RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 621 delle nuove idee, e diede, ancorchè involontariamente, il massimo contributo al fondamento scientifico di quelle idee socialiste che egli nonpertanto, francamente combattè. Ed era logico con sé stesso, e logico con la sua idea. Il suo liberalismo. politico non arrivò mai al socialismo; fu un'individualista e grandemente giovò agli anarchici il suo libro : «: L'individuo cçntro lo Stato >'> nel quale egli, con tutte le forze della sua dialettica, è la potenza della sua vastissima mente, insorse contro l'àzione centralizzatrice, tutoria ed assorbente dello stato nelle società attuali ed in quella forma di società preconizzata àai socialisti. Ed anche contro la teoria socialista della solidarietà egli insorse affermando che la società non 'devé nessuna ·assistenza ai deboli, e chi udendo in una legge assoluta questo suo concetto dimostrò - ciò che soltanto in parte é vero - che l'assistenza é diversa ed opposta nella famiglia e nella società. In quo!Ja <leve essere quanto più larga è possibile, o quanto é più possibile duratura ; in questa parca e piccola, limitata a concedere all'individuo solo in ragiono di ciò che può dare e· solo in qua;nto può dare. Egli predicò e cercò dare forma naturale · all'individualismo su cui si basa la società attuale, e si mise per .ciò agJi antipodi dei pnstulati anarchici, come dei desiderata socialisti, in quanto che egli negò la base prima d'ogni società umana, la solidarietà nella lotta e nella vita. Questa é tutta una parte del suo sistema di filosofia, ed é la parte debole; la parte che già i fatti, e quella evoluzione umana di cui egli fu il grande espositore, negano concordemente. Ma questo errore di avere considerata la legge della lotta per la vita, più come la interpetrò Haeckel, che come la formulò e la dimostrò Darwin, non è proprio di Spencer soltanto. Il Darwinismo sociale fu l'errore grande dei sociologhi del principio della seconda metà del secolo XIX. È in nome di questo Darwinismo che, in verità Darwin non l'aveva neppure sognato, furono condannate come utopistiche tutto le idee di miglioramento sociale, tutte le tendenze alla costruzione di una società nella quale non la legge della concorre_nza, ma sibbene quella delJa solidarietà avesse la parte maggiore. Ed a pronunziare la condanna Spencer, non fu solo. Fù però il più autorevole. La sua teoria della evoluzione, evoluzione procedente negli organismi sociali col medesimo processo che negli organismi umani, dava a lui il diritto di portar.e alto, il suo responso nella, controversia; egli però non si accorse che la sua teoria stessa contraddiceva la condanna e che egli sulla indagine speculativa del passaggio dei gruppi umani da forme di associa2io11e primitiva, a forme di associazione più complicata e più perfetta, yeniva a gettare le basi di quella teoria evolutiva socialista ché riconosce come base pri_ma d'ogni rapporto fra gli uomini la legge di solidarietà. È un fatto che, quantunque la sua teoria doli' orgamsmo sociale, come esposta nel cap. VI parte J!i del suo famoso libro ·« Principi di Soci.olGgia » teoria della quale egli aveva già posate le basi in « Primi Principi » ed alla quale accenna al Cap. IX, §§ 287 dei « Principi di Biologia » - quantunque questa sua teorià sia stata accettata quasi senza di- -scussione quando egli la espose, ed abbia avuto anche una; profondissima infl~nza sùll'indiri~zo del pensiero moderno - è un fatt0. che non é scevra d'errori. Oggi si è cominciato a liberarla dal troppo assoluto, e se ci si scuopre che essa enuncia una grande verità; cioè che una società è un organismo composto di membra destinate. a diverse funzioni; ci si scuopre puro che nessuna di queste membra ha il diritto_ di priorità su le altre, che ve ne sono alcune che possono esserne recise senza danno, ed altre che si sono trasformate e si trasformano. Ma quando nel 1876 egli pubblicò i « Principi di sociologia » i lavori di Lyell su la « Geologia », di Gegenbaur su l' << Anatomia comparata )), di Darwin su « L' orÌgirie della specie » a vevall'.:>troppa autorita, scuoprivano tro1)pi veri perché l'opera che veni va ad aggiungersi alle_ loro e pareva trasportare nel campo sociologico le leggi che essi avevano scoperte nel campo biologico potesse essere discussa e non accettata. La teoria Spenccriana dunque trionfò intieramente, ed i socialisti cercarono di farla loro: quantunque egli avesse negletto quasi intieramente la questione economica nelle società umane - que:.. stione che pur non essendo il movente primoraiale - come a torto vogliono i difensori del materialismo storico - pure è uno dei maggiori fattGri d_el!a evoluzione sociale. E Spencor disperatamente si difese dall'accusa di . socialista, e da questa difesa in poi parve voler di più in più togliere efficacia alla sua opera. Il suo ultimo libro « Facts and Comments » sembra. rinr:egàre tutte le verità scoperte ed affermate da lui. « Opera di un eervello ormai vecchio », hanno detto alcuni. Non mi pare. In questo libro egli cerca di correggere i punti della sua opera nella quale egli ha potuto essere inesatto ed illogico con sè stesso. Non bisogna dimenticarlo. Egli cominciò indi vidualista; f acts and comments è un libro d' individualismo. Egli non· si è rinnegato; si è corretto. Se con maggiore o minore valore per l'opera sua e la sua influenza nel mondo questo poco importa. I suoi libri precedenti fecero il.loro cammino e l'opera_ loro nel mondo e le verità messe in luce da lui rimangono. Poco importa se per essere coerente alla. · parte rnen~ duratw.r_a dell'opera sua egli ha scritto un ultimo libro che avrebbe potuto risparmiarsi. I « Primi principi )), « Principi di Biologia )), d' « Etica » e di « Sociologia » rimangono. Del resto il «Facts and Comments » è la continua- . zione, o meglio, il riassunto· di quella metafisica che a lui detta va la teoria dell' << Inconoscibile ». Teoria vera anche questa, ma non scevra di errori - almeno in quella forma con la quale ci è stata presentata da lui. - Imperocché può darsi che noi non arri viamo mai a sapere certamente il perchè della vita, il come del p·énsiero, e il dove della morte - so tant'è che ci sieno un perché, un come, un.dove
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