Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 1 - 15 gennaio 1904

I 18 RIVISTA POPOLARE dal caniso; e dichiara che i rapporti fra P uno e l'altro sono improntati a violenza non per il supposto vincolo di schiavitù, ma per il costume di tutte le classi inferiori della Sicilia. « Zolfatari e contadini - egli scrive - spesso trattano alla stessa stregua hl. moglie, i figli, l'asino; appioppano legnate colla massima facilità. Il piconiere col caruso quindi non si può sperare che si mostri più umano I>. Nel terzo ed ultimo articolo prende a c~nsiderare quali effetti hanno avuto in pratica gl' impulsi sentimentali e gli errori di apprez• zamento; dice che 18inuova legge sul lavoro dei fanciulli non è applicabile attualmente in Sicilia sia perchè la natura del lavoro e l' alta proporzione che an cora tiene la estrazione a spalla rispetto a quella meccanica, non permettono che si sottragga al lavoro di trasporto un terzo dei carusi occùpati, sia perchè l'applicazione integralé e rapida della nuova legge escluderebl:)e dal lavoro minerario 15000 operai di ogni categoria. Seguirebbe da ciò una brusca e notevole diminuzione di mercedi nella zona solfifera ; tale dimirrnzione provocherebbe a sua volta abbassamento del già tanto basso livello 'di vita delle nostre classi operaie; la mancanza di mezzi di sussistenza e di occupazione per molte migliaia di persone in così breve territorio avrebbe su tutti gli abitanti di questo effetti nocivi tali che neutralizzerebbero i benefizi biologici dello innalzamento del limite minimo ai età per l' ammissione al lavoro minerario. Critica l'obbligo della istruzione elementare imposto dalla legge ai fanciulli, che cercano lavoro nelle solfare. Concludendo, propone che l' età minima per l' ammissione ai lavori di trasporto sia fissata a 12 anni senza altre restrizioni. La pubblicazione di quelli articoli è di. grande interesse or che· è prossimo l'invio di una Commissione in Sicilia coll'incarico di studiare sopra luogo l' appli cabilità o meno della nuova legge sul lavoro dei fanciulli nelle solfare. Auguro che la Commissione saprà tenere nella debita considerazione la interessante, nuova e veridica parola del Colajanni. ♦ Io non bo nulla da modificare e nulla da aggiungere a quanto ho scritto in quei capitoli del mio e P1·imo Saggio di ricerche sul lavor·o e sui lavo·ratori di Sicilia: Lo Zolfataio l) (1) che hanno formato oggetto di una mia comunicazione al Comitato permanente del Lavoro nella seduta dell'8 ottobre 1903. Pure, affin di facilitare lo studio della quistione alla suddetta Commissione, svolgo alcuni punti che l' On. Colajanni non tocca, o su cui io pJrto giudizio un pò diverso dal sno. Incomincio col fare un esame dei rapporti fra piconieri e carusi. Il contratto del lavoro di trasporto a spalla assume tre forme: Cottimo a cassa o a vagoncino. Salario giornaliero per un determinato numero di viaggi dal posto di carico al posto di scarico. Salario giornaliero semplice. Come si può desumere dalle forme del contratto di lavoro, l'ingaggiamento del caruso è volontm·io, a tempo indeterminato e facilissimamente 1·isolubile. Ma la natura dei lavori e la vicenda della forza di trasporto hanno imposto l' uso di un contratto sussidiario, che, pur lasciando ;volontario e a tempo indeterminato l'ingaggiamento del ca1·uso, lo renda duraturo e risolubile sotto una qualche condir.ione. Se il piconiere è l' anima, il caruso è la spina dor- · sale del!a solfara , svecie di quella con estrazione a spalla , che se manca il trasportatore, il cantiere di estirpazione s' ingombra , e il piconiere deve toglier mano. Il lavoro di trasporto per esser fatto sollecitamente e a costo relativamente basso, richiede esercizio ed esperienza nel trasportatore; e sulla pia;za - è difcile trovare carusi disoccupati, e non è facile nemmeno trovare novizi. Per la necessità di avere sempre carusi a sua disposizione e per Ja necessità di trovarne il piconiere - suo malgrado - crede necessario accaparrarsi ìa energia di trasporto e premunirsi contro la conoorrenza di altri piconieri. D'altra parte : generalmente il caruso appartiene a famiglie misere, e - tolto il caso eh' egli lavori col padre o col fratello maggiore - non ba altra fonte di risorse che il suo ·1av_oro.Bene spesso da questo deve trarre i mezzi di sussistenza anche pel padre invalido o per la madre vedova. Per isvariate ragioni il piconiere cade spesso in chomage; e con lui anche il ·caruso. Sicchè qnesti ha bisogno di trovar modo onde obbligare il piconiere a fornirgli alimenti nei giorni di disoccupazione, in acconto sui lavori futuri. Ed egli, che di fronte all'amministrazione della solfara non ha figura alcuna , egli che non sa a chi rivolgersi in caso di violazione dei patti da parte del piconiere , esige da questo una garenzia <lel contratto verbale. Infine : la famiglia, mandando il fanciullo alla solfara. , lo affida - non lo vende I! - al piconiere a patto che questi lo preservi il più possibile dagl' infortunii del lavoro. A garanzia di questo patto tacito circa la diligenza di buon padre di famiglia che si richiede dal capo d' opera pel fanciullo , la famiglia esige un indennizzo anticipato per i danni e interessi che le possono venire da infortunio grave o da cnlpa in diligendo del capo d'opera. Per soddisfare a queste tre esigenze il piconiere dà al caruso un anticipo in denaro, che si chiama soccr>1·so mo·rto. L'anticipo morto ha dunque triplice _fondamento: accaparramento della forza di lavoro pel piconiere; garanzia della osservanza dei patti pel carnso; indennizzo anticipato per i. danni d' infortunio· che possa subire il cm·uso , o per altra colpa del capo d'opera. Quest'ultimo elemento costitutivo dello anticipo morto è venuto a mancare in gran parte dopo l'attuazione della legge sull'assicurazione obbligatoria di,..tutti i lavoratori delle solfare. Ma restano ancora immutati e integri i primi due. Or, se da tali esigenze ha origine l'anticipo morto, quel rapporto economico,_che vale a rendere durevole e a garentire il contratto di lavoro, genera un rapporto di dipendenza del caruso dal piconiere o non piuttosto

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