Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 22 - 30 novembre 1903

596 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALl opposizione alle spese militari s_i fa opera stupidamente contraddittoria e ·si mettono in pericolo _le sorti della patria italiana, esponendola a pericoli, cui non la si volle preparatà. Nota. - Leggiamo il Giornale d'Italia, La Tribuna e l'Avanti! coll'epistolario e coi telegrammi del D~ Gul;>ernatis e con un uticolo di Ugo 0jett.i e sentiamo il oisogno di aggiungere una nota. · Siamo perfettamente d'accordo coll'0jetti nel giudica,re sulla quistione dell'irr~dentismo; ci confenniamo _maggiormente nei nostri sospetti sul carattere e sulle intenzioni del Prof. De Gubernatis, che ha preso questo episodio disonorevole pei tfldeschi d'Innsbri.ick come .qJ.l~ o~casione .favorevole per atteggiarsi a martire ed a ~ampione delle provincie irredente e per ricordare, in aria tra il tragico e il comico, che egli appartiene ·alla .generazione degli imprudenti, che si sca~dava con ,Mazzini, con .Garibaldi e con Cavour .... e ric01·da.... e fi •·B" . ~eme.... rrr .. - Noi non conosciamo sino !\ qual punto si sia riscaZàato seguendo, a tempo opportuno, Mazzini e Gari- .Ra~d~:-•··;nè sappiamo se si sia riscaldato a.l contatto di Matteo Renato Imbriani, che non seppe mai perdonare •-3d un certo signore di avere indossato l'uniforme dico- . lonnello. aust1:iaco. Sappiamo, però, dalla narrazione che egli· fa delle sue gloriose avventure nel Tirolo, che egli spera che questa volta Z' Italia ufficia le, di solito così -remissfoa, non si contenti di oziose e trnnqnill(1 e troppo .pla.toniche e sempre inutili rimostranze, e che il ministro Tittoni,. fortlftcato dalh. volon1à ferma clel nostt-o sovrano arbitro naturale <li ogni quistlone latina, esordis.çà laLsua azione di politica internazionale con q1ialche çi,ttodignjtoso ed energico. Speriamo èhe l'eroico De Gubernatis ci faccia conoscere chi· dosignò il nostro sovrano: arbitro natur, le di .:ogni .9uistione latina. Intanto rassicuriamo i nostri Jet· tori.: il pr~fessore di Roma non vuole dichiarata la guerra, poichè dopo quel po' po' di roba incendiaria, ,nella .stessa :parrazione delle .sue avventure si augura che i1 governo riesca ad ottenere soddisfazione con tutti i mezzi ... pacifici, che sono a siia disposizione. La senilità del suo irredentismo, che fa il paio col suo dina~tismo, poi, si era affrettato a farla nota ai bravi - bravi e gen~rosi p~r ~avvero - studenti italiani, che sfidano quotidianamente le insolenze e le persecuzioni del ca. nagliume ·tedesco in Innsbri.ick, invocando su di essi, in un telegramma a loro diretto. l'aiuto di quella divina pr,ovvidenz(!, che veglia ai destini d'Italia e che ne ha già tant'e volte compiute le 'giuste e sante ve11dette. . Possono star freschi con quell'aiuto l... . . ;E torniamo pe1· rinfrancarci lo spirito con .serie rifl~ssioni al.l'articolo dell'0jetti. Egli dopo ;:tvere soste- .nuto la tesi che da molto tempo sosteniamo, e cioè: •.cc_ cqn .o senza il Trentino, l'esistenza dell' Aust.l'ia è ? tro.PP<?.util~ e al nostro sviluppo sociale ed econo- « mico. Per questo vorremmo che a Vienna ragionas- « ,-sero. · · ··:•,cd\fa I).On·.soltanto a Vienna. Se oggi per un mancato «. discorso di De Gubernatis (professore, ringrazi i l'I. R « Luogotenente che ha mantenuta vergine almeno nel « Tirolo la sna terribile fama oratoria ...) i nostri uni- « .versjtarii insorgono generosamente a proteste e a co- <I mizii ~ l'onorevole Giolitti dirama circolari· perchè « l'ordine .sia .~anterp~to a ogni costo, se oggi quf-lst'alcc tra folata d ureden~1smo distrae per qualchEI giorno « l'opiniqne pubblica italiana da problemi interni beu ci più urgenti e paurosi, la colpa non è solo di Vienna. · « -Il viaggio del re ad Udine col clamore ùi cento <I manifestazioni antiaustriache, proprio al confine au « striaco, appare troppo come nna doma.uda cui l'Austria .« risponde ogg-i. Chi lo volle~ l> • Queste ultime parole hanno bisogno di no chiarimento. Ad Udine, dùrante le grandi manovre, le manifestazioni irredentiste, alle qu~li assistette il Re con ostentato compmcimento, furono numerose; e le bandiere irredente velate a lutto, giustamente si abbassavano a,l suo p~ssaggio ... In quella occasione l'irredentismo .del re fu così autentico che se il buono e intrepido Matteo Imbriani fosse stato vivo, certa.mente srtrebbe ritornato monarchico. • La direttiva economica DEL PARTITO REPUBBLICANOITALIANO La Rivista Popolare, dando conto del recente çongresso Repubblicano di Forlì, scriveYa: Non sappiamo fo1·marci un concello esatto delle proposte di Pio Viazzi sulla organizzazione operaia e sull'azione economica del partito, dal resocontò che ne dà l'Italia del Potu)lo - che dovremmo credere il più esalto e 11 più ampio - né dalle critiche di l'ellegri11i e di Gorini E cosi scrivendo, la Rivista Popolare aveva perfettamente ragione, perché l'ordine del giorno, di '?,Ila complessità che al suo autore sarà lecito chiamare forse anche far~gginosa, diventava innegabilmente oscuro ..-,enon era messo in rapporto c@n i eonsiderandi che lo precedevano ; e quei eonsidtrandi, per la brevità e per la fretta che costituiscono Pesigenza · prima dei giornali quotidiani, vennero omessi nel resoconto dell'Italia del Popolo. Ma la Rivista Popolare. dice anche : Tra le proposte · del Viazzi - relatore - ·la prima, che raccomanda a.i repubblicani la partecipazione attiva alle lotte economiche e la iscrizione .uelle associa~ioni, nelle leghe professionali,· nelle cr operative, colla direttiva delta lotta di classe, ci sembra che sia un poco in contraddizione colla quar.ta, nella quale si :raccomanda: « Che lutti gli inscl'itti al Partito, pur svolgendo nell'opera interna delle organizza~ioni un'azione· esclusivamente di classe, e pur prendendo· attiva parte alla difesa degli in teressi rlei lavoratori nelle leghe di resistenza, anche se alle medesime non apparteng/)no. non debbono trascurare mai la considerazione degli intaressi comuni ai vari gruppi di concorrenti. e di contendenti, dirigendo pertanto l'azione e mune, anc}:ie nel campo eco11omico, contro il sistema politico vigente da cui promanano i danni comuni delle spese improduttive, della sperequazione dei tributi, riel parassitismo protezionista, e della burocrazia impacciante il liqero svolgersi di tutte le ene1·gie sociali produtt1·ici ». . Come sarà possibile pa1 tecipare alla lotta di classe e propugnare gl'interessi comuni ai vari gr.uppi di C()nc_orrenli . e di contendenti ? • Orbene, è su questa apparente contradizione che io desidero di spiegarmi, perchè a me anzi pareva, nel proporre, che ~' ultima proposta fosse la conse-:- guenza diretta della prima. . L'ordine del giorno presentato al Congresso di Forlì non era l'espressione di studi larghi e profondi in materie economiche e sociali: competenza scientifica di questo genere i relatori non rte a~èvano affatto. Esso voleva apparire invece come iI ris'ultato sintetico di una serie ininterrotta di osservazioni personali fatte sulla pratica dell'azione operaia nei p,es italiani ove questa 6 più evoluta; osservazioni im- . . prontate alla massima serenità e. raccolte colla più obbiettiva preoccupazione dell'accertamento concreto, connettendo man mano le esperienze sulla realtà coi successivi atteggiamenti, colle continue correzioni, attenuazioni, alterazioni (coscienti o non) della predicazione teorica socialistica onde quelle esperienze erano accompagnate. · · · Ora, parve alfi.ne, a chi scrive, di· poter ·riposarsi in r1uesta constatazione: che tutto quanto nelfa dottrina e nella pratica politica del socialismo 'italiano costituiva un tempo l'elemento specitlco 1che lo dif-

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