- 610 .RTVISTA POPOLARE DI POLITICA, LETTERE E SCIENZE SOCIALI e pronunciava delle dichiarazioni che dissipavano un equivoco da lungo tempo persistente, che fu l' ostacolo a una intesa tra i due popoli. e la più potente arma della monarchia portoghese. E già che nel Portogallo si piangono le stesse lacrime di sangue della Spagna e d' altra parte i due partiti repubblicani muovono compatti verso un istesso ideale, è certo che l'avvento della Repubblica spagnolà è altresì .avvento della Repubblica portoghese e della Federazione lbe• rica. Intanto la propaganda repubblicana acuiva e dilagavasi per la Spagna: le manifestazioni si succedevan<~ alle manifestazioni, e parallelamente le persecuzioni monarchiche alle persecuzioni. NeHa prima domenica d' aprile, contemporaneamente in tutta la Spagna, avevano luogo innumerevoli meetings: il comitato centrale di Madrid aveva raccomandato di far pervenire telegraficamente alla sua sede il numero dei repubblicani _che assistevano o erano rappresentati: la. cifra totale sbalordiva ed entusiasmava: novecentomila repubblicani avevano risposto all'appèllo. Costa parlava a Madrid dinanzi a 10,000 persone freneticamente plaudenti alla Repubblica, facendo una requisitoria implacabile della monarchia: in Ispagna v' é un problema di creazione, ciò che è stato ridotto a espressione storica deve ridivenire realtà esistente. Bis0gna rifare la patria e creare degli uomini per essa. E terminava: « Cittadini, viva la Spagna e perchè la Spagna possa vivere, viva la Repubblica ! » Come imaginarsi le manifestazioni d'entusiasmo d'un popolo si ardente come lo spagnuolo ? Vediamone invece il riflesso di fuoco pur nelle fredde cifre. Era imminente la campagna legislativa·: per essa i repubblicani raccoglievano con pubbliche sottoscrizioni milioni e si lancia vano alla battaglia. . Bisogna prima vedere che cos' erano state fin allora le elezioni legislative in Ispagna: esse costituivano un vero falso che il Ministero dell'Interno fabbricava a proprio uso e consumo, una pressione ufficiale spudorata che si esercitava traslocando i sindaci, deferendo ai tribunali interi consigli comunali, mobilizzando il clero e le congregazioni, dando carta bianca ai candidati ministeriali che usavano di qualunque mezzo per la riuscita. Gente sprovvista di scrupoli, presta a tutto, commetteva ogni sorta di soprusi facendo votare per i morti, per gli assenti, per gli elettori liberali stessi che al momento del voto trovavano che altri aveano già votato per loro. Intere squadre d'elettori votavano in più sezioni e al momento dello scrutinio nuovi soprusi: il presidente o legge il nome dei candidati ufficiali in luogo di quelli veramente eletti, perché di opposizione - sostenuto all'uopo da camorristi governativi ; o se crede in maggioranza i voti dell'opposizione prende delle schede ministeriali e ~ piene mani le getta nell'urna; o ritarda o avanza l'ora dello scrutinio e dell'elezione o fa arrestare i delegati dei candidati d'opposizione o gli elettori stessi, o scrive lui stesso un certificato di scrutinio mettendo per ogni candidato i voti che gli fossero piaciuti. Tali le proverbiali elezioni « alla spagnola ». Ma quant~ volte era molto destro l'occhio dei repubblicani che sorvegliavano e ch'eransi organizzati direttamente in battaglioni di polizia, e la lotta, vera lotta tra Repubblica e Monarchia - fu fatta onesta e sanamente co'mbattuta. E non ostante la resistenza rabbiosa dei reazionari d'ogni g·enere, le elezioni d'aprile inviavano alle Cortès 34 repubblicani puri. Era una esplosione di libertà che moveva da Madrid, da Valenza, Sarragozza, da Granata, da Siviglia, da Bajados, dai centri operaj della Catalogna, da ogni luogo dov'era un focolajo intellettuale o lavoratore, una esplosione che non finiva!agli.fapplausi nei comizj, ma toccava dritto il cuore della monarchia : « se il re Alfonso XIII - osserva un corrispondente deil'Europeen, da cui tolsi molte di queste notizie - non imita l'esempio del principe Amedeo di Savoja, potrà ben fare come la nonna sua Isabella, perchè il popolo di Spagna lo manderà ad aumentare il numero dei re in esilio ». Madrid, all'annunzio della vittoria, si infiammava di entusiasmo, il cui ardore stupiva i congressisti medici internazionali colà convenuti: Barcellona da,a 40.000 voti ai repubblicani e mandava al parlamento il primo deputato operaio autentico. Se$uirono le rappresaglie monarchiche : a Salamanca s1 facevano le fucilate per le vie, a Madrid la polizia sparava a mitraglia sulla folla. A lnsiesto nelle Asturie i contadini protestanti contro lo scruti!lio che dava la vittoria al candidato ministeriale erano sciolti a base di Mauser, come vuole Silvela, e lasciavano dodici morti e sessanta feriti; a Zumil1a, nella provincia della miseria, i contadini affamati erano sciolti con le armi, mentre quattro morti sanguinavano sul terreno; ad Almeria altre quattro vittime; da per tutto una spaventosa convulsione di violenza e di sangue. ,~: Cadeva un ministero e un altro sorgeva prop0nendo leggi che la. coscienza popolare chiamò ~cellerate : i monarchici e ,i gesuiti, da Montero-Rios a Canalejas i democratici si coalizzarono contro l'Unione Repubblicana,· ma la propaganda di questa non cessava: ogni vittima è un martire e un'ara e su di essa il popolo che ama e.d odia con egual ferocia, grida vendetta contro i persecutori. La situazione si fa sempre più critica : alla Cortés é prima la questione della risposta alle corona che da ai repubblicani l'occasione della prima battaglia, poi la questione dell'insegnamento che mostra il vaticanismo del governo, permette una fiera risposta repubblicana agli accomodamenti di Canalejas : poi sono le rivelazioni di Salmeron che scuotono dalle fondamenta la fiducia nella monarchia. « E' lo spirito del carlismo senza don Carlos, egli dice, che oggi ci governa: è la turpitudine del governo monarchico che ha ingaggiato la Spagna nel conflitto con l'America ove perdemmo due miliardi, 100.000 uomini, tutte le colonie. E qui a base di documenti irrefutabili mostrò che Santiago di Cuba si abbandonò agli Stati Uniti dopo un simulacro di combattimento già convenuto tra i due stati maggiori nemici ; la pace fu voluta dai ministri della Reggenza solo a patto che fo~se salva la monarchia, ma essi avrebbero preferito una nuova guerra al rovesciamento della dinastia>). L'effetto di queste e altre rivelazioni fu fulminante, così tagliente era la eloquenza di Salmeron che il presidente dové interromperlo osservando che patria e monarchia erano tutt'uno, mentre al grido di « Viva il re» della maggioranza, i repubblicani e le tribune rispond0no: « Viva la Repubblica >). Interrotta la seduta, per mezz'ora la Camera parve tra!',formarsi in un campo di battaglia; e Salmeron, ripresa la parola - tra un entusiasmo popolare(iirrefrenabile - grida.va come rivolgendosi al re : « Sire, se il sangue di vostro padre e l'amore della terra ove siete nato ha per voi più attrazione del· materno sangue straniero, restate in Ispagna e potrete servire la nostra nazione come un semplice cittadino, poiché per fatalità storica voi non potete servirla come re •). Fr/:l,ttanto sempre più si accentuava nella provincia la propaganda repubblicana e attraverso le piccole crisi locali, a traverso le persecuzioni governative l'idea procedeva granitica nella sua resistenza. In nuovi meetings numerosissimi, a piene mani Costa, Salmeron, Azcarrate, Lletget e altri spargevano l'odio con1ro il privilegio, infiammavano la folla nella luminosa visione del futuro repubblicano. Che importa se Salmeron, Costa e altri sono deferiti ai tribunali per eccitamento all'odio, per crimini di .stampa, quando l'idea ogni dì più guadagna terreno, quando fin dall'America del Sud giungono me::ssaggi d'adesione e quel che più importa, danaro in gran copia? Fin le
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