RIVISTA POPOLARE 89 rer una·negataautorizzazionea procedere*- ----- i( per l'asinità di certimanistrati e per altre <:os~ --- .... ◄--- Pochi giorni or sono la Camera dei Deputati accettando il parere umanime della Commissione e del relatore on. Callaini ha rifiutato l'autorizzazione a procedere contro l'on. Colajanni chiesta dal Procuratore del Re di Roma per reato di stampa (voto di distruzione dell'ordine attuale di cose ec). . La Camera non solo si è mostrata scrupolosamente giusta verso l'amico nostro; i11a ha risparmiata una mortificazione al Procuratore del Re di Roma ed evitata una discussione, che sarebbe riuscita poco utile per le istituzioni. La richiesta del Procuratore del Re fu determinata dalla ripubblicazione, senza che nulla n_e sapesse l'autore, fatta dal Giornale La J;,uce, di Roma di un vecchio articolo del Colajanni, pubblicato in tempi più reazionari e non sequestrato allora. Mi pare opportuno fare conoscere detto articolo ai lettori della Rivista per vari motivi: 1.0 serve a misurare l'asinita del magistrato romano_; 2.0 è sempre vero ed inconfutabile; 3.0 una recentissima ed interessante pubblicazione di Casa Treves lo ha reso di grande attualità. Eccolo integralmente. LA GltAZIA DI DIO Nelle monarchie il caso ordinario è questo: a capo dello Stato sta un individuo al disotto del livello medio fisico o morale o intellettuale dei contemporanei. Cio che è una conseguenzafatale del principio della trasmissione ereditaria del potere. La psichiatria, confortata dalla storia, infatti dimostra chiaramente che_ le migliori qualità di una famiglia aristo- ~ratica si trasmettono in proporzioni sempre minori nei discendenti. La dege::erazione si presenta fatalmente nelle migliori e più vigorose dinastie. Enrico Morselli, il valente psichiatra dell'Università Torinese, ha popolarizzato tali conoscenze, sinora patrimonio esclusivo degli scenziati, in una serie di conferenze, raccolte in un libro. In conseguenza di questa degenerazione fatale si ha, che bisogna scorrere molti secoli di storia e di molte monarchie per trovare qualche sovrano, che possa paragonarsi a qualcuno dei presidenti americani. Tutto sommato e ponderato, un Re molto più elevato dei contemporanei è cosa tanto rara quanto un terno al lotto. E la sorte cieca soltanto assegna ai popoli queste fortune eccezionali come i terni agli individui. La volontà degli interessati. non ci ha che vedere. Laonde in repubblica si potrà dire che il Popolo ha quasi sempre il presidente che si merita: mentre in monarchia il Popolo ba quel Re che il caso e il grado di degenerazione della dinastia_ gli assegna. Il Popolo può essere eccellente e il Re puù essere pazzo come Giorgio III e Lodovico di Baviera, Ubertino come Enrico VIII e Giorgio IV, imbecille come tanti ben noti re travicelli. Ciò in quanto al merito intrinseco del capo dello Stato. Adesso dicasi dei criteri seguiti nelle monarchie nel ricompensare i meriti dei sudditi. Il Principe di Galles, che fu poi Giorgio IV, ebbe a maestro lord Bruce, ma 10 scolare, sapendone di più constatò una volta un errore di prosodia commesso dal maestro. La condizione di lord Bruce divenne insostenibile e fu giocoforza sostituirlo. Giorgio III a confortarlo e compensarlo lo creò conte; cosi, osserva Tackeray colla sua fine ironia, lord Bruce ' è fatto conte per un errore di prosodia, e Nelson semplicemente barone per la vittoria di Aboukir. Questa la ordinaria graduatoria nelle ricompense sotto il regime monarchico. L'Italia ne somministra esempi edificanti buon i a conoscersi. A Mazzini il sommo ·res 'Jratore del principio nazi0uale, la persecuzione e l'esilio; a epretis, il demolitore del carattere, l'apoteosi. Garibaldi, i L vincitore di cento battaglie per la patria e per la libertà, in Roma è rammentato ai posterl nella stessa misura di Minghetti che illuminava la sua villa al ritorno cii Pio IX da Gaeta. Carezze, onori, ricchezze ai borbonici e agli austriacanti che furono nemici d'Italia, sino alla ventiquattresima ora; disprezzo, ingiustizie,. e all' occorrenza un po' di piombo ai patriotti e agli italiani. della vigilia. Impunità e protezione ai clericali che vogliono distrutto lo Stato: ostacoli innumerevoli e punizioni ai radicali che vorrebbero soltanto riformarlo .... E la rubrica potrebbe essere continuata I hPoLEONE CoLAJANNt ?Jeputntoal Parlamenlo Perchè si possa legittima ente incriminare sirfatto articolo si dovrebbe di rurre la storia e rin negare la logica, eh' è pure t 1teria obbligato_ria nei Licei e nelle Università. Ii pr 4uratore del Re di Roma in ogni modo· si dovrebbe affrettare a consigliare al collega di Milano il sequestro del libro testè ~ubblicato dalla Casa Treves e che si occupa esaurientemente di uno dei protagon,ìsti, Giorgio IV, cui si accenna brevemente nell'articolo del Colajanni. Il sequestr'o del libro di Graziano Paol<? Cle_rici (Il più lungo scandalodel secoloXIX. Carolinadi Brunswich principessadi Galles) (1) non è avvenuto e non avverrà; perciò quest'oggi pro_c\HO a_m~ lo svago e spero anche ai lettori della Rivista di spigolare in esso qualche tratto che valga a far co~osc~re mealio Gioraio IV e che ci procurerù ;rnche 11 piacer~ di far 1~ conoscenza della sua degnissima moalie Carolina di Brunswick. Riproduco sempre te- ;tudlmente citando la p;1gina. Sul Principe di Galles che fu poi Gi~rgio IV~ S(:riv_e Tackeray: « Il parrucc~iere che. gli. :1lla~ciava 1l toupet, e il sarto che gli faceva gli ab1t1 gli davano un aspetto elegante; oltre quell:1 parvenza non e' era altro ». « Erano suoi compagni il duca di York, suo fratello il terribile Fox Sheridan e tanti altri che eb- ' ' bero in seauito altra fama. In gara con loro supero tutti nella O grnndiosi tà ...dello stravizio, nel dispr~zzo di ciò che è convenzionale, nella p,1zza profusione del denaro e nella enormità! : , orgia » (pag. 6). Il Barone di Malmesbury fo. 11viato, che chiese la mano di Carlotta pel principe di Galles. Egli trovò che il duca la duchessa di ..unswick e la figlia non erano s~inchi di santi. Eb parla deiL~ duchessa Augusta la quale lo prese a parte e gli narrò tante cose della piccola città e della. <:o:t~ e tante brutte cose della infedeltà e della tn vialna del marito. È vero che servirono :1 far meglio palesi quelli di lei; ma intanto app:iriva al baro!1~, e appare anche a noi, in ch_eambiente_stra?o e viziato si viveva (pag. 10). Carol1t1asoleva dire d1 sua mad_re: « Mia madre è vissuta male, ma non sarebbe vissuta si male; se mio padre non fosse vissuto peggio ancora » (pag. 36). « In Brunswick la cr~naca indiscreta susurrava che (r) Milano Fratelli Treves 1904 L. 5.
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