60 RIVISTA POPOLARE Si dice , ed è nn fatto, le leggi che si fanno e si progettano all'estero, contro la emigrazione, sorio leggi contro di noi ; contro la nostra emigrazione italiana. Ed è, in parte, vero. Ma se i nostri emigranti fossero, non solo i poveri contadini che non hanno che le loro braccia, ma anche giovani le cui famiglie hanno mezzi di farne dottori senza malati e letterati. senza lettere, ~ che potrebbero essere, in altri paesi, elemento attivo e vivo di colonizzaz;one; probabilmente le leggi contro l'Emigrazione cadrebbero di fronte ai vantaggi che gli emigranti apporterebbero; ed il nostro paese ne avrebbe vantaggio morale e materiale. Ma finchè sarà possibDe ad un asinò, a furia di ripieghi, diventar dottore è certo che avremo in paese gli spostati in numero sempre maggiore, e la nostra emigrazione continuerà ad essere quella lamentevole cosa, perfettamente inutile per noi, che è adesso. E questo sarà finchè i ministri della P. I. non si decideranno a rendere veramente difficile l'accesso agli studi secondarii e superiori. Oggi, purchè uno abbia danaro, può sempre diventare avvocato, medico, ingegnere; bisogna invece che possano diventarlo quelli Roli che natura creò d'intelletto abbastanza elevato per esserlo. La scuola ele· mentare per tutti, le scuole secondarie e superiori per i soli adatti a seguirle. Ecco il nostro criterio e r-i pare giusto. ♦ Per le Biblioteche.- L'incendio della biblioteca di Torino , dove cimeli e volami e memorie d' inestimabile valore sono andati, in brevissime> spazio di tempo, perduti, dovrebbe essere un monito serissimo ai preposti alla cura dei tesori· nazionali. Il governo italiano non ha l' aria d' essersi ancora persuaso del fatto che il nostro paese oltre essere grande per le memorie storiche , e per il fatto del suo risorgimento è anche grande per la enorme raccolta di cose belle, di cose rare che noi dobbiamo alla scienza, all'arte, al lavoro delle generazioni che vissero nei secoli passati. Il fenomeno curioso è questo che mentre c' è una « Associazione Nazionale per il movimento dei forestieri > la quale conta nel suo seno deputati, senatori, qualche ex ministro, giornalisti ed altra gente che si considera d'un qualche valore, e che fa qualche volta pensare che i discendenti dei Quiriti son discesi al mestiere-utile e onesto certamente ma non gloriosodi albergatori; il governo, di cui quella ·gente è parte o è puntello s' infischia allegramente del come stanno, e come sono sicuri i tesori d' arte che i forestieri dovrebbero venire, e vengono difatti a visitare. Lunga sarebbe la lista delle belle cose che nel breve giro di pochi anni sono state perdute. per la incuria e la taccagneria del governo. La biblioteca di Torino è bruciata perchè il governo volle risparmiare qualche migliaio di lire che occorrevano per lavori che avrebbero appunto dovuto impedire l'incendio. Ma ormai quella è bruciata e non è più il caso di parlarne. Le cose perdute son perdute, il resto sarà certamente alla meglio, e fra un mesetto tutti gli allarmi destati dalla catastrofe saranno bellamente dimenticati. E i nostri monumenti nazionali , i nostri tesori d' arte, la gloria che è stata lasciata al nostro paese da' suoi grandi Maestri, letterati ed artisti , andrà di più in più alla malora. Noi ci ricordiamo d' una polemica seguita da una agitazione vivissima iniziata circa 6 anni fa da un giornale fiorentino , ripresa 3 anni dopo da un altro giornale, egualmente fi.orQntino, a proposito della Bi-· blioteca di Firenze. Da allora ad oggi dell'acqua sotto i ponti n' è passata parecchio , si son fatti progetti sopra progetti , messi uno dietro l' altro a dormire o perchè troppo costosi, o perchè troppo belli , o perchè troppo brutti , chiacchiere se ne son fatte , Dio sa quante; ma la· Biblioteca nuova uon s'è ancora. fatta, nè si è vicini a farla. Uno di quer:;ti giorni sentiremo la notizia che l' ultimo piano della Biblioteca di Firenze e sceso nelle cantine; allora il ministro dell' I. P. si 1·eche1·à immantinenti su i luogh'i, i giornali parleranno della catastrofe, si spargeranno amare lacrime su le cose perdute 1 eppoi ..... eppoi accadrà - sempre per la incuria del governo - qualche altro malanno in qualche altrà· città del Bel Paese. Ora, noi ci sentiamo in vena di essere molto ragionevoli, ora noi comprendiamo bene che per fare ai cannoni quegli affusti che tutti sanno; per mantenere in quel perfetto stato, che è noto a tutti, le navi della n0stra flotta ci ·vogliono milioni, e molti. Comprendiamo anche bene che debbono essere pagati molto irn~glio dei maestri gli ufficiali di cavalleria che ai 11ieet, alle caccie, e alle cavalcate tengono alto il valore del nostro esercito; comprendiamo tutto questo, e anche di più; ma comprenderemmo egualmente bene, e ne saremmo sodisfattissimi se il governo italiano si decidesse una buona volta a falcidiare qnalche milioncino, su le tante inutili spese del bilancio ; per dedicarlo al mantenimento e alla conservazione del nostro tesoro nazionale artistico e letterario che è veramente il grande titolo della gloria d'Italia fra le nazioni europee. ♦ L'abolizione del domicilio coatto.- Gli On. Giolitti e Ronchetti hanno preparato il progetto di legge che mira alla abolizione del domicilio coatto, ed alla sua sostituzione con J.a pena della relegazione. Legiendo il progetto e soffermandoci a quelli che ne sono i capisaldi dobbiamo convenire che la nuova istituzione non è cattiva, che è un progresso sull'arbitrario domicilio coatto, e presenta una somma di garanzie che, se applicate sempre, precluderanno ogni possibilità di arbitri in materia politica. E veràmente la necessità di riparare al· mal fatto a proposito del domicilio coatto si faceva troppo sentire. Dato il riconoscimento del diritto di professare una opinione politica) anche se diametralmente opprn,ta alle istituzioni vigenti, diventava logico che fosse abolito quel sistema che permetteva la persecuzione per opinione politica; e il domicilio coatto era, più che altro, destinato a questo scopo. Ora l'istituto della relegazione, affidato per la applicazione alla magistratura, disciplinato da leggi precise e formali sembra non doversi poter prestare all' arbitrio, né essere trasformato in uno strumento di persecuzione politica. La difesa sociale ed anche la necessità sociale esigono che il delinquente indurito, inguaribileo che almeno appare tale-possa essere segregato dalla società, pur lasciandogli il mezzo di rendersi utile alla società stessa, e di migliorarsi) se possibile: Ora la re· legazione di cui presentano il progetto gh On: Ronchetti e Giolitti tende a questo scopo. Il senli1mento della libertà individuale, che non deve· scompagnarsi mai, nell' amministrazione della giustizia, dalla neces• sità della difesa sociale sembra assai prevalente nel progetto di legge in questione. Infatti la relegazione non potrà essere applicata che con sentenza del tribu· nale e soltanto per certi dati casi e in seguito a recidive di quei medesimi casi speciali. Reati tutti , contemplati nel progetto) d'indole comune, contro la pro prietà e le persone , ed aventi il carattere di delitto continuato. Il progetto di legge esclude assolutam~nte che_ l_arelegazione possa essere applicata per delitto. politico o •per reati connessivì, e questo è veramente 11 lato progressivo del progetto. IVIail parlamento_ lo vorrà ap: provare tale qual' è; o vi ~pporterà tali _emei~d~m~nti da ridurre a nulla , o quasi , le buone disposiziom m materia di libertà politica? Ce lo auguriamo ; e siamo anzi sicuri che pas.ierà
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