80 RIVISTA POPOLARE t-us1 m una razza unica, che ha di tutte e due, ma si distingue dall'una e dall'altra: la Corea ha del proprio la sua lingua, la sua razza, la sua scrittura, le sue religioni , in cui i ricordi dello straniero sono sempre riconosci9ili, in cui però il Coreano ha messo il suo segno e la sua unitii. L'influenza continentale è restata però la più forte. La Corea ha il tipo mongolo non malese, la cultura e i costumi chinesi non i giapponesi. Durante gli ultimi cinquecento anni (1392- 1894) la Corea non fu che una provincia chinese, con il suo re e la sua autonomia, ma col suo tributo annualmente pagato e il suo omaggio reso annualmente al sommo Chinese. La Corea è quasi deserta o almeno malissimo popolata: 10 milio::ii di abitanti per 220.000 Kmq. mentre il Giappone che non ha una doppia superficie (382.000 Kmq. di cui molti territori inabitabili), ha una popolazione di 45 milioni il cui aumento annuo è calcolato. a 400.000 anime. Il suolo giapponese non può bastare. Ci •vuole un diversivo. Non è nelle colonie bianche che i giapponesi lo possono cercare: gli Stati Uniti e l' Australia si chiudono all'emigrazione gialla. I giapponesi si sono diretti verso la China, ma l'intervento europeo li ha spossessati. Essi conservano la Formosa ma il clima di questa terra non può convenire a q,uesta gente del Nord. Agli emigranti giapponesi è dunque la Corea vicina che offre veramente una nuova patria. Pel clima, per la natura del suolo, per la produzione delle terre e delle acque la Corea è un altro Giappone. Il giapponese vi si trova nel suo elemento. Il giorno in cui l' emigrante giapponese vi trovasse sicurezza e giustizia, anche mediocri, all' interno, la Corea meridionale diventerebbe pel Giappone ciò che fu prima l'Italia per la Grecia antica: un~ specie di Magna Grecia , di Gran Giappone ove la civiltà s~ installerebbe a spese del Barbaro : tutti, salvo il re e i suoi ufficiali « mangiatori di popoli>>, guadagnerebbero dall'unione della fattoria e dell'officina. Si comprenderà ora, io credo la politica giapponese nella Corea. (Revue tle 'Paris, I 5 gennaio). ♦ ' La Germania e la crisi nell'Estremo-Oriente. - Tn: grandi potenze sono in giuoco nella crisi dell' estremo Oriente, come in tutta la politica mondiale; l'Inghilterra , la Russia, gli Stati Uniti. Tutte e tre per la loro posizione ed estensione sono inattaccabili; abbracciano uomini delle più diverse razze, paesi dei più varii climi , si da poter provvedere con proprii mezzi a' proprii bisogni; possono formare colossali unità economiche ; l' impero russo lo è già , l' Inghilterra e gli Stati Uniti lo tentano. Ciò che in politica fu per l' innanzi possibile agli Stati medi o ai grandi stati nazionali ora lo è solo ai colossi mondiali. E la Germania? la sua base territoriale è già troppo piccola in Europa politicamente ed-economicamente. Credette di aver fatto J1?.0ltoquando fondò lo stato nazionale, e scopre ora con terrore che di stati nazionali non ve n' è quasi in Europa, e che le tre potenze mondiali d' oggi sono sì costituite su un nocciolo nazionale, ma nell'insieme sono imperi di popoli come lo furono il greco-macedone, l' impero romano, l' impero italo-teutonico del medio-evo. La Germania è troppo piccola per bastare a sè stessa ; senza l' esport<!zione in massa di prodotti industriali con cui deve pagare l' inevitabile importazione agricola non può vivere. Essa è sì la maggior potenza in Europa ; ma che conta fuori ? Il suo esercito ha azione quasi solo difensiva in quanto l'assicura in Europa ; la sua flotta è ::i.ncora troppo debole. Possiede considerevoli territori in Africa; ha posto piede nel mare del Sud e in Cina. Ma che vale ciò di fronte agli immensi spazi abbracciati dai tre colossi? Non possiede quasi alcuna stazione marittima fuori d'Europa, e pochissimi cavi sottomarini cosi che perfino per comunicare con le sue proprie colonie è alla mercè d'altri, sopratutto dell'Inghilterra. Gli Stati Uniti sono una colonia tedesca quasi quanto una colonia inglese; ma politicamente ed economicamente i tedesco-americani sono perduti per la patria, cosi come furono perdute le emigrazioni germaniche in Italia, in Ispagna, oel1' Africa del Nord. Ha anche creato nella Turchia Asiatica una vasta rete di interessi tedeschi, ma non le danno potenza politica e l' Inghilterra minaccia di dominare la ferrovia tedesca di Bagdad collocandosi alle bocche del Tigrè e dall'Eufrate. La sua .flotta c0111merciale è la seconda del mondo, ma in caso di conflitto con una grande potenza marittima questa flotta potrebbe essere spazzata via e il commercio tedesco paralizzato. In breve l'odierno impero occupa nel mondo tutt'al più la posizione che la Prussia occupava in Europa prima del 66. Ora si domanda : deve rimaner cosi? Deve la Germania star tranquillamente a guardare come anche l'estremooriente cade nelle mani dei tre colossi? Devono i tedeschi, un popolo di cinquantotto milioni, seguitare a contentarsi di un guadagno da commercianti? Porre una tale domanda significa negarla. Già due volte la Germania grazie all'ampiezza di vedute del suo imperatore è intervenuta nell'estremo oriente diplomaticamente e militarmente. Ma ciò fu possibile perchè tutte le potenze erano concordi. Potrà farlo ora che le potenze· sono· in lotta? DisBraziatamente il popolo tedesco smarrito in questioni interne, in piccole divisioni politiche, economiche, confessionali, dimentica ancora una volta, come nel secolo decimosesto, che fuori, intanto, altri stanno dividendosi il mondo. ( 7Jie Grenzboten 28 gennaio). ♦ ALFREDO STEAD: La. prossima guet-ra nell'Estremo Oriente. - Le richieste del Giappone alla Russia non sono esorbitanti, Chiede che la Russia si tenga st~ettamente ai trattati conclusi con le potenze Europee ed il Giapp~ne stesso. Chiede che essa riconosca ufficialmente la sovranità della Cina su la Manciuria, che essa liberi questa provincia dalla occupazione militare, che riconosca la indipendenza della Corea, e non ci voglia esercitare azione di conquista. Ora queste dimande rappresentano il minimum necessario alla conservazione della pace, non c' è dunque da meravigliarsi, se le probabilità della pace sono veramente poco numerose ( 1). In dettaglio il Giappone chiede riguardo alla Corea l' assoluta mano libera, ed una rigida osservanza dei trattati da parte della Russia. Per la Monchuria il Giappone esige la vera evacuazione delle truppe russe dal territorio cinese; la limitazione ad un definito numero delle guardie delle ferrovie, e della loro opera d' influenza; il ritorno alla piena amministrazione cinese delle città e distretti della Monchuria e specialmente del distretto di Newchwang: l'apertura della Monchuria al commercio internazionale sotto il medesimo trattato che vige per la Cina , ed il diritto per il Giappone ed ogni altra potenza di costruirvi ferr0vie. Questa ultima condizione ha rapporto specialmente con l' allacciamento della linea giapponese in Corea con la rete ferroviaria cinese per mezzo d'una linea da Wiju a Newchwang. 11 diritto per il Giappone e le altre potenze di nominare e mantenere consoli a Mouhden e nelle altre città Monchuriane, seguita dalla riassunzione delle antiche autorità cinesi. A quelli che credono che i Giapponesi sono stati troppo esigenti nelle loro richieste, uno studio delle recenti promesse della Russia al1' Ameri-:a e alle altre nazioni, può esser loro raccomandato. La spiegazione della persistenza del Giappone riguarda alla Manchuria sta nel fatto che qu~sta provincia è la chiave della questione: chi dei due se Russia o Giappone otterrà il controllo dell' Impero Cinese. La rigenerazione della Cina è per il Giappone ciò che è per l' Inghilterra la riunione delle razze che parlano inglese; e il Pan-Slavismo per la Russia. Il Giappone non sarà sodisfatto col salvaguardare i suoi interessi in Corea , perchè considera che · la Russia non ha nessun diritto di trattare con lui per quel paese. Il Giappone come ognuna altra potenza, ha il diritto di sollevare la questione Monchuriana. La questione della pace e della guerra sarà ben presto un fatto cornpiuto (2). È bene conoscere più intimamente il Giappone. 11 presente gabinetto giapponese è il primo formato tutto di uomini di Stato relativamente giovani , ma è forterneote dominato dai vecchi uomini di stato. Ma la decisione ultima appartiene all'Imperatore. La pubblica opinione è tutta unanime in favore della guerra contro la Russia; e la pubblica opinione è assai forte per dare delle preoccupazioni a un gabinetto debole. . Tutte le tradizioni della aristocrazia giapponese tendono alla guerra, niente che tenderebbe ad abbassare l'orgoglio nazionale può mantenersi un momento, e se si mantiene avervi successo. E come i nobili è il popolo. Anche gli industriali e i commercianti che sono i primi a soffrire della guerra , vi sono unanimemente favorevoli. Per fino il Barone Shibusawa, che non è una giovine testa calda, ma un uomo d' affari amante della pace, e lo è stato per circa sessanta anni , iu una recente riunione dei banchieri Giapponesi a Tohio dichiarò ..... se la Russia vuole intaccare il nostro onore nazionale, noi perderemo la pazienza e trarremo la spada. ( 1) I fatti hanno già dimostrato la giuste,za ,Ìi qlll'st'.l osserv:i.zione. (2) Difatti. La guerrn i: incominciat:1. ~- d. R.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==