Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 24 - 30 dicembre 1903

RIVISTA Po'POLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIAL1 d63 rano stata destinate cominciava a perdersi. Intorno a qualc'una già si costruì vano case, le strette porte di parecchie erano state allargate ad ·uso di finestre e qualc'una anche cominciava a cadere in rovina. Ormai il potere popolare era stabile. I tumulti che erano sfati occasionati dagli « Or-. dinamenti di giustizia )) consigliati da Giano della Bella erano da lungo tempo finiti e il Comune fioriva nei commerci e nella pace. Santa Maria çlel Fiore affidata all' ingegno e alla instancabile solerzia di Giotto da· Bondone, era coperta già da pàrecchi anni e mancava solo la cu...: p0la a compiere il voto del popolo Fiorentino d'innalzare alla Vergine una chiesa << degna della gloria e della magnificenza della città di Firenze ». Ser Taddeo strinse un po' più il, lucco ·intorno alla vita e di nuovo ·si piegò a guardare giù dalla ringhiera. La grande piazza era piena di luce. In faccia al Palazzo le case de' I erli erano ancora tutte chiuse, e soltanto su l'altana alcune figure ·passa-yano e ripassavano rapide come apparizioni bagnanti nella - serena luce della primavera Fiorentina. Il vento portava un delicato profumo dai campi e di tanto in tanto_ il suono d'una campana vibrava· _n0ll'aria e pareva che tutte le cose allora fremessero come se le pietre, le bandiere; le torri avessero un'anima. Un gruppo di armigeri traversò la piazza e scomparve verso, Borgo St. Apostoli. Un uomo con un asino si fermò ad. un t~bernacoletto posto su l'angolo di via de' Cerchi e si mise a· pregare. Poco a poco Firenze si destava; tardi perché quel giorno era festa ed i cittadini si godevano dal letto il fresco mattinale che scendeva da Fiesole, odoroso di giaggiolo e di rosa. - Ser Taddeo aspirava a pieni polmoni l'aria balsamica e pensava ai _tempi passati ed al tempo presente. . Dall'ieri all'oggi c'era un grande distacco._Un grande mutamento s'era fatto nell'anima del popolo che era ancora geloso, come. un tempo, delle prerogative comunali; ma che era meno dedito alle armi, quantunque pronto ancor~ ad impugnarle per la difesa della città, che si da -va più volentieri alle feste e ·che, assai più, molto più d'un tempo cercava d'evitare le guerre con le repubbliche vicine, ed era alieno delle contese faziose che aveva!1o, nel passato, insanguinate le vie d~lla citta. Quel giorno era: festa. La Signoria convocava il popolo ad una solennita che era al tempo stesso un atto di giustizia. Il serico gonfalone del Comune sventolava dalla ringhiera, e su le torri e da le loggie bagnavano nella vivida luce mattutina -le bandiere delle consorterie e gli stendardi delle famiglie, Poco a poco le vie si popolavano, gruppi di cittadini arrivavano su la piazza si sedevano. su i muriccioli e su le panche di pietra conversando fra loro; alcuni mercanti, ·fermi, all'angolo di via dei Neri,. tratta vano dei loro interessi. Da via de' Cerchi un grnppo . di popolani preceduto da una delle bandiere delle Arti sboccò in piazza, la traversò ed entrò nel cortile del palazzo. Venivano a proporre un nome. Ser Taddeo salutò il portabandiera, salutò due cavalieri che passavano sotto la ringhiera e rientro ne1la sala del consiglio, ancora deserta. . Dalle finestre aperte la luce entrava a fiotti e le dorature degli stemmi, ~ il vivido luccichio delle ~rmi appese al muro l)arevano radd0ppiarne l'intensità. Spiegati sul tavolo dei priori, in mezzo alle decorazioni sobrie e brune della sala, i lucchi dei priori non ancora arrivati metteva110 come larghe chiazze sanguigne e dovunque il giglio spiccava con le sue volate vermiglie, e aperto il cuore dai cento semi, come occhi vigili aperti per la difesa;:della Eberta. Ser Taddeo sedette ed i popolani furono introdoUi da un famiglio. Erano gli artieri della lana. Uno di loro, vecchio, dalle membra forti, dalla lunga barba bianca, da le mani ,grim:ose che sapevano gli acuti morsi delle matasse tolte bollenti dalla caldaia, porse al priore una .pergamena. Questi la scorse con un occhiata e sorrise :· - È il voto di tutti, disse, e credo che i cittadini ci obbligheranno a fare la loro volonta. - -Vi obbligheranno ? - domandò il vecchio e parve sorpreso. ·_ Si;· noi ubbidiremo certamente al volere del popolo, noi che siamo eletti ad eseguirlo ; ma Ia -Signoria avrebbe preferito che up'altro fosse stato indicato dal favore popolare, ad un'ambasceria ché non é che onorifica. · Il vecchio fece un'atto di sorpresa, un mormorio leggerment~ ostile si levò di mezzo a quelli che lo accompagnavano. . Ser Taddeo, stette un momento in si_lenzio spiegazzando con le mani la pergamena, poi ·fissando negli occhi il vecchio domandò: - Non credete vui, . Betto, che un'altro cittadino avrebbe potuto- egualmerite bene, e con pari onore essere latore rlella missiva del Comune· a Messer Francesco? Egli - e Betta accennò · 1a pergamena evidentemente alludendo all'eletto - egli è il più onorevole cittadino di Fiorenza - rispose.· - Ed appunto però la Signoria vorrebbe non pfr varsene- rispose pronto Ser Taddeo - Egli é dotto di negozi politici, la sua facondia persuade i più restii ; il papa lo stima, il :re di Francia lo ama; egli ci é utile e forse domani la Signoria p0trebbe aver bisogno dell'opera sua: e s'egli é fuori come faremo a servircene? - Egli é il più degno cittadino di Firenze - ripeté il vecchio - e ci vuole il più degno perchè sia res:;t giustizia al più grande. Ser Taddeo sorrise - Non dico, Betta, nori dico; voi avete certamente molte ragioni; ma - e Ser Taddeo scosse la testa, appuntò il dito contro il vecchio e negli occhi gli brillò un lampo di contentezza come s' egli avesse trovato l'argomento irresistibile - ma, chi poi, quand'egli sara partito, com- . men tera l'Alighieri ? --- Il vecchio aggrottò le ciglia, stette un istante in silenzio, come colpito dàlla osservazione di Ser Taddeo e si volse a quelli che lo seguivano : -?' v~ro;

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