RIVI S T A P O P O r_ A RE 37 coLì. Come la Germania ha la birra quale bevanda nazionale; cosi la Russia ha b vodka ed altre bevande fortemente alcooliche. Si potrebbe sperare nelb educazione al vino - che non s' e fatta in Germania - sebbene ne produca essa stessa , come comincia a favorirne la produzione la stessa Russia in casa propria - m Crimea? Se il governo dell' autocrate russo avesse stabilito il monopolio dell' alcool realmente per motivi morali, per combattere l'alcoolismo, potrebbe favorire l' educnione al consumo del vino. Ma nessuno vi ha mai creduto sul serio e tutti ritengono che il monopolio ha scopo prevalentemente fiscale e che il governo quindi, non ha interesse a sostituire il vino alla vodka. · Ed anche per altri prodotti agricoli - non 1:sdusi gli agrumi - crediamo che siano soven.:hie le speranze, che si concepiscono sulla forza di acquisto del 111erc1to russo : e un mercato povero e con mezzi di comunicazione poco sviluppati; tanto povero che i contadini si priv:ino del pane per pagare le imposte. In quanto al trattato che s' impone al governo italiano, additandolo all'odio meridionale se non lo fa , di concbiudere cogli Stati Uniti la cosa e più ·umoristica, perchè è ancora più noto che la Repub- · blica delle stelle è ferocemente protezionista per vedere sviluppare in casa propria ognj ramo di produzione agricola e industri:ile. E se ne trova contentona llOn ostante le grottesche previsioni dei liberisti che abbiamo messo alla bèdina altra volta. Il massimo favore che gli Stati di Europa potrebbero ottenere dall'Unione Nord-Americana sino a tanto che non verrà abolita la tarifla Dingley è la concessione della tariffa della sezione terza, che accorda diminuzione di dazi sopra alcuni prodotti contro altre concessioni. . Ma gli Stati Uniti non vogliono assolutamente saperne di scendere a questa relativissima attenua-. zione del loro protezionismo. In proposito giova riprodurre il brano di una let• tera , che sull' accusa rivolta al governo nostro Lli non sapere ottenere per noi ciò che ha ottenuto la Francia, venne ·indirizzata alla Tribuna. Lo scrittore dopo avere combattuto un primo er• rore sullo sviluppo del commercio francese e italiano negli Stati Uniti soggiunge: « Il secondo errore è questo: « La Francia ha ot- « tenuto un trattamento di nazione favorita, mentre « l' Italia è trattata al disotto della Grecia. » Falso. La Francia ·e l'Italia sono trattate alla stessa stregua. L' una e l' altra hanno una convenzione in vigore sulla base della quarta sezione della tatifla Dingley. L' unica diflerenza tra i due Paesi è questa, che la Francia ha, da cinque o sei anni , un progetto di convenzione, sulla base della sezione terza della tariffa medesima. Ma ogni anno, si è obbligati di prorogare il termine della ratifica, perchè non mai il Congresso si e degnato di fare, di quella convenzione in _fieri, tema di discussione. Il giorno in cui esso progetto venisse approvato - ma è giorno lon-• tano - l'Italia avrebbe analoghe concessioni. » « Terzo errore ( e non sto se non ai madornali) il credere « fa·,orevole il momento >> per stringet'e nuovi accordi commerciali con gli Stati Uniti. Ma, messer Lodovico, dove avete preso tali .. concetti? Domandi il corrispondente bostoniano ai senatori del Massachussetts, ove egli risiede, quanti sono i trattati e con'1enzioni ,1ttualmente pendenti dinanzi al Congresso ;· domandi loro se vi è alcuna proba• bilità, sia pure remotissima, che .il partito repubbli• cano , il quale ha fatto dd protezionismo la sua fortezza, voglia smantellarla per far piacere aglt im• porta tori esteri. » Ed ora lasciamo che socialisti e deviteschi continuino a sbizzarrirsi nell'imporre al governo l'obbligo di conchiudere buoni trattati .... unilaterali ; a noi basta la soddisfazione di aver messo in sull' avviso il Mezzogiorno contro le sciocche speranze che gli si fanno concepire da questi fabbricanti di trattati. Gli agricoltori, poi, sorrideranno all' accenno che viene dagli stessi socialisti e liberisti di volere riprendere la campagna contro il dazio sul grano, che si denunzia come il prodotto di tJna camorra·par:_ la11ientare. Noi che contro i camorristi autentici abbiamo fatto diverse campagne prima che i socialisti si accorgessero della esistenza della camorra, non ce l'abbiamo a male di essere compresi tra coloro, che tengono mano in cotesta camorra parlamentare e resteremo al nostro posto di batt,1glia per combattere contro i vaneggiatori che in omaggio ad una _ formula ·1orrebbero nuocere alle iùdustrie del Settentrione ed . in omaggio ad un' altra - il pane a buon mercato... senza i soldi per comprarlo ! - vorrebbero rovinare la principale produzione agricola di tutta Italia. Intanto constatiamo con piacere che l'opera nostra su questa quistione non e stata del tutto inutile anche tra i socialisti ; e ce lo fa credere un articolo pubblicato nella Propaga1tda (17 gennaio) di Napoli da Longobardi eh' è uno dei socialisti più rivoluzionari; ma eh' e pure anche tanto sincero nelle sue convinzioni quanto studioso della realtà. \ La Rivista 111111111111111111111111111 lii II lii lllll lllll lllll li 111111111111111 I Il 11111 lllll '111111111 Agli' abbonali che non conservano la collea-lone dette annate r1:vo~qiamo la vt'va prelJltiera di /avorircz' z't N. 6 dell'anno IX. Lo contraccanibz'ere'lno con uno dei' premi· che dia1no a coloro che ci procurano un nuovo abbonato. 111111111111111liliIlilii111 li 111111111111111 lllll 111111111111111 li I li 11111111111111111111
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==