Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 2 - 30 gennaio 1904

H.lVISTA POPOLARE 45 Disdegna la salute chi mette sè nel turbo delle sorti Ei naviga alle terre sconosciute, spirito insonne. Nell' ..Annunzio questo intendimento prende carne . e figur:1. Il programma dell' opera grandiosa del.le « I.audi» è disegnato e specificato. Il poeta vuol chiamare tutti, i figli del mondo, sia terra o mare, - ad una festa divina , egli vuol versare nelle vene rudi di tutti i lavoratori umani un sangue ga u<lioso, vuol dir loro quello che da essi si attende, le auguste sorti, vuol cantare i mii.le nomi e le mem br:1 innumerevoli della divinità, che è le membra stesse, ed innalzare, poichè esse sono sublimi, tutto ciò che è vita, lavoro, bellezza, significato, espressione. E in questo canto il poeta canterà anche sè stesso. Dunque ,hi ben intende scorge nel programma delle «Laudi» un preciso ed assoluto intendimento positivista. Al di là dell'epico lirismo hughiano palpitava oscura e misttr~osa la chimera enorme dell'infinito. Un misticismo caldo, una magia intensa, un incantamento sinistro e minaccioso ravvolgevano il cielo, la terra, il mare, le stelle, le guerre ed i baci di Victor Hugo. Il suo impeto , i suoi delirii , le sue angoscie fremebonde erano più che un sentimento, qualchecosa come un presentimento pauroso. e teologico di fine , di conchiudimento ignoto ma inevitabile. Victor Hugo guardava l' infinito attraverso alla vita. Gabriele d' Annunzio no. Tutto quello che noi sentiamo, che noi pensiamo, cui aneliamo è b vita. E la vita non è nè finita nè infinita perchè la vita è tutto. La coscienza P?Sitivistica trionfa. in lui; ma v'è un trionfo anche maggiore e più solido e più vitale : quello della sensitività positivistica. I libri delle Laudi saranno sette intitolati a :Main, Elettra, Alcione,:M,eropt:T, aigete,Asterope, Caleno, tre <lei quali sono contenuti nei due volumi venuti alla luce sin' ora con quella insuperabile dai vecchi e dai moderni originalità e bellezza di edizione di cui_ i lettori sono stati informa ti certamente. ]vfaia, il primo libro che occupa tutto il primo volume, è lo svolgimento della dottrina d' annunziana lungo la contemplazione profonda del viaggio in Grecia, durante il quale - perchè, dunque, non cercano di capirlo i cento e un mila letteratoidi d'Italia che han fatto male i loro' studi cbssici e son classicisti ? - tutto il contenuto simbolico e mitico , eroico ed ed epico-storico del la tradizione ellenica rivive con movimento e significato di modernità. L' inno alla vita e la rnppresentazione a rapidi tocchi lirici della evoluzione della su:t sensitivid estetica e morale, cj c.L\nno quel positivismo lirico cui :tccen11:1vo: ·Nessuna cosa mi fu aliena ; nessuna mi sarà mai, mentre comprendo. Laudata sii, Diversità delle creature, sirena del mondo! Talor non elessi perchè parvem i che eleggendo io t' escludessi , o Diversità, m~raviglia sempiterna ..... Ecco la Diversità, animatrice spmto nellà mente del poeta ogni pericolo di l'abbandono sentimentale dell'infinito O Vita I Non odi uell' aria clangor delle mie mille trombe ? 9r ora laggit'l seppellito ho la Sfinge presso le tombe. che ~mnulla ritorno alÈ la verità pura, candida, aperta che s'agita e si lascia possedere dal poeta. La conclusione del libro riafferma con potenza di note il naturalismo libero e scevro da contatti e da infiltrazioni mistiche. Per lui la natura è nata la prima ed è nata da sè medesima. La volontà di questa molteplice natura d'annunziana è vivere., vivere, cioè operare, produrre, accrescere, creare. Verso la maternità possente della natura che materialmente vive egli è affettuoso e confidente d' una crudele intimità : O mia Madre, in tutte le vene accr,esci il mio sangue e l'affina! E, s' io fossi in crudo supplizio ed ogni aumento di sangue mi fosse aumento di pena, io ti griderei : « Madre, Madre, moltiplica questo mio sangue doglioso, perchè più mi ferva l'anima e mi sia più divina!» La considerazione di questo profondo sentimento a cm l' c'stensione e la tenacia e la bellezza e la sicurezza dànno una genialità assoluta, è ciò che-:1 me interesse di più. Gabriele d'Annunzio si è liberato cosi, incominciando queste << Laudi », da ogni vano intendimento letterario. La vita, contemplata con l' occhio amoroso ma tranquillo del suo naturalismo, è di per sé stessa una bellezza, un sistema di bellezze. Quasi,_· nel divenire di tali bellezze, sta il fine che la vita trova e poi consente e finalmente pone a sè medesima. Non si può essere convinti della suggestione che il Nietzsche avrebbe esercitato sul poeta nostro sino a determinare in lui addi'rittura questa nozione forte e perenne della vita che le « Laudi )> presentano. Il D'Annunzio è una cosa sola col suo naturaJismo schietto pagano e positivist:1, ma soprattutto d'annunziano, perchè bisogna ben finire per convincersi che almeno questi due volumi ultimi e magnifici

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==