Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 3 - 15 febbraio 1904

RIVISTA POPOLARE 61 -trionfalmente anche contro la possibile oppo~izione del Senato. Nor ♦ . Antonio Labriola. -- Seri vendo nel numero passato d1 .Alberto Scba:ffie, jo non pensavo certo di riprendere cosi presto la penna per compjere il triste ufficio di annunziare ]a perdita di un altro maestro della scienza ~ociale, per _annunzi.are un~ perdita tanto più dolorosa m quanto ci lrn, pnYato d1 un uomo, conosciuto non solo attraverso i Jibri come scrittore ma come inse- . ' gnante e come amico nella vita. Sarebbe certo vana pretensione, tentar in un breve stellonc~~o di render_e intera questa figura di pensatore, tanto pm che a noi, come a tutti qnelli che lo conobbero i ,ricor~.i. personali e g!i ~ffetti non permettono ora un anahs1 fredda ed ob1ett1va _della sua opera. E forse neppur più tardi \ perchè coloro che non conobbero l'uo:ri-o no~ possono certo degnamente apprezzarlo _e coloro 1 ~uali lo conobbero non potranno mai , neppure sotto 11 J?ungolo della voluta obiettività, dimenticare quanto d1 personale e di intellettualmente immediato ave~a _Jasua parola, accompagnata da un fine e caratteristico gestire , incrocio imprevedibile di vivacità meridionale e di causticismo marxista. Però io credo e~? i su?i libri, l?tti e studiati da un pubblico molt~ pm amp10 che gh studenti della sapienza e il ~ ult1colore mondo dell' Aragno , non siano mai stati mteramente co1;1p~esise non da coloro, i quali sentirono le sue lez10m e sedettero nel suo crocchio ammirando la sua frase sempre profonda, arguta orio-inale 1 . l B e ne senso propr10 della parola, sfavillante. Nella nostra vita universitaria, sonn<lenta e monotona la sua perso1.1a ertt dunque qualcosa di insolitan:ente grato_ per gli spiriti un poco irrequieti ed avidi d1 qu~l.la _sc1en~a, l~ quale fa non più dotti soltanto, ma . pm 1_ntelhgenti e più consapevoli di se e degli altri. ~gh ~u ?losof? nel senso, in cui usavano la par~la gli a~t1ch1 greci ed amò la scienza per un intimo bisogno d1 este~dere la propria persona per mezzo della conoscenza ampia e generale. Del vero filosofo ebbe l'insaziabile desiderio di tutto conoscere e l'intolleranza ~ella tr8:dizione, la ven~razione dei grandi pensatori e I. ~dor_az10ne~er la v_entà non ancora nota, per la verita d1 domam, superiore a quella, eh' è in poter nostro e che deve essere superata. Ed e?be_ ancb_e l'_amore per la scuola, per la radun~ta ~e1 g10vam d_e1quali egli non fn mai nè pastore ne ~u~da m8: ~ cm sempre fece balenare dinnanzi agli occhi 1 cu_lm1~1della scienz_a , a cui si può giungere, ma non s1 puo essere tratti. Epperò non ebbe discep_oli: men~i. fatte_ ristrette dalla clausura in un pensiero altnu, men strumenti in ricerche meschine od in ri~etizioni monotone di verità non conquistate: Ohe la scienza fosse lavoro e l' apprenderB una attività e non t~o? funzione recettiva era uno dei suoi pensieri favont1 ed uno anche dei più profondi e capace di sconfinate deduzioni. Non ebbe nessun scolaro nel senso comnne_ della _paro~a, m_a~n una intera generazione di ~tu~e~t1_ co1: 1 su?1 ~cntt1 e 0011 la sna parola, destò mv111c1b1l~1.1_nobile ~~pulso verso una forma di sapere s~mpre_ pm libera, pm generale, più viva. Le sue lez1om d1 filosofia della storia. una materia sin'ora sciolta dai ca_pes_tri acca_demici degli esami e dei manuali, erano 11 ritrovo d1 una numerosa schiera di studenti e di molti estranei all'Università. fra cui ex studenti ~pinti da 1~ninvi~cibile nostal~ia di quei pomeriggi mtellettnal1. Io m1 rammento d1 un o·iorno che tratten~ti dall'arg:omei:ito_ assai ':asto dopo la campana della pnma ora d1 lez10m anche qnella della seconda - del tutto fnori di orario - ci trovò riuniti presso la sua cattedra. La l_ezione -11~jverRitaria era la furma propria di espressione per 11 suo sapere quasi sconfinato in quel campo comune alla filosofia, alla storia e alF economia· politica, designato con il nome di Marxismo dal nome di Carlo Marx, il quale :filosofo, storico ed 'economista creò, si P?Ò dire, questo punto di vista di una portata senza pan per la conoscenza delle società umane . E jl Lab~iola u~ci~o com'era dalla gloriosa setta hegehana d1 Napoh v1 giunse naturalmente rivivendo nel suo pensiero H processo genetico della gr~nde teoria con lo studio della storia passata , ma ancor più , io credo, di quella presente, confusa e senza filo per coloro che non la c~mprendono, ma viva ed una per chi sta sopra 18: passione del giorno e il pregiudizio del suo campamle. Il mio punto di vista - egli diceva - non _è quello dell' I~alia, troppo piccola oggi nel gran movimento delJa vita moderna, e lamentava pure il malve_zz~ comu~e per cui da noi si fanno piccole le ques_t1om grandi e grandi invece quelle piccole, Vivere nel proprio pensiero la vita delle cose nelJa loro unità e nel loro senso più profondo era Ja meta del suo studio , era quanto la sua lezione permetteva allo spirito sveglio ed attento. · Così i grandi movimenti ideali della storia 1 la grandezza e. la deca_denz~ delJe nazioni , il progresso e ·la or~~naz10ne soe1ale s1 mostravano sotto il s110·pensiero cnt1co, ma ~ostruttivo più o meno immediatamente determinato dalle elementari aggreo-azioni deo-li uomini sotto l' impnlso di forze reali e no~ certo, ~ome disse un brillante scrittore , dal naso grazioso della bella Cleopatra. Ma io non voglio qui esporre il suo sistema, se pure posso così designare un pensiero che fu esclusivamente libero, e sciolto da ogni pedanteria. Per far ciò occorrereh?e b_en_piùche i suoi volumetti densi di pensiero, ma p1?coh d1 mole e di numero, occorrerebbe l'infinito mat_enale d_alui raccolto e plasmato per·le sue lezioni, ogm anno interamente nuove; occorrerebbe-e questo ormai non è più! - la sua mente che da un pacco di note, di appunti e di giornali creava il nitido e chiaro cerchio di idee. Ad ogni modo per chi non lo conobbe, restano oltre pregevoli studi filosofici - di cui non posso parlare anche perchè non li ho quì ora a mia disposizione - tre scritti (e forse un altro già annunziato ma, eh' io sappia , non ancora in commercio) sopra il manifesto dei Comunisti sopra la concezione materialistica della sto1·ia, e una serié di lettere polemiche. Se il primo è un saggio elegantissimo sopra l'origi11e dell'attuale movimento sociali.sta internazionale , il secondo è la formulazione più alta e più. filosofica che la teoria di Carlo Marx abbia sino ad ora ricevuto e rimarrà ancora a lungo per avvers?rii e seguaci intelligenti il testo classico per dispute spassionate e serene. Il Vo1·warts di questa mattina dando la triste notizia, rammenta con nobili parole la s•1a opera alla o-ratitudine del proletario di tutte le nazioni. Nessunt:-s-alnto rinscirebbe più gradito a lui, il quale verso la, società futura mirò non con il sentimento vago ed irrequieto, I)'la con la ragione cosciente e sicura. ~: nessuna cosa più triBte del pensiero cb' egli non è più. là ad interrogare con lo sguardo rnohile ed investigatore le dense colonne del glorioso foglio democratico, in cni da tanti anni egli soleva cercare la parola concorde dei suoi amici di Germania ! Berlino 3 febbraio J.904 GUS'l'AVO DEL VECCHIO 11111 Oll lllll 111111111111111,tlll I llll lllll li lii li lii lllll lllll llllllllll lii li lllll I I! 11 A,r;tz· abbonati' che non conservano la collezione delle annate rivofçzwno la v/va pre- _tJhz'era di, favorirci z'l N. 9 delt' anno .7,/Y. Lo contracca1nbz'eremo con uno dei' prenu· che dz'amo a coloro che ci procurano un nuovo abbonalo. 111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111 li lii lllll lllll

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