Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 1 - 15 gennaio 1904

12 RIVISTA POPOLARE Disse, -alzandosi: « Ci vuole il mulo. Il padre, con la bile dentro , sorrise, al solito, del suo sorriso strano. « Hai ragione. Ci vuole il mulo. Senza il mulo è tempo perso ..... E, d'un tratto, scattando con uno scoppio di rabbia: « Cinquanta onze , sono danaro, e bisogna sudare sangue ~ acqua a metterle insieme. Sei uno stupido! Sei un testardo ! Ecco quel che sei ! « Ci vuole il mulo. Intanto ·era tempo di battere il grano. Padre e figlio misero da parte il discorso del matrimonio, e vennero a tirar fuori le bestie dall'ombra di un albero , una vacca. e un mulo, appunto il mulo di cui avevano parlato. Le bestie, incitate con una specie di frusta e con là vòce alta, presero a scalpitare su l'aia ingombra di covori.i.-· Oooh San Michele!. ... Oooh'San. Giovanni !- Durava lo scalpicciamento pesante, e disfacevansi i covoni sotto i colpi assidui delle zampe ferrate : si frantumavan le spighe,~e uscivano 1 chicchi del grano, a miriadi, dalle pannocchie. « Ooooh San Michele !.... Negli spazi immensi, caÌiginosi pel tropro caldo, il _sole splendeva ~stremamente raggiante; d~ quel. rigurgito infoca~o, da quel fa~cio vibrante cadevano ato~i di luce argentea, e l' aria n' era singol_armente piena. L'aia sòrgeva, a simiglianza di'un largo disco biondo, in una delle ·contrade più distanti d~lle campagne che circondano Caltanissetta nel lato di Nord; da quell'altura_. si scorgevano, più o meno lontan~, alcuni paeselli di cui i contadini ne.sapevano i nomi: qne!lo Camma- ·rata, quell'altro ,Mussumeli, quell'altro là Eutera ; e non si vedevano che piccoli mucchi di casupole, appena appena .biancheggianti nelle distese infinite delle te!re lavorative o in mezzo a una larga macchia d'alberi. Nel silenzio meridiano, grave, opprimente, il fuoco solare si faceva intollerabile:; i contadin.i, affaticati in quei riverber~ di brace, erano in maniche di camicia e portavano nn largo fazzoletto a colori legato sotto il mento. Le bestie ansimavano penosamente; il mulo, ri.finito, piegava con floscezza il capo dagl~ -occ~i 8emispenti. Quando le ebbero ricondotte, sotto_,l'albero, si buttarono pure essi a terra, prendendo ristoro in qnel rezzo; nè molto spazio di tempo trascorse, che la g1_1à Maricchia (1) comparve portanào il minestrone al marito e al figlio, una minestra di lasagne in un tP-game sud'icio. Ell'era una donna magra, dal viso ovale, dagli occhi stretti, dalle ossa s1-orgenti su la peHe secca; la sua fronte era mitemente increspata verso il sopracciglio; buona e paziente, ma aveva la parlantina molto scorrevole. . ~ Si po~sono cuocere delle uova con questo caldo » disse appressandosi. · Subito capi che quei due avevano interrotto allora allora nn discorso, quello del matrimonio; posò in ten;a il tegame, e, a bruciapelo: « In, quanto al mulo» saltò su co.n la_ vo.ce sottile • > (1) Diminutivo di Maria. e un po' nasale « si potrebbe accomodare. Il gua10 non è questo. Gnù Liborio e Saro si guardarono in faccia, e restarono ·ammutoliti, con le braccia cascanti.-Che novità? C'era un guaio più grosso? Sentissero quest' altra adesso, e non occorreva più sentire niente! La gnà Maricchia scoperchiò il tegame , ali' ombra dell' albero immobile in ogni fr~nda, e dl!,lla minestra calda e fumida salì , si espanse un odore titillante l'olfatto; padre e figlio, cedendo all'inevitabile istinto brutale; tirarono a sè il vaso di terra cotta, avidamente. « Se ,continua questo tempo » disse la donna e saltando di palo in frasca )) come si farà a spagliare? Non c' è un alito di vento. Il marito, che stava portando una cucchiaiata di minestra in_bocca, la interrogò: « Qual' è quest'altro gnaio? « Non ne vogliono sapere affatto di maritare la Nunziata, perchè rion stà bene in una casa di accasare prima la piccola. Difatti i Ciancini non ne volevano sapere di quel baragozzo, a quel modo, tutti d'accordo padre, madre e figlia maggiore: gnù Rocco, tronfio e severo, a sentenziare come Seneca: - Prima si accasano le figlie grandi, poi qu.elle piccole - ; la gnà Marantonia (1) ostinata pure lei, se no, che d9veva farse.ne della figlia maggiore, per giunta sciancata e guercia?; Michela, così chiamavasi la maggiorenne , tutta fiele contro la sorella. « Ah si? » parlò con rabbia sorda gnù Liborio, mentre il figli.o rimaneva muto, quasi avesse realmente Ja lingua mozza. « Si tratta di questo? Se vedo gnù Rocco gli dirò: Fatevi.. ... E spifferò chiaramente quello che gli avrebbe detto. ♦ Poche ore prima del tramonto il vento si levò forte. I contadini , che non aspettavano di meglio, diedero di piglio alle pale, e, alacremente, con energia palese in ogni membro, in ogni muscolo teso, presero_ a sven~ tolare il grano, spagliando con grande speditezza : 1 soffi, ampi e gagliardi, Ecevravano la paglia dal grano, portandola a breve distanza , accumu1andola in forma di un baluardo semicircolare, così ben tagliato dà parere disposto a quel modo c:].allo'pera dei lavora~ori; ~ si vedevano i piatti quadrilunghi delle pale, rilevati ai lati a maniera di sponde, alzarsi e abbassarsi in una nuvola di pula, sollevando la paglia che il vento trasportava allo stesso posto. Alzavano, alzavano tut: tavia in alto , spandendo al vento. · In mezzo a quei visibilii di loppe , quali intere 0' quali polverizza~e,_ a_ tra verso cui passa vano i raggi del sole , i contadm 1 parevano immersi in un bagno di oro liq u~do, ~entro una soffusione diafana colorata come un miele biondo. Gnù Liborio, interrompendo la sua fatica, disse : « Non è gnù Rocco quello lì? (1) Maria Antonia.

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