - Num. 5 ABBONAMENTO POSTALE Roma, 15 Marzo 1904 SOMMA R.[0: Noi: Gl' avvenfmentf e glf uowfn1: (Da Toscani a Salvago Raggi; da Salv·go-Raggi a Badolo - Il conflitto Russo Giapponese - Per l'unità del partito socialista - L'università italiana a Rovereto - Per un ca davere che va sepolto). - A. AGRESTI:Cose di Russia - PAOLOMORBELLID: ella misura, del lavoro e della spesa d'esercizio nelle Ferrovie - ARTUROLABRIOL:AL'individualismo nella concezione socialista - LA REDAZIONES: tati· stiche politiche ed economiche - ALESSANDRUOLOR: Il panmongolismo giapponese - G. LANzALON-EMARIOPILO-: Il criterio morale - LPi nostre colonie: Per una « più grande Italia»: Lettera dal Brasile - VITTORIORACCA: Irregimentazione - FELICEPuLEIO: L'opera di un italiano nel Giappone - UMBERTOR1cm: La filosofia monista nelle recenti teorie fisico-chimiche - G. DE GENNAROI:l mO\imento operaio: Le sue leggi - Rivista d~lle RI vf!ilte: La lotta nell'Estremo Oriente (World's Wo,·k) - La conquista del potere (Socialistische Monatshcfte) - Il senato e la democrazia (La Ubertà economica) - La r~zza dei sudamericani (Globus)- Recensioni - lllu&trazlonl nel testo . .!Dir Questo i")umero, per un incialei")te t.:ipo_graflco sl pù1o1oHca coi") graf}ale rltarclo. ~ La ~IVISTfl :i!>1$LL1$ ~IVIST:e, per aver clovuto pulo1oHcare ìl101tl artlco11 gla cetr)1-1 postl, è ìl'lei")o ricca cl.et solito: per 1a stessa ra_gloi")e a1o1olamo clovùto riìl'laf}clare a1tri artico11. · m.- fl&H a1o1oof}atl ci")e ai")cora non si soi") posti. 1-n rego1a co11' atr):t:nii")ist1<azloi")e, rii")t')oviamo 1a ptegi")iera cli ìl'lai")clar suloito 1'iìl'lporto ale11'a1o1ooi")atr)ento per rispar111iarci spese o 1avoro. ·GLi ftVVBNIMBNTI e GLI UOMINI Da Toscani a Salvago-Ra.ggl; da Salvago-Raggt a Badolo. - Ultimamente l' on. C1,lajanni svolgendo una sua interrogazione alla Camera sul Consolato generale italiano in Cairo concluse che il. C"rpo consolare italiano all'estero si distingue o pel male che fa o per quello che, con contegno buddistico, lascia fare. Egli prese le mosse da:i fatti di Cairo, dove un nucleodi valorosi professionisti aveva levato la voce e seguita tutta la procedura ufficiale denunziando le malversar.ioni della Società Italiana di Beneficenza e raccogliendo un pugno di mosche; perchè il governo si era limitato ad ordinarè un'inchiesta, che aveva trovato molte irregolarità, ma che non aveYa creduto opportuno applicare la massima: chi rompe paga! Questo deplorò 'l'on. Colajanni; ma aggiunse dell'altro con molta misura e nella speranza che il ministro degli esteri si decidesse a fare H repulisti del mondn ufficiale ita- -liano al Cairo, accennò a concessioni di appalti dell'ospedale in pagamento di debiti di un congiunto di un funzionario; ed· a danni ed interessi assai esagerati chiesti da un altro funzionario: il Toscani fratello del Console Toscani ..... Per un accidente dì vetture che produsse la contusione ad un braccio del Toscani qùesti doro.andò la bellezza dì 200,000 lire di danni ed interessi. Una contusione era divenuta un affarone! ... Ma la domanda scandalizzò tutti in Egitto ed ottenne un risultato strano. Mentre l'avvocato dì Rachaty bey ...:_ l'egiziano cui sì chiede,ano le L. 200,000-generosamente accordava lire duecento il Tribunale misto condannò il Toscani alle spese del giudizio! Figuriacnoci con quanto decoro ed autorità il Toscani potrà continuare a rappresentare l'Italia· in Egitto ... Ma queste faccende ital o• egiziane non sono che porcheriole .. C'è stata una porcheria grossa non solo tentata, ma consumata a danno della Cina e eollà complicità del governo italiano dal suo rappresentante nell'Estremo Oriente Marchese Salvago Raggi. Questi ebbe la fortuna di trovarsi a Pekino durante la ri',oluzione dei boxer~ e subl danni per alcune mjglia.ia di lire. Ebbene egli liquidò a sè stesso settecentoquarant,aml la lire ... Via! il tenente Modugno, che rubacchiò apertamente, non viene giustificato pienamente dalla condotta del rappresentante ufficiale dell'Italia? Il peggio si è che nella truffa compiuta dal civile ambasciatore a dll:nno della povera e barbara Crna pare che vi sia la complicità del governo italiano a giudicarne dalla calorosa difesa fatta dall'on. Prinetti del Marchese Salvago. Raggi in risposta all'amico nostro Mirabelli, che onestamente portò la cosa alla Ca.mera. Sulla grave quistione il Pungolo di Napoli pubblica una interessantissima lettera diretta dall' lng. Luzzatti ali' on. Mirabellì: vi sono confermate e dettagliate le accuse contro il marchese ambasciatore, il quale, ci si dice, che rer consumare impunemente l' ...affare ebbe cura dì crearsi dei complici facendo assegnare dei compensi ad altri funzionari, che non avevano subito alcun danno. Tra i funzionari vi sarebbe il figlio del Duca di Sermoneta, un galantuomo autentico, che ebbe assegnate lire novantamila e che· egli rifiutò. · In questo modo gli italiani, dì cui si vantò l'umanità e la onestà, hanno confribuito a ristabilire l' ordine in Cina. Si capisce eh~ si tratta di un ordine s11.i.~eneris da fare il paio con quello del Maresciallo Sebastiani, che può essere ammirato ed imitato da qualunque Società. brigantesca nazionale ed internazionale. Ora viene il meglio, cioè il lato più brutto dell'attività dei nostri funzionari all'estero. Ce lo ha rivelato l'on. Chiesa denunziando, tra lo stupore e lo ~degno , più o meno sincero, dei deputati le gesta compiute dal teriente Badolo nel famoso Benadir, dove rappresentava l'Italia. Qui si tratta dì as-sassìnii freddamente fatti consumare per ordine suo e di cui sarebbero rimasti vittime parecchi indigeni. Luraghì sarebbe stato sorpassato , e Badolo può ·ao·dare a tener compagnia al principe d'Aremberg. Non c'indugiamo su questo ultimo episodio dei nostri funzionari civiliz.zato,·i perché intendiamo ritoenarvì sopra quando vedrà la luce la relazione Chiesi-Travelli sul Benadir. Constatia.mo intanto che il Ministro degli esteri on. Tit-
RIVISTA POPOLARE toni lodevolmente confessò la fondatezza delle accuse formulate dall'on. Chiesi. X 11 confl 1tto Russo Giapponese. - Noi faremo grazia ai nostri lettori dei nostri piani strategici, piani meravigliosi che in quattro e quattr'otto annienterebbero i Russi se adottati dai Giapponesi e viceversa ; tanto più che dei piani ben combinati, infallibili e mirabolant.i ne servono tutti i giorni ai loro lettori tutti i giornali d'Italia e d'Europa. C'è dunque da scegliere, e i nostri lettori sceglieranno meglio senza il nostro aiuto. Piuttosto faremo qualche considerazione d'indole generale e morale che_ non ei pare inopportuna. Tanto la Russia che il Giappone parlano in nome del loro buon diritto; il Giappone fa da paladino alla Cina e la Russia da pacificatore e difensore della Manchiuria e tutti e due i governi dei due paesi invocano il buvn Dio a mettersi dal lato della giustizia vera. Pensiero lodevole in verità e pieno di santo timore di Dio. Ma se, avanti di disturbare il Padre Eterno interrogassero un pò i popoli <lei quali è questione c'è il caso che si sentissero mandare al diavolo entr,ambi? C'è da crederlo. - I Manchuriani non hanno certamente dimenticato le migliaia di loro spinti dai Cosacchi, nel Sungeri e ndl' Amur; e i Cinesi ricordano certamente le carezze dei loro frate lii gialli nella guerra del 1895; gli uni e gli altri sono dunque al caso di rispondere con la vera ragione e per la giustizia ai due contendenti. Ma c'è anche un altro fatto che non deve nè può essere trascurato, ed è la condotta subdola degli Stati d'Europa c degli Stati Uniti. La dichiarazione di neutralità è un largo e comodo mantello. L'Inghilterra, per esempio, è felicissima che il Giappone si pigli i grattacapi contro la sua secolare rivale in Asia; la Germania è felice che il piccolo amico dell'Inghilterra si sia ficcato in un ginepraio dal quale non ~everà le gambe con troppa facilità, e così•· di seguito. · Ora questa è la politica più immorale che possa essere m:1i stata seguita. E' vero che, su per giù, la diplomazia ha agito sempre con_ i medesimi metodi; ma il passato avrebbe dovuto almeno insegnarle che non è la menzogna, nè il metodo subdolo che, in fine, trionfa. Noi speriamo sinceramente che questa guerra non porti seco altre complicazioni, ma l'avvenire ci sembra molto minaccioso e ci piacerebb~ che _i popoli, invece di partecipare per i Giapp0nesi o per i Russi, si tenesser,o pronti a· trarre partito pe1· il loro benessere e la loro libertà da quelle complicazioni che la guerra Russa-Giapponese potrebbe far sorgere. X Per l'unità <lei part.ito so~fa lf~t~ - A proposito del Congresso di Brescia Enrico Ferri nelI'.Avanti ! del 3 Marzo ha pubblicato un articolo notevole per . serenità e logica , di cui sentiamo il dovere di riprodurre i seguenti brani: « L'uso della violenza non si cancella dalla storia passata né da quella avvenire. La superiorità del metodo soclalista sta però in questo: che, dove c'è il regime liberale borghese, i socialisti si servono di mezzi legali (voto, stampa, riunione, associazione, sciopero) e non ricorrono alla violenza se no~ quando la classe dominante tenti di sopprimere l'uso dei mez.z-i lerali. « Quindi è inutile parlare della violenza - per spaventare i pacifici ruminanti - come è inu•ile, uscendo di casa, gridare che i·ri caso di lerittima d~fesa noi siamo disposti anche ad usare i pugni o il revolver! « Il Congresso di Brescia ha messo in luce delle incompatibilità personali, ma non ha svelà.to una scissione di pa"- titn. Onde la dichiarazione decisamente separatista di Bissolati fece, per questo, allora, l'impressione dell'imprevisto. « L'esempio francese e l'esperienza italiana sono eloquenti per questo. « La soluzione catastrofica sarà o non sarà violenta - secondo il contegno della classe dominante. « Onde io dico e ripeto: ·quando si riaffermano, sinceramente, nella propria coscienza la meta della prnpri,.tà collettiva (che si viene preparando e maturando per· evoluzione -economica e per evoluzione intellettuale e morale) e il metodo della lotta di clasre, si può e si deve restare nel partito socialista. « E !estando vi si ha pieno diritto di cittadinanza, qualunque sia la tattica deliberata transitoriamente dalla maggiot·anza. E ciascuno dà al partito l'opera sua, nelle forme che meglio rispondono alle sue personali attitudini ed alle sue condizioni di ambiente. « Poiché nulla vi è di assoluto e di infallibile e di immut~bi!e nel mondo umano, non c'è altra regola possibile fuori d1 qnesta : la mOf!f!i,1ranza del pa,.tito decide .e tutti i c~mpnn_enti del part ,.tn_"bbediscono, co,i lerile disciplina, alla delthern71nne della maf!.f!lO,.anz.a « Ma le opinioni restano libere, per cercare di modificare (<1:pprofittando della lezione delle cose) l'opinione della maggioranza. « Perchè il Congresso n~zion~le non dovrebbe riaffermare qu~sto_ che è il pens\ero socialista., schietto e genuino umtario nella dl\·ers1tà delle tendenze e rigoroso nella disciplina degli atti? , « Perché taluni ultra-riformisti vanno dicendo : « se il Congresso non d_eciderà com e noi proponiamo , noi ce ne andremo e non c1 sottometteremo a.Ila disciplina ? » « Perché taluni ultra rivoluzionari vanno dicendo che bisogna cacciare ~al partito i « borghesi » che lo inquinano? « Cosl la questione è spostata e mal posta dagli uni e dagli altri. . « _D_agli_ultra-riform!~ti perché se hanno il proposito presta?1hto d1 1:on fare pm quello che.finom si è senipre fattoe c10è obbedire alla volontà. d~lla maggioranza-ciò significa che_ a l~ro non basta andarsene per conto proprio e per debito d1 lealtà - come fece De Marinis- ma non rifuggon? ~alle con se n~enze. dannose per il proletariato , di , una sc1ss10ne del partito: malgrado l'esempio doloroso dato dal partito socialista francese,' che tuttavia può rnvocare l'attenuante_ di non essere mai stato in precedenza unitariamente organizzato, come ·10 furono e sono i partiti socialisti. di 1utti gli altri paesi. « Ma se il proleta,·iato è unitario , giacchè è unico come classe sfruttata, perché il partito socialista, che lo rappresenta; non dovrebbe essere unitario? Per far piacere e comodo agli sfruttatori? Ma questi già stanno spiando il momento della. divisione , perché ..... avversarii divisi vuol dire avversari più deboli. · « E la quistione è mal posta anche dai rivoluzionariultra, perché proporre l'espulsione dei «. borghesi -,, significa giudic~re che essi non siano dei « socialisti sinceri -... E allora sarà una questio·ie di lealtà e, magari di revisione e di _giu?izio degli at_ti di pochi o molti inscritti, come già la D1rez10ne del Partito fece in altre occasioni· ma non è questione di scissione del partito. ' « Il partito è uno ed è rappresentato dal proletariato che, sul terr no della lotta di classe, lavora, cQlla propria organizzazione µolitica ed economica, alla realizzazione del!' ideale socialista. « Un partito in cui tutti i componenti abbiano le stesse i4entiche opinioni parziali e secondarie e lo stesso identico modo quotidiano di agire è impossibile. » · A questo articolo ha risposto il Bissolati invocando la fede,·azione e non la scissione. Se r.on è zuppa è pan bagnato! I g uppi organizzati separatamente finirebbero col sentire più acre la voluttà della battaglia. Data l'unità <lei fine - il collettivismo - ; data l'unità del metodo - la lotta di classe - non c'è ragione nè per la scissione, nè per la fed~razi~ne. Ci sarebbe per l'una e per l'altra-e le due cose s1 equivalgono se nei rifm·mi'sti è venuta meno senza che osino confessarlo, la fede o nel fine o nel metodo. Intanto richiamiamo l'attenzione dei nostri lettori su di un articolo del Deputato Socialista tedesco David, che tratta di questo argomeqto e che troveranno nella Rivista delle 1·iviste. X L'università 1ta11aoa a RoverPto. - Venne annunziata ufficialmente la creazione dell'Università per gli italiani dell'Austria a Rovereto. Unive,·sità? La parola è impropria; si tratta della sola facoltà di giurisprudenza. che da Innsbruck verrà trasportata nella patria di Rosmini. Non ci sarà. nemmeno la fa-. coltà di lettere e filosofia, a cui gl' italiani dell'Istria, della Carintia, del Trentino , di Trieste ecc. tenevano e tengono molto. Ed hanno ragione nell'accordare preponderante importanza a quella facoltà, perchè essa è quella che rispecchia il sentimento più ardente e può soddisfare in parte il bisogno generalmente sentito dagli irredenti italici dell'Austria, di mantenere vivo il sacro fuoco della coltura nostra insidiata e stretta da tutte le parti dallo slavismo e dal pangermanismo. . . Il governo austriaco.ha creduto con provve questodimento monco e timido di dare soddisfazione riehiest alle e insi-
.. RIVISTA POPOLARE 115 stenti degli italiani, che non volevano più frequentare l'università di lnnsbruck; dove la loro presen1,a provocaYa le violenze pazzesche e disoneste dei pangermanici, che in quelle regioni oltre che il fanatismo. che deriva dalla loro boria nazionale e dalla stupida credenza nella propria superiorità di raz7,a viene, rinfocolato contro la nostra gente dallo spirito clericale esagerato, che contraddistingue gli abitanti del Tirolo tedesco. Portando la facoltà di giurisprudenza nella minuscola Rovereto il governo austriac:o corl)mette un altro errore. Non contenterà nessuno ; acuii-à anzi il rualcontento della massa degli italiani irredenti che desideravano una vera Università ~n Trieste, dove sarebbe stata la sua sede naturale e dove sarebbe riuscita più utile; o almeno in Trento. Ed erra grossolanamente il ministero Korber se crede di spegnere od intiepidire _il sentimento na1,ionale degli irredenti dell'Istria del Trentino e di Trieste: colla mezza soddisfazione dat; non farà altro che riaccenderlo e preparare le Opportune condizioni per farlo divampare a momento opportuno. Del malcontento generale, del resto, si è fatta in-· terpetre in modo alto e gentile la stessa Roveret.., che ha declinato l'onore .di ospitare la facoltà che volevasi rega_- larle. Il movimento di ripulsione è tale che si dice che 11 governo austriaco ri nun1,ierà al progetto.' . E sarà bene; purchè non In.sci lo statu quo , che dopo 1 noti incidenti è di-venuto assolutamente intollerabile. PAr un cadavere che Vll- sepolto. - Dopo una slombata, lunga e caotica discussione sul riposo festivo obbligatorio la Camera che aveva approvato la legge col voto palese, la respinse a grande maggioranza a scrutinio segreto. La legge che apparentemente aveva il suffragio dei socialisti da un lato e dei cattolici o clericali dall'altro non contentava nè clericali nè socialisti ed era riuscita inorganica. La Camera , perciò , se l' avesse respinta col voto palese sarebbe stata logica ed incensurabile. Ma il contrasto tra i risultati delle due votazioni ha giustificatp le apostrofi violente partite dall'Estrema e l'accusa di viltà che nel paese con singolare unanimità venne formulata. Questi casi fortunatamente non sono frequenti e da vent'anni in qua non ne ricordiamo che un altro : quello che riguardava la Stazione ferrovia1·ia di Trastevere in Roma. Pel buon nome delle istituzioni parlamentari noi ci auguriamo che non si ripetano; comunque, per no• il voto segreto sul ,·iposo festivo segna l'atto di morte del 1a ventunesima legislatura. La Camera attuale non ha più energia, non ha fede, non ha ideale. Prolungarne l'esistenza è grave errore come è grave pericolo per la salute pubblica lasciare insepolto un cadavere. Nor. CC)SE Dl RUSSIA Mi sembra che due sieno i principali errori che sono stati detti più convenientemente a proposito della guerra Russo-Giapponese. Il primo consjste nell' affermazione della imperiosa necessità economica che obbliga tanto la Russia quanto il Giappone alla conquista di nuove terre e nuovi sbocchi commerciali ; il secondo sta nella opinione, generalmente sparsa, che questa guerra può essere la causa determinante di un cambiamento nella costituzione politica della Russia. Ora , un attento esame delle condizioni econoniiche e politiche della Russia , modificherà assai il carattere de11'affermazione_ e dimostrerà che l' opinione ha per. base il desiderio più che il sano esame dej fatti. C'è indubbiamente una causa econori,ica nel conflitto, e questa da una parte sola, cioè della Russia; ed anche questa causa non appartiene allo svolgimento ed alle necessità economiche della Russia ; ma sibbene agli interessi, più o meno patriottici del partito della guerra, e reazionarin insieme, che fa capo alla Imperatrice Madre, ad Alexei e:ff, a Po - dibonastezeff e a De Plewe. Il· capo del Santo Sinodo e la Imperatrice Maria Fedorowna, hanno considerato che la guerra puo essere un diversivo opportuno allo svilnppo , ora assai grande, delle idee moderne in Russia. Il dilagare del socialismo - che ha proceduto coll' aumentare dell'industrialismo nelle grandi città russe è un fenomeno che ha dato da pensare seriamente ai partigiani dello statu quo interno e la guerra ha per essi il carattere di una valvola di sicurezza; ed è perciò che con tutte le! loro forze si sono adoperati perchè la guerra fosse. Al tempo stesso il De Plewe ha dovuto ricorrere al medesimo espedier.te per mascherare la propria insufficienza a condurre la ferrngginosa macchina dello stato russo e l' Alexeiff, per nascondere molte irregolarità e molti affari loschi fatti sotto il suo patronato in Manchuria, a Porto Arthur e a Wladivostock ha dovuto mettere in opera la sua ·miglior buona volontà per paralizzare i desiderii pacifici dello Tsar, e spingere il Giappone, all' atto , per questa piccola potenza certamente inconsulto, dell'apertura delle ostilità. Ciò che è lecito all'uomo di genio, e che l'uomo di genio riesce a compiere, non è lecito e non è opera possibile ad ogni uomo di comune levatura, e il De Plewe - il piccolo uomo d' intelligenza normale - che ha rnccolto la successione del De \,Vitte, lo statista geniale, s'è trovato di fronte ad una tale situazione che avrebbe spezzato volontà, energie, e capacità anche più grandi delle sue; ed anche. se fossero state i~tenzionate di continuare l'opera del De Witte, nonchè di arrivarla come è stato il tentativo ed era il desiderio del De Plewe. Oggi il popolo russo paga col sangue la imbecil- . lità impotente dei ministri dell'Impero. L'occupazione della Manchuria, paese fertilissimo, ricco, quasi deserto ; des_ta molti appetiti fra i fìnantieri e gli affaristi russi. Quell'immenso nuovo territorio rappresentava una ·inesauribile sorgente di ricchezze private, e - non è ormai un segreto per nessuno che sia un po' addentro agli affari fì•. rnmziari russi - enormi estensioni di terreno furono acquistate da capitalisti russi, per poco denaro; furono depreziate del loro valore nell'intento di realizzarvi dei guadagni maggiori , e ·tutta una bella messe di speranze di tanto sfruttamento germoglio nel pensiero degli acquirenti. L'occupazione armata di Port-Arthur e di Wladivostoch creò .la necessità di f(1rnimenti e deposjti di viveri, d'armi e munizioni, uno sborso di milioni di rubli da parte dell'erario russo, milioni la maggior parte dei quali andrà diritta nelle casse forti degli speculatori ; mentre nei magazzini delle due piazze forti non entra la metà di ciò che il governo aveva inteso di acquistare ed aveva pagato. Si è cominciato già a plrlare di deficienza dei depositi di carbone , di sacchi pieni di sabbia invece che di farina, di cattivo stato delle munizioni, di forniture inadatte allo scopo. Quando Port Arthur sarà caduto nelle mani dei Giapponesi molte altre irregolarità e ruberie verranno alfa luce. Si sa,. tutto il mondo è paese ! Perchè le speranze dei capitalisti non fossero frustrate bisognav~, che con la guerra o senza, la Manchuria rimanesse alla Russi.a. Perchè irregolarità non venissero alla luce bisognava che la guerr~
116 RIVISTA POPOLARE venisse. a giustificare le perdite e lo sperpero, a erano 488 fabbriche con 58.86 5 telai e cir~a 80500 farlo sparire; in una parola, a nascondere setto il operai. fiotto del sangue la mano ladra che aveva trafficato. D'allora al 1894 le fabbriche non 1umentaruno Ma se questo può essere, è un lato della que- che di 12 rn:1 la produzione si calcolava più che stione economica; non è lél questione vera in nome raddoppiata. Nel 1900 la sola manifattura Bagarodella quale si è intrapresa la guerra, o si vuol giu- dosko-[loukboffsk possedeva da sola 9000 spole, stificare la presa di possesso, contro il trattato che 17or telai meccanici e occupava 13000 operai. Il la manteneva alla Cina, della provincia cinese, la prodotto annuo di questa fabbrica è di 25 milioni Manchuria. di franchi. Si dice: la R11ssia ha bisogno d'espandersi; il po• Una statistica del 1888 constatava che la lavopolo russo ha bisogno di nuove terrè e di nuovi razione della lana dava u:i prodotto di 48.315.000 . sbocchi. Ora questo è l'errore - ed è talvolta men- rubli, con l'impiego di 41000 operai ; oggi si cal7:ogna. - La Russia possiede immense estensioni cola che la produzione sia più che triplicata, il di territorio fertilissimo, incolte perchè deserte; la numero degli operai impiegativi è raddoppiato. Russia sta conquistando il mercato iodiano con i Malgrado la concorrenza delle Indie e dell'Amesuoi prodotti. Ha conquistato con le sue sete e i rica il commercio dei cereali è andato sempre ausuoi velluti di cotone i mercati cinese e persiano. rnentando dal 1867 al 1890. E il quadro seguente Quello che. ragionevolmente può essere d~tto dal- mostra in quali proporzioni: l' Inghilrerra e dalla Germania cioè che banno bi- Anni 1867-1871 1495 milioni di pouJs (1) soano d'una grandissima esportazione per bastare a » 72 _ 7 6 199 6 » >) » sè 0 stesse ·, non può essere detto a favore della Russia )) 77- 81 2826 )) )) » che non ha ancora raQ0 aiunto all'interno il culmine 8 ) ~ )) 2- 86 -3123 )) )) » della sua potenzialita industriale. 8 d 11 » 7 - 9 l 457 2 » » >) E' un fatto che la produzione e a Russia è an- 6 I )) 9 2 - 9 5 o 94 )) )) )) data sempre crescendo; e la sua esportazione è anc 1e cresduta in proporzione; mentre la importazione è L'esportazione del grano è di circa 364 milioni aoàata via via scemando ; ma la Russia non è an • di pouds ogni anno, cioè circa il 20 010 della procora nè alla pletora della sua produzione , per cui • duzione totale attuale. le necessitino nuovi mercati ; nè al p1assimo d'io- Sul petrolio il g0veroo ritira ora una tassa di gombro della sua popolazione per cui le occorrono esercizio annua <li 9 milioni di rubli, su una pronuove terre; nè a quel grac4o di generale ricchezza duzione di 206.897.000 pouds di petrolio bruto. che obbliga alla forte importazione, e alla necessita Malgrado il grande numero delle miniere la Russia di colonie che aiutino la madre patria. è ancora debitrice per il carbone, lo zinco, il rame, I 120 milioni di anime che costiti.::iscono la po- il piombo, dalle altre nazioni produttrici specialpolazine dell)Impero russo ed ;iumentano del 2 1\2 °[0 mente dall'Inghilterra, Germania, America del Nord, ali' anno,· vivono sopra una estensione di 20 mi- Australia e Sud Africa. lioni di km. in Europa od in Asia; fatta la pro- Nondimeno la Russia diede nel 1889 -per porzione lo stato russo è uno dei pa\:!si più spo- 372 50 kg. d'oro. polari del mondo. Infatti immense estensioni nella 924 pouds d'argento. Russia d'Europa son quasi inabitate; un terzo della 2 8r. 015 >) di rame. superficie della Siberia è deserto, assolutamente. 2.8oo.ooo » di minerale di zinco. Alcune cifre sul movimento commerciale cd in- 17 .836 >) di mercuno. dustriale della Rùssia dimostreranno che quantunque 37 milioni I[ 2 di ferro. la Russia sia nel suo periodo economico ascecdente, è tuttavia molto lontana da rappresentare una concorrente serie per le sue rivali nell'industria e nel commercio: la Germania e l'Inghilterra. Nel 1885 c~erano in Russia 19343 fabbriche e officine che davano un prodotto per 999.529.000 rubli; nel 1887 ce n'erano 1896 3 e producevano per r.074.967.000 rubli e nel. 1897 c'erano 27540 fabbriche d'import~10za maggiore ai 1000 rubli di produzione con un reddito annuo di 1r.646.797.000 rubli. Nel 1889 il numero degli stabilimenti a rendimento minore di 1000 rubli era di 585.969 con 91.728 operai. Oggi questo numero è decuplato: il numero delle fabbriche a reddito di 1000 rubli è triplicato. Il cotone è un~ delle grandi industrie russe. In questo ramo di produzione la Russia viene quarta dopo l'Inghilterra, la Francia e la Germania. Il progresso di questa industria è stato in Russia i o interrotto. Nel 1884 c'erano in Russia 67 filature e tessitorie con 3.200.000 sp<;>lee ~ 16.494 oper:ti e un:-i produzione di 300 milioni di franchi. Nel 1885 ci 11 commercio generale ha sc:guito il medesimo processo d'aumento che è mostrato nella tabella seguente per gli anni ed in milioni di rubli: Anno 1886 Esport. 488 Import. 426 Totale 914 )) 87 622 )) 399 )) 1021 )) 88 793 )) 39° )) 1183 )) 89 766 )) 437 )) 1203 )) 90 784 )) 435 )) 1229 )) 91 645 )) 53 2 )) 1177 )) 92 696 )) 488 )) 1084 Gli anni 91 e 92 furono anni cattivissimi per la cultura e il commercio dei cereali e questo spiega il minor valore della esportazione e il maggiore della importazione sua per l'anno 1895 si constata un rialzo che non è più diminuito, infatti abbiamo per 894 milioni di rubli di esportazione e 410 di importazione : un totale generale di 1304 milioni di rubli. Le esportazioni del 1889 con i paesi d'Europa furono, 1~ seguenti : (1) Il pond equivale a kg. 16 a 372 gr.
RIVISTA POPOLARE Con la Germania per 190 milioni di rubli )) >) Inghilterra )) 2 57 )) )) )) )) » Olanda )) 2 45 )) )) )) )) » Francia )) 35 )) )) )) )) )) Italia )) 27 )) )) )) )) » Austria )) 27 )) )) )) )) » Belgio )) 24 )) )) » (I). Le entrate delle dogane che nel 1878 erano di 5 milioni di rubli furono nel 1889 di I 38 milioni· sono state èi 200 milioni nel I 890 91. L' entrar; generale dell'Impero nel 1890 fu di 980 milioni di rubli. Somma considerevole certamente ma non tale _da potere essere detta grande. Infatti se noi cons1denarno la popolazione, e la estensione del territori_o dell'impero russo noi troviamo che esporta, proporz10ne fatta, 41 IO meno di cereali <lai Canadà; esport1 meno cotone lavorato dell' Inahilterra e della Germania, meno petrolio dell'America; e che non produc~ ~ncora abbastanza per sopperire ai bisogni m1med1at1 ddla propria popolazione. Sta in fatto che dal I 889 ad oggi , quantunque una statistica esatta n_on sia stata fatta, sta in fatto dico, che la e~po:ta~1o~e ~ cresciuta; ma l'importazione invece d1 d1mmmre e ~umentata, il che starebbe a prova.re _che una grande parte della popolazione co• n11~c1a a sentire nuovi bisogni, o soltanto ora a sod1sfare alle prime necessità. L'importazione nel I 889 ascese ad un totale di 437 milioni di rubli, nel 1892 era di 488 milioni· nel 1900 salì alla cifra di 512 milioni di rubli: Aum_ento di ri~chezza, poichè c'è più possibilita di acqmsto; ma ricchezza che somialia ad una bella . • t, ?11sena se compariamo il tenore di vita del popolo rnglese o _americ~no co_n quello del popolt> Russo; se compariamo 1 estens10ne del territorio russo con l'f.stensione dell'Inghilterra e del Nord America se C<;>n1pari~mo.1~ densità di. popolazione di questi'tre d1fferent1 paesi ; com paraz10ne che il lettore potrà fare facilmente da ~è. Non ~'era dunque alla guerra b imperiosa causa economica che si è voluto invocare· ed è questa proba?ilmen!e la ra~ione_ per cui, m~no che per Ù ~ecch10 yanuo reaz10nano, la guerra è impopolare in Russia e non era voluta. Certamente, orn~ai che la spada è tratta e che il sangue è colato , i~ p_opolo sembra rassegnarsi alla sua ~ort_e, e volent1en ascolta ed approva i predicatori d1 guerra. Tanto più che questi predicatori toccano _l~ corda, se_mpre sensibile nel popolo russo, della reh&10ne. [ Giapponesi sono un popolo pagano, essi ~pezze~anno _la santa Icona, strapperanno le donne a1 santi altan per sacrificarle ai loro feroci Dei: bisogna difendere la patria e la reliaione· 1 ' d' I O ' a guerra cosi 1venta poµo are. Ma questo appunto è il fatto che rende erronea la seconda affermazione di quelli che credono che un bene qualsiasi potra uscire da questa guerra. Nè le vittorie~ nè le sconfitte tireranno il mujich russo dalla sua 1gnorawrn, nè dalla sua soao·ezzione all'impero degli Tsar. Questo è, per il popgfo russo un p~oblem_a di psicologia più che di politica. ' Ch1 studia con un po' d'attenzione il carattere dei letterni r_u~si da ~?gol a Dostojevvskj, da Nek. rasoff a GorkJ 10 tutti I romanzieri o poeti trova il (1) I dati sul commercio dell'ultimo anno i lettori li troveranno in l.ln altro articolo, , medesimo carattere con piu o meno veridicità ritratto, del popolare russo, del muaik del povero · . b ' ' e 10 questo carattere e sempre rimarchevole la rasseg_n~zione _alla miseria,_ ,alla oppressione e alla autonta degli Tsar. E cw che - secondo il nostro concetto occièentale - e supremamente sorprendente e che in questa rassegnazione non c' e la speranza, neppure lontanissima, di una redenzione d_i ~o migl_in:am_ento di condizioni, d'una fine qual~ s1as1 della _m1sena, della oppressione, della sconfinata autonta. Il popolo russo è ancora allo stato di barbarie dei primitivi popoli sottomessi aali antichi S~trapi asiati~i o ai faraoni egiziani; e i componer.u delle classi alte, meno poche eccezioni e queste formano i ribelli , meno poche eccezioni i componenti delle classi alte son tanto barbari come concetti, idee e sentimenti, quanto lo erano i Normanni che conquistarono l'Ioahi!terra o i Visigoti che_ c<?nquistarono la Spagna. bSu tutta questa 'bar• bane 1mp_erano !o T~ar, il piccolopadre, e l' Icona, !a santa 1mn~ag:ne bizantina in _nome della quale 11 Pap~ consiglia la guerra, oggi, e impon,e la rassegnaz10ne sempre. C~rtamente, verrà un giorno in cui questa o-rande. sordida massa di bruti si ricorderà di essere 0 massa d~ umani_ e s~ 1 de~terà alla suggestione di speranze d~ una ~1ta piu libera e meno infelice; ma quel g10rno e ancora lontano. Mille coçfficienti contribuiscono a mantenere io vita, ed in luno-a vita lo Tsarismo: la ciiffìcolta delle comunicazion~ la grande lontananza che corre fra villaaaio e villaaaio la . ~ bb bb ' enorme ignoranza dei contadini - soli .., milioni di ragazzi frequentano le scoole elemen~ari - il misticismo che è, almeno fin' oaai parte intearale ' • t,t, ' b ' n~ll a01n:a ~ussa, e la poca possibilita che hanno gli operai d1 mettersi d' accordo, tl' intendersi di comunicarsi idee. Queste sono le principali, e co~tro queste la lotta fatta, fin'ora, dai partiti avanzati in Russia è stata inefficace o poco meno. Le città, certamente, sono più avanzate, le nuove idee vi sono state propagate, intese ed. accettate; ma nella campagna - e bisogna non dimenticare che alla campagrrn viv~ la parte ma~giore del popolo russo - h~ ca_mpag_nae, ancor oggi, quella che era :.i tempi d1 Pietro 11Grande e di Caterina devota· ciecamente . ' sup10amente, barbaramente alla Icona e allo Tsar. Ora supporre che la guerra avrà· per risultato di scuotere questa massa e di farla, di punto in bianco, pronta ad accettare nuove idee, e nuove condizioni e supporre po~sibilc il miracolo, l'estro na:urale l'imoossibile. ' No , disgraziatamente, il miracolo non avverrà. Alcuni studenti si agiteranno, alc,uoi- operai si faranno uccidere; il mugik contioL1erà a pregare l'Icona perchè i santi del cielo concedano la vittoria allo Tsar. Il contadino russo, la massa del popolo russo è, come tutti i popoli orientali, profonddmente fatalista. Egli è persu:1so d'essere nato destinato a vivere povero e oppresso, come lo Tsar è n:no destinato a vivere felice e potente. Dio ha voluto.,. cosi: il contadint) ru~so pensa che poichè questa è l:i volontà di Dio, deve farsi, nè può essere altri• menti. Se le sconfitte si succedon0 alle sconfitte i dolori ai dolori è Dio che lo vuole e bisoo na eh; sia fatta la su-i volontà. Quando arriverà iYora destinata le sconfitte si scambieranno in vittorie, Dio
II8 RIVISTA POPOLARE salvi lo Tsar! Questa la filosofia del contadino, del popolo russo; e i partiti avanzati non hanno ancora fatto a bastanza perchè le sconfitte di questa guerra possano farlo pensare altrimenti ed agire in conseguenza. I Giapponesi prenderanno Port-Arthur, prenderanno Wladiwostoch, ricacceranno i russi dal Yalu, smantelleranno Mukden, s'impadroniranno di Charbin. Il fiotto giapponese verrà a frangersi su le frontiere della Siberia. La Russia ha il docile contadino, ·il paziente e credente mugik che sa d' essere destinato a vivere nella miseria ed a morire per lo Tsar, e vi è rassegnato. Ed i milioni di questi docili bruti son la forza della Russia, la sua forza politica, la sua forza guerriera, la sua forza retrograda. Vanamente dunque si parla d'un bene qualsiasi che da questa guerra dovrà risultare per il paese che Pobicdonostazcff sfrutta in nome dei santi e lo Tsar opprime in nome del diritto avito e di Dio. Non il bene economico poichè la Russia non è al caso di averne bisogno e di poterne profittare ; non il bene politico perchè il popolo russo non è al caso di poterselo conquistare e di poterne usufruire. Questa guerra non avrà altro risultato, per la Russia, che un inutile sperpero di denaro e di sangue. A. AGRESTI. Dellamisudrael avoro ,. edellsapesda'esercnizeilolFeerrovie Nei miei precedenti articoli, pubblicati in questa Rivista (I), ho saputo dimostrare, in base a documenti ineccepibili, lo spreco dei vagoni e lo spreco di 100 milioni all' anno , nell' esercizio delle nostre ferrovie di proprietà della nazione. . Ora , grazie alle statistiche internaziqnali, 'pubblicate nel VI volume della relazione Saporito,· che resterà, nel suo insieme, la pubblicazione più importante che si sia avuta fin'ora in materia d'esercizio di ferrovie in Italia ; non soltanto mi è stato reso possibile , onfermare , col soccorso di documento ufficiale, gli sprechi favolosi enunciati; ma ho potuto penétrarne il dettaglio nei suoi principali coefficienti, riuniti nel seguente specchietto, il quale risponde meravigliosamente, con dati di fatto, a tutte le falsità, pubblicate dalla stampa industriale, in difesa dello statu quo; tanto convenientealla nazione, dice essa, come se la nazionè concentrasse • tutto l'essere suo nell'esistenza di essa stampa industriale. Una delle ragioni, che la riverita stampa industriale, accampa in difesa dello statu quo , coi suoi rispettivi favolosi sprechi di pubblico danaro è : - che i confronti semplici con esercizi di altre nazioni non reggono , perchè oltre alla percorrenza del materiale mobile, bisogna tener conto anche della percorrenza media delle merci e dei viaggiatori, la quale concorre pure a determinare con maggior es~ttezza la b,100~ utilizzazione del niateriale rotabile. (1) RìTista N. 22 an110 VII, N. 5 anno VIII e N. IO e 14 ;in110 IX. Ed è stato appunto per rispondere anche a questa giusta osservazione, che nel presente studio di confronto con esercizi esteri , ho scelto le sette reti dei diversi Stati la cui percorrenza delle merci e dei viaggiatori è~ in media, uguale alla· nostra, cioé, uguale a quella delle nostre tre reti principali, non diversificando che di un ottantesimo (3.a colonrJa ). Non ho potuto completare lo specchietto per ciò che riguarda la pendenza perchè nelle statistiche internazionali sopra citate mancano quelle francesi e quelle germaniche; ma da quel poco che ho trovato pare che le maggiori pendenze d~lle stride ferrate non siano in Italia, perchè, ad eccezione della rete Sicula che ha il 33 rer cento di strada con pendenza superiore all' I r per mille ; l'Austria ne avrebbe più dell'Italia, avendo sopra i suoi 8125 chilometri di ferrovia, il 288 per cento di pendenze superiori all' I r per mille; mentre la Mediterranea non ha che il r52e l'Adriatica il 17.~ E siccome la citata rete Austriaca, esercita dallo Stato, fa appunto parte dtllo specchietto con splendidissimi risultati; resta anticipatamente dimostrato, che neanche le pendenze 'potranno venire io s0ccorso ai nostri solerti privatisti, per giustificare il disastro permanente del nostro esercizio privato, senza controllo, delle ferrovie dello Stato ; pagate con le economie della nazione, fatte sulla luce, sul sole e sul pane quotidiano. E ciò premesso passeremo ad esaminare le diverse colonne dello specchietto,' onde rendere il confronto possibilmente alla portata anche dei profani. .' La prima colonna rappresenta la lunghezza delle reti prese in esame in chilometri. La seconda, la quantità dei viaggiatori-chilometro, vale a dire la quantità dei viaggiatori calcolata come se ciascuno avesse percorso tutta la rete. La terza, le medie di percorrenza delle merci e dei viaggiatori : quella in alto a sinistra , quella delle tonnellate_-chilometro; l'altra a destra la media delle due percorrenze. La quarta, le tonnellate-chilometro, calcolate, come è detto . sopra, per i viaggiatori. La quinta, rae_presenta la somma delle tonnellatechilometro co:c i viaggiatori-chilometro, che unite formano le cosidette, dai tecnici ferroviari - unità di traffico ·- e che io invece dico - unità di tra- 'sporto - parendomi più italiano. La sesta, la quantità degli agenti che ciascuna rete aveva io servizio nel r 898 per ogni chilometro di strada ferrata che aveva in .esercizio. La settima, ~li assi di vagoni; l' 0ttava gli assi delle carrozze; la nona le frazioni di macchine e la ;, decima il totale degli agenti. degli assi di carro e di carrozza e delle frazioni di macchina, che insieme formano le unità d'esercizio. Ed eccoci finalmente al buono. L'undicesima incomincia a dimostrare il lavoro prodotto in - unità di trasporto -·da ciascun agente; vale a dire, quante unità di trasporto avrebbe prodotto un solo agente col suo lavoro in ciascuna delle reti in esame; d' onde cominciamo a vedere che le medie unità di trasporto per un agente presso le sette reti estere sono 96,800 ; mentre quelle prod_otte in Italia non sono che 41,r ro: meno della m@tà; ciò che significa che il nostro perscnale è sprecato in ragione di 5 5[96 e che il
~r· ·e I o o i:! .... Cl) ... .... !:; Cl) - "' o o ~ - o o . Cl) e:: Cl)•- - E - .N ... bi) ... ·a <I) .e o .... 8 e '"Obi) ... 52 N - ·;:; ... o .. u .... o o bt <1J "' o o.. e o u ... .... p.. Cl) ...... "' e.> Cl) bi) .... «S Cl) <I) :o I> ... o ... ... V) .e V. ..... ·e ....... «S .... <si u "' «S a a V) <'O e:: o~ Cl) ... ..... <1J ... > u ,v ... (IJ U ·- ti RETI e STATI ... 'IJ N Cl) ~ E w ... ·- ..9 .... b.C • '"O 8 -~ 8 e -o <1J ... ... .; '"O ' Cl) ·- o.. '"O ... ... <i:: Cl) <I) e o -o '"O .e .... Cl) 52 bilo A ..... '"O Cl) ~ '"O "' V) .... ·a u ... bi) ..... ,_ ·- o ..... ·- ... ... - .... - V) ~-·- o~ .e ,(1$ "' V) V) o ,(1$ Cl) Q) (1$ .e ... .e E-- u .... e V) V) e .... .!:! P-. U. :>-u u <1J < < • <I) ~ e:: ... ~ E o o ~ o.. ,::, o Cl) o V) o e o. o.. Cl) ... .... ~ E-- (IJ ~ I - o... . <I.J 6 7 8 9 I 2 3-0 4 5 1 n J I 12 . - 2+4 6-1-7+8 +9 5 : 6 4 : 7 - - --------- --- ---- --- ---- ---- -- -- -- --- ------ --- --- 138-49 6 972 138 0243 - 17293 Francia Midi 2580 282303 356902 638205 106360 36400 94 )) Est II6o 319057 115-26 389616 708673 71 7 1061 206 0278 19446 101210 36720 Austria Stato 3125274865 1~9-36 541798 816663 916 1ot 4 129 0275 20865 89150 5343° . 83 Kaiser Ferdinando 910 448636 122-42 1430018 18786541756 2916 161 0406 48~36 106980 4904o 82 rr84034f rr11 Prussia 17880428649 115-24 755385 l 8615 178 0404 32574 101190 4044o 70 136-30 811 321 . Baviera 3898244021 436078 680049 144 0277 18037 83840 53100 83 Ferrovie Olandesi 976 337842 110-26 282814 620656 687 698 1 57 0257 l 5679 88910 40520 71 ' --------- ---- --- --- ----- ----- -- -- -- ---- ----- --- ---· Medie 333482 79 598937 932419 9544 l -,357 ) 158 0305 24786 97699 44 2 36 --------- --- --- --- ---- ---- -- -- -- ---- ----- --- --- Mediterranea 5805201538 112-46 206481 408019 816 801 125 0216 17636 50000 25778 79 Adriatica 5641 144311 151-56 169554 3138_65 647 676 103 0 177 14432 48680 25084 - 103 Sicula 1080 97653 70-46 7854o 176193 451 -,87 084 0140 9360· 24660 20334 58' ) . . / , ----------- --- --- ---- ---- ---- -- -- -- --- ----- --- --- . 638 621 004 0177 Medie 147834 So 149855 297689 I 3807 46921 2 3732 " . ( (1) Manca la parte di spesa d'esercizio che in Italia passa per le c~sse dei fondi di ris erva per la rinnovazione dei materiali . . o 'O o o e o .... .... .... .... o .... . Cl) I> .... . o ·N Cl.' I> e·- ...... o -o p. ... u u o -o e .... ..... "' o.. (IJ ... N ... V) Cl) .0 N .....e uo "' Cl) o u ._ ' .... o.. u -~--o ... e,: V) <si .._ V ~ 8 c ... :;~ ~'"O .... ·- (IJ ~=o ,(1$ o bs. V) .!:: ::l bi "· ~ Cl) o "'"' ·- o Ot ~t o e O·N o.. o. I 3 14 15 2:8 5:9 5 : IO -.- ·-- --- 21 I 5(626 36900 1549(550 3557° 39 14° 213012979 27804627 3857o 240912930 3635o 17002455 37700 2215 2414 3959° --- -- --- 2IIO 3056 37699 . -- -- --- 1628 1900 23130 14011800 7 174° II6l 1258 18930 -- -- --- 14261692 21675 I o ...... "' ... "' Cl) "'e -~ o .... o N I-o -- ....... bi)•- u <I) <lJ .e ~ e -o u "'o .... ,Cl)_. (1$ Cl) ~ o.. '"O ... .e <I) u v·a "' .... ... o <IJ Cl) ci bi) ~o.. u"' .... I> ~·v -o 16 17 ' - --- ---· 157674 147 2 5 223160 20547 201478 21532 534954 41844 312387 3°75 1 205187 24261 150963 r6545 - --- --- 386850 24315 --- --- (1) 97 194 16713 99126 12741 18958 8769 ~ --- --- 97° 15 12741 -<Il ... ·a o ~-- N Cl)·- .....,u - .... Cl) (JJ '"O V) Cl) o .... ~ "'O o u 18 I 7: IO --- 850 1056 1032 858 945 1348 1055 --- 983 --- 942 882 937 --- . 923 :;o - < - (f) 1--j > ro o ro o t-'4 > ~ tT2 .... .... '-0
120 f RIVISTA POPOLARE amoso 66 per cento speso in personale è :.;uscettibile di discendere fino al 30 per cento. .La dodicesima, di mostra che i nostri vagoni vengono utilizzati in ragione di 23,732/44,2 56 ; ciò che conferma con approssimazione lo spreco di 2 5 mila vagoni già da me dimostrato nell'articolo citato in prindpio, pubblicato in questa 'RJvista sotto il titolo: . Una grande camorra nazionale, sul confronto della Gotthardbahn (Svizzera) · La tredicesima, dimostra lo spreco, in proporzione . minore però delle carrozze, in ragione di 14121 ; ciò che prova il dolo nello spreco dei vagom. La quattordicesima, dimostra lo spreco·delle macchine, in proporzi0ne di 16130; poco più della ~neta. La quindicesima, infine, riassume lo spreco riunito , del person:ile, dei vagoni, delle carrozze e delle macchine; dimostrando la quantità delle unità di trasporto prodotte da ciascuna unità di esercizio, che sono 32,680 quelle prodotte, in media, dalle unità italiane. F:itto che sta a provare che le nostre unità di esercizio vanno sprecate iii una q11antita superiore al terzo delle occorrenti. Infatti, se le nostre unità di esercizio producessero il lavoro di quelle estere, le nostre ~nità di trasporto in 299,359 per chilometro (colonna_ 5.a) sarebbero prodotte da: 299,359: 37,680 = 7\}71• E s:ipendo che la media delle unità di esercizto e invece 13 811 , vuol dire che la quantità· precisa sprecata è di 13 8ll - 779l = 5840. Ora, stabilito che il costo delle nostre unita di esercizio è, in media , di 92 3 lire , come è dimostrato alla colonna i 8\ e che le 5 840 unità sprecate sono per ogni chilometro di strada in eset,cizio ; avremo per le tre reti italiane la seguente dimostrazione aritmetica: 5840X923X 12526=67,393,388,872; i quali 67 milioni 393 mila 388 lire e 872 millesimi, altro non rappres~ntano cbe lo spreco tradotto da. unità di esercizio in lire italiane, che tendono,. per altra via, a confermare il colossale sprecodi 100 milioni all'anno nel!'eserciziodelleferrovie italiane ( che fu il titolo di altra dimostrazione sul confronto della spesa) ( 1) solo in mezzi di esercizio. Altro cavallo di parata è la mancanza in Italia del necessariocombustibile , il cui acquisto all' estero importaforte spesasuperiorea quelledelle altre nazioni in possessodi miniere nd proprio territorio. Ma anche questo argomento che in apparenza parrebbe inconfutabile, .cade sotto le forc~e aritmetiche della colo·nna 18a dello specchietto; dalla quale risulta che la riuggior spesa proporzionale del combustibile viene largamente compensata dalla minor spesa della mano d'opera, malgrado la tante prebende parassitarie; dal momento che la spesa d'esercizio divisa per le rispetti ve unità di esercizio dimostra, come e qualmente , l'unità di esercizio italiana, costa in media, 92 3 lire; _mentre -.:iuella delle reti Francesi, Austriache, Germaniche ed Ohtndesi costa, in media, 986 ; fatto che sta a µrovare tutta la malafede polemica dei privatisti, perciocchè essi erano in grado di sapere , prima della pubblic~zione delb relazione Saporito, questo importante particolare. La terza scusante privatista, per salvare lo statu ·quo; con la cuccagna, dice l'onorevole Pantano, del monopolio d'un patrimonio di oltre 5 miliardi, con (r) Rivista N. 14, aooo VIII. l'annua rendita di oltre 300 milioni, è questa: le nostreferrovie sonotroppeaddossateper poter svolgere con regolaritd il traffico straordinarioche si sviluppa nei quattro mesi da settembrt a dicembre inclusi. Se non si sapesse che non possono essere che degli assoldati in rr.alafede, sarebbe proprio il caso di dire che sono dei grandi burloni. Perfino i ragazzi delle scuole elementari, sanno che l' Italia è ferroviariamente la nazioae più povera d'Europa ( 1). Infatti, fra le reti delle nazioni per le quali ho stabilito il confronto, l'Italia è ·quella che ne ha meno; come appare dallo stesso volume dal quale ho preso gH altri dati statistici. Come possono essere le più addossate? , Per ogni rooo km. ài snperficie, la Germania segna 98 chilometri, l'Olanda 37, la Francia 87, l'Austria 64 e l'Italia 55 : e con soli 55 contro la media di 83, come possono essere le nostre più addossate? Si può ben ammettere che in q·ùalche punto le nostre ferrovie possano essere dense tanto quanto le francesi e quelle degli altri Stati accluse: nello specchietto; ma da questo ad essere le nostre più dense ci corre. Ma a proposito di traffico straordinario vale la peoa di esaminare quello bavarese il quale si sviluppa con quasi gli stessi mezzi precisi dì quelli della nostra Mediterranea (colonna 6 e 7). Come faranno · quei buoni bavares: :i produrre 436,028 torinellatechilometro in media, compreso s' intende anche i pniodi di forte lavoro, con gli stessi mezzi, ripeto, della nostra Mediterranea, se questa dichiara, a mezzo dei suoi interpreti , o portavoci dtll' altrui -portamonete, che non può produrre che 206,481 ? (colonna 4a). E' chiaro che in Baviera per avere la media di 436,028 dovranno avere dei periodi che ne dovranno produrre 600,000. Produzione che se •;en~sse fatt1 dalla Mediterranea nei quattro mesi di lav0ro stra_. ordinario potrebbe rimanere, per gli altri otto mesi dell'anno senza far niente, fenomeno del resto spiegabilissimo quando si osservi (colonna 9) che la Baviera ha una dotazione di macchine corrispondente al quarto di più della dotazione della Mediterranea: e che perciò i suoj vagoni giungono a produrre . più del doppio in tonellate-chilometro (colonna 12) ed a fare una percorrenza annua pure su peri ore al doppio di quelli della Mediterranea (colonna 15). Per norma del lettore avverto il sopra indicato quarto corrisponde alla proporzionale minor dota- . zione di circa 300 macchine. Ma q1Jeste che occor- , reranno in aumento di dotazione alla Mediterranea quando il suo traffico in tonnellate-chilometro sia salito da 206,481 per chilometro, a 426,025 (colonna 4); mentre ora dovrebbe diminuire, in pro- · porzione del suo traffico, la metà precisa dei vagoni, ed un solo quarto delle macchine. Ed in simile condizione , cioè di spreto regolare di circa 2 5 mila vagoni, l'esercizio ferroviario privato dello Stato italiano, e anche malgrado la morta (r) Crediamo che qui l'amico collaborat~1e nÒn abbia tutte le ragioni. Certo l'Italia per chilometri quadrati no? ha 1:: quantità delle ferrovie dell'Inghilterra, della Germama, ddla Francia, del Belgio - e i lettori io questo· stesso numero troveranno i confronti statistici; ma non si può negare l' addossamento io taluni punti che deriva dalla sua configurazione geografica. N. d. R.
RIVISTA POPOLARE I2I stagione, tiene µarecchie migliaia di vagoni a nolo, per i quali paga parecchie centinaia di mille lire all'anno! E qui voglio sperare che nessuno, compre~i , pi~ì arrabbiati -difensori dello statu quo, oserà negare che se i detti noli in luogo di essere pagati dal Governo, coi denari dei contribuenti, li dovessé:ro pagare le Società esercenti, coi denari degli azionisti, non solo si sarebbero già da tempo r.estituiti i vagoni alle Società noleggiatrici ; ma data l' attuale dotazione, proporzionatamente super'iore ;:i tutte le fer- - rovie del mondo, come lo ebbe a constatare la stessa Regia Commissione d'inchiesta (1), non si sarebbero mai fatti dei noli. _Questo fatto grave mette a nudo una carnorra che dura almeno da un quarto di secolo, con tutte le caratteristiche del furto continuato; notissima nel mondo ferroviario italiano, dal tempo d'un famoso Capo Servizio del traffico, che era contemporanea• mente Consigliered'Amrninistrazione d'una Società noleggiatrice di vagoni, il quale, trovava cert•> più utile lasci.tre Genova senza vagoni, perch~ coi suoi Grandi Corniz._i, obbligasse il Governo ad autorizzare a pagare i noli alla sua Societa ... Ed ora al Personale. Ch~ il nostro personale ferroviari0 sia esuberante . di una buona metà, oltre alle indicazioni matematiche dello specchietto, ce lo dicono anche le proporzioni di confronto dell'esercizio di Stato francese ( chilom~tri 268 5). Que5t'ultimo con 418 agenti produce 344,505, (corrispondenti a 83,110 per agenti) unità di trasporto ; e quindi il. doppio preciso di quanto. produce il nostro. Ce lo dice pure la nostra tanto vicina Società della P L M, la quale, con un traffico corrispondente :1 poco meno di tre volte il nostro, non ha che 799 agenti per chilometro, con un prodotto di· 107,540 unità di trasporto per agente. Ma la Paris Lyon Mediterranèe e l'Esercizio di Stato francese, oltre a questo importante insegnamento sull'utilizzazione del personale, ben altro insegnamento arrecano, al quale mando e raccorr.ando i nostri illustri privatisti e che è il seguente: Mediterranea Amministrazione Generale Agenti 19ro Adriatica >> >) » 2042 Paris Lyon Mediterranèe J) >) 668 Chemin de fer exploités par l'Etat » » 166 Spesa annuale di personale. .Amrninistraz..ionegenerale. Mediterranea . . L. Adriatica . . . . . . . » Parìs Lyon Mediterranèe . . . » Chemins de fer explç>itès par l'Etat >) 5,558,33 2 4,59 1,8_53 2,II 9,499 644,906 Ora, riunendo le due reti francesi avremo: 892 t 2685 = II667 km. corrispondente ad una rete superiore di 221 chilometri di più che le due reti italiane unite insieme, le quali per l' esercizio in esame; non avevano che: 5885 t 5641 = 11446 chilometri mentre la loro spesa riunita ammonta alla bellezza di 7,390,780 di lire in più delle due reti francesi, per il solo titolo - .Personale delle Amministrazioni Generali - Non pare ai nostri illustrissimi privatisti che solo nella spesa di questo (I) Relazione I volume, pag. 3 53. titolo si potrebbe risparmiare almeno la cifra tonda di sette, milioni ? Ma andian~o avanti ; chè per i salvatori del povero contribuenttitaliano, con la conservazione dell'attuale monopolio senza controllo, c,è di meglio. La mecìia delle unita di trasporto delle nostre due Società Mediterranea ed Adriatica corrisponde a 360,992; quella delle ferrovie esercitate dallo Stato francese, come già è detto sopra, è di 347,505 Come si vede Ja differenza del rispettivo traffico per chilometro è di poca cosa. · Ma come è pic.:ola la differenza del traffico altrettanto grande, molto più grande, è la spesa di personale. · Infatti, la spesa per chilometro, in media per le nostre due Societa è di lire 93 r 9,50; mentre quella dell'esercizio di Stato francese è di sole L. 5046; senza contare che _il nostro manuale si paga con un minimo di lire 1,75 al oiorno; mentre è notorio 'che la paga miRima in Francia è di lire 3. Ci vuol bene una coscienza elastica come quella dei nostri privatisti, che questi fatti non potevano ignorare, per saper fingere di spaventarsi d,un probabile esercizio di Stato in Italia battendo la gran cassa della stampa industriale per salvare il nostro povero contribuente. Gesuiti ! altro che carità pelosa. . Ma d?ve. la nostra riverita starnp::,,industriale raggmnge 11 diapason della mala fede è ora sulla di- _scussione del riposo settimanale · dal quale vuole escluso il personale ferroviario perchè importerebbe una maggior spesa di 15 milioni circa, dovendo essere aumentato d'un settimo. Chi è che non sa che il personale della linea fa già la festa e che quindi per il 1,ersonale della manutenzione la maggior spesa sarebbe insignificante? Chi non sa che il personale del traffico al1a Piccola fa già la mezza festa e che per il disb.nao del lavoro della domenica e del lunedì alle gestioni ed ai magazzeni basta la meta del personale e che quindi si potrebbe lasciare l'altr.a meta a far festa senza la spesa di un millesimo 1 Resta il personale di modmento il quale già gode generalmente un giorno di riposo ogni due settimane; i>~r la sua sovrabbondanza si potrebbe benissimo venire al riposo settimanale senza l'aumento di un solo agente, tolto per qualche Capo Stazione o CafJO fermata. - Cosa resta dei famosi 15 milioni 1 - La sola malafede privatistaI No, signori egregi della dottrina privatista, il pericolo dello sperpero del pubblico denaro nell'eserciziu delle ferrovie, non sta nell,esercizio di Stato; ma bensì in quello priv.ato, come il nostro, per contodello Stato. E questo per la ragione semplicissima che il primo è soggetto al pubblico controllo ed il secondo no. · Nel primo, una volta stabilita la spesa, secondo la scienza pratica, sopra l'esempio di altri esercizi ccnsimili, come potreb_be essere appunto quello di Stato francese; la spesa preventiva non si potrà oltrepassare che in casi eccezianali; giustificati da fatti notori e specifici; nel second9 invece si potrà sem- 1 pre preventivare larghissima, per poter dare sfogo alle imposizioni politiche, bancarie, e per conseguenza anche nipotistiche; salvo poi a rivalersi con contratti onerosi per lo Stato o con conti di spese
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