Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno IX - n. 22 - 30 novembre 1903

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI 611 operaie di Madrid in numero di ottomila si riunisc0no a meeting en los Jardines: lavorano dalle 8 del mattino alle 11 della sera per 70 od 80 cent. « Come non cercare, gridano, nella prostituzione la retribuzione che il lavoro onesto non ci sa dare? E si separano al grido di « Viva l'onore, viva il lavoro, viva la Repubblica ! » E la: minaccia contro la monarchia serpeggia nell'esercito: già a Madrid, a Salamanca altrove, nei tumulti popolari, si videro soldati mesèolati con la foJla, già durante le elezioni a Madrid parecchi ufficiali in attività si offersero ai comitati repubblicani per tutelare l'ordine nelle elezioni stesse, già le rivelazioni di Salmeron corrono l'esercito sdegnandolo d'essere puntello d'una monarchia che agl' interessi della patria pospone i propri. Circondata dovunque da ostilità la monarchia minaccia la sospensione generale delle garanzie costituzionali, sequestra« Il Re» di B. Bioernsen, proibisce, carica, uccide, destituisce i professori di Universita perché repubblicani ; ma già da Irun ferocemente percossa dalla reaziono parte la parola ·che insieme confonde due grandi idee: « Gridar viva la Repubblica è gridar viva la Patria I » Lasciate pure che a Bilbao in un parossismo di · reazione i preti scendano in piazza con la rivoltella e sparino sulla folla repubblicana appoggiati dalla polizia, ma ecco Barcellona del popolo che alla presenza degli inviati dei- popoli esteri inaugura la Casa Repubblicana, cattedrale, dissero Valles, Ilanes, Pellegrini, del popolo, e, mentre un governo piccolo di testa e di cuore ordina l'espulsione dei d0legati stranieri, Barcellona fieramente rivoluzionaria riunisce su Le Coll quarantamila famiglie repubblicane alla omerica « mericnda » e a gridar ora e sempre « Viva, viv~ la Repubblica ! » (1) * ·X· * Qu_esti i sintomi della Spagna: qual occhio, per quanto poco clinico, non può trarne la diagnosi che questo è un vero movimento rivoluzionario che spalanca. la porta alla Repubblica? Pure ho un timore : la Repubblica sarà proclamata, ma allora, molto, molto più che adesso, sara necessaria l'unione di intti i partiti del popolo che mirano alla redenzione della sventurata Spagna. Una enorme mas_sa di miserabili esiste cola, abbandonata senza difesa all' odio: essa odia, mentre gli occhi le s'iniettano di sangue e digrigna i denti al pensiero della vendetta furiosa e feroce. Guai se una rivoluzione scatenasse su la Spagna tal folla immensa - briaca di odio ! Essa non distingue i parti ti : dal gesuita al repubblicano son tutti « partiti dell'ordine » e'd essa odia l'ordine. Ecco la grande sventura e l'immensa responsabilità del partito repubblicano spagnolo. Manca nel popolo di cola, fatte rare eccezioni, una grande fede che possa spingere a grandi sacrifici, e di quattro secoli é arretrata la vera mentalità. Sapranno gli uomini intelligenti che sono a capo del movimento rivoluzionario con la loro autorità imporsi a tal massa bruta e risparmiare alla pagna gl'immensi danni che derivano da una rivoluzione violenta d'istinti, senza fede, che non mira che a (1\, L'autore non conosceva quando ci mandò queslo interessante articolo il risu!Lalo delle u!Lime elezioni municipali che assicurarono una sLrepiLosa viLLoi-iaai repubblicani a Barcellona, Vale11za, Siviglia, Co1·ogna e ... in tutle le grandi città. Il governo spave11Lalo prese straordinarie pl'ovocanLi precauzioni a Mad1·id; e il popolo in segno di protesta non pal'lecipò alla loLLa; lasciò de~erti i luoghi dove si votava, e accot·"e numeroso nei centri repubblicani dove in poco tempo un indit·izzo a Salmeron raccol~e 37000 firme. QuesLi avvenimenti ultimi servono a 1·ifermare ciò cl1e il Padovani ha sc1·iLL0. N. d. R. distruggere? A chi conosce le vere condizioni cadono le braccia a tal pensiero, senza forza e senza speranza: da per tutto è un vuoto profondo, un niente « che attesta la distruzione scellerata, operata nel corso rlei secoli dal più corrosivo dei veleni, dal virus del fanatismo religioso .... >~. E _se in tal vuoto di fede, di speranza, di perseveranza nel sacrificio l'animale prenrl.e la mano all'uomo? .... Padova, novembre 1903. EMILIO PADOVANI. Rivista delleRiviste Elisco Rccl1ts: Il panslavismo e l'unità russa. - Per una singola.re ironia della sorto è stata la Russia che ha p1·eso l'iniziatiYa delle conferenze nelJe qua.li si sono voluti Yedero i « preliminari della pace perpetua tra le nazioni » ed è invece essa che costituirà probabilmente il più grande osLacolo alla pacificazione del mondo. La Russia è uno Stato preparato per la guerra di conquista e <1'annesione,. rua nonostante il suo formidabile macchinario di oppressione e di unificazione fittizia, non ha unità vera: soffre internamente· d'uua disorganizzazione etnica di cui tutta la gravità si mo• strerà nei giorni del disastro :ruilitare. Il pangermanismo, che era stato preceduto anch'esso dal pan-ellenismo, doveva dar nascita ad alt.ri tentativi di aggruppamenti di razze, vere o pretese tali, e il panslavismo trovò dnnquo i suoi fanatici. Il filologo russo Gregorovitch avendo fatto un viaggio nei Balkani, nel 1825, vi scoprì. la nazionalità sla,a dei Bulgali; poi altri scienziati russi scoprirono i fratelli slovacchi, sloveni, serbi, croati, czochi, moravi dell' Austria-Ungheria, e delle società si fondarono in Russia per aiutare questi compatriotti lontani: e per dar loro coscienza della grande naziqnalità slava, si glorificarono i serbi, ci si accese pei montenegrini, mentre i polacchi, una nazione slava se mai ve ne fu, si esclusero da questa confraternita. Ma il carattere dispotico dell'impero russo respinse ogni movimento di gravitazione. Croati, serbi, sloveu i, pur lagnandosi, e a buo11 diritto, della dominazione degli austriaci e degli ungheresi, sanno perfettamente ch'essi non avrebbero niente da guadagnare se i moscoviti diventassero i loro padroni. Il panslavismo, mal visto dal_la maggioranza degli slavi occirle11tali, non avendo per amici che i giornalisti pagati, non pnò agire che verso l'Oriente, non con la annessione di popoli della medesima raz,m, ma con la conquista di nazioni o tribù dell'Asia, turchi, mo11goli e chinesi. E là l'impero russo ingrandisce a vista d'ochio. Mentre che il governo rnsso spave11ta gli slavi della 'l'urchfa, e dell'Europa centrale, ecco che, per un singolare con.trasto, la Repubblica francese finisce per stringere con esso un'allenza, di cui essa paga largamente le spese col sno concorso finanziario. Questa alleanza ba avuto il doppio resultato della russificazione morale della Francb e della francesizzazione morale della Rnssia posta in una posizione assolutamente contradittoria con Ja, sua po] itica estera e col suo go,erno tradizionale all'interno. Il resultato dell'intimità franco-russa sarà di atfrettHe la scadenza dell'inevitabile cataclisma nel grande impero slavo : l'evoluzione esterna aiuterà l'evoluzione interna. Come in tutti gli altri Stati, si fa in Russia un lavoro di unificazione ra.pida sotto la pressione di due forze molto differenti : l'una, spontanea, proveniente del funzionamento nazionale della vita, l'altra brutale e compressiva imposta dalla gerarchia governativa. L' unità materiale del paese, prodotta dallo sca:vamento dei canali, la navigazione dei fiumi e la costruzione delle - strade ferrate è una pdma necessità, e il potere politico non può che cedere, per quanto cerchi ritardare questo movimento coi suoi parassiti e coi suoi regolamenti. Esso cerca stornare la rete delle strade ferrate e delle vie di comunicazione dalla sua destinazione naturale, fa.condon e soprattutto un grande appareccbio strategico ; ma por qnanto fn.ccia, le strade serviranno sempr.e il loro scopo primitivo, facilitando la circolazione o

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