Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 3 - 15 febbraio 1904

RIVISTA POPOLARE 77 tutta la loro attività politica ed anche nella loro condotta privata; ne esaminerebbe il valore intellettuale e morale in rapporto col nobilissimo 101~0 ufficio; ne denn ncierebbe le azioni non informate alla più scrupolosa giustizia, le prepotenze, gli arbitri, gl' intrighi e perfino gli. errori di grammatica .... E non sembri impossibile tutto questo: è possibiissimo se si pensi che non vi è paesello, per quanto minuscolo, in Italia, dove non sia un insegnante o un uomo intelligente ehe non abbia da denunciare qualche (e .chiamiamola pure così) irregolarità.· È , tacendo del compito del giornale e di tutti gli insegnanti nel periodo delle elezioni , c0mpito che ciascuno intende da sè, veniamo alla scuola. Il giornale dovrà parlarne sempre, in tutti i numeri con articoli diretti a illustrarne le miserie, i difetti, e tutto insomma che possa danneggiarla e a suggerire i mezzi migliori per renderla atta a rispondère alle esigenze grandi e numerose dei nuovi tempi. Nè diment~cherà poi i padri di famiglia, i quali credono in generale di aver fatto tutto il loro dovere quando hanno mandato i figli a scuola ed hanno pagato le tasse; nè gli studenti, in vero non troppo consapevoli dal loro dovere, svogliati , ambiziosi soltanto dell' approvazione eppur ricchi d' intelligenza e di vigore e capaci, se meglio guidati, di muravigliose azioni. In tal modo la scuola non sarà un'istituzione senza importanza nella vita dello Stato, nè i professori saranno più soltaJD.todispensatori senza poesia di precetti retorici e di quisquilie grammaticali, ma educatori veri del popolo, in iscuola e fuori , vigili custodi della moralità pubblica ed autori degl'Italiani, secondo l' esor tazione del d'Azeglio. E' tempo ormai che ci accorgiamo della nostra forza e la facciamo valere; è tempo di sollevare il capo dai libri e di uscire dai laboratori per provvedere al bene della scuola, a noi e alla nostra dignità; è tempo che intendiamo meglio e più largamente il nostro com- :l)ito ; che ci persuadiamo che non è decoroso per uo- ·mini che devono formare il caraWiere dei futuri reg gitori dello Stato , invocare , come i pezzenti la carità, la protezione di Deputati, di Senatori e di .Ministri per ottenere ciò che la Giustizia più rigida non ci potrebbe negare e che il buon senso ci avrebbe già dato; inviare come le preci ai Numi, al Governo suppliche, telegrammi e memoranclum in cui alla domanda onesta si mesce il vile ossequio e il verbo che implora e .che destano più che interesse ingiuriosa compassione; è tempo di distruggere la fama di queruli importuni che ci grava sul dorso e di far morire salle labbra di tutti i titoli di poveri diavoli, di stravaganti e di scioperati che ci regalano volentieri anche quelli che ci dovrebbero rispettare di più; è tempo infine di chiudere per sempre con una risoluzione si bella lo spettacolo pietoso di una miseria impotente che diamo ogni giorno, noi potenti, al popolo, in scuola e fuori, e di assorgere al posto nobile che la natura , le nostre fatiche e il nostro ufficio ci assegnano in tanto splendore di civiltà. Passiamo dalle querele in utili quanto degradanti e dalle basse invidie ali' azione nobi.le , gagliarda, costante e coraggiosa e ci stimeranno. ci rispetteranno per forza popolo e governo e i battenti del pubblico erario Si apriranno solleciti e spontanei ai nostri bisogni, anche se trattenuti dal più renitente ministro del tesoro. Pensiamo che la concessione maggiore che la bontà del governo potrà farci ora o p0i, volendo , non sarà che di qualche centinaio di Iire e che ci toccherà qnindi di riprendere subi.to le agitazioni e i lamenti e insieme con essi la via abbietta, degl'inchini e delle preghiere. 8. MULTINEDDU. 111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111 ~TEèeONCINI è:BTTER~RI xv. La parola interiore-Una fanciulla slava- L'infanzia et' una parlg·ina - Critica onesta e siucet·a - Nozze d' oro - L' Immoralissimo romanzo - Blblt o teca g·a1a - Guerre e paci - Inni in versi e in prose. Questa volta comincio con un libro che proprio ogni letterato, ogni scrittore, ogni oratore , ogni critico , ogni insegnante, dovrebbe leggere; un libro, direi, di psicologia della parola pensata, parlata, scritta, e quindi della materia intima, dello strumento profondo , del meccanismo arcano , onde si compone l' opera nostra, onde si anima il nostro lavoro. _ Il libro, Le Langage Intérieur, è ciel dottore Saint-Paul, e ta parte della monumentale biblioteca di filosofia contemporanea, edita dall' Alcan a Parigi : Giorgio Saint-Paul è un veterano di queste genialissime e affascinanti indagini ; n'è anzi, con Victor Egger , con lo Stricker , col Galton , e con Gilbert Ballet, uno degl'iniziatori, ed oggi, col presente volume denso d'osservazioni, di fatti, d'esperimenti, d'inchieste, di documenti e d'idee generali derivate direttamente, per in~ duzione, da essi, og-gi n'è un continuatore e un integrat-ore personalissimo e simpaticissimo. Questo volume, diviso in tre parti, espone lucidamente nella prima ciò che oggi si sa intorno al meccanismo cerebrale in rapporto con l' associazione delle sensazioni , delle idee, e dei loro simboli , cioè le parole pensate; studia la mt'moria verbale e la fantasia verbale od endofasia, cos1 uditiva come visuale, cioè il fatto per cui, rammentando e fantasticando, ci sembra quasi di udir parlare o di leggere , di parlare noi stessi, o di comporre mentalmente frasi e periodi da scriversi. Nella seconda parte l'affascinante volume classifica, d' accordo in questo con lo Charcot, i vad tipi mentali dal punto di vista del linguaggio interiore, cioè i verbouditivi che quasi odono ciò che pensano , i verbo-mo~ori pei quali il pensiero non è che una parola trattenuta (io sono di questi) , ed i verbo-visuali cui sembra vederla scritta; poi , completando di propria iniziativa il quadro troppo schematico, vi aggiunge dei tipi nuovi intermedi e compositi, gli uditivi-motori, i visuali-motori, gli uditivo-visuali, ed altri, sempre a base d'inchieste, di comunicazioni d'amici e di conoscenti, cli letterati e di pensatori usi ad analizzare intimamente e profondamente l' anima propria e l' altrui. Nella terza parte, infine, il Saint-Paul stuc1ia l'endofasia negli stati patologici e nei subnormali, le parafemie, cioè le varie maniere di straparlare, e le paragrafie, cioè i modi svariati cli seri vere tortamente, (le papere, dunque, delle labbra e della penna, quelle abituali , s'intende) indagandone il come e il perchè, nella folha, nel delirio, nella paralisi , nell' ebbrezza, nel sonno, nel sonnambulismo. Ho dato un'idea cli questo suggestivissimo libro? Temo di no: mi ci vorrebbe ben altro spazio, un'analisi completa, una larga esemplificazione. Aggiungerò snlameute, che io l'ho letto con ininterrotto entusiasmo, e che mi ha rivelato su me me-

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