54 RIVISTA POPOLARE poco da meravigliarsi se le nazioni d'Oriente gli trattano come bestiame. Il Coreano è un grossso tipo pieno di vigore, che si compiace di ~ivertirsi facendo alle sassate, ed è anche un passivo , stupido cretino che permetterà , anche quando è io numerosa compagnia, ad un Giapponese appena tanto alto da potergli afferrare le orecchie, di batterlo e maltrattarlo. Il Coreano non si muove per odio nè per amore. Il suo piacere è di andare a sedersi, fumando la sua lunga pipa, in un luogo elevato e quivi stare steso tutto il giorno senza pronunziare parola. La sua memoria è lunga e forte , ma senza nessun resultato d'azione. Io questo momento, se egli ha un qualunque sentimento, è una specie di ricordo per la regina assassinata dieci anni fa. L' Imperatore della Corea ha cambiato la sua feudalità verso la Cina per una complicata schiavitù agli albergatori dell' Estremo Oriente. Egli è circuito da una folla di ..:onsiglieri del trono, pagati da parecchie dalle Potenze Europee, e reclutati in ogni rango deUa società. Egli ha un certo assaggio delle benedizioni d'Occidente nei massacri religiosi che di tempo in tempo minacciava la sna sicure1.za con le convulsioni sanguinose fra Cristiani e Prote-tanti convertiti e i loro preti. Il governo è un puro dispotismo temperato da un' abietta povertà, e da alcune nozioni Occidentali tradotte nel dialetto Coreano dai consiglieri del trono. Nel campo delle finanze lo sciupio è feuomeoale, e la corruziom: su la più larga scala governa i ministri dell'Imperatore e i loro ministeri. Le punizioni e la tortura sono feroci. L' arte e la lettera- - tura non sono mai state in fiore in Core:1, aJ eccezione della squisita e delicata maiolica bianca che ogni tanto è scavata dalle t0mbe dei re dimeuticati. 11 popolo è com'era duemila anni fa, nella sua sprezzante indiffe1 enza della vita, del benes- ~ere, e di tutte le risorse della prosperità. ( Nittetecnt/J Century. Dicembre 1903). ♦ ALEXANDER ULAR: Il cammhw uel .'..ribet i suoi scopi e le sue conseg·neuze. - La spiegazione di questa spedizione si trova n .l fatto che gli Inglesi hanno a Calcutta un Asiadco genuino e privo di scrupoli nella persona di Lord Curzon, il quale h,l apposto alla Russia in Asia, il suo identico sistema, che le ha procurato tanti brillanti successi. La questione della rottura del trattato è semplicemente ridicola. Il Dalai-La111a non aveva mai pensato che il trattato di Sikkin fosse io vigore e rimproverò alla Cina di averlo tollerato. Il risultato della dabbenaggine Cinese su questo proposito fu che nel 1900 il Gran Lama diede la sua fedeltà allo Tsar che d'allora in poi divenne « il guardiano di tutti i doni della fede. » Praticamente il capo della religione Buddistica. Ma la Russia non seppe pre\·alersene cd è probabile che il Gran Lama trasferirà il suo giuramento di fedeltà all'Imperatore delle Indie. Le autorità di Lahassa conferirono allo Tsar quel supremo onore Buddistico a condizione che la Russia proteggesse l' integrità territoriale e l' indipendenza amministrativa del Tibet: quando i fatti avranno dato loro la prova palpabile che la Russia non è al caso di garantire! questa integrità lo Tsar sarà trattato come l'ex-protettore secolare Manchu, l'imperatore della Cina. L'enore della Russia fu di non proclamare apertamente la sua supremazia sul Tibet , facendone una specie di suo protettorato , in vece di affermare i suoi diritti esclusivi sul paese continuò ad affermare apertamente che non c1 aveva nessun interesse' cd ora Lord Curzon, basandosi su le dichiarazioni ufficiali potrà fare quella che meglio gli aggrada di quel paese. Sta all' Inghilterra di essere cauta e di non trattare il Dalai Lama da nemico, perchè in questo caso tutto sarebbe perduto. Il clt'ro Tibetiano vive di un privilegio che gli è anche più caro della indipendenza politica del paese; e questo consiste in uoa specie di monopolio del commercio che gli fu concesso dall'imperatore Cinese Kong-Hri. E non potrebbero fare a meno di. questo monopolio che costituiva il loro mezzo di vita. Il primo dovere dei Commissari Anglo-Indiani dovrebbe essere di ricercare questo trattata antichissimo ed abbandonare ogni cosa che, io base alle violazioni di questo trattato potrebbe recare danno al clero. E questa concessione avrebbe mille volte ripagata col guadagno certo della fiducia della corte di Lahassa, e l'India dopo la mancata riuscita della Cha e della Russia diventerebbe il protettore naturale di quella corporazione religiosa che venticinque secoli fa nacque nella vallata del Gange. Se si rispetteranno queste condizioni, la invasione del Tibet sarà certamente per opera di Lord Curzon il più grande trionfo di politica Asiatica; percht: senza colpo ferire avrà obbligato la Russia a riconoscere che essa è incapace a mantenere il suo attuale potere in Asia. (Contemporary 7?.J-view. Dicembre 1903). ♦ FR. WEINHAUSE~: La vittoria del fabbricanti di Cl'lmmttscbau. - La lotta di Crimmitschau - una lotta senza riscontro nella storia economica della Germania - è finita. I settemila operai si sono am.'.Si a discrezione, e quasi la metà di essi rimane per ora esclusa dalle fabbriche. La lotta durò ventidue settimane. Poche centinaia di operai avevano cominciato lo sciopero · in cinque fabbriche, con la domanda delle dieci ore ; i fabbricanti risposero con la serrata generale di settemila tessitori e tessitrici. Ciò che caratterizzò questo sciopero fu l' intervento scandalosamente parziale delle autorità sassoni a favore dei fabbricanti. Fu allora che la democrazia socialista s' immischiò nello sciopero e lo sostenne con straordinarie prove di solida-rietà che provocarono però eguali manifestazioni nel campo industriale. · Le centinaia di migliaia di marchi dei sindacati operai furono vinte dai milioni dei sindacati capitalistici. L'esito della lotta può ingenerare questa triste impressione: il movimento operaio è economicamente impotente se i capitalisti s' uniscono. Gli operai avranno perduto per qualche tempo la fiducia nelle proprie forze, mentre negli industriali è rafforzato il sentimento di padronanza. Essi sono scesi in campo col motto: vogliamo rimaner padroni in casa nostra. Ci sarebbe dunque da guardare con pessimismo all' avvenire, se non si stesse innanzi a una ripresa dell'attività industriale, che dà segni ogni giorno più certi. E l' esperienza insegna che a ciascuna di queste riprese il movimento operaio si rafforza. Ora avremo una pausa di racco3limento; gli operai organizzati, le cui casse di resistenza hanno gittato 75,000 marchi per settimana'· dovranno adattarsi a condizioni che in altri tempi avrebbero respinte. Ma a poco a poco le casse torneranno a riempirsi, le organizzazioni si amplieranno per pre-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==