RIVISTA POPOLARE 101 sono dovuto contentare sopra accennare; e spero più tardi rendere pubbliehe le conclusioni e l'analisi cui sono pergiunto. Ma ho pieno il convincimento che la trasformazione a Napoli potrà dirsi compinta quando sarà trasformata l'educazione del napoletano. Quando il cumulo di inveterati pregiudizi e di strane convenzioni sarà surrogato con le nuove concezioni della vita ; quando guappi e mafiosi non troveranno anime supine, il giuoco della tirannide della schiavitù derivata dall'ignoranza sarà scosso e il problema del Risorgimento di Napoli avrà fatto un p~sso sulla via della soluzione. E ciò possibile? Certamente: e non si deve, nè si può tardare. Ma la Banca ed i cavalli motori non possono essere il rimedio. Finchè le misure banno un carattere restrittivo se non nella forma, nella sostanza, il miglioramento non può essere che parziale e limitato, seppure ve ne sarà. E a Napoli si ha il bisogno di una generale trasformazione. Lonclra, 28 gennaio 1904. Grov. ORISCIONE 111111110 111 li li 111111111 Il 1111111 Il I li 111111111111111, 111111111111111111111 ti 111111 Il I 11 Per l' Abruzzo In questo tempo di agitazione si direbbe la regione più savia, perchè la più pacifica, se pace appunto non significasse ]a mancanza di contrasto, dal qual.e solo scaturisce il progresso. Nel concetto na- . zionale d' Italia, l'Abruzzo rappresénta solo una entità geografica: in quello politico la foresta vergine, ·dove scenderà a far legna il più intraprendente dei partiti; passivo dunque da questi lati fondamentali, è una regione che a ciascuno è lecito trascurare. Quanto non .deve esserlo ai governanti, che, specialmenre in Italia, sono in continua lotta con gli interessi delle popolazioni? Che odioso preambolo per noi tutti, usi a decantar la gloria dei monti del celo e del mare. Ma è tempo di dircela chiara, e. finirL....._._~b~uona volta con questa pretensione di sanculotti, che esercitiamo presso i npstri campanili, quando discorriamo di noi. Non ci accorgiamo di essere i buoni villici del go~erno: i cani magri contenti di uno stinco; o i custodi del fuoco sacro della inconsapevolezza, eh' è la legge di conservazione dei partiti retrivi ? Cristo ! finiamola un po' con la cialtroneria dei nostri consigli provinciali, con l'industrialismo dei nostri deputati, che ci appiccicano sul viso una spalmata di biacca rosea, e ci affilano sul palcoscenico delle pupattò]e politiche; guardiamoci un po' intorno. Geograficamente l'Abruzzo è ur~a regione bella. In grandissima parte montuosa , ricca di acque, nè molto boschiva; mare colle e monte in celere susseguenza, con rapidità di mutamento climatico, che rende il celo sempre multicolore. Le torme dei fiumi pei vallati profondi, le colline olivate come greggi accavallantisi al mare, i dossi nodafi e coerenti dei monti liberi in un giro ampio in cospetto del celo; il mare che rifulge ad ogni bocca di valle e ammicca, a ogni altura ~ fugge ampio dalle coste Tirrena ed Adriaticà, offrono la ~arietà che rallegra lo sguardo, ed ogni natural condizione alle più molteplici esigenze di stazioni climatiche. Aurore e tramonti dalle cime del Gran Sasso, della Maiella, pel celo divenuto più ·vasto del pensiero, fra l' erme solitudini delle montagne devote, ricongiungono direttamente l'animo dello spettatore al primitivo spirito eroico, che slancia in quel mondo di vapori fi. gurativi la violenza delle passioni mitologiche , e oflre il celo a palcoscenico di tragedie cosmogotiche .. È cosi alto il respiro delle nostre cime, che par vi alitino i secoli, e vi si svolga in forma sensibile la vita densa deH' eternità ; monti e celo confondono la loro anima in cospetto del mare, e questo sempre e continuamente fra capellature di vapori sanguinolenti , -fra piani di porpora e fiumi d' oro liquido , quali ampli e placidi , quali scatudenti ed. agili come serpen tel1i; sono spettacoli di tutti i giorni. Ma per che be 1e? Fors_e per la spiritualità del pastore, che levi il suo inno. al sole dalle rupestri solitudini nelle aurore estive? In giù poi altipiani vasti fino a cinque miglia a 1300 sul mare, boschi insinuantisi fra picchi merlati , valli fresche d'ombre e di acq~e e spiagge placide che vincono l'azzurro dell'aria. Ma in regime economico la bellezza si traffica: e, purtroppo da noi tal merce non è compresa nel campo commerciale, ed è cosi lontano il con~etto dello sfruttamento naturale, da non posseder tutto l'Abruzzo che due sole stazioni di salute, l'una climatica a Roccaraso , l' altra climatica e termale a Caramanico. E si che si potrebbe trasformarlo in una Svizzera, aprendo con sicurezza di riuscita l'industria dei forestieri. Ma , per ora , col concetto manca quel grado di dviltà ed, anche, di benestanza minima, che possa preparare il godimento delle bellezze naturali, e assicurare un ambiente decoroso al forestiere. Poichè , è doloroso il confessarlo , nelle nostre più reputate stazioni balneari gli abitanti si adoprano discretamente a disgustarlo con la tircheria dei· piccoli guadagni, mentre non hanno spirito da tentare i grandi; e con una certa rudezza di scorza d'albero nelle parole e nei modi, e con un sistema abbastanza primitivo di costumi, ed una barbara oltracotanza per tutto e tutti, addin1C?strano di essere gente onesta si, ma non cosi gentile, come corre fama, se gentilezza sia anche civiltà. Er:i. necessario dirlo, poichè è. necessario di venir più civili. Solo a questa condizione noi riusciremo ad afferrare la virtù commerciabile delle nostre bellezze, e ne trarremo profitto; per ora attraiamo gli spiriti desiosi di aria ~elvaggia. ♦ Un concetto della naturale attività agricola del- ]' Abruzzo è presto .afferrato, quando si indichi che, cosi a giro d' occhio , un buon terzo del territorio. ne è•incoltivabile, e degli altri due più di un quarto franoso o sterile. L' area di produzione manifesta- . mep.te si riduce di molto; ma, come tutt' i terreni di variabilissima altimetria , e sottomessi a un regime meteorologico completo (l'Abruzzo da ]_ato a lato è liberamente esposto a tutte le vicende atmosferiche) dalla zona dell'arancio a quella del castagno, dalle estensioni meridionali a quelle nordiche; è atta ai più vari prodotti. • L'abruzzese è un tenace lavoratore di campi; contadino di istinto, raccoglie sulla zolla le aspirazioni
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