14 RIVISTA POPOLARE chela. La sua bruttezza, nella faccia dai muscoli contratti, si ora accresciuta enormemente; gli ocrhi, specie il guercio, avevano spruzzato fuori il veleno che nutriva contro la sorella di aspetto seducente : tutto il corpo le era preso a tremar·e , pressato da un uragano di rabbia , quasi arco che stia per iscoccare con moto fulmineo. Cosi ella, con le mani ai :fianchi, in atto di sfida violenta, si era drizzata minacciosa davanti alla sorella, che. seduta sopra una cassapanca rammendava un busto .. « Fetente I Io l'ho f giovani; già tutto era stato stabilito: lui aveva cinquanta onze e il mulo, lei portava in dote trenta onze e la biancheria a qiiatl'ro a quattro. Saro le portò un fazzoletto di seta e un anello di dieci lire; i Ciancini, che ci tenevano al decoro della famiglia, festeggiarono il toccamano con vino e ceci abbrustoliti ; del resto, tutti festanti, anche la Nunziata, così buona che dimenticava presto le offese. Si brindò. Ma la pace , la benedetta pace agognata dalla gnà Marantonia e da gnù Rocco , pareva non ci avesse detto sempre : tu sei la mia sventura, tn mi rubi tutti i matrimoni, fin tanto che non crepi, io non posso maritarmi. La quistione d'Oriente gusto a rimanere là, tanto che nel meglio delle cose spulezzòvia, lasciandoli con un pal mo di naso. Nunziata, rossa rossa, si· era risentita : « Io? io? Come ci entro io, se mi preferiscono a te ? In uno di quei giorni di accordo, mentre si accudiva alle faccende necessarie per spicciare il matrimonio nel prossimo settembre, a Saro rubarono il famoso mulo: non ci mancava altro, una disdetta di quelle terribili. Padre e :figlio cercarono giorno e notte in tutte le campagne, senza alcun profitto. Bisognava rimediare in un mo do qualsiasi, persuadendo compare Rocco. Era necessario. E Michela, corrosa nel profondo dall' invidia, dall'astio e dal rancore, l'aveva afferrata tenacemente · pei capelli , atterrandola, trascinandola come un cencio , mettendole i piedi sul ventre, dandole in fine addosso con nna chiave, colpendola su la faccia e su la fronte, mentre la i:nisera, di poca forza, si dibatteva inv:rno, urlando e piangendo in suoni rochi, già insanguinata. Pareva fosse caduta sotto due artigli adunchi ; padre e madre erano ri usciti a stento a liberarla. Tutta la ·giornata se n'era andata a quel modo·, tempestosamente-, tra le minaccia-, i gemiti , gli urli: Nunziata lamenSe i due ministri ( Goluchowsky e Lamsdorf) sapessero come le loro note diplomatiche vengono accolte, prima nell'Harem imperiale, e in seguito dal gran Sultano Rosso che se ne accende la pipa, si asterrebbero dall'esporsi a questo genere di pericolo. In una domenica , poco dopo il mezzogiorno , gnù Liborio, solo solo, in preda ai suoi pensieri pungenti, non senza un velo di costernazione su la faccia dalla cotenna scabra , se ne venne à trovare il compare. Il tugurio , ammiccante nella corona degli ulivi, arso dal sole, dalla facciata scrostata e cadente , era in un silenzio di sonno; dietro tandosi , con la faccia la.crimosa e sudicia di sangue rappresso ; la gnà Ma.rantonia piagnucolando , chiamando Dio e i Santi perchè vedessero il fuoco che c'era in quella casa; gnù Rocco con un bastone in mano, senza risolversi mai a sorbottare Michela con una buona dose di batoste, gridando che in casa sua non c' era pace. « Quando si finirà , domando io? Quando? Devo fare qualche sproposito? Proprio? La concordia venne, finalmente, in quella campagna nella prossima domenica, giorno in cui si fidanzarono Kladdoratsch (Berlino) l'uscio socchiuso dei Ciancini, seduti attorno una madia, smaltivano con buon appetito i maccheroni casalinghi n?otanti nel succo del pomidoro, - una festa quel giorno. « Oh, compare Liborio! Quanto onore ! Favorite: Ma gnù Liborio non poteva accettare nulla con quella vampa che si sentiva nello stomaco; no davvero: gli premeva ben altro, piuttosto! E volle a qualunque costo prendere pel braccio il compare e tirarlo fuori, là dove gli alberi stampavano la loro ombra sul terreno secco.
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