RIVISTA POPOLARÉ DI POLITICA) LETTERE E SCIEN~E SOOIALÌ 623 laboratori ed alcune pretensioni dei radicali" resero impossibile l'intesa. I radicali, sarebbe ingiusto negarlo, si credettero troppo indispensabili, pretesero troppi portafogli ed importanti, crearono una quistiorie morale dove non c'era o le detter_o pr0porzioni, che male si confacevano al live1lo morale dello stesso ambiente parlamentare.· Comunque la pregiudiziale morale rimaneva esautorata dai precedenti voti dati al Ministero Zanardelli e dall'entusiasmo mal celato col quale avevano accolto l'incarico dato a Giolitti di formare il Ministero. La quistione morale vera fu sollevata, con logica serrata, dai soli repubblicani che fan ca.po ali' Italia del Pop_olo, che l' imperniarono nello stesso on. Giolitti, che ritennero essere l'uomo immutato della Banca Romana e del 1892-93. Le_ altre questioni morali a scartamento. ridotto furono pretèsti, meticol?sità incomprensibili di fronte al meno, quando. si era disposti a transigere sul più. E .dovevano transigere ora necessariamente se non. avevano sollevato la pregiudiziale prima, durante il Ministero Zanardelli e appena annunziato l'incarico dato all'uomo che si torna a chiamare di Dronero. E mentre si accapigliavano i radi~ali dell'Estrema attorno alla .questione morale p1ccioletta da loro ingigantita, e si guardavano in cagnesco sacchiani e marcoriani distinti e separati dalle sole politiche antipatie personali, lasciando comprendere che riel ministero, se vi fossero entrati, avrebbero portato l'armonia che può regnare tra cani e gatti, non appare chiaro e lampante dalle e.pistole e dalle chilometriche dichiarazioni di voto che essi abbiano insistito sulla pregiudiziale logica e sostanziale del quarto d'ora, sulle spese militari. Se l'avessero posta sul serio e seriamente discussa, con grande probabilita sarebbero rimasti esclusi dalla compagine ministeriale; ma le trattative sarebbero state meglio condotte, e la rinunzia alla partecipazione al formando ministero sarebbe stata più dignitosa, più ricca di contenuto politico, più istruttiva ed educativa. Quella pregiudiziale sarebbe rimasta all'impiedi quando tante altre cose naufragano e scompajorio per costituire il fulcro di un programma pratico ed importante nelle future lotte elettòrali. Se il dissenso sulle trattative coll'on. Giolitti si fosse imperniato sulle spese militari, all'Estrema non si sarebbe imposta come una necessita, l'attitudine di recisa opp0sizione verso un ministero di cui furono ad un pelo di far parte parecchi dei suoi uomini, ed essa verso il Gabinetto Giolitti avrebbe potuto assumere quel contegno di benevola diffidenza o condizionatamente favorevole e condizionatamente av~ verso - come lo avrebbe chiamato Bertani - che tenne verso altri ministeri, se n0n peggiori, certamente politicamente non migliori dell'attuale o tecnicamente inferiori ; .recisa opposizione formale che non è nell'animo di molti deputati che risposero no colle labbra nell'appello del 3 Dicembre, ma che avrebbero voluto rispondere sì. E non fecero un mistero delle loro intenzioni nei corridoi ed entro l'aula sino all'istante in cui essi furono chiamati -a dare il loro voto. Gli errori e le incertezze dell' Estrema e specialmcn te dei radicali, infine, furono aggravati, o meglio essa in quelli errori perseverò, per la esagera a opinione, che nutriva sino a ieri sulle proprie forze. L'Estrema era convinta sinceramente che senza il suo appoggio non era possibile la formazione di un ministero mediocremente democratico, e che contr6 di essa non sia possibile di governare. Dimenticava con ciò : 1 ° che la parte dell'Estrema su cui un ministero avrebbe potuto sistematicamente contare - i radicali - sono meno. della dodicesima parte della Camera; 2° che in questo. dodicesimo abbondano i galantuomini mediocri, ma scarseggiano forse soverchiamente gli uomini davvero eminenti per energia di carattere, per intelligenza e per altre qualità brillanti o sode. Perciò la formazione piuttosto rapida del ministero da parte dello stesso on. Giolitti, che li aveva chiamati a collaborare con lui, colla loro esclusione produsse nelle loro fila disinganno amaro ed irritazione ; irritazione che sottolinea la loro attuale impotenza. Qualcuno si conforta affermando:- Giolitti abbandonato dall'Estrema è stato costretto a rinnegare i suoi propositi democratici e ad iniziare, per riuscire, un nuovo e forse peggiore tra~formismo. Siamo sinceri, come sempre, su questo tasto. Noi non rimaniamo convinti dalle dichiarazioni _delFon. Giolitti, che volle respingere ogni accusa del genere mettendo innanzi la fede _mantenuta al pr0gramm·a suo intorno a cui si sono aggruppati uomini di buona volontà. Anche Depretis disse sempre di avere un programma ! Ma noi dobbiamo ricordare che se la lue del trasformismo insozza il ministero Giolitti pel fatto che ne fanno parte alcuni uomini di destra o di centro, commise grave errore o fu cicca l'Estrema che della stessa lue non vide le macchie nel ministero Zanardelli. Tra i due ministeri c'è questa differenza in meglio ed a vantaggio del primo: Luzzatti intellettualmente e tecnicamente vale di più di Di Broglio; Tedesco non rimalile certamenfe. al disotto di Balenzano ... Eppure oggi realmente ci troviamo di fronte al pericolo del trasformismo; ma questo pericolo non nc'l.cque il giorno in cui fu formato l'attuale gabinetto, ma in quello in cui fu battezzato e cresimato dalla Carnera con una maggioranza schiacciante, che ricorda i peggiori e maggiori trionfi parlamentari di Depretis e di Crispi per la sua compos1z10ne qualitativa e quantitativa. Si <lira che il pericolo manifestatosi col voto era potenzialmente nel ministero ? _ I iente affatto. La genesi della maggioranza del 3 Dicembre va ricercata in diversi fattori estranei alla composizione del ministero: nella vigliaccheria di moW, ch'erano stanchi di non essere ministeriali; nella paura delle minacciate elezioni fatte da chi dette prova di sapere esercitare il jaust-re~ht; nella brama ardente di sfogare i proprii risentimenti e i oroorii odi vincendo contro l'Estrema. Se questa a-
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