. , 38 RIVlSTA POPOLARE Albe:rt E. F. Scha:f'fle· L'anno 1903, il quale ha privato la Germania dd grande storico Teodoro Mommsen, ha visto sparire un' altra nobile figura del liberalismo tedesco nell'economista Alberto Schnfflc. Egli fu senza dubbio fra noi il più popolare fra gli scrittori di cose politiche del suo paese e fu di gran lung:t più noto che il Roscher, il Wag11er, lo Schuwller, il Brentano e tanti altri a cui forse non era assolutamente superiore. Secondo l' uso dei professori tedeschi fu di una grande operosità letteraria: oltre numerosissimi articoli in una rivista per te scienze di Stato, di cui fu per parecchi decenni l' anima ed il pen- •siero direttivo, scrisse in altri giornali ·scientifici e quotidiani, e publicò opere di scienza economica, in generale assai voluminose. Per dieci anni, dal_ 1850 al 1850 egli fu publicista: ma di questa sua attività, spieg,lta appunto in quel tempo della vita - fra i venti ed i trent' anni - in cui si formano in modo definitivo le caratteristiche pii:1salienti dell' uomo, egli non risentì, a detta del Mehring, nè i buoni nè i cattivi effetti e si trovò perfettamente al suo posto quando non ancora giunto ai trent'anni cominciò ad insegnare l' economia politica nell' università di Tubinga. Nato e cresciuto fra quegli Schwabeo, cosi argutamente motteggiati da H. Heine, profondamente imbevuto di tutte le idee proprie al suo ambiente sociale egli doveva seguire una via del tutto diversa che il suo contemporaneo Carlo Marx, nel cui sangue fervevano gli ideali e le inquietudini delle razze germanica ed ebraica, cres-:iuto in qud Reiland - provvido riparo e pomo di discordia fra Germania e Francia - dove nella prima metà del secolo passato assai più che oggi si sentiva potente l' influsso della civiltà francese: pi(1 raffinata, più critica e più assetata di rinnovamenti socia li. Così l' uno di questi uomini, destinato alla carriera acca-- demica, fu trascinato nella grande corrente democratica, nel giornalismo e nella vita fazione, mentre l'altro fu dalla sua natura irresistibilmente portato verso la vita tranquilla del professore e dello studioso, nonostante che da tutte le circostanze esteriori sembrasse destinato a ben differente campo di azione. Dopo esser stato parecchi anni membro del parlamento nel Wurtemberg e rappresentante alla conferenza doganale qi Berlino nel 1868, passò all'Università di Vienna e nel 187 r fu nominato ministro del commercio dell' impero austriaco~ Ma il ministero reazionario Hohen wart, di cui egli faceva parte, non fece buona prova e dopo una vita nè lùnga nè gloriosa cadde, e lo ridusse di .nuovo a vita privata. Dopo breve tempo ritornò a Tubinga, dove si diede interamente alla sua attività di scrittore, avendo abbandonato la politica e l' insegnamento. Scrivere una biografia è fare della storia: tanto più quando si parla di un economista, di un uomo che fa la scienza della società nel suo movimcnro progressi vo1 in quanto ne_lla vita di tutti i giorni, ·volgare e prosaica per chi non sa comprenderla, cerca la legge ed il principio dell' azione. Distinguere la teoria dalla_ pratica, la scienza dalla vita, la sociologia dalla politica può essere utile e forse necessario per la scuola, ma non è, non può essere in ogni caso che un mezzo dialettico e didattico per superare la conoscenza empirica e volgare. Tutti i ~randi economisti furono grandi uomini : Quesnay, Turgot, Smith, Riccardo, Marx .... , u0m1111 rappresentat1v1 m co 1tinuo rapporto con il loro tempo di cui furono gli interpreti , i maestri ed i profeti. Ministri, deputati, giornalisti o uomini d'affari essi vissero immediatamente a contatto di quella verità, ideale non raggiungibile, ma a cui essi si approssimarono con le loro ricerche immortali e con i loro libri vecchi di cinquanta e di cento anni ci fauno una· così viva e impetuosa impressione come non possono i manuali scolastici , compilati ·dopo t:intc ricer-:he e tanti progressi della scienza. Anche Alberto Scbaffie ebbe questa unità della scienza con la vita. Dd suo paese di piccoli borghesi e di contadini possidenti conservo sempre in foaJo que_lla che i tedeschi chiamano we tansclumung. La piccola borghesia è ostile così al fet dalismo di cui ha sentito il giogo, come alla grande proprietà ed alla grande industria da cui è irremi~sibilmente minacciata in tutte le sue condizioni di esistenza e non prova che un profondo terrore per il proletariato nel cui gorBo tumultuoso ed oscuro si sente fatalmente attratta. Così egli sostenne sempre: il principio decentralista di fronte al movimento unitario, un principio teoricamente discutibile anzi senz' altro buono, ma nelle condizioni storiche della Germania fra il 1860 e 1900 eminentemente conservatore e reazionario. Nella questione sociale egli fu uno dei rappresentanti più illustri di quel socialismo della c,liledra o di stato, che deriso e _combattuto dai liberali e dai socialisti democratici, condannato da tutti i teorici , fini per trionfare ed oggi ispira la politica sociale non solo della Germania -m:1 anche di molti · altri paesi ed ogni giorno più acquista fautori e seguaci. È · vero che il Molinari e con lui parecchi geniali fautori del liberalismo credono si tratti di un regresso necessari_o per .progredire verso la società degli individui indipendenti ed autonomi, ma fino a prova contraria noi crediamo che la storia conosca assai bene la sua Yia e non abbia bisogno di esperimenti disastrosi per scegliere fra le varie t.eorie quella che meglio risponde _alla natura dell' uomo ed al progresso delle società umane. · Basta, d'altra parte , confrontare i giudizi che liberisti e socialisti danno di questa tendeoza e dei suoi effetti oggi, con l'ironia di cui fu coperta al suo sorgere p;:ir convincersi come i suoi fautori seppero comprendere una necessità politica del loro tempo e dirigersi secondo una nobile ed umanitaria concezione della storia. « La quin!Msenza del socialismo ~ e la « Struttura e vita del corpo sociale » sono gli scritti più noti dello Schaffiè: la seconda appartiene a quelle opere che nessuno legge e tutti citano, la prima_ inv~ce al gruppo non meno numeroso di libri, che tutti leggono e citano assai poco. In vero la Struttura, tratt ..to di sociologia secondo la tendenza · organica è un ardito tentativo di applicare le scoperte della biologia allo studio delle società umane. Questa scuola è ora in un periodo di decadenza dovuto in gran parte alla presunzione ed alla ignoranza di qualche seguace, ma è senza dubbio destinata ad essere uno degli elementi costitutivi della.scienza ~ socialt. L'opuscolo sul socialismo, tradotto in molte lingue, fra cui in francese, dal Malon, non ha bisogno di e,scre rammentato a nessun dilettanLe di scienze sociali , e si loda da sè con la grandissima popolarità in tutte le classi di lettori. Delle altre op.ere, siano qui rammentate il Sistema sociale della economia umana, il Trattato delle imposte, la Teoria degli esclusi vi rapporti di smercio••.•
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