Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 24 - 30 dicembre 1903

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIAL! 651 Tutto era .stato messo in opera nell' affare Dreyfus, perchè la verità non fosse rivelata mai. L'uomo che primo aveva vacillato n_el mentire, era stato suicidato, i falsi si erano aggiunti ai .falsi, le men'zogne alle menzogne, le sostituzioni di documenti bugia1·di ai documenti veritieri era.no state condotte con un' arte ed una logica insuperabili. Le più violenti passioni del popolo erano state. scatenate contro la verità. Eppure, malgrado tutto, la verità ,procedeva. Lentame'nte, a piccoli passi, di tanto in tanto lanciando dall'ombra delle mem:ogne u~o sprazzo di luce che rivelava il cammiuo . perco;:so, la verità s' avvicinava alla sua ora solenne.· Ed ora l'edificio costruito dal male crolla, le male· arti si dileguano come pula al vento. I falsi di Henry, <li Gribelin, del generale Gouse; la colpabilità di Esterkazy vengono alla lu-ce in tutta la loro bruttezza e vanamente -i n~mioi della repubblica - pensando rioòminciare il vecchio gioco - urlano al tradimento. cercano rinfocolare le fredde ceueri dell'antisemitismo; le <lnchesse più o meno autentiche, i franchi realisti, i gesuiti con 'o senza tonaca possono battersi i fianchi e sgambettare il loro patriottismo dinanzi al popolo Francese. Il popolo rimane immobile. Indifferente~ No. Egli ha sentito che « la verité e-;t en inarche » e lascia che la verità percorra intiera la sua via. Grande ammaestramento questo e solenne risposta a quelli che credono che il male può essere base, e scopo di un'opera qualunque. La verità cammina per gli uomini come per i popoli: per Dreyfus come per. il popolo Russo, un tempo - lentamente, sia pure - percorse la sua via per Calas come per l'indipendenza d'Italia, e -in sti nella storia, più se ne studiano i grandi gruppi di avvenimenti e più ci si convince di questo vero: l'opera dei nefandi non dura, l'opera degli oppressori non è stabile. A quale legge ubbidisce dunque il progresso della società u~ana e degli uomini 1 •Qu~le imposizione morale . più forte delle leggi, dei gove.rni, degli stati, delle armi, regola il cammino della società "l E verso doYe? - ì\Jistero ! - Questo però è buono a constatare; e dopo averlo constatato è bene ritenerlo come un'insegnamento, un conforto e una speranza: « la verité est en marche )) per gli individui come per -i popoli. Bella e forte sicurezza che deve spronare alle opere i buoni ; - alle opere per il bene dell'oggi e del domani ; al meglio sempre, alla giustizia, al diritto, anche se gi'nstizia e diritto debbono costare amarezza e pena; percbè arriva - anche se tardi - arri va l'ora del trionfo, arriva l'ora del premio; arriva l'ora della verità. · Noi - - Polemica sincora _o uolomica tr nuuilla L'on. De Viti de Marco nell' ultimo numero del Giornale degli economisti (Dicembre 1903) risponde al mio scritto : A proposito di uno stravaso di bile di Ùn liberista (Rio. Popolare del 30 ottobre). Nel titolo del suo articolo : Polemica di un protezionista tranquillo c'è la intenzione di continuare nella ir.onia che egli crede di maneggiare bene e che m'induce a questa breve dichiarazione che serve come esordio e su cui ritornerò nel chiudere. Nelle polemiche non sono stato mai un tranquillo. Certa tranquillità formale tutta esteriore, che ricorda i sepolcri imbiancati, buona pei salotti marchionaU, la lascio agli ipocriti, ai superuomini credenti nella propria infallibilità, agli scettici che nulla credono. Non appartengo ad alcuna di queste categorie; aggiungo che hon sono stato mai un rassegnato cristiano e che non accetto schiaffi, molto meno da mani inguantate buone a somministrare insidiosamente qualche dose di stricnina più che a lottare virilmente ed apertamente. Non essendo cristiano rassegnato respingo le offese da chit:1nque esse vengano. Preferisco alla polemicà tranquilla la polemica sincera ; pe.rciò senza orpelli, chiamando pane il pane, com'è mio costume, ai sofismi, alle menzogne, e allè insinuazioni del De Viti risposi provando ch'egli é un diffamatore, che tale rimane anche quando alla diffamazione dà forma gesuitica e non senza pretesa di elegante correttezza. No:q lo chiamai un ignorante, come egli dà ad intendere ; anzi in quello stesso articolo constatai che il dovere di rispondere mi s'imponeva pel fatto ch'egli occupa una notevole posizione scientifica. Non c'è ragione, quindi, di credere in una mia contraddizione e in un mio repentino mutamento. Mi ero serpplicemen te ingannato nel ritenerlo amico ed avversario leale ; mi sono ricredut0 e lascio a lui la finezza polemica e gesuitica di continuare a chiamarmi amieo onde meglio mettere in risalto la mia poca tranquillità. * * Il Prof. De Viti continua nel suo solito sistema di falsificazione sottile del pensiero altrui, e comincia da un'inezia : q_alfarmi annoverare il Vince tra gli economisti illustri, che combattono il libero scambio inteso come lui l'intende. Ora io a pag. 550 del N. 20 della Rivista in nott-i, citai il Vince senza un solo aggettivo. Parlai d' illustri economisti e della immensa maggioranza degli uomini di Stato del mondo civ~le. Tra i. primi spero che non vorrà negare tale titolo al Liszt, al Cognetti de Martiis, al Patten, al Wagner. In quanto ai secondi sinora forma vano una eccezione gli uomini di Stato inglesi tra quelli delle grandi nazioni; ma ora l'eccezione accenna a scomparire. Hicks Beach e Balfour - di Chamberlain non faccio parola -, tra i tanti, respingono già esplicitamente la politica doganale autonoma e propugnano la reciprocità ed al- - l'occorrenza la rappresaglia. Sino a ieri a questi due politici furono prodigate lodi sperticate dai liberisti di ogni gradazione; non mi sorprenderebbe che da oggi in poi essi li qualifichino tanti imbecilli. Ai lettori della Rivista, intanto, non ho bisogno di· segnalare la importanza che ha i_l colossale movimento che -si va sviluppando in Inghilterra contro il liberismo devitesco. Si badi: la pubblica opinione - di cui si ebbe una imponente e vittoriosa manifestazione colle tre ultime elezioni - si le.va contro siffatta politica devi tesca in un paese in cui sino a questo momento mancano le ragioni del mutamento, ma che si consiglia soltanto in vista dei pericoli futuri. Di fronte all'estensione che prende ed al successo crescente della campagna di Chamberlain non si esagera affermando che se in Inghilterra vigessero le condizioni dell' Italia non si troverebbero quattro gatti che penserebbero come il De Viti. **

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