Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 23 - 15 dicembre 1903

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 619 mente; i Migiuntini hanno perduto trenta dei loro e Durbo è stato incendiato: eppoi 1 Eppoi, noi ci creiamo delle noie per conto degli altri. E qne.;;to è male. E ci creiamo delle noh1 e dei pericoli facendo, come sempre, Ja· _figura di minchioni smemorati. Non fu l'Inghilterra, l>enchù a mica, a negarci nel 1896 il passaggio per ZeiJa, che ci avrebbe consentito di fa.re una punta nell'Harrar e ci avrebbe forse risparmiato Abba-Ca.rima i L'amicizia attuale coll'infida Albione, adunque, non ci impone la cooperazione contro i somali; però sevogliamo aiutarla e allora perchè non farlo francamente, chiedendo equo compenso all'Inghilterra, su le spoglie dei vinti, per il nostro concorso 1 E se questo non ci conviene (e noi siamo di questo avviso) percliè non lasciare che l'Inghilterra se la cavi come può in quest'affare, limitandoci a.d impedire che il Mad-Mullah passi nel nostro territorio - o, per esser più esatti nel territorio dei nostri protetti 1 Il governo Italiano non vuol in terven ire, sta bene e, per una ·volta tanto, dà prova di saggezza; ma in questo caso la neutralità. Italiana· dovrebbe non dare ragione di inimicizia al ~1ullah, il quale fa scontare i nostri tentennamenti con tante razzie su i nostri protetti, tente!lnamenti che alienano da noi il loro animo; visto che noi nè li sappiamo bene garantire, nè osiamo - a quanto appare -- fare apertamente la guerra al loro nemico. Così facendo noi scontentiamo tutti, gli Inglesi perchè non sono aiutati quanto vorrebbero e quanto bisognerel>be, il Mad Mullah percltè ci ritiene tanto suoi nemici quanto gli Inglesi, i nostri protetti, perchè in fin dei con ti, son essi poi clie più di tutti e direttamente pagano le spese della faccen.da. Perdiamo ,lei nostri soldati, sprecbiamo del denaro, menomiamo il nostro prestigio su le popolazioni Africane c11e ci sono amiche, per ottenerne poi .... nulla! Questa, in verità, è politica priva di buon senso. Le riforme in Macedonia. - Dunque, dopo aver tirato in lungo quauto più era possibile la Tnrchia cede e si è decisa ad accettare le proposte Austro-Russe da applicare in Macedonia. S' è parlato d'un generale italiano- come comandante della gendarmeria, s'è parlato di scuole, di tribunali, <li amministratori e già Tewfik pascià, Karateaflik pascià, e Zehy pascià, tre funzionari militari 'l'urchi che conoscono la Macedonia e vi banno già operato, sono stati nominati •~ommiseari per l'applicazione delle riforme. Lasciamo da parte il generale Italiano, perchè è in• verosimile che il sans-gè·ne col quale Austria e Russia hanno trattato l' Italia in questa faccenda, si risolva nella nomina di un Italiano ad una carica importantissima nel paese ; le altre misure però e le promesse indicherebbero nella Turchia la buona intenzione di fare qualche cosa di bene : -· oh ! se l'inferno non fosse lastricato di buone intenzioni! I tre commissari - ·uno dei quali, Tewfìk pascià, è conosciuto per le sue capacità amministrative e ... sbrigative.- i tre commissari hanno dinanzi a sè una mole enorme di lavoro da fare e parecchie cattive gatte da pelare. Noi ci siamo più volte occupati della questione Macedone, della rivolta nei Balkani e ci siamo mostrati ,_ e siamo ancora - molto scettici a proposito della efficacia delle riforme Austro-Russo-Turche, e della volontà della Turchia ad applicarle. E del resto anche se la Turchia, presa da un innaturale subitaneo ~more per i non-Musulmani, volesse davvero fare sul serio, si troverebbe di fronte ad impedimenti più forti della sua l>uonA volontà e, primo di tutti, la difficoltà di mettere d'accordo fra loro, e nei loro desiderata popoli di volontà di verse , che banno bisogni differenti, che sembrano nati apposta per conformare il proverbi'o: - Fratelli, coltelli - e si odiano mortalmente. È dunque certo che l'iniziativa delle riforme fallirà. l•'allirà anche perchè se la Turchia non le vuole, n,~ppure i Macedoni le desiderano. In fondo essi vogliono l'indipendenza, l'autonomia del loro paese, e le riforme -son lontane cl3:l concederla; essi - o almeno la grande maggioranza fra loro - preferirebbe il controllo unico, o il protettorato, o il dominio della Bulgaria, piuttosto che il controllo Austro-Russo, il quale significa l'assorbimento della indipendenza Macedone da una di queste due grandi potenze. E se i Ma0edoni non vogliono i Turchi, non vogliono nepp!1re i Russi e tanto meno gli Austriaci. Essi dunque, quantunque non apertamente, ostacoleranno le riforme. La Turchia, in ,dsta di un altro resultato da raggiungere, farà lo stesso, Per i Turchi la Macedonia e le popolazioni Cristiane sono, più che un bruscolo, un trave negli oc.chi: e a rovescio del cieco del vangelo, lo vede, lo sente e cerca di cavarselo. Le riforme M accettate dai Macedoni e applicate con sincerità d'intenti darebbero una certa quiete alle · popolazioni balkaui-che ed è positivo che la popolazione Cristiana se ne avvantaggerebbe. Ora questo non: può convenire alla Turchia; non può convenirl'e nè dal lato religioso, nè dal lato politico e quindi si è certi che alla prossima primavera le cose si troveranno tali quali sono ora, anzi tali quali erano un po' di tempo fa.. La rivolta Mv.cedone più invigorita, la repressione Turca più feMce, e l'applicazione delle riforme sempre di là da venire. Con questo in peggio : che l'Europa dopo avere assistito indifferente allo scempio di un popolo, per evi- · tare una guerra, ci si troverà tirata pei capelli dall'intervento Russo od Austriaco, che allora s'imporrà per fatalità di cose. E quest,a previsione è nera., ma scaturisce tutta intiera dai fatti che furono e da qllelli che si prepfmrno. Un pu,nto impo·rtante del messaggio di Boosewelt. - Dunque Rooswelt ha chiaramente accennato nel suo discorso al Congresso che eg:li intende si debba mettere un freno '8'i' Trusts. L'idea è lodevole; non sorprende da parte di Roosewelt, perchè egli è stato sempre avverso ai Trusts; piuttosto può dar da pensare la dimanda del come farà egli a metter questo famoso freno, visto che i miliar- .dari capitani dei T,·,usts hanno nelle loro mani lo stru- -mento principale della _legisbzione : il mezzo di fare le elezioni e i deputati come pi~ce a loro. Le recenti elezioni amministrative, specialmente a New York e a Chicago, lo provano. Ed essi, i capitani dei Trusts, pi, gliano occasione (falla questione del Panama per combattere il Presidente, e i loro giornali, dal Worlcl all' Evening Post, dn,l Times a.Il' Yorlc llerald, criticano as1.,ramente la politica del Presidente, e, gli preparano il terreno per il futuro capitombolò alle non lontane nuove elezioni presidenziali. Egli è che quest'uomo, la cui ostinata volontà è una• grandiRsima forza al servizio di un'idea, è un'avversa.rio temibile; ed essi temono che egli riesca a fare approvare la legge 'del controllo governativo su l'amministrazione <lei :rrusts, che sarebbe la loro rovina. Infatti finchè i libri dei Trusts rimangono oscuri per tutti, -l(·*

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