Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 1 - 15 gennaio 1904

\. 16 RIVISTA POPOLARE ci voleva. - Il contadino pensava al figlio , pensava alla partaccia e si sentiva infradiciare lo stomaco dalla bile racchiusa; e si sforzava di sorridere, certi sorrisi così verdi ! - Ah si ? ah si ? E Saro Linguamozza, che piegàva il capo a tutto, come una bestia da soma, tal quale poveretto. Aveva bisogno di una donna; gli davano Michela , e l'accettava perchè sapeva badare bene alla casa, dicevano. Un giorno apprese chs la Nunziata , a proposito dell'affare del mulo, aveva detto con dolce sincerità: e Quando si· ama davvero un giovane non si pensa nè a muli nè a niente. Ciò gli mise un turbamento stra!!O nel profondo defl'essere, e non sapeva . perchè ! (continua) LUIGI MARROCCO lll l I lii li l l li I li lll lh li Il l l I lii li I Il l I li llt 11 I li lii li li lii lllll I I I li I llll 11111111111111 ! rer un librodi scienzadell'amministrazione C1 ) ----~---- Riunire m un manuale i principii fondamentali della scionza del!' amministrazione significa - allo stato attuale della rìestra letteratura scientifica - affrontare arditamente una serie di difficoltà molto gravi ; di modo che il solo tentativo sarebbe titolo non piccolo di lode, se non si potessd aggiungere che questo del Presutti è anche un tentativo assai ,ben riuscito. S' intende subito quale sia la prima 'di tali difficoltà.: quella. di dimostrare l'autonomia scientifica della disciplina e la legittimità della sua esistenza. Il Presutti Ja definisce: quella che rt studia i casi in cui è necessario l'intervento e della pubblica amministrazione per il raggiungimento dei < fini che la p0litica dosigoa allo Stato o le modalità di ' . < tale interveot9 perchè io esso si raggiunga il mas~imo ef- « fetto utile coJ rr,inimo sforzo > (p. 18). Ed in -questa definizione si riassumono due concetti, cho l'autore ha avuto cura d' illustrare in precedenza. Primo: esisto un punto di vista amministrat'tvo , dal quale si può studiare l' attività della pubblica amministrazione, e che è diverso da1 punto di vista tecnico e da quollo giuridico. Secondo: le norme che si formulano, studiando da questo punto di vista tale attività , possono ricondul'3i ad un principio unico, che le governa, il principio edonistico·, ,che impone il raggiungimento del massimo fine col minimo sforzo. Può dirsi che la difficoltà sia in questo modo superata? A dimostrare l'indipendenza del punto di vista amministrativo, il Presutti reca un esempio assai felice: quello del medico condotto. Lo studio dell'attività amministrativa che si riferisce alla cura degli infermi poveri, può farsi da un triplice punto di vista : quello tecnico, che studia i mezzi suggeriti da conoscenze speciali, in ordine al raggiungimento di quel dato fine; ·quello giuridico, che studia i rapporti di diritto , a cui l' attiYità medesima può dar luogo ; quello amministrativo , che infine detta le norme circa il modo migliore. di organizzare iJ servizio per renderlo rispondente al fine; e queste norme appunto sono dettate dalla scienza dell'amministrazione. Ora, se è sempre facile distinguere il punto di vista amministrativo da quello giuridico, la distin- , (l} Prof. Enrico Presutti: Principii fondameritali di scieil.za dell'amministrazione - Milano, Società editrice libraria 1903 (pag. 534). zione si presenta mono netta quando si consideri il punto di vista tecnico, che non sempre, come nel caso tipico del medico condotto , appare così distinto, in modo da poterlo isolare, come l'esigenza teoretica richiede. Sembra cioè che in molte attività . alle quali pure la scienza del!' amministrazione detta le norme, l' elemento tecnico si compenetri del tutto con quello amministrativo : e che non possa distinguersi facilmente l'uno dall'altro nei casi in cui gli uffici pubblici esplicano attività loro proprie, cioè non concepibili come esercizio di un' industria o arte o professione ; il che può dirsi, p. es dell' organizzazione di un ufficio dello stato civile, di un ufficio ·di segreteria, di tutta quella parte dele attività fìnanziaFia, che può rientrare nel campo _della scienza dell'amministrazione. E tutto eiò non è sfuggito all'acutezza abituale dell'autore, il quale nota infatti come nello studiare le norme regolatrici delle singole attività sia necessario < avere anche un' esatta e « netta visione dei vari fini che la polizia assegna allo Stato,.· « e degli insegnamenti delle sci-enxe tecniche circa l'azione 4. necessaria per conseguire tali fini senza la conoscenza di e tali elementi di ciascun problema amministrativo sarà « impossib_ile comprendere il perchè della soluzione risul- « tante dalla applicazion~ a tali elementi delle n·orme ac. « cartate dalla scienza dell' amministrazione > (p. 45). Le quali giustissime riflessioni dimostrano appunto , se non ci ingannia~o. come l' isolamento del punto di vista amministrativo non sia sempre possibilo, dato che le norme della scienza della amministrazione non possono talvolta intendersi senza il concorso di elementi tecnici. Analogamente, la determinazion/3 del postulato edonistico come principio regolatore della scienza , se dimostra come al Presutti non sia sfuggita la necessità di porne un:>, (senza di che l'autonomia scientifica di una disciplina non s' intende), d' altro canto non sembra costituire un argomento decisivo. L' A. stesno prevede l' obbiezione, che qui· sorge assai facilmente : il postulato edonistico è principio fondamentale della scienza economica e non può quindi esser la base di un' altra disciplina autonoma ; e risponde (p. 40) che la lègge del minimo mezzo pare sia di applicazione generalissima, la quale non è limitata soltanto al fenomeno economico, ma si estende non solo _nel campo sociale, ma anche in quello dei fenomeni biologici. Qui si potrebbe forse osservare che i concetti quantitativi, lo valutaxioni, che la leggo medesima presuppone, non sono fondamentali cho nella considerazione del fenomeno economico; perchè la scie!'}za matematica, che pu1· li considera, non li studia che da un punto di vista formale , e nel campo sociale ed in quello biologico questa legge , se pure può riconoscersi, non tocca l'elemento irriducibile che distingue ciascuna scienza sociale o biologica, ma ha, riguardo ad esse, una funzione pnramento accessoria; cioè la valutaxione del mezzo e del fine è in sostanza la applicazione di un concetto economieo a fenomeni considerati da un punto di vista non economico. Ma, checchè sia di ciò, a· noi sembra in ogni modo che la legge del minimo mezzo , pur essendo propria del fenomeno economico, possa porsi a base di una scienza dell' amministrazione senza generare equivoci , per un motivo assai semplice : che, mentre in quel campo essa è un principio teoretico, una legge, in questo essa rappresenta una norma pratica, sia pure generalissima, cioè una

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==