Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 4 - 29 febbraio 1904

• 86 RIVISTA POPOLARE volere collaborare in alcuna guisa colle classi borghesi e di attenersi nel .modo più. rigido alla tattica della - lotta di classe. In qnanto ad azione immeaiata politica cd economica, niente: la 1ivoluzione rimane più che mai ... copernicana. La tendenza riformista, se rimarrà battuta , com'è lecito s11pporre dalla prova generale di Brescia , al Cong' esso Nazionale si staccbera definitivamente dalla parte avversa? Ciò, in casi simili, non è avvenuto altrove: Bernstein è rimasto sempre nel partito. benchè sia forse più riformista di 11ura ti e sia stato ba ttu to jn diversi Congressi della Democrazia sociale tedesca. _Perciò noi crediamo che non prevarranno i criterii manifestati da Bisso]ati, forse in un momento di dispetto, e com,igliante la scissione aperta e definitiva. Questa potrà avvenire soltanto nel caso in cui gli intransigenti volessero abusare della vittoria e proponesstro l'espulsione di qualche riformista, sincero· per quanto imprudente. Alla scissione si verrebbe se si ripetessero casi simili a quello della espulsione di Garzia Cassola che ha avuto il coraggio di manifestare . un severo giudizio contro Ferri pel processo Bettolo. · Se la scissione si avverasse i riformisti perderebbero sicnramente qualche collegio e verrebbero attratti fa. cilmente nell' orbita del radicalismo. Pel radicalismo sarebbe una buona fortuna. Riformisti e rivoluzionari su di un solo. punto si trovarono di accordo: nel dichiararsi antimonarchici. Ebbero pa.ura o vergogna di proclamar:;i repubblicani. Anzi se dobbiamo giudicarne dai resoconti, che abbiamo dinanzi agli occhi, Walter Mocchi fece qualche passo indietro e si professò meno repubblicano e più antimonarchico di Claudio 11reves. . ,. La tendenza sincera si rivelò colle parole di Turati che accusò le due maggiori repubbliche del mondo, la Francia e gli Stati Uniti-e perchè non aggiungervi ]a Svizzera? - di essere ... protezioniste. Senza volerlo rispose a coloro, che contraddicendosi, vollero fare la repubblica sinonimo di libe1·ismo come ora. con parecchi calci alla logica, altri vuol rendere sinonimi socialismo e liberismo. Sicchè pare arrivato il momento in Italia di vedere fraternamente abbracciati economisti individualisti, soci_alisti repubblicani, cani e gatti, ebrei e samaritani, nel nome de'l liberismo doganale ! ♦ Il momentoattuale nei Balcani.-11 primo atto della tragedia preparata dall'Europa, ai snoi danni, si svolge ora nell'Estremo Oriente. Il Giappone ha preso le armi per insegnare alla Russia, e attraverso ]a Russia, al1' Europa, che la furberia, l'ipocrisia e i sottintesi male si adoperano nei trattati fra nazioni /''come fra individui. La Rnssia dichiara di occupare temporaneamente la Manchuria,,ristabilirvi l'ordine-quel solito ordine che cela il disordine più mostruoso - e riconsegnare la provincia alla Gina. Invece a danno del1' Europa , e più del Giappone, che vede [!dalla Manchuria rnssificata:minacciati i suoi interessi e più l.a sua nazionalità , a clanno della Cina, la Russia , s1 è presa la Manchuria e non intende abbandonarla più. Nè l'Europa ha avuto coraggio, nè avrebbe diritto di protestare. Troppe] simili,fl temporanee occupazioni le pesano su la coscienza perchè possa richiamare la Russia al r;spetto dei patti. Lo può il Giappone, e lo fa ; lo fa virilmente forte e cosciente del proprio diritto, e vanamente noi pensiamo che lo Tsar chiama la benedizione di Dio ~u le· sorti delle.-sue armate. Se Dio si occupa delle miserie -degli uomfni , è certo che egli non deve sorridere a chi manca di parola, a chi non· mantiene i patti, a chi agisce ipocritamente. Il caso _della Rnssia in·.,Manchuria. Ora dunq ne il primo .atto della grande tragedia si svolge :-nei paesi lontani ai quali l' Europa è andata a portare insieme ai suoi vizi la educazione alle sue armi ed a1 saoi sistemi di guerra. . Il secondo atto si svolgerà in Europa e non è lontano il tempo in cui vedremo su le prime scene di questo atto, più tragico assai del primo·, alzarsi la tela degli avvenimenti. Ed anche di qnesto e iu questo l'Europa è colpevole e pagherà il fio della sna ipocrita diplomazia, e della sua vii tà . La Russia, lo abbiamo detto più volte,· lo ripetiamo e lo dimostriamo altrove, aveva tutto l' interesse ad evitare la guerra; l'Europa ci aveva un interesse anche maggiore della Russia. Sarebbe bastato che le potenze europee avessero fatto capire al Giappone che, ~e vinc-itore, non avrebbe guadagnato neppure quel pò che guadagnò nella guerra contro la Cina , se vinto non avrebbe trovato aiuti nè g:uanzie; sarebbe bastato avessero fatto intendere alla Russia che la nentrà.lità è una parola vuota di senso dato il metodo russo di rispettare i trattati, e che le complicazioni che avrebbero potuto sorgere in Europa sarebbero tutte a danno della Russia , perchè i dne contendenti mettes::iero molta acqua nel loro vino. Invece la diplomazia europea ha pensato che il Giappone poteva essere di sottomano incoraggiato, che la Russia poteva essere lasciata libera di farsi punire ( in questo caso essa avrebbe dovt1to, per forza, abbandonare la Manchuria e il trattato sarebbe stato rispettato) o di tenersi per la forza delle armi la Manchurièt (e, dato il concetto europeo che il diritto sta sempre col più forte, nessuno avrebbe avuto più altre da ripetere). Ma la diplomazia non calcolò che gli avvenimenti sono più forti delle volontà umane e presto vedremo i frutti dolorosi della ipocrisia maturarsi nel sangue. . Fin nei Balcani la tempesta s' addensa terribile. E là che avrà principio il secondo atto della tragedia che finirà .... chi sa dove? La Turchia ha avuto sempre un grande interesse a burlarsi dell'Europa. Con la indolenza propria degli orientali essa ha tirato le cose in luugo finchè le è parso opportuno, finché i tef!1pi le si sono presentati propizi, ed allora ha buttato a mare tutte le promesse fatte all' Europa , ha reso vani tutti gli sforzi fatti dalle potenze europee per mettere a nota la intricata questione balcanica. Ed ora di nuovo i tempi si mostrano favorevoli alla 'l1urchia. Il Sultano aveva mal · digerito le riforme per la Macedonia, aveva àccettato, col ben determinato .proposito di non farne niente, il controllo europeo , i funzionari europei , la troppa ingerenza Austro-Russa negli affari balcani{'i. Vedeva di mal' occhio la Russia coprire con l'astuzia dei suoi consoli, e la minaccia delle· sne armi la piccola e intraprendente Bulgaria. Ora la Russia è impegnata altrove e l'impegno, dato l'atteggiamento subdolo se non apertamente ostile degli Stati Uniti, è co::iì grave che minaccia d'interessare direttamente tLitte Je potenze europee. Un errore, anche lieve, e l' inferno è scatenato in Europa. Il Sultano sa questo , sa che le Naz'ioni europee non possono muoversi , sa che se si muovono è la guerra. Egli ha aspettato che il tempo opportuno venisse, il suo aspettare _non è stato vano; le riforme ·son lettera morta, le scuole sono uno scherzo, il generale De Giorgio, e gli ufficiali svedesi ed italiani son presi magnificamente in giro ; a primavera avremo la guerra Tnrco-Bnlgara; pcrchè a primavera la rivolnzione macedone sarà scoppiata di nnovo. Già ne abbiamo avuto qualche avvisaglia, e la situazione si complica perchè_, contro le riforme,. si sono sollevati gli Albanesi. C'è una potenza eu,ropea che da h;mgo tempo mir~ all' incontrastato predominio nei Balcani: l'Austria. E logico pensare che l' Austria non vorra lasciarsi scap• pare l' occasione di fare là il comodo suo ; tanto più che la rivolta albanese gliene offre il destrn o il pretesto. •

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