Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 1 - 15 gennaio 1904

RIVISTA POPOLARE DI Poli tiCa, Lettere e Scienze S-ociali Diretto1·e: Prof. NAPOLEONECOLA.JANNI (Deputatoal Parlamento) Esce in 7\_ornail 15 e il 30 d'ogni mese It,alia: anno lire 6; semestre lire 3,50 - Estero; anno lire 8; semestre lire 4,50 Un-.numero separato Cent. 30 Amministrazione: Corso Vittorio Emanuele n.0 115. - Napoli Anno X - Num. 1 ABBONAMENTO POSTALE Roma 15, Gennaio 1904 SOMMARIO: Noi: Gll avvenbnenti e gli uomini: (Le condizioni dei lavoratori italiani all'estero - Il gener:~le italiano in Macedonia - Peròè alcuni socialisti italiani sono repubblicani - Lo spirito antiniilitarista in Francia).- La Rivista: Per la istruzione elementare - A. Agresti : Il caso Millerand - r.. Rouanet : Un giudizio socialista sulla Sociologiacriminale di Colajanni - Prof. NapoleoneColajanni: Socialismo e criminalità - Luigi Marrocco: Il matrimonio di •Saro (novella) - Prof. Ugo Forti . Per un libro di scienza dell'amministrazione - GaetanoBaglio: I ·« carusi ~ delle zolfare di Sicilia - Dott. A. Vacirca: Rassegna Agricola-Economka - Rlvista de Ile Riviste - Re_censiou,I .:.... lllostraztoni nel testo. · · .... ·- - . GLI ftVV:BNI1'1BNTI e GLI UOMINI La condizione dei lavoratori italiani all'estero - In questo momento si agita in Francia una questione gravissima, e che avrà, se risolta nel senso di quelli che l' hanno sollevata una eco dolorosa fra i lavoratori del Belgio, della Germania e Italiani. 11 parlamento francese dovrà statuire, fra breve, a proposito della protezione dei lavoratori Francesi contro la concorrenza dei b~voratori esteri. I proponenti i tre diversi progetti di legge, tutti e tre tendenti a limitare Ja immigrazione in Francia, affermarono fra l' altro, e a proposito dei lavoratori italiani, che essi non saranno danneggiati perèhè si dedicano ad industrie alle quali la mano f opera francese non vuol dedicarsi. A che prò dunque la legge di protezione se - dato che il fatto fo_ssevero - non c'è nessuno da proteggere? Ma la verità è, che tanto a Nord come nel Mezzodì della Francia, la mano d'opera francese è impiegata insieme all' italiana. Se questa è preferita all'altra, cosi che nelle fabbriche di zucchero, d'olio, di mattoni, di prodotti chimici i lavoratori italiani sono in numero molto maggiore dei Francesi, non è già perchè i lavoratori francesi non vogliono dedicarsi a quelle industrie, ma perchè gli Italiani sono più forti, più resistenti, più assidui, più sobri - qualità preziosa in un produttore - dei loro concorrenti. E la legge .una volta appr9vata colpirà egu_almente tutti : tanto i Belgi clie lavorano alle cartiere dei dintorni di Parigi_, quanto i Tedeschi che lavorano da sarti un po' dappertutto in Francia, quanto gli Italiani che sudano nelle fabbriche e nelle officine. Noi non vogliamo esaminare la questione dal lato economico, la cosa ci porterebbe a discutere tutto il sistema protezionista moderno, ~ andrebbç più oltre, troppo oltre di ciò che a una breve nota è permesso. Soltanto ci piace rilevare un lato della questione , che ha una grande importanza : il, lato morale. Questa questione della protezione dei lavoratori indigeni contro la concorrenza della mano d'opera forestiera agita un po' tutti i paesi industriali. In Inghilterra la questione è risoluta un po' dalla lingua, un po' dal clima, un po' dalla ripugnanza che hanno i proprietari inglesi ad impiegare forestieri.. rÈ risoluta anche dal fatto che là è difficile ad un operaio lavorare se non appartiene alle Trades-Unions; è diffi~ile ad uno straniero entrare nelle Trades-Unions e quelli che ci entrano , accettando le leggi e le regole statuite dalle associazioni, la concorrenza non la fanno più. Ma in tutti gli altri paesi la questione della concorrenza s'impone. E risolverla nel modo migliore, cioè eliminandola, non pare la cosa più facile di questo mondo; -nè lo è. Da un lato si ledono i diritti dell'umanità; dall'altro si lascia che l'operaio indigeno, per colpe non sue, sia posto in condizioni d'inferiorità di fronte all'operaio forestiero. E un alt-ro lato del problema è questo: i lavoratori di altri paesi hanno combattuto aspre battaglie per ottenère l' elevazione dei salari e il miglioramento sociale; devono rimanersene inerti di fronte alla concorrenza che vanno a far lo'ro lavo• ratori stranieri in condizioni inferiori? Molti si sc~ndalizzano pel fatto che tra i proponenti delfe leggi contro. gli operai stranieri in Fran• eia ci siano dei radicali e sopratutto dei socialisti e si divertono anche a mettere in contraddizione le teorie umanitarie internazionaliste colla pratica. La contraddizione è stridente e reale. Ma s'impone ai socialisti francesi come domani s' imporrebbe a-

2 ~ RIVISTA POPOLARE quelli tedeschi e inglesi. Non parliamo di quelli n orci-americani. Negli Stati Uniti furono gli operai che ottennero prima l'espulsione dei concorrenti Cinesi e che ora domandano freni contro l'undesiderable immigrazione italiana e slavo-ungarica. E' il Powderley, l' antico Presidente dei Cavalieridel lavoro, oggi a capo dell'ufficio d'immigrazione, che si agita maggiormente perchè il Shattuc 'Bill - contro gl'immigrati analfabeti - diventi legge dello Stato. Altri più màlvagi ... ed ignoranti prendono occasione da queste proposte di leggi francesi, che colpirebbero ugualmente, non i soli italiani, ma anche i belgi , i tedeschi e gli spagnuoli , per rinfocolare odi tra francesi ed italiani e mettere in derisione l'amore della sorella latina. A questi ignoranti e malvagi avrebbe dovuto bastare la lettera· che Hyndman , il capo della Federazione sociatistademocratica d'Inghilterra, ha diretto ad Enrico Ferri a proposito delle misure australiane contro i pescatori italiani di Port-Jackson. Hyndman giustamente, gli ha rammentato che l'Australia ha tutta una legislazione protettiva dei lavoratori indigeni non solo contro i Cinesi, ma· anche contro i lavoratori di quella madre patria che spende milioni e milioni per ~ssicnrare l'indipendenza ·della Colonia I 1 Il ricordo non potrebbe essere più tipico e più convincente. L' eminente socialista inglese è convinto che al grave problema non si troverà la soluzione che col trionfo universale del socialismo. E in attesa di questo grande avvenimento, che attenderemo per un pezzo, si avverta un'altra strana contraddizione: sono i capitalisti e i grassi borghesi che domandano la libertà del lavoro e la libertà dell' immigrazione assumendo aria di urpanitari .... internazionalisti I Mica minchioni quei' signori: la libertà del lavoro e della immigrazione colla conseguente concorrenza assicura la diminuzione dei salarii ... e l' aumento dei profitti I ♦ · Il g~nerale Italiano in Macedonia - Lo dicemmo altra volta, e persistiamo nella nostra opinione. (1) Non ci pare che l'Italia abbia fatto una cosa utile al suo prestigio accettando a mandare uno dei propri generali a comandare la gendarmeria in Macedonia. Non è un segreto per nessuno che le rifornie son respinte da tutti ~n quel disgraziatissimo paese. Dai Musulmani perchè le considerano come violazione e diminuizione dei loro diritti; dai Cristiani perchè le trovano insufficienti. La questione non è tale che possa essere risoluta con alcune parziali concessioni più o meno generose. E' questione di popoli che non hanno trovato ancora il loro assetto definitivo, ed è questione di influenze di altre potenze, grandi potenze, che non vedrebbero con dispiacere sorgere la necessità di intervenire e far, sotto il coperchio dell'intervento, il comodo loro. D' altra parte i ribelli Macedoni non hanno deposto definitivamente le armi. Tutt' altro. L'inverno non è propizio per la guerra, .essi son tornati nei loro villaggi, pronti a ricomin- (1) Anno iX, N. 24 - 30 decembre 1903. Uomini e avvenimenti. · dare l' opera loro, alla prossima primavera. Essi vogliono, nè lo nascondono, Ja indipendenza assoluta del loro paese dal dominio turco , e, secondo noi, non hanno torto. Sta a vedersi se poi, essi non diventeranno preda di altri Stati più potenti o anche semplicemente di piccoli Stati già costituiti; dei piccoli Stati Balcanici, semi-indipendenti, che circondano Ja Macedonia. E se questo loro converrebbe, e se questo sia nel loro programma è dubbioso. Certo è cbe essi non vogliono più essere governati dalla Turchia. Ora è poco probabile, che per sentimentalismo,, i ribelli ahbandonino là linea di condotta che hanno tenuta fin qui, e si fidino alla Turchia, sol perchè la -Turchia permette ad un generale italiano di comandare i suoi gendarmi. Essi sanno che il governo turco è riuscito sempre a ripigliarsi tutto quello che non gli è stato tolto cori la forz.a; e sanno che le riforme saranno per la Turchia come non avvenute. - Il loro dovere è dunque di non tenerne conto e di continuare nella loro lotta, e continueranno. Che ci avrà guadagnato l'Italia? Nulla, ci pare. Essa avrà affidato ad un suo generale una missione impossibile , si avrà in parte alienato lo spirito delle popolazioni balcaniche , per vedere poi l' Austria o h Russia intervenire - come il trattato di Berlino dà loro il diritto - nella questione e fare..... delle due cose l' una. O il comodo dei ribelli Macedoni - e allora sarebbe bene adattarcisi subito - o il comodo loro - e questo è il più probabile. In ogni modo ci pare che l' Italia si sia presa, senza nessun suo vantaggio, una cattiva gatta a pelare. ~- ♦ Perchè alcuni socialisti italiani sono repubblicani - L'esuberanza della ·materia e le esigenze di un cambiamento di tipografi.a c' impedirono di rilevare nell' ultimo numero un articolo di Walter Mocchi (Avanguardia socialista 20 dicembre, dal titolo : Pregiudizialisti e secessionisti). Noi che spesso abbiamo dato addosso all'agnosticismo politico dei socialisti italiani sentiamo il dovere di far conoscere sempre più quella corrente che più si avvicina al nostro modo di pensare. Diamo , perciò, un lungo brano dell'articolo del Mocchi, in cui, in risposta a Ferri, spiega perchè è repubblicano e antipregiudizialoide. ~ Noi siamo repubblicani , e lealmente lo proclamiamo. Siamo repubblicani : ~ 1 ° perchè la costante tradizione del nostro internazionale partito (e ce ne dispiace per Prampolioi) dal giorno del divorzio tra gli utopisti ed i critici (Marx , Lassalle , Detzgen, Engels, ecc.) fu risolutamente repubblicana come do_veva e~ sere il pensiero politico di un partito che intende abolire 11 privilegio ereditario io ogni campo dell'attività umana .i f << 20 perchè ad onta del socialismo sui generis della frima propaganda italiana, quando si assicuravano le turbe de reggiano che bastava conquistare la metà più un~ dei se~gi parlamentari per instaurare il collettivismo , e che la libertà e le democratiche istitu:1.ioni erano cose indifferenti pel proletariato, - la repubblica fa parte del nostro progr~mma. •.. minimo fu solennemente riaffermata nel Congresso dt Roma; è duoq~e una trasformazione che prec~de (e non segue) il - socialismo; e non sapremo per qual rag10ne d?vreb.be _e~sere sottaciuta, trascurata , o vilipesa , co?1e u~o dt qu~t v~z1segreti che si praticano ma che non s1 ha 11 coraggio dt confessare; « 3 ° perchè, se è vero che vi sono repubbli~he io cui, .in fatto di libertà e di sfruttamento, si sta come 10 monarchia; è anche vero che soltanto in repubblica è possibile quella incoercibile democratizzazione delle istituzioni (la Francia inI r

R I V I S 'I A P O P O L A RE 3 segni), condizione essenziale per la pacifica ed effettiva conquista dei pubblici poreri da parte del proletarilto; , « 4° perchè, nel caso speciale del nostro paese, non potendo la repubblica non essere il prodotto di un atto di volontà e di forza, la sua realizzazione 11-ell' attuale sviluppo proletario, si risolverebbe in un indiscutibile indebolimento della resistenza statale , centro delle resistenze borghesi , e quindi io un_ vero acceleranleoto delle conquiste socialiste; · << 5° pcrchè, sempre nel caso speciale del nostro paese, la maggior parte delle riforme, compatibili con la società borghese, sono ostacolate dall' istituto monarchico, per le imprescindibili relazioni che intercedono tra le riforme stesse, il loro lato. flnanz_iario , le spese militari e la politica estera necessariamente dinastita. ~ 6° · perchè, nell' incancrenito senso di conservazione e di teaziòne, di cui è in1pregnata l'artima di tutta la nostra burocrazia amministrativa, giudiziaria, militare. poliziesca, e che· renderebbe vana ogni modificazione della lettera e dello spirito delle leggi - solo un radicale cambiamento istituzionale, con .relativo repulisti e con l'abolizione del criterio dell'inamovibilità, potrebbe introdurre negli organi dello Stato, insieme con una atmosfera di vera democrazia , anche una Il.uova ragione d'indebolimento della resistenza borghese >>. « Per .tutte queste ragioni siamo repubblicani; ma ciò non significa che siamo preghdiziaiuoli. Se non vi fossero altre prove in nos~ro f~v·ore queste tre. basterebbero : « 1° che dalla nostra entrata nel socialismo noi abbiamo sempre nei nostri scritti sollecit ta la jonnazion!' di un vero partito · radicate, ( e non 'è certo questo il sacchismo, e tu sei del nostro, parere): e ciò dimostra che noi abbiamo ritenuta sempre la necessità e la possibilità di un certo limitato ordine di riforme, compatibili con la monarchia·; . << 2° che, pur dissentendo dai compagni riformisti circa la loro pretesa di far collaborare l' intero partito socia!ista con la borghesia per la realizzazione delle riforme , lì abbiamo vivamente incitati a costituire coraggiosamente un partito radico-socialista di governo per la realizzazione diretta delle riforme possibili: . << 3° che, tanto a loro, quanto a quel chiunque ministero borghese, che presen;asse _leggi , che si trovino sulla linea delle incessanti conquiste del proletariato, non abbiamo mai negato a f riori il voto per quelle leggi , si intende , e non per il loro indirizzo di govèrno. Le ragioni che inducono. noi a non ess.ere pregiudizialoidi, pur essendo repubblicani , oltre quelle esposte del Mocchi derivano dalla concezione più larga che noi abbiamo d_elmetodo evolutivo e delle conseguenze finali. ♦ Lo spirito antimilitarista in Francia - Vanamente •i nazionalisti cercano far del rumore, e più vanamente ancora i difensori dello spirito militarista in Françia, gonfiano le gote e fanno la voce grossa per far credere che i bei tempi della Lega dei patriotti e delle passeggiate, con relativi veli neri e discorsi bellicosi, alla Statua di Strasburgo potrebbero tornare. Il popolo di Francia s'è accorto che altri· pro.blemi più urgenti e bisogni più imperiosi dimé\ndano la cooperazione delle sue forze e s' e lentamente staccato dai patriottardi e dai ciarlieri che volentieri, per sodisfare una loro sfrenata brama di paroloni, lo avrebbero tratto un'altra volta alla guerra. Bisogna convenire al tempo stesso che i nazionalisti , .i militaristi , i rivincitaioli, gli eroi, hanno fatto di tutto per portare il _popolo alla conclusione che, altrove che in loro e nelle loro pretese e promesse, sta il progresso solido e vero della Francia. Malgr~do la loro volontà, si capisce. Prima con l' affare Boulanger, che finì in un ridicolissimo suicidio ; poi con l' Agitazione Plebiscitaria, annegata nel movimento, gesuita-monarchico ; poi con l' affare Dreyfus essi hanno fatto tuttò il lòro possibile per far capire chiaramente al popolo che il suo interesse sta nel .tenersi ben lontano da lor:o, nel non seguirli , nel percorrere un:1 via tutto diversa da , quella indicata da loro. Ed il popolo ha capito. Ha capito e il militarismo ha , ormai , fatto naufragio in Francia. Del resto, ancorchè non sembri, la tendenza generale è per chiudere definitivamente l'epoca delle guerre. ·Noi sappiamo bene che gli eroi del•- 1' imperialismo e del militarismo, anche in Italia, strepi_tano e cercano di far credere al mondo che essi son più di quattro; ma nessun ci crede e, quel che è meglio, nessuno gli piglia sul serio e gli ascolta. Malgrado le nubi di guerra che la Russia - la potenza che ancora non è uscita dall'ombra della barbarie alla luce della civiltà - addensa in Oriente, il sentimento generale dei popoli è tutto contrario alla guerra.; potente dovunque, potentissimo in Francia. E un processo che pochi giorni fa è stato discusso aIle Assise di Parigi ci dà la conferma di quanto abbiamo detto sopra .. Il socialista Yvetot, segretario della Federazione operaia di Francia, doveva rispondere di eccitamento alla, diserzione e alla disobbedienza ; per un· « Manuale del soldato» da lui con:ipilato· e firmato .. ·In verità il manuale par fatto apposta per distruggere nella mente dei militari l'antica nozione dei doveri che sono loro imposti dalla disciplina della caserma. Non consiglia di fuggire, di abbandonare il campo dinanzi al nemico, ma salvo il caso di pura difesa del territorio dalla invasione straniera, .consiglia ai soldati la disobbedienza in tutti i casi in cui essi · sono chiamati a schierarsi contro il-popolo; e come tesi generale difende la diserzione. Ebbene i giurati risposero all' unanimità negativamente a tutte le questioni e l' Yvetot fu assolto. - Naturalmente i giornali nazionalisti piangono tutte le loro lacrime su questa assoluzione, sbraitano che la. potenza della Francia è finita, che di questo.passo il Paese sarà, presto , preda dello straniero: Non dicono, e forse non se ne accorgono neppure, che . in verità chi è in pericolo sono loro , che il loro potere è sfumato : che la .restaurazione, cara al loro cuore, è ormai liquidata per sempre; che· i popoli s' interessano ad altri problemi perchè ham;io bisogno di pace e di lavoro, e vanno verso forme di società più libere e civili nelle quali la guerra ed il militarismo non avranno più ragione di essere. Ecco quello che veramente vuol. dire l' assoluzione qel1' Yvetot e del suo cc Manuale qel soldato ». NciI 111111111111111111111111 IJ li li I I I I I I I I I I li I I 111111111111111111111111111111111111111111111111111111111 Il Il I 11 rer coloroche procuranodei nuovi abbonati alla RlVISTA POPOLARE .- Chi procura un abbonato avrà diritto ad uno dei seguenti premi gratuiti: a) Signora Sole di PAoLo REMER; L'Imperialismo jngfese di F. s. NITTI. b) L'Istruzione elementare di C. VACCARO; La fisiologia del genio del Prof. GALLERANI. c I I conflitti .nazionali di SA VELLI: La malaria In Italia di . BERTEAUX. d) Mouvemenh sccia"uxen lta lie di N. CoLAJANNI. · ; e) Gli uffici del lavoro di N. CoLAJANNI. j) La grande battaglia del lavoro di N. CoLAJANNI. g) Nel Regno del a Mafia di N. CoLAJANNI. ,,... Chi procu~a due abbonati avrà diritto a tre dei precedenti premi o al libro del Prof. Deputato CrccoTTI : Attra• verso la Svizzera. _... Chi ne procur;i tre avrà diritto o a quattro dei prece-: denti premi o al Socialismo di N. CoLAJANNr.: 111111111111111111111111111111111111 I 11IIIII11111111 I 11 Il 111I1111111111111I111111111 Il 111111 I 11111111111 I ·

4 RIVISTA POPOLARE PER LA ISTRUZIONE ELEMENTARE _________* ___________ ( g· pttoposito del pttogetto del ft1inist1:10Ottlando ) -----~----- I giornali politici hanno pubblicato larghi cenni sul disegno di legge che il Ministro della Pubblica Istruzione intende presentare per la lotta contro l' analfabetismo eh' è tanto -imperiosamente richiesta quanto quella contro la malaria. Non ne riprodurremo le linee principali: sarehbe superfluo : preferiamo dare il nostro giudizio sintetico , che facciamo precedere da una parola di plauso pel ministro della guerra, che, si vera sunt esp~sita , intende apportare il suo contributo in questa lotta ristabilendo . le scuole di reggimento stoltamente soppresse nel 1892. Il giudizio nostro sintetico· è questo: lodevolissima la tendenza, cui sarebbe informato il progetto ministeriale;· ma presenta due gravi inconvenienti: manca di proporzione tra i mezzi e il fine che vuole raggiungere e non mira a combattere con maggiore intensità dov' è maggiore il male dell' analfabetismo. Com' è nostro costume documentiamo le nostre due critiche. Perchè si vegga qual' è e quanta è la sproporzione tra i mezzi e H fine, ricorriamo alla comparazione internazionale esponendo poche cifre sull' analfabet_ismo e sulla spesa cui vanno incontro alcuni Stati per la diffusione dell' istruzione primaria. Non ripeteremo ciò che qui stesso venne esposto da Camillo Vaccaro sull'analfabetismo misurato dalla popolazione scolastica e sulla percentuale ~i analfabeti sulla popolazione totale o su quella da 6 anni in sopra. Lo misureremo, invece, dalla percentuale degli analfabeti tra gli sposi e tra i coscritti. Questa misura è preferibile, perchè c'informa delle condizioni intellettuali della parte attiva della popolazione e di quella parte che realmente ha tratto profitto dalla scuola e che non ha disimparato a leggere ed a scrivere a venti anni, dopo avere figurato ad otto o a dieci anni nella popolazione scolastica, che aveva ottemperato, agli obblighi derivanti dalla legge del 1877. Il posto umiliantissimo che occupava ed occupa l' Italia tra le nazioni civili in quanto all' analfabetismo degli sposi e dei çosçritti si rileverà dal quadro se~uente; I ANALFABETI Analfabeti au 100 I su 100 sposi • ---~ coscritti arruolati ~ 1881-85 I 1901 18861 1901 ' Maschi Femine Maschi Fcmine Italia 45,99 67,57 32,74 46,10 48,88 36,61 Francia 14,00 22,00 4,00 6,00 13,84 4,43 (1 Inghilterra 12,30 15,50 2,50 2,90 Scozia 6,72 13,15 2,16 2,76 . Irlanda 25,00 28,56 9,80 7,10 Germania 1,59 0,06 Belgio • 21,66 12,38 ) ~ Dobbiamo aggiungere due parole sui progressi dell'istruzione in Inghilterra che -ricaviamo dal MayoSmith (Statitics and Sociology). In Inghilterra tra gli sposi gli analfabeti erano: Nel 1843 » 1873 Maschi Femmine 32,7 49,0 17,7 24,4 Queste cifre dicono che sessantanpi or sono il numero degli analfabeti ~ra gli sposi in Inghilterra era perfettamente uguale a quello di oggi in Italia. Lo ricordiamo per coloro che vorrebbero trovare nel forte analfabetismo nostro una conseguenza della razza · e non si creda che noi intendiamo combat- ' . tere contro i mulini a vento per procurarci la soddisfazione di una facile vittoria. No! Uomini come Petersilie, Levasseur e Pullè - un tedesco, un francese ed un italiano - a questa influenza della razza nel fenomeno accennano nei loro scritti .abbastanza chiaramente l' influenza etnica. Come l'Inghilterra· è riuscita a fugare l'analfabetismo? In questa quistione, come in tante altre analoghe, la vittoria è rimasta ai grossi battaglioni ... cioè ai i11ilioni spesi per la scuola. e p~r l'istruzione. Sino a quando l' Inghilterra , colle teorie care e predilette agli individualisti ed a quei capi scarichi che gridano libertà a tutto pasto, lasciò il problema della istruzione alla iniziativa individuale e~sa ~tette alla coda delle nazioni civili ; ma quando si accorse che la ricetta era buona per fare crep~re l'ammalato mutò sistema. e fece crescere le spese per la istruzione, specialmente dal 1870 in poi , con una rapidità vertiginosa. Non solamente spese molto; ma punì sistematkamente coloro che non rispettavano (1) Questo dato per la Francia si riferisce al 1898.

RIVISTA POPOLARE 5 la legge sull'istruzione. Le contravvenzioni agli Education's Acts negli ultimi anni sono stati a decine di migliaia. In Italia da ventisei anni ci balocchiamo con un_a legge sull' istruzione OBBLIGATORIA... seuza alcuna efficace sanzione penale. Pare che voglia venire oggi col progetto Orlando; e sia la benvenuta ! Il paragone delle spese, che prendiamo dall'ultima relaziones~ll'istruzione del ministéro degl'interni degli Stati Uniti completera quello dello stato attuale del1' analfa-betismo ; e lo diamo per gli stessi Stati colla semplice sostituzione della Prussia alla Germania~ che per l'Italia riesce opportuna perchè permette il paragone tra Stati a popolazione quasi uguale. Ecco i dati sulla spesa : Spesa per l'istruzione primaria Spesa totale PER OGNI PERABI· ALUNNO TANTE Italia 1898-99 L. 66,045,400. L. 27,00 L. 2,65 Francia )) ))214,015,250 )) 50,10 » 5,55 Inghilterra 1900 » 302,655,045 » 52,85 » 9,30 Scozia )) )) 37,183,760 » 49,35 » 8,30 Irlanda )) )) 29,736,315 )) 38,55 » 6,65 Prussia 1896 » 211,241,870 )) 35,00 )) 6,50 Belgio )) )) 38,175,280 )~48,55 )) 5,70 L' Italia, l'Inghilterra e la Prussia differiscono poco per la popolazione-rispettivamente 32,475,253; 32,526,075; e 34,472,509 secondo gli ultimi censimenti-; ma esse spendono:.la prima 60,045,400; la seconda 302,(>55,045; e l'ultima 211.241,870. La spesa inglese non è paragonabile a quella italiana , perchè la ricchezza dei due paesi e la 111isuradegli stipendi e dei salari sono molto diverse. Però in Inghilterra le varie Chiese e i corpi locali per lo st~sso scopo ~pendono somme molto considerevoli. Ma il paragone tra la Prussia e l'Italia è edificante. La Prussia con un numero di coscritti analfabeti 1.RENTA VOLTE minore di quello dell'Italia spende più che il TRIPLO. La spesa dei due paesi è perfettamente in ragione inversa del bisogno da soddisfare. Questi confronti, che valgono più che tutti i ragionamenti astratti, dimostrano a luce meridiana che tutti gl'ingegnosi espedienti escogitati dal ministro Prof. Orlando ci condurranno a risultati assai meschini; poichè a forza di economie e con qualche antidemocratica tassa scolastica pare che si vogliano racimolare circa otto miliorii per com battere l' analfabetismo. E l' Italia col suo 36 °1 0 di coscritti analfabeti per mettersi a livello della Prussia che ne ha.... 0,06 dovrebbe spendere non altri otto, ma altri CENTOQUARANTA MlLIONI .... Ma noi non- Ii abbiamo i milioni da spendere e dobbiamo contentarci di questi pannicelli, non caldi, ma appena tiepidi ... Sia! Spendiamo almeno gli otto milioni per combattere l' analfabetismo dov' è più desolante e vergognoso in guis,1 che la pnm::i colossale sproporzione tra i mezzi e il fine non venga aggravata da un'altra sproporzione tra il bisogno e i mezzi per soddisfarlo. Dove in Italia sia maggiore il bisogno di provvedimento urgente e radicale per combattere l'analfabetismo risulterà da quest' ultimo quadro, in cui per amore di brevità si riportano i dati su cinque provincie a massimo ed altre cinque a minimo analfabetismo: Analfabeti su 100 persone da 6 anni compiuti tn su secondoil censimentodel 190I. Minimi Massimi Torino _13,25 Cosenza ?9?18 Como 15,03 Reggio Calabria 78,68 Sondrio 16,35 Catanzaro 78,28 Novara 17,34 Caltanissetta 75,67 Bergamo 17,52 Potenza 75,39 ..Analfabeti su IOO sposi (1900) Minimi Massimi Sondrio 5 Catanzaro 75 Como 6 Cosenza 75 Torino 7 Reggio ·calabria 74 Bergamo 9 Girgenti 74 Novara 10 Potenza 73 Non è chiaro e lampante che il bisogno d' istruzione è assai diverso tra l'Italia settentrionale e la meridionale ed insulare? Ebbene il progetto ministeriale, continuand9si n~l sistema legislativo bestialmente unitario e uniforme che sinora si è seguito pare che voglia provvedere con uguale criteri di fronte alle provincie a massimo ed a minimo analfabetismo. E per oggi chiudiamo. La Rivista 111111111111111111 li llll I 1111111111111111111111111111111111111111 Il lii I Il Il 11111011111111 11."i nostri amici ed abbonati L 'u !limo numero della Rivista per circostanze eccezionali venne pubblicato con 'Jnolto ri'tardo . .Da O,tJgz·z·n poz· la pubblz'cazz'one avverrà re,r;olarmente -i'l .15 e il /10 di' ogni' n-zese. Aglt' abbona# che non conservano la collezz'one delle annate rz·vo~r;zamo la vz'va pre- _rh;z'era dz' favorirci il N. 6 del!' anno IX. Lo contraccambz'eremo con uno dez· premi -che dz'amo a coloro che ci' procurano un nuovo abbonato. I Il 111 Il 111 Il Il I Il li 111111111111111 li I li I li I I I ll-111111111111111111111111111111111111 l li I li

6 R I.V I $ T A p op o L ARE · ·UeasoMillettaend il pa~titsooe!alista ----~~--- Ebbi occasione altra volla (1) e su le colonne di questa stessa rivista di occuparmi di un (< Caso Mill_erand ». Allora era l'assoluzione dell'ex-ministro soc.iaUsta eh~ mi. dettava alcune considerazioni; oggi è la sua espulsione dal partito socialista che mi consiglia una breve estensione - io mi sento tentato di chiamarla applicazione pratica - di quelle mie considerazioni. - Dissi allora che « Il partito socialista divent:-1to pratico, diventato opportunista, si perde nel mare magno dei partiti radicali, più o meno avanzati svisa il. proprio carattere e finisce per dimenticar; ~issolutamente queHo scopo ultimo per il quale indefessamente, le sue 'grandi masse combattono )). ' L'~zione. del Millerand e dei suoi seguaci è st;{ta appunto quella di allontana~e il socialismo dalla visione del suo unico scopo, e naturalmente, p~rd1:1tadi vista ·la iùeta , anche i mezzi per arrivarvi sono diventati diversi. Natùralmerite io non dubito della sincerità di Millerand; quantunque sia c~nv.into che egli non è più e da lungo tempo un socialista. Mi soccorre opportuno un esempio. Un vtaggiatore percorre di n9tte una strada di campagna. Egli ha per meta un villaggio nella valle, ed è sua guida un lume lontano che brilla all'entrata del ·villaggio. Ad un certo punto, dopo una svolta della via il lume del villaggio gli rimane nascosto da un folto d'alberi,_ quando egli· scorge di nuovo quellà luce non è più dinanzi a lui ma sulla destra. Egli continua ·a guidarsi su quel lume : soltanto quando _arriva nella valle si accorge che s!Jaglio strada : 11 secondo lume segnava una meta diversa che egli credette la prima. Cosi accade ai socialisti riformisti. Essi hanno preso il governo radicale e le riforme radicali, per fasi, forme, primi passi d'una trasformazione socialista·; hanno cambiato strada perchè la meta cui essi vogliono arrivare è diversa. Essi pensano che bisogna fare qualche cosa, subito; e a' questo immediato qualche-cosa sacrificano l'ideale più lontano. Il loro intento è lodevole , nia si ha diritto di dire che essi nor:i son piir socialisti. Anzi sarebbe logico domandarsi se veramente socialisti essi furono mai. Naturalmente io.non intendo che Millerand salisse àl ··potere o entrasse nel partito socialista con l'idea preconcetta di fare gli interessi delbi classe borghese o di tradire i proprii co_mp~gni di fede. Millerand non é punto nn Rabagas come non lo sono Bernstein e Turati. Egli, soltanto, come loro, è stato · afferrato nell'ingranaggio della Jogica riformista, delb logica che suppone la possibilità --in un tempo più o meno lontano o vicino -della partecipazione dei socialisti al potere costituito daUa e per la classe borghese ed era fatale che egli -_ed a suo tempo loro - andasse fino in fondo. Il potere è di per sè stesso, per natura sua, corruttore, ed anche un corruttore singolarmente forte, innocente e logico. Mi spiego. L'uomo che sale al potere si trova di fronte alla necessità dell'azione immediata; q·uesta aziorie noi:1 può essere. tale da permettere -all'uomo, al conibattente diventato ministro, l'attuazione di tutti i suoi desiderata politici. Gli permette però, qualche (1) Anne IX n. 8, 30 aprile 1903: L'assolltz.ione di Millerand. ~iform~ in senso. dì quèì des.iderata. Egli diveh ta 1mmed1a_t~unente rntere~sato alla stabilità di 'q1.rella forma d1 potere che gli permette codesta o codeste riforme. Fatto il passo, varcata la soolia fatale• 'cioè accettato il p~incipio che perchè la borghesia faccia qt~alche ~o.sa ~n. favore del popolo è necessario che ~h. uonum d1 1deè :ivanzate partecipino al potere, 1~s1eme ~lla borg~e~1a, egli andrà _dipassò in· passò, d1 voto !n voto_ c:oe, allontanandosi dal prograi:nma del partito socialista. Vedrà che l' abolizione della· proprietà individuale non è cosa che si può subito ottenere, e quindi considererà •che è il· cas◊' di'.non p~nsarci p_iù; vedrà che la disciplina clf pirtito" è ~:·utt?sto mcomo?a. ~erchè non permette là partec1paz10ne alla leg1slaz10ne tanto quanto il riforinista d~~idera e di~hia_re~àche i limiti del_partito' s'on f~a. g1li .e che q_u:nd1:possono essere ol~repas~·ati, o· spostati, o posti rn uon· ca-le·.Tutto questo·onestà'menté perchè incoscientemente , ma ·egli non 'sira :più. tth socialista. Intorho a lui ··si strinb-eranrio 'qùei·-'·hor:.. 1b , ghesi che senzà volere coop'erare al-la tra:sfor1ì1az10t1e completa della società attùà-le sentono ·clie qìlaléhe co~a, anzi mollo,· con· l' intento preciso di rendere impossibile i desiderata del socialismo, può·- e· dev·è essere fatto in favore della classe lavoratrice. Quest' uomo sarà~ magari; utile allo sviluppo dell'attuale movimento sociale· ma i socialisti dovranno staccarsi da lui, e ·lui, se è onesto, dovrà· separarsi da loro. E questo, caso è appunto il caso Millerarid. Bisogna notare ·che la esclusione di Mille~ancf dal partito socialist<t 'è stato votato dai ;suòi stessi a.miei, socialisti rifoonisti con1'e lui. · Illogici essi : poichè se si accetta di cooperare al governo b.isogna accettarne anche le limitazioni al1' azione purari1ente trasformatrice che quella cooperazione comporta ; illògici perchè Millerand. non votando la mozione· Hubbard, favorevole al disarn10 simultaneo, non fece :altro che essere coerente al suo precedente voto co'ntr,o la mozione Delary, invitante il governo a non mandare soldati sul luogo degli scioperi, e contro 'il quale nessuno di essi protestò; illogici perchè tutta l'azione di Millerand, dal giorno che Waldeck Rousseau lo assunse al potere, alla sera del 4 gennaio p. p. in cui i socialisti lo espulsero,. Millerand non aveva fatto altro che adattarsi e cercare di adattare l' azione· generale del partito ·socialista alle necessità del n1omento, negatrici e nemiche della azione finale, ed,essi se-ne :erano mbstrati ··sod: disfattj e. contenti. Io. non voglio sta.re a far qui la, questione .filosofica che, secondo me, ogni· forma di governo ed ogni legislazione deve diventare superflua , inti;tile purchè i popoli godano d'un vero benessere, e· della libertà. D'altronde mi si ·potrebbe dire,-· e ricdnòs'co, con giustizia,-che la evoluzione· morale nelle· masse umane, che consenta l'auto-legislazione non. è ancora tutta compiu_ta, ed è lontao_a dall' esserlo, ma però. mi sembra logico psservare eh~ qal momento che il partito socialista vuole·l'aboliziorte delle-ùsse, principali forme econoi11iche e politiche su le quali s' incardina la società attuale, non è rafforzando con membri usciti dal suo seno, e. con . leggi esqJgita~~ da loro - che applicate dalla società borgh~se di-: ventano sostegni e puntelli della medesima società-· che il socialismo arriverà ai suoi fini. Io e.redo che bisogna insegnare al popolo. a, fare a i11en-0'del' potere; i socialisti invece pensafl\o che bisogna impa-

RIVISTA POPOLARE 7 dronirsene ; io sono con vinto . di essere nel vero; ma supponendo che io abhia torto ed essi ragione, capisco lo impadronirsi del potere per DISFARE; cooperarvi a che la società attuale trovi al di fuori di lei quella forza che comincia a mancarle , mi pare assurdo. E' logico dunque che i socialisti francesi abbiano espulso Mil_lerand. Trovo che sono illogici i suoi seguaci rimanendo nel partito; come trovo illogico Bernstein, come trovo illogico Turati, come trovo illogici i loro seguaci nel volere ostinarsi a rimanere nel partito socialista. Essi, ormai, hanno una altra. funzione da. compiere nella evoluzione sociale, ed è di incarnare l'ultima resistenza, la più liberale, la più intelligente, della società borghese alte forze che la vogliono radicalmente trasformata; non a loro incombe il compito di rendere meno dolorosa l'ultima fa~e del rivolgimento sociale; e lo potrnono fare, se saranno il partito che sta , al di fuori del socialismo .di. cui essi, ormai , han po perduto di vi sia gli ideali, sul!' estremo limite della. evoluzione ~òciale dalla forma proprietaria alla collettiva. Millerand , dopo la sua espulsione , se n' è mostrato lieto, e. ha dichiarato che non si appellerà al congresso _Socialista Francese a S. Etienne. Egli,. onesto , ha sentito che quella era la soluzione logica' di tu'tto l'affare. Io non posso pensare o supporre : . nè ·voglio , che sieno disonesti molti che in Gerri1ania e in Italia si sentono e stanno a disagio. nel partito soci,ìlista; ma non posso fare a _meno di .domandarmi: Perchè aspettano d'essere espulsi, od obbligati ad andarsene ? In verità , io, se sapessi di dovere, tosto a tardi, essere scacciato da un l~ogo .o da una compagnia, metterei le mani avanti e preferirei andarmene tenendo cosi per_me tutti. i vantaggi della libera uscita. Ciò che Millerand non ha saputo fare - e Clemenceau glielo. rimprovera - rendendo inutile cosi a sè e agli altri la sua ~spul_sione. A tutti, veramente no, perchè il partito socialista in Francia s' è liberato. d' un intoppo e ha dato cenno di volersi rimettere su la diritta via. Cos:1., questa, utile assai. A. AGREST[ 111111111111111 Ulll 1111111111111ll li I I I li ltl 1111111111 lllll <111111111111111111, ltl Il 11111 Un giudizio socialista s-µLLA Sociologia Criminale n1 CoLAJJ\NNr Gùstavo Rouanet, ìl valoroso deputato socialista di Parigi, consacra nella 'R._evueSocialiste un lungo articolo - di nove pagine - all'ultimo libro di Napole(_)ne Colajanni : Razze inferiori e razze superiori o Latini e anglo Sassoni, esaltandone· il valore ed accettandone le conclusioni. Ne riportiamo l'introduzione perchè in essa si occupa <lialtra opera dello stesso Colajanni, meno nota ai lettori della Rivista e vi si giudica la scuola di. antropologia (1). Eccola : « Che Lombroso, Garofalo, ed in genérale i rappresentanti della' scuola antropologica italiana abbiano avuto, nel loro paese, una rapida voga , e che la loro reput::i.zione, meritata (1) Anche Cipriani nella Petite repubblique consacra un :irticolo entusiastico a Raz:ze inferiori e razze superiori. d'altronde pei lavori!originali e notevoli, abbia potuto spandersi all'estero, io lo comprend0 agevolmente. Io mi spiego meno la voga che ha avuto un momento la scuola italiana da questo lato delle Alpi. Poichè per un momento Lombroso e i suoi- discepoli passarono , agli occhi dei francesi che respingono le concezioni criminaliste in vecchiate- dei nostri giuristi sostenitori della responsabilità individuale e dd libero arbitrio sovrano, per novatori , per progressisti , anche per teorici umani ». « Senza dubio il carattere strettamente scientifico, estraneo ad ogni preoccupazione di ordine metafisico, almeno in apparenza, delle ~icerche e delle constatazioni positive della nuoya scuola, soddisfacevano meglio la inclinazione dei nostri compatrioti, la loro tendenza a scuotere il giogo d'una teoria criminale spietata, che rifriggeva le sue eterne inassinié, che io voca va nelle stesse formule i diritti della vendetta pubblica corrucciata, il diritto di « punire » come dicono anco_ra, ~er giustificare le peggiori pratiche della nostra giustizia. La teoria antropolo.gica che vede nel criminale un malato, un delinquente nato, il prodotto di vizi atavici µ1arcato dalle sofferenze e dalle deviazioni morali , apparve loro, sul principio, una spiegazione più s.:ientifica del fenomeno criminale, comparato alla banale spiegazione che ne davano giuristi e magistrati, proclamanti l'intera responsabilità del delinquente, isolandolo dal passato degli antenati, dall'ambiente contemporaneo nel quale si muove per mostrare in lui non so quale entità, quale volontà astratta incline al male, avente la libera scelta di determinarsi per il bene e fissante volontariamente la sua scelta sull'atto delittuoso. In pari tempo più scientifico e più umano apparve dunque a qualche ingegno nudrito di idee eccellenti e dotato di pietà la teoria che tendeva se non a sopprimere 1 almeno ad attenuare la responsabilità dei delinquenti subordinando i suoi atti d' irresistibile impulso alla sua difettosa organizzazione materiale. Costoro non si avvedevano che la spiegazione del peccato, che si riferisce alla teoria della grazia e a quella del libero arbitrio, ha lo stesso carattere in uu caso come nell'altro, anche quando. la seconda meni a conclusioni mtno dure che la prim:l. La seconda non chiude Ja porta alla speranza del miglioramento e del pentiniento , mentre che Jà prima sopprime sino la speranza di migliorare il delinquente il quale non è più, secondo loro , altro che un peri.:Òlo pubblico di cui s'impone la distruzione. La predestinazione al delitto che è il fondo delle teorie di Lombroso, avrebbe infatti, se fosse presa alla lettera, delle consegneri.ze sociali tanto abominevoli quanto quella della predestinazione agostiniana ed essa non è per nulla una concezione della giustizia più pietosa ed umana di quelle precedenti. Il delinquente nato non è- un malato ma un mal conformato di cui la vita è ùna pennanente minaccia per la società; poichè si può sperare di guarire un malato di un'affezione accidentale, non si rifa un organi_smo vizioso, non si cambia un brachicefalo in un dolicocefalo e reciprocamente. · . · Non ru dunque, possò dire, che in seguito ·ad un malinteso r O , che i principì della scuola positiva italiana furono un istante popolari in Francia , ove sempre gli uomini di pro~?~sso dettero un posto i111p0rtante ai fattori sociali di ogni. o_rdine sulle cause generali della criminalità. Ora, in seguito ·ad una_· di quclle frequenti bizzarrie nella s~oria delle reput'azioni, 1' uomo che ha sostenuto per ttitta la sua vita la teoria del

8 R-1V I S T A ·p O P O L A R E ~ ' ~ i • ; • l ;fattore sociale :nella l pr{tèfuzione della criminalità, che ha più 'vittoriòs:imènlte-"'e·completamente confutati i dati della scuola Jà:àtWrp·òlogica, Napoleone Colajanni, non è tradotto in francese! La sua Sociologia criminale è un monumento d' erudizione , di confronto scientifico , di documentazione statistica abbond~nte tolta a tutti i paesi, un modello di diffusione chiara e precisa, alla luce della quale svaniscono le fantasmagorie dei fatti dubiosi, male osservati o presi iJ?- controsenso, che Lombroso e i suoi discepoli avevano ammucchiati, accumulati a migliaia, per edificare sulla terrificante costruzione fabbricata in calce e sabbia;_ sembrava-la loro criminalità. Colajanni la demolì pietra per pietra. Egli non lascia un sol fatto in piedi. La cittadella fu rasa , i materiali disgiunti, dispe~si o, molto meglio , impiegati a costruire il solido edificio dei fattori sociali , cause generatrici dominanti della criminalità che egli stabili sulle rovine dei fattori antropo- .logici, della innata criminalità, ridotti ad una parte infinitesimale. Ecco certo ciò che avrebbe meglio risposto alle tendenze ed alle aspirazioni del pubblico francese che abbandona le vecchie formule del Codice e dei suoi induriti commentatori, se la Sociologia criminale di Colajanni fosse stata tradotta. Essa non_ lo fu ed è penosamente che il suo nome è penetrato, al di fuori degli specialisti e dei sociologi, di cui qualcuno , come Fouillée gli ha molto preso senza soinare . di rendergli ..... CusTAVO RouANET 11111111111111111111111111111111111li11111111111111111111111111111111111111111111111111111 ~ocialr~,i,o e c~rmrr,alità ----~---- L' apparire di nuove credenze religiose, politiche e sociali desto sempre una viva reazione nelle classi e negli individ_ui, che nel fenomeno, o per egoistico interesse _oper paura di mali che potessero derivare alla collettività, videro un pericolo da scongiurare e da combattere. La· immaginazione accesa e il cuore eccitato dei conservatori , che si videro minacciati , sospinsero ad attribuire ai novatori ogni genere di delitti ed a crederli capaci di tqtte · le nefandezze possibili e imm~ginabili. Perciò da Socrate ai Gracchi, a Cristo . ' . ' . . . . . . e gm ~m smo ai nostn tempi,. quanti si proposero e predicarono trasformazioni più o meno radicali furono accusati e spesso condannati a pene atroci ed. infamanti come volgari deHnquenti. Non rifi.~ròla storia delle persecuzioni e della confusione, _sincera o maliziosamente voluta, tra delitto politico nel quale comprendo anche il religioso - e delitto ·comune. Ma è agevole immaginare che alla sorte di tutti i novatori non potevano sfuooire i socia1 . . h bb 1st1, e e tante passiopi eccitano , e tanti interessi costituiti realmente minacciano. Processi innumerev~li furono orditi contro i socialisti . appartenenti alle varie gradazioni , anche quando essi si erano tenuti lontani da atti che . . ' possono essere considerati come infrazioni delle . leggi e delle istituzioni vigenti. E in Italia, ad esempio, per molto tempo, appena la Internazionale fu accusata di essere stata la · causa prima della ·.·Comune parigina, si condannarono i socialisti senza .. -poterli accusare di alcun reato determinato come volga_ri malfattori, che faceva~o partl! di a~sp~iazioni :1 d_eh_nq_u~rCe.iò che da principio si fece contro i soc1ahst1 m generè poscia, quà e là, in Itali:1 come pr~s~o diversi altri Stati si. rip'etè •contro gli anarch1_c1che_ furono_ oggetto d1 leggi speciali repr~ssiveE 10 Italia, ~pecialmente sotto il Secondo Ministero Crispi , furono numerosissimi oli anarchici e anche i socialisti ammoniti e mandati a domicilio coatto sempre come presunti e possibili autori di reati ordinari contr? la proprietà e contro le persone. La persccuz10ne legale trovò la sua base ·nella pubblica opinione, quale formavasi coi discorsi coi libri, _coi giornali_ e !alora da un punto di ;ista esclusivamente sc1ent1fìco; e perciò più pericoloso, perchè meno sospettabile di partigiano interessamento. Non i soli agenti di ·polizia perseouitavano ed accusavano i socialisti ; non i soli magistrati li a..:- cusavano e condannavano ; ma uomini di Scienza, come Lombroso, Garofalo , Ziino ed altri minori attribuirono l'incremento del delitto dove esisteva' e lo immaginarono dove non era r~ale all' Inter~ nazionalismo, all'anarchismo, alla propao;nda schiettamente socialista. b In Italia anche oggi che il partito socialista ha una numerosa e valorosa rappresentanza parlan1entare, eh' é meglio conosciuto e più benevolmente giudicato, i Procuratori del Re nei loro discorsi inaugurali nei Tribunali, nelle Corti di Assise, nelle Corti di Appello accusano spesso il socialismo in ispecie, il sovversivismo in genere, dello incremento della criminalità. Dicono i conservatori e ripetono spessissinio nelle loro requisitorie o nei discorsi inaugurali dèll'anno giuridico, cori tono più o meno enfatico, i .Procutatori del Re: sale, sale la marea del delitto e minaccia di affogarci perchè gli uomini hanno- soverchia libertà , perchè sfrenata è la propaganda per quel_lo insieme di trasformazioni politiche e. sociali, alquanto vaghe ed indefinite, che corrono sotto il nome di socialismo. intanto socialismo ed ;narchisnio che non e~ano ben distinti e separati quando entrambi si confondevano sotto le bandiere dell'Internazionale, con- . tinuarono ad essere scambiati l' uno per l' altro anche dopo che la separazione erasi fatta e clamorosamente. Che la .confusione siasi mantenuta da scrittori, che nulla avevano da .vedere coll' analisi scientifica e colla serenità storica, come ad esempio il Sernicoli e il Fiorentino , troppo dominato dai criteri polizieschi, non era da meravigliare ; ma la ritenne sempre, un politico che rappresentò una parte eminente in Italia e in Europa, Francesco Crispi ; e ciò fece sinceramente e per semplice ionoranza delle dottrine economiche e della evoluzione dei partiti politici contemporanei (1). AH' accusa rivolta al socialismo di promuovere i reati comuni si cercò la base teorica. Così un economista di. valore, il De Johannis, descrisse il motivo psicologico, che spinge i socialisti a delinquere quasi in buona fede, perchè trasformandosi le loro idee sulla proprietà in sentimenti , che spingono al1' azione, credono di agire rettamente appropriandosi ( 1) Senza ricordare i congressi internazionali e nazionali che stabilirono la distinzione teorica e politica tra socialismo e anarchismo, mi piace avvertire , che prima che l'anarchia, dovunque resasi odiosa coi terribili delitti degli anarchici, avevo insistito sulla differ,:nza tra la dottrina individualista di questi ultimi -e la teoria generale socialista in una conferenza tenuta nella grande Aula dell' Università di Palermo in maggio 1890.

RIVISTA POPOLARE 9 ciò eh' è bene di tutti e che da pochi è ingiustamente posseduto. Questa ipotesi potrebbe trovare un qualche fondamento nella serie di reati di alcuni anarchici francesi e in qualche scritt_o di uno dei più eminenti teorici dell' anarchismo: J ean Grave. Ma l' analisi psicologica accurata., la conoscenza delle circostanze tutte che accompagnarono i reati di taluni che si posero sotto l' egida dell'anarchica propaganda del fatto, e i loro precedenti dimostrarono che in tali casi si trattò più di delinquenti comuni che di delinquenti politici. L'anarchia servì di maschera. La compiacenza colla quale alcuni socialisti guardarono al dilagare della delinquenza potè servire anche ad accreditare che i socialisti vedessero bene il fenomeno. É bene, perciò, spiegare da quali criteri moveva quella compiacenza. Essa era una forma della credenza nella primitiva ipotesi catastrofica di Marx e di Engels. Nel dilagare della delinquenza si scorgeva un segno della cancrena sociale, che doveva preludere alla catastrofe ed alla _rigenerazione; perciò se ne rallegravano nello stesso modo in cui desideravano e vedevano l'immiserimento progressivo e sempre più esteso delle classi lavoratrici ad un polo, mentre all' altro polo vedevano la concentrazione della ricchezza. Oggi alla catastrofe determinata dal movimento inverso nella distribuzione della ricchezza pochi ancora prestano fede ; cosi del pari nello incremento della deHnquenza non sj scorge più un mezzo acceleratore della rigenerazione morale. Alla efficacia della miseria come spiota· alla ribellione e alle trasformazioni economiche informate a giustizia non credetti mai ; vidi anzi nella massima miseria un fattore poderoso di adattamento completo a eondizioni inferiori di esistenza che escludeva ooni impulso al miglioramento e alla catastrofe. I rapptrti tra i fenomeni criminosi e il movimento politico sociale odierno, perciò, alcuni anni or sono delineai in termini tali che credo opportuno riprodurre e che servono quasi di anticipata conclusione alla ricerca presente. « Il socialismo odierno, scrissi ne.I 1889, rappresenta la protesta coscientee collettiva contro l'attuale ordine di cose, cui se ne vuole sostituire uno più utile a tutti e conforme a giustizia; mentre il delitto non è che il prodotto della cattiva organizzazione socfale: la ribellione incoscientee individuale. L'uno e l'altro possono rrogredire sinceramente sotto l'influenza della miseria; ma la cosa non è desiderabile e fortunatamente la statistica e la storia mostrano che tra i due movimenti c'è una inversione, almeno parziale. L' incremento dell'uno, sotto l' in1pulso del fattore economico , può essere equivalente a quello dell' altro ; ma tra i due fenomeni non c' è rapporto di causalità. » «_ Dove e quando la forte delinquenza si accoppia a vigorosa e fortunata propaganda socialista, se ne deve argomentare: non che questo genera la prima, ma che entrambi hanno una causa comune, che ne accelera il cammino: la miseria. E questa sola non basta a determinare i progressi del socialismo quale manifestazione cosciente: occorre il valido coefficiente dell' istruzione. « Il socialismo non è generatore di delitti, ma è il più grande reato politico dell' epoca moderna. L' avvenire ci dirà se alle condanne seguirà l' apoteosi. » (1) II. Alle indagini sulla_ influenza che la _propaganda sociali:;ta può esercitare sullo sviluppo della delinquenza si può premettere una pregiudiziale; ed è questa: l' uomo agisce sotto l' influenza delle idee o dei . sentimenti? La discussione non è nuova ei è stata vivace. Ai sentimenti, però, sotto l' influenza poderosa esercitata da Spcncer si fini coll' accordare la massima efficienza. Questa soluzione potrebbe a priori esse.re invocata per liberare da qualunque responsabilità criminogena la propaganda socialista. A me sembra, invece, che si corra troppo nell' escludere che le idee possano generare i fatti. Bisogna fare, in ogni modo, delle distinzioni. Le idee, se sinceramente· accettate e credute; se ascoltate e predicate con in5istenza e specialmente nelle particolari condizioni di ambiente sociale, che generano l' entusiasmo e il fanatismo, agiscono efficacemen te come j sentimenti più radicati colla trasmissione ereditaria e si trasformano in date occasioni in veri e propri agenti criminogeni. Da Giuditta ad Armodio ed Aristogitone, a Bruto, a Clement, a Ra vaillac, a Carlotta Corday, ad A.gesil ao Milano ecc. , e dagli individui risalendo alle folle, alle masse, gli esempi, che comprovano l'esattezza della mia credenza sono evidenti e numerosi. La serie dei delitti anarchici , contro individui e contro collettività , è troppo recente e tristamente celebre perchè ci sia oggi bisogno di rievocarla. La propaganda socialista, benchè per essa si possa dire che il contenuto 'ideale debba essere efficacissimo perchè innestato sui sentimenti che si connettono ai bisogni ed ai desideri da soddisfare, invece, astraendo da parziali e singoli casi, da quanto sinora si sa rimane assolutamente immune da ogni accusa di essere causa di maggiore delinquenza. Qui parlo per ora di propagandasocialista nei suoi rapporti colla criminalità. Quali trasformazioni morali potrebbe produrre il socialismo realizzato non può aflermarsi perche in verun punto vige ed agisce un regime socialista, quale nelle sue grandi e indeterminate linee hanno preconizzatq i gran~i teorici ed espositori del socialismo. Non può aflermarsi del resto quali debbono essere gli ordinamenti socialisti futuri poichè i più avveduti teorici si rifiutano di formularli per non cadere nell'utopia, come i loro predecessori; essi hanno rinunziato alle costruzioni aprioristiche e la più popolare di esse - La quintessenza del socialismo dello Schaffie - è dovuta ad un avversario del socialismo (2). N è si possono prendere come saggi di ciò che sarebbe una società socialista le varie organizzazioni artifiziose comuniste o collettiviste che sono state tentate in America e altrove. Dagli avversari del socialismo si avverte in- (1) La Svciolog 1ia Criwinale. Catania 1889, Vol. 2° p. 477 e 478. • (2) Da récente sono stati pubblicati alcuni libri, che somministrano un'idea di ciò che potrà essere l'organizzazione socialista; ma non danno che cautamente le lin_eegenerali. Tra le pubblicazi<;>nidel genere ricorderò tra le migliori quelle di Georges Renard: Le regime socialiste (Paris. Alcan. 3a ed. 1903) e di A·. Menger ~ L' Etat socialiste (Paris. Nouvelle societè d'Editions. 1903). ....

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