Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 22 - 30 novembre 1903

RIVISTA POPOL ABE DI POLITICA, LErirrEBE E SCIENZE SOCIALI 593 al governo. Sarà interessante vedere come la risolveranno e se - data la permanenza della forma imperiale - riusciranno a concludere qualche cosa. Per ora, noi possiamo profittare dell'esempio disastroso che hannù dato i liberali in Germania. È vero che i partiti detti estremi non sono là num~- rosi come da noi; ma bisogna ricordarci per conseguenza clJe un gran pezzo di strada questi partiti possono, in Italia, percorrerlo insieme, e dato questo fatto calza il proverbio: saggio colui che a spese d'altri impara. -- Nell'esercito tedesco. - Ormai la cosa dilaga talmente che se l'organismo militare tedesco è incapace a correggersi da sè, è più che prevedibile che il popolo stesso fra breve ci metterà riparo. Ormai il sentimento di rivolta contro la brutalità in vigore e in onore nell'esercito tedesco è arrivato al parossismo. Già l'affare Henner, il guardiamarina che pugnalò un soldato perchè non l'aveva salutato, sollevò lo sdegno della popolazione, e da due anni ad oggi questo sentimento di disgusto per la violenza dei graduati tedeschi verso i loro sottoposti è andato crescendo sempre più. Ormai la letteratura si occupa di tali faccende, la protesta, che partita per fino dall'Imperatore non aveva trovato che una piccola eco nei bassi strati del popolo, si fa strada, ingigantisce, ed è di ventata la causa di tutti. Lo dimostra il successo grande, trionfale ottenuto dal dramma: La fiaccolata di Begerlein. Ma il lavoro letterario che ha fatto più sensazione, ha avuto una eco nei tribunali, e ha obbligato i gruppi politici, anche i più reazionari, del paese, a convenire che bisogna molto rivedere, correggere e cambiare nella organizzazione giuridica militare e nella ufficialità dei vari corpi che compongono l'esercito tedesco, è stato il romanzo di Fritz Bilse: Vita di piccola guarnigione dove l'autore, militare egli stesso, ha portato in pubb_lico e descritto minutamente la vita del suo reggimento a Forbach in Alsazia._ · Naturalmente l'autore,· qu0relato dal colonnello del reggimento in questione, è stato condannato dal tribunale di Metz, ma la condanna non ha impedito che venissero alla luce fatterelli e fattacci sui quali gli ufficiali del reggimento si rivelano sotto tutt'altra veste cb~ di eroi. Anzi il processo ba fatto vedere che l'autore non aveva detto che una parte, e la minima, della verità. I personaggi del romanzo, si sono veduti sfilare alla barra del tribunale, a raccontare le loro sozze tresche, le loro porcherie e la loro vigliaccb~ria. Perchè il lato curi.oso - e per noi che giudichiamo il militarismo come una brutta piaga, interessante - è che questi eroi son dei vigliacchi. Questo maggiore che ba paura che un borghesissimo farmacista, gli fori la ·pelle con un colpo di pistola, questi ufficiali che accorrono premurosi al fischio della capitana, questi sergenti che trescano con le serve, e il comandante che ha paura dei graffi e degli scappellotti della capitana son così ridicoli, così goffi, così abiettamente poltroni che quasi quasi ci si rifiuta a crede.re che la maggior parte dell' esercito tedesco J>Ossa essere modellata su costoro. Eppure, i soldati te· deschi disertano a centinaia, in seguito ai cattivi trattamenti dei" loro ufficiali, e il dramma il Lunedì delle rose di Hartl~ben, che ebbe un immenso succes~o, e che mette in scena i medesimi cattivi costumi e la medesima deficenza di qualità virili, non fu oppugnato da nessuno. Questa (malfl,tti~ q.ella viol~nzai €l della corruzione nell'esercito germanico è arrivata all'acme; e ci vuole qualche cosa di più che una riforma del tribunale militare - come vogliono i Jiberali tedeschi -; e la coscienza degli alti destini riservati alla patria Germanica - co·me vuole l'Imperatore - per mettere riparo ai guai. . Il male è inerente al sistema. Quanto più il militarismo è spinto alle sue logiche conseguenze tanto più la violenza si sviluppa e predomina e tanto più, di pari passo, cresce la corruzione prrchè quelli che esercitano la violenza sanno di potere, impunemente, fare il comodo loro. La Germania è il paese più militarista del mondo; p~r questo nel suo esercito la violenza è spinta al mas~imo g:rado, e la corruzione vi è senza limiti. Fin ora era sembrato _che questi brutalissimi soldatacci, ufficiali pugnalatori e sott'ufficiali maneschi, fossero inattaccabili soltanto dal lato della onestà privata e del coraggio. Ora ci accorgiamo che questa buona idea che si aveva del loro lato morale era una illusione gelosamente coltivata e mantenuta dalla loro ipocrisia. Viziosi da un lato e viziosi sotto tutti i punti di vista.Questo è strettamente, terribilmente logico ..Chi non rispetta la . vita, la dignità personale, la individualità umana non. è al caso di capire neppure le altre leggi morali: per questo noi siamo antimilitaristi. Noi consideriamo cb.e il militarismo oltre che sperperare la ricchezza nazionale è una scuola di cattiveria, di corruzione e d' ipocrisia - lo spirito di casta vi regna troppo perchè sia altrirn~nti. Per questo siamo antimilita,risti,- e lo scandalo Bilse in Germania ci offre un argomento di più a conferma delle nostre opinioni e della nostra ragione. * Gli Albanesi e la questione balkanica. - .Abbiamo sotto gli 000hi un giornale Albanese <r Shqipetari D e un « Appel » firmato da un ·buon numero di nota.bili albanesi, musulmani, cristiani e ortodossi che si rivolgono all' Europa, invocando di essere giudicati con cognizione di causa. La pretesa è giusta. Il giornale, che si pubblica a Bukarest, nel suo N.. 9 dell'anno III reca, in un lungo articolo, a conoscenza della stampa e delle popolazioni d'Europa le condizioni dolorose che s~no fatte alla popolazione albanese, da un lato dalla colpevole indifferenza e 'negligenza del governo Ottomano e d_all'altro dalle agitazioni e rivolte Bulgaro-Macedoni. E soprà~- tutto, mentre fa risaltare la fedeltà del popolo alban~se ·verso la Turchia, mette ben chiara '1a, questione della 1 ambizione della Bulgaria a insignorirsi di quei territori che - dice l'articolista - sono in grande maggioranza abitati da albanesi e che sono chiamati la Macedonia L'o: Appel >> dopo avere constatato le medesime cose, quasi in nn medesimo stile, tanto da far pensare che · chi ha scritto l' articolo ha scritto anche o ispirato ìt t, manifesto; conclude chiedendo in nome e per il popolò , alba~ese, che è stato escluso dal diritto alle riforme: 'T 1 ° Il riconoscimento ufficiale della nazionalità albanese; 2° La scuola e la chiesa albanese ; 3° L'amnistia per gli esiliati politici; 4° La nomina di un delegato alla commissione mista di Monastir, incaricata di applicare le riforme e di esaminare i desiderati dei diversi popoli, che compongono il variopinto e disarmonico musaico della popolazione turca Ci sembra però che le richieste degli alb8.nesi non abbiano ragione di essere prese in considerazi~e, visto

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