Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 4 - 29 febbraio 1904

88 RIVISTA POPOLARE obbedite alle leggi del paese, e in caso di necessità 8a crificatevì di tutto cuore per il bene del paese. « Date così il vostro pieno aiuto alla Nostra Dina stia imperiale, ete1·na come l' Unive1·so etc .... > Questo rescritto posa le basi naturali della morale m '3> chiude anche in sè, e specialmente nel seguente p a ragrafo; tutta una educazione ed una morale asso• u mente nazionalista più che patriottica. '3to è il testamento lasciato a Noi dagli anteche deve essere osservato dai discendenti e l l l diti. •1esti prirrcipii son perfetti per. tutti i secoli e 9.pplicazione universale. È nostro desiderio por- '- cnore in comune con voi , Nostri sudditi, . . è 11 oi possiamo possedere sempre q uest.e virtù. » n ra qn ando questo insegnamento è completato d':tlla 01 ula - che gli insegnanti di tutte le scuole elettari ficcano e rific-cano in capo ai loro scolari - ,., il nost1·0 paese, fra tutti i paesi, ha un imperache nel mondo non ha rivali » si capisce facilte quale potenza debba avere il sentimento pa~ tico in un popolo, che da ieri soltanto ha abbracle nostre forme dl civiltà. -r loro, e nel loro sistema di educazione la Storia è . , o per eccellenza: « In verità la storia del nostro , costituisce indubbiamente il nostro libro sacro e rale. > Di quì le esagerazioni degli istiche bituano i ragazzi a cammin~re a piedi 8ulla eve per prepararli a conquistare la Sibeche segnano in nero la penisola di Liao-tung carta della Cina per far bene ricordare ai loro ri la prossima conquista che deve essere fatta Giappone. Alla scuola non si insegna una religione matica, si insegna in quella vece il culto del Paese, 'Imperatore, degli Antenati, e, naturalmente, questo culto fa risaltare il maggior valore del popolo giapponese su gli altri popoli del mondo. E un eccesso di orgoglio nazionale che dif- . ficilmente trova riscontro in Europ~ e in America. « Nei paesi stranieri , dice un mannaie di morale nelle scuole, nei paesi ::,tranieri alcuni profeti sono andati a predicare la morale ~gli uomini, ma gli uomini son rimasti crudeli e simili a bel ve. Al Giappone non ci sono sta ti profeti , ma i 1 L' Imperatoredel Giappone. popolo è dolce, perchè il nostro clima e il nostro suolo predispongono~ gli animi alla bontà. ,, Questa bontà si esplica nell' odio agli stranieri, nel disprezzo di tutto ciò che non è giappones~ ,_ nella convinzione , profondamente radicata nello spinto del popolo giapponese, cha nessun popolo è virtuoso, prode, buono, valente come il giapponese. « Il Giapponese, è detto nel medesimo libro di morale è guidato dall'amore della virtù, mentre il vile europeo non cerca che il piacere :fisico e sensuale. ,, Certo in questa frase, per quanto dura, c'è un grande fondo di verità e i Cinesi lo potettero sperimentare quando l' Eµropa civile mandò i suoi pedoni a devastare il Palazzo imperiale a Peckino, ma e' è anche la riprova della parabola di chi vede il Cruscolo nel1' occhio del vicino e non la trave nel suo. Questa patriottica virtù giapponese, questo concetto di essere il popolo eminentemente morale porta diritto ad una erronea estimazione del proprio valore, e genera quella ipertrofia dell' amore del paese che è il nazionalismo più esoso e più pericoloso. E questo insegnamento si complica con la devozione perfetta all'Imperatore che discende da antenati il primo dei quali , Ninjgi-no-Mikato fn chiamato dal cielo su la terra dalla Dea Ama-terason per governare il Giappone. Un passaggio d'una storia del Giappone porta questo preciso paragrafo. « Il mondo è grande , il numero delle Nazioni è immenso, ma su quale riva si potrebbe trovare un popolo che abbia una simile famiglia imperiale, e un simile popolo? » Di ·qui alla convinzione che il popolo giapponese è il perfetto fra tutti, di origine divina e a tutti i popoli superiore , non c' è che un passo e i Giapponesi l'hanno fatto; ci sono poche famiglie, oggi, che non si vantino d' essere parenti più o meno lontani dell' Imperatore, e quindi d'origine divina. Questo insegnamento dell' orgoglio nazionale è comune a tutte le scuole elementari primarie e secondarie. Naturalmente, i sentimenti di morale alle Uni-- versità ed alle scuole superiori cambiano di tono e si arriva fino alla dichiarazione. « Guardatevi dall'unirvi contro lo straniero, e dal disprezzarlo perchè straniero. Bisogna giudicare gli nomini dalla loro condotta, mai dalla loro nazionalità '). Ma queste sono modernissime idee delle classi più alte della nazione giapponese. Per il popolo che non segue che le scuole elementari gli stranieri sono i. barbari, gl'inferiori, gl'indegni di stare a trnttare alla. pari coi Giapponesi. E in questo sentimento sta veramente il pericolo che minaccia l'Europa, non già nella indipendenza delle sue nazioni, ma nella sicurezza pei suoi commerci e dei suo1 emigranti. ♦ La Politica nella Scuola.- Il Prof. Ghisleri comprese l' importanza di uno dei nostri stelloncini intitolato: P1·ofess01·ied uomini pol'itici contro la politicn, lo riprodusse integralmente nelle sue simpatiche: Oomunicazù.,ni dl un collega (N. 6-7) e lo fe~e seguire da questa coda che crediamo utile pel nostro assunto di riprodurre: « Senza entrare nel merito delle osservazioni personali del nostro amico, abbiamo sottolineata l'ultima delle sue considerazioni - quella in cui si afferma la necessità di educare e formare buoni cittadini, che si occupino di buona politica-perché combina con quanto avremmo detto noi medesimi. Bisogna venire in Italia - ultimo dei paesi civili - per sentire proclamare col più ingenuo sussiego certe bestialità. " Proprio di qnesti giorni , invece, leggevamo riella Revue Pédagogique: « Il Sovrintendente dello Sta~o di New-York, M. Skinner, indirizzandosi ai maestri di Rochester ha detto loro : n bene d' una nazione dipende dalle conoscenzepratiche della politica possedute dalle persone ist1-uite: Io non ho alcuna simpatia per le persone' troppo al disopra delle altre e troppo aristocratiche per imparare a vota.re. Io impegno i maestri a mostrare ai loro alunni come si muove la gran macchina politica. I fanciulli devono imparm·e la po· litica piuttosto a scuola che nelle strade. • Come vedete, C?Sedell'altro mondo! No.t

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==