Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 24 - 30 dicembre 1903

650 RIVISTA POPOLARE DI POLITICAr LETTERE· E' SCIENZE S({):CIAL:E son nem1c1•.. Cinesi per lui. D'altra pç!,rte, lo abbiamo notato precedentemente, la Russia non vuole e non può abbandonare la Mandchuria, e non vuole e non Pl!_Òdisinteressarsi della preponderanza che la politica Giapponese piglia in Corea. Ci sono dunque parecchie buone ragioni per fare una bella guerra. Ce n'è pe.\·ò una - una sola - eh.e basta ad impedirla: i due belligeranti: non hanno quattrini. Oltre ciò poi la Russia stà tutt'altro che bene a casa sua. Si può pensare al proverbio delle cento ragioni. di cui la prima: - non ho quattrini - dispensa dall'enumerare le altre. Tutta,ia una rapida occhiata anche a quest'ultime, che non sono : novantanove, non è fuor di luogo, nè farà male. 1.'Inghilterra ha già fatto capire a.lla Francia cbe l'intervento di quest'ultima a favore della Russia l'obbligherebbe a schiera1;si dalla pa'rte del Giappone, e gli Stati "Sniti - in forza di nn trattato a proposito dell'Estremo Oriente sarebbero con lei. Questo è un certo bruscolo negli occhi al~a Russia che le dà assai noia. D'altrn parte, malgrado tutto quanto si è parlato delle forze Russe in Mundchuria bisogna .finalmente convenire che, almeno fino a questo momento, la superiorità della flotta spetta al Giappone; come al Giappone bisogna riconoscere il vantaggio d'essere quasi sul luogo. Basterebbe una prima sconfitta navale toccata alla Russia perchè essa vedesse venirsi a mancare il mezzo di rifornire quel che rimarrebbe del).Risua flotta, ed anche il mezzo di riparare rapidamente al disastro. Che che si dica i depositi di carbone a Pòrt-Arthur son tu_tt'altro che sufficientemente dotati e, malgrado 1e miniere Russe e Mandchuriane - quest'ultime ancora non organizzate - non lo saranno per lungo tempo ancora. D' altra parte la fe1~rovia Transiberiana è terminat.a; l'ultima stazione anzi è già in l\fandchuria alla estremità sud dal lago Baikal, rua traversare tutta la ·Mandchuria, per ofa, non si può che a piedi e su car!'i, o lungo l'Aruur, e il Sungari, quando i potenti fiumi permettono la navigazione. · Questo in una guerra è uno svantaggio, e grave. È vero che la Russia spinge alacremente i lavori perchè la ferrovia sia ultimata., ma intanto: cavallo non morir che l'erba cresce. D'altra parte la Rnssia ha cercato, con non molta fortuna, un prestito in- Germania, per far fronte a quelle spese eventuali per le quali !-'erario Russo è insufficiente. l\1a tutto questo sare}.)be poca e piccola cosa se la Russia potesse sta.re tranquilla a pro- • posito della sua condizione interna. 0rn questo non è. Si possono trascurare le resistenze che la Russificazione della Finlandia trova nei,.. Finlandesi steesi, le agitazioni costanti nella Piccola Russia ; ciò che non . può essere trascurato, e che costituì ce per la Russia, o almeno per la sua forma' politica attuale, il grave pericolo, sono i rivoluziona.rii che ormai hanno preso piede in tutto il paese. Un tempo, una ,entina a ven- ·ticinque anni fa, era facile cosa domare i movimenti rivoluzionarii, auch~ quando come nel periodo terrorista i ribelli colpivano senza fallo e senza pietà. Essi erano, relativamente, pochi, appartenevano nlle classi più elevate del paese ed era facile serrare intorno- a loro un cerchio di cosacchi e di gtmdarru i, intramezzato di tanto in tanto da forche. Dopo che ne fì:uono impiccati parecchie centinaia, dovo che molte donne e ra• gazze...morirono sotto il K.nout o nelle casematte, dopo che qualche migliaio si consumò nelle celle buie e sorde di S. Pietro · e Paolo, e che le miniere e \'esilio in Sibeda ebbero ingoiato la parte più eletta e più grande degli affiliati al movimento, il Terrorismo finì • • Oggi pe-rò le cose ca.n1:ID·irnan.odfvarsnmenlra- .. I rivoluzionari non san p-iù. 1 q·ua1cbe migliaio,. son ~cine di migliaia: non ·sono più1 i ribelli di unn.class-e,. è il po polo tutto che si ribella:· se:nto i contn<lini, gllv operai, i disoccupati e i lavoramti e-he vogliono· tutti 1~ medesima cosa, e- si agitano, tutti m.gu.almente· per- otitenerla; e impiccare - ma lgrad'0· il noto amol'e· per la forca dei consiglieri della Tsar - fustigare, inoareeFare-, esiliare . un popolo intiero non, si JH1ò. Ora,. è appuuto questo stato d'1rnimo del p0pofo ehe parali,zzm, I'en-ergia del governo Russo e lo obòUgai, oggi, a temporeg-giare e a blandire e domani a eed'ere al Giapponie- se diventerà esigente. Le condizioni della 1tussfa,. oggi son. tali q:mali erano quelle della Franci:a prima dol 1180:. Là c~me qua i contadini si agitavan.-0~ le sommosse- parziali scoppiaYano, disubbidienze aUa ·1egge, ucc-isioni di funzionarii ne accadevano tutti i giorni. Il de-fi.cit era grande ed i mezzi di trovare denaro li~itatiss.imi, là come _quà la necessità di trovare, in una n'tlova forma politica, il mezzo di riparare al male. In Rnssia, oggi. c' è in più, a favore dei rivoluzionariì, la prospettiva della guerra, e il governo Russo che pre,e'1e, farà di tutto , per evitarla, si può essetne ·certi, malgrado che gli amici - son· sempre gli amici che giocano i bruttii tiri - facciano di tutto perchè h guena sia. ' \ Certamente 11 governo Russo non cederà aboando-. nando la Mandchuria, questo sarebbe troppo; ma fr,';; il governo Russo che non ha quattrini ed b.a il diarvolo a quàttro in casa ; e il governo Giapponese· che,. malgrado le versioni ottimiste, è ugualmente povero, e, teme di trovarsi a fronte un nemico troppo potente-,. troveranno il rnodus vivendi, la formula comoda che- e,- vita di correre l'alea della guerra, e sarà un tan.t@, dì guadagnato per tutti. Un insegnamento dell'affare J>reyfus. Qlli81.nil'opiù terribile ferveva la lotta pro e contro l'innocenzai dii Dreyfus, e quando le invettive più feroci erano lanciate contro il suo imI?erterrito d~fensore Emilio ~.ola, questi scrisse: a: la verité est en marche ». Non s.'im.gannava, e la riapertura dell'affare, per -il quale i olericali, i realisti, camuffati da repubblicani sotto il titolo di nazionalisti, erano ri~sciti a seminare in Francia la discordia, nella speranza di rovesciare la repubblioa ne è unariprova. In verità ha fatto molta strada da quel giorno e oggi sembra vicina a rilucere-di tutto il suo splen-- ùore. Disgraziatamente Zola non è più. Egli non potr~ constatare che l'opera sua fu buona, e DQD. potrà, come. il vignaiuolo diligente, ottenere il premio meritato dalle sue fatiche. Non potrà godere del trionfo egli che tainto foce per avvicinarne l'ora. Ma nella storia delle poche belle azioni compiute dagli uomini la sua lettera« J'ac• cuse » non sarà dimenticata; e questa ò gloria, e questo è premio. Ma da questa riapertura. del processo, da questa agitazione che ba durato tanti anni, da questa lotta disperata di un· uomo contro l'errore, e di tutta una frazione di uomini in favore del male, un alto insegnamento scaturisce, l'affermazione rinnovellata eh.e il vero, il giusto, il retto, che sono forme varie del Bene, finiscono sempre per trionfare al mondo sti la fals~tà e l'ingiustizia. Anche la storia, stÙdiata nei grandi gruppi di fatti ci ·porge il medesimo esempio e noi ricorriamo, in volontariamente quasi, al filosofo della semplice mo r·ale ..umana - la grande morale ·-: le opere costruite sul male· si dileguano come pula al vento. I j •

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