Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 23 - 15 dicembre 1903

622 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LE.TI'~RE E SCIENZE SOCIALI ma certa!11lente - e forse. non lontanamente - arriveremo a sapere quale catena lega l'uomo a tutti gli organismi esistenti e quale é la sua funzione nel mondo ; e quale la funzione del nostro pianeta nella armonia dei mondi esistenti. Ora l'inconoscibile di Spencer fu e rimane metafisica, strana in un pensatore come lui che poteva trovarsi, e si trovò, ad esercitare nel mondo una influenza parallela· e non minore a quella di Augusto Comte, di Darwin e di Marx. C'è nell'opera di ogni pensatore di genio, una recondita particella di verità, una _piccolissima parte·di assoluto che serve a còstruire le teorie, e dare la base ai sistemi, che é destinata a diventare patri- . monio indistruttibile delle società, delle filosofie·, delle scienze, delle arti future; che gli uomini si tramandano di generazione i.n generazione facendone tesoro, servendosene nella ricerca di nuovi yeri ; costruendo nuovi sistemi, nuove teorie, trovando ed applica~do nuove forme di bello e di buono. Il secolo XIX é stato ricco di uomini che hanno trovato di queste particelle_ di verità. E Hcrbert Spencer è stato uno di questi ed uno dei piu grandi. Alla conoscenza, alla legislazione, allo studio delle s,)cietà umane- egli ha portato il contributo di una opera va- "stissima. e di alcune particelle di verit~. Opera dei filosofi moderni è sceverare il vero dal non vero : la legge assoluta dalle opinioni e dalle teorie dell'uomo, per aggiungerla al bagaglio - ahimè non troppo grande I - dello indiscutibile sapere umano. E Spencer avrà diritto, malgrado gli errori e la caducità della sua teoria, alla riconoscenza delle generazioni umane ; perché egli potrà presentarsi a loro portando su le màni - dono eterno all'insaziabile sapere - le poche ma indistruttibili, ma ,.grandi verità sooperte da lui. Poche, ma enorro.i se pensiamo alle innumerevoli generazioni · umane che passano non lasciando di sé, su la polvere dei tempi, che una lieve orma presto cancellata dalle generazioni sopravvenienti; mentre la traccia dei grandi come lo Spencer rimane. Rimane a testimoniare, con i frutti maturati· dal1'opera loro, del loro grande genio, della potenza della loro · intuizione, e del come e quanto largamente essi seppero beneficare, con l'opera loro, l'umanità. A. AGRESTI. Il pericolotrasformista La conoscenza più ffsatta delle trattative tra l'on. Giolitti e alcuni gruppi· dell' Estrema sinistra induce oggi ad assegnare più equamente le responsabilità della presente situ·azione creata dal -voto del 3 Dicembre e resa quasi inevita.bile da quelle stesse trattative. Filippo Turati scrisse alla vigilia dell'apertura deUa Camera che l'Estrema si era mostrata impreparata ~li avv(Hlimenti che si andavano svolgendo. Ora è bene sopratutto mettere in chiaro ciò che per imprepqrazione deve intendersi. Per noi, a parte le deficienze tecniche che nell' Estrema ci ·sono, e che non sembrano prossime a scomparire, perchè pochi vogliono specializzarsi negli studi, e tutti vogliono rivelarsi enciclopedici, occupandosi con grande superf.ìcialita di tutto, la debolezza :rivelata nell'ultima fase della vita politica del paese, in cui doveva spiegarsi un'azione positiva a complemento di quella vigorosamente negativa e difensiva spiegata durante l'osirurionismo, C(•nsiste sopratutto nella indecisione di molti sulla convenienza di saltare il Josso, di passare cioè nel campo monarchico e di partecipare quindi al governo della cosa pubblica sotto le presenti istituzioni, assumendo i relativi oneri ed onori. Siamo franchi: è indubitabile che in molti dell'Estrenia è vivo il desiderio di fare il passo, e noi che abbiamo dimestichezza con molti di coloro -nei quali esso si é fatto palese, possiamo anche assicurare che il desiderio nasce quasi in tutti non da volgare ambizione, ma da ferma convinzionG di. potere giovare àl paese immediatamente prest~ndo l'opera propria al governo, ed anche di preparare in appresso condizioni che rendano pi'u facile e più sicura la realizzazione degli ideali da tempo vagheggiati. Il temperamento sospinge qualcuno ad uscire dall'inerzia perchè più adatto a fare - e bene -, anziché a meditare, ad educare lentame.ntc, a preparare, avvenimenti che sfuggono al calcolo umano, e pei quali non si può assegnare alcuna scadenza fissa. Dei pochissimi mossi da vanita e da altri peggiori sentimenti non occorre dire. Costoro, pur convinti della convenienza di partecipare al governo sotto la monarchia, sono ancora ti tubanti, sia perchè un atto apparente men te con• traddittorio allo antiche convinzioni esercita una specie d'incosciente azi~ne inibitoria ; sia perché essi temono di affrontare la riprovazione degli antichi commilitoni. Intanto la decisione nel senso dell'accennato desiderio s'impone nell'intere~se di tutti. Socialisti e repubblica_,ni non possono che ricevere danno dalla permanenza nominale nello loro fila di uomini che nell'interno della loro coscienza se ne sono distaccati; essi riescono d'imbarazzo ai loro antichi amici, conducono vita politicamente grama e vacillante, e privano il paese del contributo che potrebbero dargli tante sane e vigorose energie. Si deve ricordare al proposito poi che- certi passaggi riescono cosa miserevole se a vvengpno in eta a vanzata, determinati più dalla stanchezza e dall'esaurimento per la lunga attesa, anzichè dal bisogno di farG e di agire a beneficio della qosa pubblica?. Questo inconveniente grave si verificò con molti uomini della sinistra storica e crediamo di non andare errati aftermando che si deve a tale circostanza in buona parte la cattiva prova fatta al governo. Di questo stato di animo si risentirono le,trattative tra l'on. Giolitti ed alcuni 1,10mini dell'Estremu. Gli errori commessi dal primo nella scelta di taluni col-

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