RIVISTA POPOLARE 7 dronirsene ; io sono con vinto . di essere nel vero; ma supponendo che io abhia torto ed essi ragione, capisco lo impadronirsi del potere per DISFARE; cooperarvi a che la società attuale trovi al di fuori di lei quella forza che comincia a mancarle , mi pare assurdo. E' logico dunque che i socialisti francesi abbiano espulso Mil_lerand. Trovo che sono illogici i suoi seguaci rimanendo nel partito; come trovo illogico Bernstein, come trovo illogico Turati, come trovo illogici i loro seguaci nel volere ostinarsi a rimanere nel partito socialista. Essi, ormai, hanno una altra. funzione da. compiere nella evoluzione sociale, ed è di incarnare l'ultima resistenza, la più liberale, la più intelligente, della società borghese alte forze che la vogliono radicalmente trasformata; non a loro incombe il compito di rendere meno dolorosa l'ultima fa~e del rivolgimento sociale; e lo potrnono fare, se saranno il partito che sta , al di fuori del socialismo .di. cui essi, ormai , han po perduto di vi sia gli ideali, sul!' estremo limite della. evoluzione ~òciale dalla forma proprietaria alla collettiva. Millerand , dopo la sua espulsione , se n' è mostrato lieto, e. ha dichiarato che non si appellerà al congresso _Socialista Francese a S. Etienne. Egli,. onesto , ha sentito che quella era la soluzione logica' di tu'tto l'affare. Io non posso pensare o supporre : . nè ·voglio , che sieno disonesti molti che in Gerri1ania e in Italia si sentono e stanno a disagio. nel partito soci,ìlista; ma non posso fare a _meno di .domandarmi: Perchè aspettano d'essere espulsi, od obbligati ad andarsene ? In verità , io, se sapessi di dovere, tosto a tardi, essere scacciato da un l~ogo .o da una compagnia, metterei le mani avanti e preferirei andarmene tenendo cosi per_me tutti. i vantaggi della libera uscita. Ciò che Millerand non ha saputo fare - e Clemenceau glielo. rimprovera - rendendo inutile cosi a sè e agli altri la sua ~spul_sione. A tutti, veramente no, perchè il partito socialista in Francia s' è liberato. d' un intoppo e ha dato cenno di volersi rimettere su la diritta via. Cos:1., questa, utile assai. A. AGREST[ 111111111111111 Ulll 1111111111111ll li I I I li ltl 1111111111 lllll <111111111111111111, ltl Il 11111 Un giudizio socialista s-µLLA Sociologia Criminale n1 CoLAJJ\NNr Gùstavo Rouanet, ìl valoroso deputato socialista di Parigi, consacra nella 'R._evueSocialiste un lungo articolo - di nove pagine - all'ultimo libro di Napole(_)ne Colajanni : Razze inferiori e razze superiori o Latini e anglo Sassoni, esaltandone· il valore ed accettandone le conclusioni. Ne riportiamo l'introduzione perchè in essa si occupa <lialtra opera dello stesso Colajanni, meno nota ai lettori della Rivista e vi si giudica la scuola di. antropologia (1). Eccola : « Che Lombroso, Garofalo, ed in genérale i rappresentanti della' scuola antropologica italiana abbiano avuto, nel loro paese, una rapida voga , e che la loro reput::i.zione, meritata (1) Anche Cipriani nella Petite repubblique consacra un :irticolo entusiastico a Raz:ze inferiori e razze superiori. d'altronde pei lavori!originali e notevoli, abbia potuto spandersi all'estero, io lo comprend0 agevolmente. Io mi spiego meno la voga che ha avuto un momento la scuola italiana da questo lato delle Alpi. Poichè per un momento Lombroso e i suoi- discepoli passarono , agli occhi dei francesi che respingono le concezioni criminaliste in vecchiate- dei nostri giuristi sostenitori della responsabilità individuale e dd libero arbitrio sovrano, per novatori , per progressisti , anche per teorici umani ». « Senza dubio il carattere strettamente scientifico, estraneo ad ogni preoccupazione di ordine metafisico, almeno in apparenza, delle ~icerche e delle constatazioni positive della nuoya scuola, soddisfacevano meglio la inclinazione dei nostri compatrioti, la loro tendenza a scuotere il giogo d'una teoria criminale spietata, che rifriggeva le sue eterne inassinié, che io voca va nelle stesse formule i diritti della vendetta pubblica corrucciata, il diritto di « punire » come dicono anco_ra, ~er giustificare le peggiori pratiche della nostra giustizia. La teoria antropolo.gica che vede nel criminale un malato, un delinquente nato, il prodotto di vizi atavici µ1arcato dalle sofferenze e dalle deviazioni morali , apparve loro, sul principio, una spiegazione più s.:ientifica del fenomeno criminale, comparato alla banale spiegazione che ne davano giuristi e magistrati, proclamanti l'intera responsabilità del delinquente, isolandolo dal passato degli antenati, dall'ambiente contemporaneo nel quale si muove per mostrare in lui non so quale entità, quale volontà astratta incline al male, avente la libera scelta di determinarsi per il bene e fissante volontariamente la sua scelta sull'atto delittuoso. In pari tempo più scientifico e più umano apparve dunque a qualche ingegno nudrito di idee eccellenti e dotato di pietà la teoria che tendeva se non a sopprimere 1 almeno ad attenuare la responsabilità dei delinquenti subordinando i suoi atti d' irresistibile impulso alla sua difettosa organizzazione materiale. Costoro non si avvedevano che la spiegazione del peccato, che si riferisce alla teoria della grazia e a quella del libero arbitrio, ha lo stesso carattere in uu caso come nell'altro, anche quando. la seconda meni a conclusioni mtno dure che la prim:l. La seconda non chiude Ja porta alla speranza del miglioramento e del pentiniento , mentre che Jà prima sopprime sino la speranza di migliorare il delinquente il quale non è più, secondo loro , altro che un peri.:Òlo pubblico di cui s'impone la distruzione. La predestinazione al delitto che è il fondo delle teorie di Lombroso, avrebbe infatti, se fosse presa alla lettera, delle consegneri.ze sociali tanto abominevoli quanto quella della predestinazione agostiniana ed essa non è per nulla una concezione della giustizia più pietosa ed umana di quelle precedenti. Il delinquente nato non è- un malato ma un mal conformato di cui la vita è ùna pennanente minaccia per la società; poichè si può sperare di guarire un malato di un'affezione accidentale, non si rifa un organi_smo vizioso, non si cambia un brachicefalo in un dolicocefalo e reciprocamente. · . · Non ru dunque, possò dire, che in seguito ·ad un malinteso r O , che i principì della scuola positiva italiana furono un istante popolari in Francia , ove sempre gli uomini di pro~?~sso dettero un posto i111p0rtante ai fattori sociali di ogni. o_rdine sulle cause generali della criminalità. Ora, in seguito ·ad una_· di quclle frequenti bizzarrie nella s~oria delle reput'azioni, 1' uomo che ha sostenuto per ttitta la sua vita la teoria del
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