Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 3 - 15 febbraio 1904

68 RIVISTA POPOLARE Prima di tutto si volle soceorrere vigneti di prima qualità. Le disposizioni prose nol 1896 cot:itro la filo8sora ebboro per risultato, che alcuni proprietari ( tutti tra lo classi agiate) ricostrnirono i loro vigneti ; lo Stato miso a loro disposizione da 5 a 6 milioni di viti americane all' anno; però ques:a quantità era molto inferiore alla richiesta. Così i più poveri viticoltori non potettero arrivare alla ricostituziono. Il più delle volte non riuscivano ad avere le viti; e nomrnono lo Stato poteva offrire delle qaalità superiori o adatté; cionondimeno si trovavano degli speculatori privati cho cbiedovano doi prezzi onorrni per le viti americane; tutto questo contribuì a scoraggiare maggiormente il contadino unghei'ose, che per sua natura è conservatore e cauto. Era perciò tempo che il goYerno mettesi:-e a disposizione della tanto dannoggiata popolazione qualità. eccellenti di viti, in quantità sufficiente e a µrezzi convenienti I dovunque e sempre vi fosse stata la richiesta. Por la ricostituzione dei su accennati 300000 ettari fu fatto dal Ministero d' Agrieoltura un preventivo di 5760 milioni di viti amerìcano (supposto cho sul 25 °r 0 riuscisse l'innesto). Sarebbero dunque occorsi 7200 ettari di vigne dello Stato (meno le 1310 già esistenti : 5890 ettari) per produrre 576 milioni di viti annue, quantità sufficiente per portaro a termine la progettata ricostituzione di tutt'i 300000 ettari in dieci anni. In realtà però le vigne dello Stato non raggiunsero neanche approssimativamente questo risultato. Ma a poco a poco vennero ingrandite le stazioni e negli ultimi tempi dallo Stato veune rilasciata gratis alla popolazione più bisognosa una parte considerevole di viti; ma per raggiungere lo scopo prefisso abbisognavano ancora molti altri fattori, - prima di tutto molto personale tocnico, impiegati competenti o familiari col!e propriotà della \·ite americana. Per conseguenza si sono impiantati in tutte le stazioni vinicole delle scuole por lo studio della ricostituziono dei vigneti. Là i partecipanti diventano veri lavoratori; osi:;i lavorano giornalmente per l'usuale mercede e in µocbi mesi diventano lavoratori capacissimi. Abitualmente il contadino ò molto rostìo a imparare, specialmonto it?- tempi di crisi economiche. Ma se imparando /iceve una ricompensa, dice tra sè: io, tanto r1ui che altrove, mi guadagno il mio misero salario e forse qualche cognizione utile per sopra mercato. Cosi si decide ad andare a lavorare nelle vigne dello Stato cd è certo di occupare dopo pochi mosi un buon posto. Tutto ciò avvenne verso il 1896. Ma vi ò ancora da notare un decreto, molto combattuto in ')_uesto anno l 89G: mercè tale àecroto il governo ha avuto facoltà di fare un contratto colla « Ungarisehe Agrar und Rentenbanlc » por il quale contratto detta bauca è stata autorizzata a fare i prestiti previsti pei vigneti devastati dalla filossera o in base di questi prestiti emettere le obbligazioni oecessnrie. Le condizioni sono le seguenti: La banca s'impegna a mettere a disposizione per il sullodato scopo (prestitc, di ricostituzione), per lo meno fiO milioni di corone. I singoli proprietari possono profittare (:Cl detto prestito solamento nol caso che posseggano un minimo di mezzo ettaro di terrono· Nel § 8 Ja legge decrota cho il prestito non deve superare le spese della completa ricostituzione dei vigneti devastati e la metà dei salari necessari fino a nuova capacità di produzione. Ma se il viticultore , malgrado tutti questi vantaggi eseguo male o non oseguo i lavori richiesti, deve restituire immediatamente il prestito, capitale o iatoressi (§ 11). Debbono essere per Io meno 5 proprietari che si mettono di accordo por ottenere un prestito di llO n mono dl 40000 corone e per i sodalizi gl' interessi e lo tasse non possono sorpassare nell'insieme il 4 314 °ro, Il prestito deve essere ammortizzato in 15 rate uguali annue; però la prima rata non dovrà essere pagata che dopo 5 anni, essendo il proprieta1:io nei primi tempi sopraccarico di lavoro e di spese. Il debitoro ha pure il diritto di restituire il prestito dopo 6 anni a certe condizioni. La banca deve versare alla cassa dello Stato ad ogni liquidazione gl' i;teressi e la rata d'ammortizzamento per un anno per formare• un comune fondo di riserva. Il Fisco s' impegna im-ece di conservare o completare questo fondo di riserva all' altezza dell'interesse di un anno e dell'ammortizzamento di tutti i prestiti non ancora pagati. Le obbligazioni della Banca sono esenti da tasse, da imposte o da 'bolli; per altro le obbligazioni della Banca godono gli stessi prìvilegi_ di quelle dello Stato. La legale estinzione del prestito viene sorvogliata dal Ministero ; però quest' inGarico può essere dato anche alla Banca stessa. La Banca agraria ha creato in base a questo contratto una org!lnizzazione che si estende per tutto il paese e col1' aiuto della quale l' opera della ricostituzione· dei vigneti ungheresi è già bene avviata. Certamente è stata soggetta a diverse calamità ed è pure assodato che specialmente tra i prestiti maggiori, il denaro non solo è servito spesso per _il pagamonto di antichi debiti, ma anche per i divertimenti privati di alcuui cavalieri d' industria, i quali si procuravano delle grandi estensioni di teri-eno , per poi scappa,:e col denaro del prestito. Per ciò occorrerebbe uua scrupolosità esagerata , specialmente nella scelta e nel controllo doi Capi Distretto incaricati degli affari bancari. Persone imprudenti, disoneste, op pure gente della buona società, cadute in bassa fortuna, che non possono dimenticare tanto facilmente le loro antiche relazioni, dovrebbero es'3ere scartato. Così pure i pre- ' stiti dovrebbero essere fatti in piccolissime rate poco tempo . prima dei lavori da farsi. el corso degli ultimi anni furono ricostituiti coi prestiti bancari (25000000 di corone) circa 9000 ettari di vigneti. La ricostituzione u.nche senza ricorrere alla Banca .Agraria, fa dei progressi ènormi. Estesissimi terreni sabbiosi che sono immuni dalla filossera, forono coltivati a vigneti, di modo ehe presto il danno di una produzione eccessiva di qualità inferiore si fece ri:;entire. Oggi, in Ungheria, ancho nel partito d'opposizione, si sente una voce sola: mal grido molti orrori, e malgrado la grande corruzione, la tremenda calamità può considerarsi debellata. Quando , circa un anno fa , mi trovavo in Napoli per studiare il proletariato italiano, rilevai dal celebre diseorso sMl ]1exxogiorno dell' on. Sonnino, che, ora cho l'Ungheria si è liberata, un pericolo quasi simile minaccia l'Italia. In un articolo cho pubblicai nel giornale e: Pesti Naplò > di Budapest , scrissi queste parole avventate e paradossali a proposito delle controversie sulla clausola per i dazi sui vini: « Resta a. vedere se gli on. Luzzatti e Ilieronimy lavoreranno più presto della catastrofe » • Con cio volli ·dire i

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