RIVISTA POPOLARE 53 rapa debbono morire, assimilati dagli altri : continuando ad esistere sarebbero di ostacolo all' armonia delle principali nazioni. Le lingue pure diminuiranno di numero: è probabile anche che per facilitare le loro relazioni commerciali e le ricerche scientifiche i popoli adotteranno Uù linguaggio comune: non il volapuk e l' esperanto ma una delle lingue attuali che si sarà imposta come veicolo d' idee universalmente benefiche. Credo, però, che le principali lingue europee continueranno ad esistere parallellamente a questo mezzocomune di espressione. Cosi, anche nell' interesse generale dell' umanità sarà bene che la condensazione delle nazionalità e delle lingue si arresti ad una scelta pluralità. Può darsi che i popoli così ridotti di numero si federalizzino: si formeranno non una, ma due federazioni nello stesso modo che oggi in Europa la Duplice risponde alla Triplice. L'Europa sarà divisa tra i Neo-Latini cogli Slavi da un lato e i Germani cogli Anglo-Sassoni dall'altro. Ma questo equilibrio sorpasserà il nostro continente per organizzarsi sulla terra intera : unioni si concluderanno tra nazioni europee ed altre dell' Estremo oriente, ovvero dei popoli del centro del1' Africa. Cosi il contrappeso che si faranno a vicenda le due grandi federazioni uni versali assicurerà la pace del mondo. Una regolarità ed un'uniformità piu grandi regneranno probabilmente _nelle istituzioni economiche, politiche, amministrati ve, giudiziarie di tutta l'umanità e sarà questa la parte dell' internazionalismo ; ma le nazionalità si manterranno nel dominio estetico e morale: esse vivranno come le anime ed i caratteri dei diversi popoli. E chiudiamo, con Gabriele Tarde, la serie delle risposte date alla Revue da i filosofi, moralisti e scienziati: nel prossimo numero daremo quelle degli storici degli etnografi, dei romanzieri e dei poeti. ♦ M. HARDEN-SAINLTou1s: L'imperatore e i secessionisti. - L' esposizione di Saint Louis è un' ottima occasione di far conoscere l' arte tedesca in America. È questo anche il proposito dei governi federati secondo il progetto presentato al Reichstag. Ma come vi provvedono ? Vi è nell' impero un' associazione generale artistica che è la organizzazione del partito conservatori! in arte. Dietro le quinte Anton von Wener - il pittore di corte - tira i fili. Che essa rappresenti un partito , e non tutta l' arte, è noto a chiunque abbia inteso parlare di " secessione». E tuttavia essa avrà poteri assoluti a Saint Louis. Fa l'esposizione, elegge il giurì, sceglie le opere. Cosi vuole il governo, Ma i secessionisti non vogliono piegarsi a questo. reggimento di parte ; e, stimolati dalla necessità, i loro uomini piu noti, che sono anche i migliori artisti tedeschi, si riuniscono in Weimar e fondano una nuova grande associazione , il Kiinstlerbund. Primo scopo : procacciarsi un proprio giurì e proprio spazio alla esposizione di Saint Louis. Eleggono a loro rappresentante il pittore Leopoldo Kalckreuth e lo mandano a Berlino. Conte, professore, direttore dell' Accademia di Stoccarda, premiato con medaglia d'oro a Monaco e a Dresda, Kalckreuthpensano - è un uomo con cui il governo può trattare. Ma il commissario per Saint-Louis dolente di non poter tornare, di sua iniziativa, sulle disposizioni prese, manda Kalckreuth al çaq.celliçr~. Ma il cançelliere è occupatissimo ed è dolente di non poter ricevere; la cosa riguarda il segretario degli interni. Na il conte Posadowsky, dolente anche lui, manda il conte Kalckreuth a intendersi ... con f\.nton von Werner,. Ora la nuova associazione era stata appunto fondata perchè con quella dominata da Werner non era possibile intendersi. Tutto ciò non par credibile, ma è vero ; ed è possibile perchè la nostra vile pigrizia lo tollera. La vecchia associazione dominerà indisturbata a Saint Louis: Klinger, Uhde, Liebermann, Slevogt, Heide, Leistikow, Lepsius, Stuck, Orlik, Kithe, Kollwitz, Hofmann, Triibner ecc., fcrse anche Thoma e Hildebrand non figureranno a SaintLouis. Ed è ciò che l' arte tedesca ha di meglio. Ora, tutto questo, perchè ? Perchè l' imperatore non può soffrire l'arte moderna. Perchè tra i fondatori della nuova Lega stanno coloro di cui Guglielmo disse « fanno scendere l' arte nel rigagnolo. >> Sul gusto artistico dell'imperatore non c'è piu da discutere. Da anni l'. imperatore non ha piu visitato un'esposizione moderna. Si deve perciò credere ch'egli ignori i giapponesi Manet, Millet, Turner, Rodin, Whistler, Beardsley, Monet, Israel, Dega s, i prerafaelliti. Conosce pochissimo dei non tedeschi. Due anni fa ha condannato l' arte che rende la miseria ancor più orribile di quello che é. Ora, la moda della pittura della miseria era già passata da un pezzo.... L'imperatore ha il diritto di aver i suoi gusti, anche di . entusiasmarsi per il quarto atto della Mignon, il piu debole di quest'opera dozzinale. Ma la disgrazia è che il suo giudizio pesa. Il capo-divisione del riparto dell' arte in Prussia ha dovuto andarsene per troppa modernità; dallo stesso destino è minacciato il direttore della Galleria nazionale ; intanto, proibizione assoluta di comprare dai secessionisti. E tuttavia non si può rendere responsabile l'imperatore di questo tentativo di falsare lo scopo al quale erano destinati · i fondi votati dal Reichstag per Saint-Louis. Si chiami a risponderne il cancelliere. Voi, signor cancelliere, ambite alla fama d' uomo moderno ; dite dunque all' imperatore che non si può fare politica d' arte secondo il suo gusto privato. Voi possedete qualche senso d'arte, e dentro di voi non pensate gran cosa del signor von Werner, e sapete che il nome di Liebermann, per quanto non sia Velasquez, nè Rembrandt e nemmeno Manet, vivrà quanto piu nessuno saprà nulla dei miserabili scalpellini della Siegesall~e. Ma voi alzate gli occhi e sospirate nel cerchio degli intimi: Ne debbo già appianare tante I Orbene, qui il caso è semplice; voi avete ottenuto dal Reichstag una bella sommetta per una esposizione d'arte a Saint-Louis. Volete adunque favorire di provvederl: a che anche quei quattro artisti che la Germania. può presentare al mondo, trovino posto e occasione di vendita? (Die Zukunft 16 gennaio). ♦ R. I. FARRER: Impressioni di Corea.- I Coreani non amano i Giapponesi e se questi si impadroniranno del paese lo terranno con le catene della conquista, non coi lacci della lealtà. I Coreani ·sono considerati il piu stupido popolo del mondo; ma al tempo stesso anche il piu felice. Il carattere dei Coreani è un enigma. Essi sembrano una razza supremamente indifferente ai cambiamenti e alle sorti della vita. Hssi affrontano con la medesima serena placidità la vita e la morte. Essi sono, come gli animali, indifferenti alla loro sorte e c' è
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