Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 24 - 30 dicembre 1903

652 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI Come non è vero. ·che annoverai il. Vince tra gl'illustri .economisti, non è del pari vero che io abbia esposto con enfatica sicurezza ciò che il Vince attribuisce con abile precau~ione al Batemen. Se il De Viti non si fosse lasciato trascinare dal desiderio di calunniare avrebbe ricordato che a pag. 497 del. Giornale degli econom'isfi aveva riportato le m_ieprecise parole, le quali escludono l' en:fafica sicurezza attr1buitami. Se poi il Vince abbia erroneamente riferito il pensiero del Bateman è. cosa che non mi riguarda ; e il Bateman avrebbe fatto bene a smentire il Vincè in Inghilterra anzichè me in Italia. * * Il De Viti non può lasciarsi sfuggire l'occasione di dare qualche pedantesca lezion9, e per dimostrare che ignoro in quale misura le merci si scambiano coHe merci e il valore ·che ha la bilancia commerciale riporta questo brano di Shaw.:..Lefevre: « In In- << ghilterra il totale eccesso di valore delle importa-• « zioni sulle espor.tazioni per i 38 anni posteriori al « 1865 ha note_volmente superati i 3 miliardi di ster- « line; un ammontare molto più che 10 volte maa- « giore di tutt~ la scorta monetaria che sia esisti t~, << in una voJta, in questo paese. Se non che, lungi « dall'essere restato sprovvisto della sua ,.scorta mo- << nctaria,. é avvenuto giusto il contrario. In ogni « anno dal 1865 in poi l'importazione di metalli pre- « ziosi ha superato l'esportazione di circa 5,000,000 (< di sterline annue. È chiaro, quindi, che il saldo << della differenza annua tra le importazioni e le « esportazioni di merci deve essere fatto indipen- « dentemente dalla moneta. » Si, la cosa è chiara; (1) e non l'ho messa mai m dubbio. Per provare che non ne dubitavo avevo rimandato il De Viti alle pagine 116 a 118 del mio libro Per la economia nazionale e pel dazio sul grano. Ma giacché egli disdegna di leggere ciò che scrivono gli .avversari, riproduco integralmente il mio pensiero, che serve. a spiegare il pons asinorum degli economisti come lo chiama lo Shaw-Lefévre, sotto il ~uale .può passare chi vu0le - all'occorrenza anche il De. Viti. · Ri~pondendo al Giretti in detto libro adunque scr1ss1 : << Mettendo da parte il fatto di non· piccola • importanza che quasi tutti gli Stati del mondo si sono preo~cupati e si preoccupano dena bilancia commerciale, e che anche i liberisti più accentuati si raHegrano quando la bilancia volge favorevole al proprio paeRe, fermandoci all'Inghilterra stessa aiova "d b r1 urre al suo giusto valore il fenomen0 dianzi constatato. Si premette questa osservazion~ del Bastable: « Un paese, durante un periodo _consid~revole, può « avere un eccesso di esportazioni sulle importazioni « ed essere prospero o viceversa. Ma un paese che « ha una bilancia di debito contro di sè, dov~à mo- (1) Non e' era bisogno di correre in Inghilterra ,per fare la di~ostrazione; abbastanza limpidamente l'itveva fa,tta in 1ta\i-a il Cambray-Digny circa trent'anni or sono. (( dificare alcuni òegli elementi del conto o ristabi- « lire la bilancia con u_ncerto numero di banche- « rotte. L' esistenza dell'equazione dei debiti é per « 0gni paese · Qiò che Cairnes dichiara va che essa « era per gli Stati Uniti : semplicemente la condi- « zione perchè essi restassero un paese solvibile. << Per fare l'equazione dei debiti si devono esaminare le divèrse parti del conto corrente dal dare e dell'avere di un paese, che sono i seguenti: · « 1. Il primo posto nell" esame di questo bilancio spetta alle importazioni e allt, esportazioai. - 2. Accanto si devono mettere in conto le somme prestate che un paese riceve o dà. - 3. L'interesse annuo del capitale prestato e che agisce in senso inverso.-4. Il rimborso di un prestito precedente effettuato. - 5. I guadagni dei commercianti indigeni che· vivono al1'astero, i profitti degli stranieri che vivono all'estero e degli stranieri che vivono nel paese. - 6. Gl'invii di danaro in un paese a scopo di beneficenza o per doni di ogni specie. Le somme inviate annualmente nel Regno Unito dagl' Irlandesi naturalizz.ati negli Stati Uniti, ad . esempio, si elevano ad un totale coniderevole. - 7. La esportazione invisibile del Giffen, che ha una grandissima importanza e che viene rappresentata dai guadagni della marina che trasporta e dei commercianti. Il beneficio annuo di quP-sta esportazione invisibile viene calcolato per l'Inghilterra ad un miliardo e mezzo di lire all' ~nno. - 8. Le spese fatte al di fuori dal governo di una nazione la rendono gebitrice per questa somma; e, inversamente, le spese di altri governi in un. paese, lo metteranno nella situazione di creditore. - 9. I tributi o indennità pagati da un paese ad un altro. Esempi conlempor'anei: i cinque miliardi· pagati dalla Francia alla. Germania e l'indennità pagata dalla Cina al Giappone. - 10. Infine le spese dei nazionali che viaggiano al di fuori e rendono un paese debitore mentre esso é creditore per le spese degli stranieri nello interno del suo territorio. « Tenuto conto della enumerazione degli elementi che entrano a comporre la partita del dare e dell'avere di un paese fatta dal Bastable, si arriva a comprendere come l'Ing_hilterra non s'impoverisca per l'ec~edenza d~lle importazioni sulle esportazioni. ·Questa eccedenza viene saldata e di gran lunga sup erata cogli elementi indicati ai' numeri 3° 4° 5° 6° ...., ' ' ' ' 7°. E siccome l'avanzo é fortissimo, si spiega il continuo aumento della sua ricchezza. << Il Bastable pei liber.isti, forse, non é un'autorità indiscussa. Ebbene, c'è il Medley la cui pubblicazione si deve al Cobden Club. E' u·n liberista enràgé. "Egli rispondendo al Made in Germany di Williams nel The German Bogey (1896) spiegò perfettamente in tale guisa il fenomeno inglese ed agli elementi del conto di ..Bastable ne aggiunse altri che servono a saldare la differenza tra importazioni e esportazioni: il reddito delle doti che le milionarie americane portano ai nobili inglesi e gli alti stipendi che le colonie, e specialmente l'India, pagano ai funzionari del regno che dopo alcuni anni di soggiorno nelle medesime ritornano in patria arricchiti.

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