Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 1 - 15 gennaio 1904

2 ~ RIVISTA POPOLARE quelli tedeschi e inglesi. Non parliamo di quelli n orci-americani. Negli Stati Uniti furono gli operai che ottennero prima l'espulsione dei concorrenti Cinesi e che ora domandano freni contro l'undesiderable immigrazione italiana e slavo-ungarica. E' il Powderley, l' antico Presidente dei Cavalieridel lavoro, oggi a capo dell'ufficio d'immigrazione, che si agita maggiormente perchè il Shattuc 'Bill - contro gl'immigrati analfabeti - diventi legge dello Stato. Altri più màlvagi ... ed ignoranti prendono occasione da queste proposte di leggi francesi, che colpirebbero ugualmente, non i soli italiani, ma anche i belgi , i tedeschi e gli spagnuoli , per rinfocolare odi tra francesi ed italiani e mettere in derisione l'amore della sorella latina. A questi ignoranti e malvagi avrebbe dovuto bastare la lettera· che Hyndman , il capo della Federazione sociatistademocratica d'Inghilterra, ha diretto ad Enrico Ferri a proposito delle misure australiane contro i pescatori italiani di Port-Jackson. Hyndman giustamente, gli ha rammentato che l'Australia ha tutta una legislazione protettiva dei lavoratori indigeni non solo contro i Cinesi, ma· anche contro i lavoratori di quella madre patria che spende milioni e milioni per ~ssicnrare l'indipendenza ·della Colonia I 1 Il ricordo non potrebbe essere più tipico e più convincente. L' eminente socialista inglese è convinto che al grave problema non si troverà la soluzione che col trionfo universale del socialismo. E in attesa di questo grande avvenimento, che attenderemo per un pezzo, si avverta un'altra strana contraddizione: sono i capitalisti e i grassi borghesi che domandano la libertà del lavoro e la libertà dell' immigrazione assumendo aria di urpanitari .... internazionalisti I Mica minchioni quei' signori: la libertà del lavoro e della immigrazione colla conseguente concorrenza assicura la diminuzione dei salarii ... e l' aumento dei profitti I ♦ · Il g~nerale Italiano in Macedonia - Lo dicemmo altra volta, e persistiamo nella nostra opinione. (1) Non ci pare che l'Italia abbia fatto una cosa utile al suo prestigio accettando a mandare uno dei propri generali a comandare la gendarmeria in Macedonia. Non è un segreto per nessuno che le rifornie son respinte da tutti ~n quel disgraziatissimo paese. Dai Musulmani perchè le considerano come violazione e diminuizione dei loro diritti; dai Cristiani perchè le trovano insufficienti. La questione non è tale che possa essere risoluta con alcune parziali concessioni più o meno generose. E' questione di popoli che non hanno trovato ancora il loro assetto definitivo, ed è questione di influenze di altre potenze, grandi potenze, che non vedrebbero con dispiacere sorgere la necessità di intervenire e far, sotto il coperchio dell'intervento, il comodo loro. D' altra parte i ribelli Macedoni non hanno deposto definitivamente le armi. Tutt' altro. L'inverno non è propizio per la guerra, .essi son tornati nei loro villaggi, pronti a ricomin- (1) Anno iX, N. 24 - 30 decembre 1903. Uomini e avvenimenti. · dare l' opera loro, alla prossima primavera. Essi vogliono, nè lo nascondono, Ja indipendenza assoluta del loro paese dal dominio turco , e, secondo noi, non hanno torto. Sta a vedersi se poi, essi non diventeranno preda di altri Stati più potenti o anche semplicemente di piccoli Stati già costituiti; dei piccoli Stati Balcanici, semi-indipendenti, che circondano Ja Macedonia. E se questo loro converrebbe, e se questo sia nel loro programma è dubbioso. Certo è cbe essi non vogliono più essere governati dalla Turchia. Ora è poco probabile, che per sentimentalismo,, i ribelli ahbandonino là linea di condotta che hanno tenuta fin qui, e si fidino alla Turchia, sol perchè la -Turchia permette ad un generale italiano di comandare i suoi gendarmi. Essi sanno che il governo turco è riuscito sempre a ripigliarsi tutto quello che non gli è stato tolto cori la forz.a; e sanno che le riforme saranno per la Turchia come non avvenute. - Il loro dovere è dunque di non tenerne conto e di continuare nella loro lotta, e continueranno. Che ci avrà guadagnato l'Italia? Nulla, ci pare. Essa avrà affidato ad un suo generale una missione impossibile , si avrà in parte alienato lo spirito delle popolazioni balcaniche , per vedere poi l' Austria o h Russia intervenire - come il trattato di Berlino dà loro il diritto - nella questione e fare..... delle due cose l' una. O il comodo dei ribelli Macedoni - e allora sarebbe bene adattarcisi subito - o il comodo loro - e questo è il più probabile. In ogni modo ci pare che l' Italia si sia presa, senza nessun suo vantaggio, una cattiva gatta a pelare. ~- ♦ Perchè alcuni socialisti italiani sono repubblicani - L'esuberanza della ·materia e le esigenze di un cambiamento di tipografi.a c' impedirono di rilevare nell' ultimo numero un articolo di Walter Mocchi (Avanguardia socialista 20 dicembre, dal titolo : Pregiudizialisti e secessionisti). Noi che spesso abbiamo dato addosso all'agnosticismo politico dei socialisti italiani sentiamo il dovere di far conoscere sempre più quella corrente che più si avvicina al nostro modo di pensare. Diamo , perciò, un lungo brano dell'articolo del Mocchi, in cui, in risposta a Ferri, spiega perchè è repubblicano e antipregiudizialoide. ~ Noi siamo repubblicani , e lealmente lo proclamiamo. Siamo repubblicani : ~ 1 ° perchè la costante tradizione del nostro internazionale partito (e ce ne dispiace per Prampolioi) dal giorno del divorzio tra gli utopisti ed i critici (Marx , Lassalle , Detzgen, Engels, ecc.) fu risolutamente repubblicana come do_veva e~ sere il pensiero politico di un partito che intende abolire 11 privilegio ereditario io ogni campo dell'attività umana .i f << 20 perchè ad onta del socialismo sui generis della frima propaganda italiana, quando si assicuravano le turbe de reggiano che bastava conquistare la metà più un~ dei se~gi parlamentari per instaurare il collettivismo , e che la libertà e le democratiche istitu:1.ioni erano cose indifferenti pel proletariato, - la repubblica fa parte del nostro progr~mma. •.. minimo fu solennemente riaffermata nel Congresso dt Roma; è duoq~e una trasformazione che prec~de (e non segue) il - socialismo; e non sapremo per qual rag10ne d?vreb.be _e~sere sottaciuta, trascurata , o vilipesa , co?1e u~o dt qu~t v~z1segreti che si praticano ma che non s1 ha 11 coraggio dt confessare; « 3 ° perchè, se è vero che vi sono repubbli~he io cui, .in fatto di libertà e di sfruttamento, si sta come 10 monarchia; è anche vero che soltanto in repubblica è possibile quella incoercibile democratizzazione delle istituzioni (la Francia inI r

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