RlVISTA POPOLARE DI POLITtca, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 687 vi penetri qualche soffio caldo dal di fuori e che nelle conferenze, nelle richieste di schiarimenti, nei lavori scolastici càpiti spesso e volentieri l'.occasione di dover spiegare qualcuno dei fatti e dei concetti stìccitati; sili quali non pare quindi opportuno che l~insegnante declini la propria incompetenza o, peggio ancora, che dia là, una spiegazione empirica qualunque, tanto per trarsi cl' impaccio. Sarà men male che ignori o non abbia presente la 99" interpretazione di un verso di Dante o. il nome di uno dei mille personaggi dell'Orlando, di quello che si trovi costretto a dare una risposta inadeguata od evasiva su fatti ed argomenti della vita collettiva attuale. Certo è che oggi, ali' infuori delle religioni positive, aggredite da tanti dubbi, si va formando una specie di religione, nova, di culto crescente della collettività e dei suoi interessi, - culto in cui convengono unanimi le opinioni delle parti· e dei partiti piu opposti. Vi sarà discordia neJl'adozione dei modi con cui s'intende risolvere il problema di tali collettivi interessi, ma vi é un pacifico e concorde consenso, dal papa all'anarchico piu rovente, nel riconoscere la legittimità di questa crescente preoccupazione per il comune benessere. Ora, fornire degli insegnamenti che fanno appunto oggetto di studio speciale questi problemi, mi pare che concorra mirabilmente a sviluppare questo nuovo e fecondo èulto del· bene sociale e che quindi il provvedimento in parola abbia in sè, a prescindere da qualsiasi immediata n tilità professionale, un'alta virtu morale ed educativa, allarghi in certo modo l'angusta visuale dello spirito ineducato nel piu vasto ed elevato orizzonte dell'umana solidarietà. E_quale intento più alto di questo ci potremmo proporre nd delineare un programma di coltura, destinata, come serbatoio centrale, a distribuire luce di intelletto alla fitta schiera delle educàtrici del popolo? E, infine, non si può negare il mutamento notevole avvenuto in questi ultimi tempi, anche in paesi come i latini, piu restii ·a innovare nel campo della costituzione familiare, nell'atteggiamento morale e sociale della donna. Ora questo è un fenomeno che si va svolgendo sotto gli occhi· nostri e di tale importanza da non doversi ripu tare fuor di luogo che se ne faccia qualche esame scientifico al vertice della coltura femminile. Piegare per un poco la mente a riflettere, p. e. su quella novissima teoria eeoJW- .miea della donna che tende a spiegare le variazioni della sua condizione sociale con Je varie fasi dell'economia sociale e la sua orientazione presente col presente sviluppo industriale, mi sembra per un intelletto moderno esercizio piu corroborante che n,m quello di infilare e spiluccare per tutti i versi i lai amorosi del Petrarca o di Gaspara Stampa. Poiché non è da ritenerRi opinione tanto disprezzabile quella che propende a favorire un'istruzione meno emozionale che ci faccia uscire dal nostro ipertrofico io sentimentale e passionale, per sollevarci alle piu serene ·e impersonali aspirazioni della cosciertza collettiva: La scuola deve rispecchiare la coltura della propria epoca nei suoi tratti fondamentali e camminare col pensiero scientifico : senza però pretendere che gli vada accanto di pari passo, non si a~ve impedire che un qualche sentore delle grandi lotte e dei dibattiti del pensiero non abbia a penetràre anche nel suo quieto recinto. Quella specie di benda che si vuole imporre ancora alla scuola secondaria ma · schile- e alla scuola superiore femminile di fronte a tanti fenomeni sociali e a tante relative concezioni scientifiche di cui echeggia tutto il mondo, é una falsa cautela, piu parente della pigrizia che della prudenza e che appare ogni dì piu cosa di pessimo gusto. Tutto ciò diciamo a giustificare l'aggiunta, nel programma di scienze sociali, di un capitolo riflettente appunto la detta teoria economica della donna, teoria che ben figura al lato delle molteplici teorie economiche della costituzione politica, giuridica, finanziaria e via dicendo, le quali son venule pullulando :,el rigoglioso fermento attuale degli studi sociali e che, fatta pure la debita tara delle esagerazioni unilaterali e sempliciste, àn giovato non poco a chiarire e a mettere in nuova e inattesa luce i fenomeni vari della società. Ora, sottoporre a seria indagine scientifica il fatto inoppugnabile di questo odierno spostamento morale ed economico della donna, vedere dentro quali lirniti questo movimento si élebba mantenere, perchè resti normale riflesso dell'evoluzione economica e non esòrbiti in manifestazioni non richieste dalle condizioni reali e contemporanee della convivenza civile, può sembrare a chiunque non sia affetto da intransigente neofobia, un argomento adatto per esser trattato in un Istituto Universitario femminile e potrà giovare a tenere il detto movimento per una via giusta 1 senza ch'esso incontri insane resistenze nell'ignoranza e nell' empirismo delle coneezioni sociali o dilaghi in intemperanze che C(lmpromettano la serietà di questo moto ascensionale della psichedonna. Si potrà, per esempio, esaminare quanto la tradizionale configurazione psichica della donna sia dovuta a caratteri organici permanenti e quanto alle condizioni speciali clel sistema di produzione, sistema che ha cambia.te e continua a cambiare a vista d'occhio. Così ancora il fatto visibile della crescente socializzazioue delle industrie casalinghe potrà fornire occasione alla ricerca delle modificazioni più opportune da introdursi nel vecchio programma dell'altività femminile, modificazioni rese possibili dal nuovo margine lasciato libero dalla successiva esonerazione di lavoro fatta alla donna, conseguenza ine - vLtabile dell'espansione industriale e della sempre piu avanzata divisione del lavoro. Dirigere adunque le menti delle giovani studentesse allo studio di siffatti alti e attraenti problerni sarà un'atta degno della nuova pedagogia e contribuirà indubbiamente a dare una più elevata toniciUt all'istruzione femminile, a sviluppare un fecondo spirito di riflessione sui movimenti della vita sociale, -oggetto di tanti equivoci da parte degl'incompetenti, a concedere agli occhi limpidi di quelle intelligenti fanciulle la nobile ed ampia contemplazione dell'uni.:... verso sociale. C0n quesfaugurio pongo termine alle mie parole e affronto serenamente il sorriso compassiunevole di qualche scettico per le mie fisime pedagogiche, sapendo che è sorriso di Turco ; e a questo Turco e ad altri suoi connaàonali ricordo pacificamente che l'indice più sicuro della vera civiltà di un popolo più che la liberta sconfinata per le chiassate di strada, è l'interesse e la cura più o meno seria che esso consacra alla scuola e ai suoi preziosi progress1. APPENDICE Mi vanno giungendo le risposte di autorevoli scrittori e scrittrici a cui mi son rivolto per avere il loro parere in proposito. La risposta del prof. Nitti é radica le : << io credo, egli mi scrive, a dirittura che le scuole superiori di magistero femminile siano ·assolutamente inutili. La migliore riforma è nell'abolirle. » In fondo non ha torto; ma in attesa di quest'abolizione che non dovrebb'essere troppo vicina, sarà, per il momento, piu pratico migliorare le scuole esistenti. Invece un'altra valentuomo, il prof. Mosca del1'Universita di Torino, approva pienamente la proposta da noi sostenuta. « Quanto a ciò che Ella mi dice sulla opportunità d' introdurre lo studio dell' E-
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